Influenza aviaria, primo caso umano da H5N5 negli Stati Uniti
Un uomo anziano con condizioni cliniche pregresse, residente nella contea di Grays Harbor, nello Stato di Washington, è risultato positivo all’influenza aviaria in un test preliminare. Lo ha comunicato il Washington State Department of Health, che riferisce l’avvio delle cure e indica un rischio considerato basso per la popolazione.
Le autorità sanitarie statali e locali stanno indagando sulle possibili fonti di esposizione. Tra le ipotesi valutate figurano il contatto con uccelli selvatici o domestici. L’influenza aviaria raramente infetta l’uomo, ma dal 2022 sono stati confermati settanta casi, secondo i CDC. A gennaio un caso negli Stati Uniti si è concluso con il decesso del paziente. I CDC riferiscono che non sono documentati episodi di trasmissione interumana; una recente revisione segnala però la potenziale possibilità di contagio asintomatico e la necessità di rafforzare il monitoraggio.
Nel 2025 negli Stati Uniti si sono registrati diversi focolai di influenza aviaria in pollame e bestiame. L’episodio più recente riguarda bovini da latte in Idaho, come riportato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). L’infezione continua a comparire in allevamenti commerciali e domestici, con attese variazioni stagionali legate al movimento degli uccelli selvatici. L’USDA chiarisce che il motivo dell’intervallo di nove mesi senza casi umani non è definito.
Le indicazioni di sanità pubblica restano immutate. È raccomandato evitare il contatto con uccelli malati o morti e segnalare tempestivamente eventuali episodi sospetti. I lavoratori esposti a uccelli, bovini o altri animali potenzialmente infetti devono adottare adeguati dispositivi di protezione individuale, come ricordano i CDC.
Fonte: doctor33


