Lotta alla malnutrizione e innovazione in agricoltura, obiettivo Fao

Aprendo i lavori del Consiglio della FAO, l’organo esecutivo di governo dell’Organizzazione, il Direttore Generale José Graziano da Silva ha sottolineato che le aree prioritarie di lavoro nel prossimo biennio saranno la promozione di sistemi alimentari attenti alla nutrizione e l’innovazione in agricoltura.

Non possiamo più concentrarci unicamente ad affrontare la fame” ha sottolineato Graziano da Silva. “L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero due fa riferimento all’eliminazione di ogni forma di malnutrizione, e i livelli di sovrappeso e obesità continuano a crescere in tutto il mondo“.

Mentre la fame è circoscritta ad alcune aree, l’obesità è ovunque. Tanto che stiamo assistendo alla globalizzazione dell’obesità” ha affermato Il Direttore Generale della FAO.

Ha poi posto l’attenzione sui prossimi avvenimenti in agenda: una conferenza sulla salubrità alimentare a Ginevra il mese prossimo – organizzata dalla FAO, dall’OMS e dal WTO; il lancio della Decade delle Nazioni Unite per l’Agricoltura Familiare – che verrà indetta a fine maggio presso la FAO; due seminari su diete sane e innovazione in agricoltura e la riunione dei firmatari dell’accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (PSMA) a giugno.

Il PSMA è il primo strumento internazionale legalmente vincolante che affronta il tema della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU).

Graziano da Silva ha poi ricordato i successi dell’Organizzazione negli ultimi anni per quanto riguarda la riduzione dei costi e nel rendere la FAO più efficiente, efficace e orientata ai risultati, oltre alla migliorata capacità di attrarre contributi volontari.

Il Direttore Generale ha poi sottolineato l’impegno della FAO nella costruzione di partnership, con nuovi accordi di collaborazione che sono passati dai 20 nel 2012 (con un contributo di 28 milioni di dollari), agli oltre 100 di oggi – con contributi di oltre 200 milioni di dollari.

Il coinvolgimento della FAO in programmi congiunti e in piattaforme inter-agenzia con altre agenzie dell’ONU è anche raddoppiato rispetto al 2012. Questo ha portato ad un aumento dei contributi finanziari dal Sistema ONU del 100%, per un valore di 800 milioni di dollari.

Anche in agenda

I lavori del Consiglio continueranno tutta la settimana, e in aggiunta all’agenda principale, si terranno una serie di eventi secondari incentrati su temi come: prospettive della biodiversità per l’alimentazione e l’agricoltura, incluso la presentazione del primo rapporto sullo Stato della Biodiversità per l’Alimentazione e l’Agricoltura; la resistenza antimicrobica (AMR) nel contesto dell’approccio “One Health”.

I candidati per la posizione di Direttore Generale della FAO: Ramesh Chand (India), Davit Kirvalidze (Georgia), Qu Dongyu (Cina), Catherine Geslain-Lanéelle (Francia) – in ordine di intervento – si rivolgeranno al Consiglio.

Fonte: Fao




Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina” di R. Viganò, E. Demartini, A. Cottini, A. Gaviglio, P. Lanfranchi, E. Calderone, E. Ballocchi.

Saper gestire correttamente le risorse naturali senza arre-care danno al territorio è una sfida quanto mai attuale e rappresenta forse l’unica pratica sostenibile in grado di ridare un certo impulso allo sviluppo socio-economico delle aree rurali alpine. La ricchezza dei territori disagiati dal punto di vista produttivo-economico risiede, infatti, quasi esclu-sivamente nell’ambiente come elemento essenziale e caratterizzante non solo del territorio, ma anche delle tradizioni e degli usi delle popolazioni residenti.Il progettoSulla base di queste considerazioni, nel 2014, in Val d’Os-sola (Provincia di Verbania) ha preso avvio il progetto “Filiera Eco-Alimentare”, legato all’utilizzo delle carni di ungulati selvatici.

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Boehringer Ingelheim: 10 borse di studio BVDzero per gli studenti di veterinaria di tutto il mondo

Borsa di studioPer accrescere le conoscenze degli studenti di Medicina Veterinaria sulla diarrea virale bovina (BVD),  Boehringer Ingelheim ha istituito la Borsa di Studio BVDzero 2019-2020.

Il Comitato BVDzero, in collaborazione con un rappresentante dell’Associazione Mondiale di Buiatria, individuerà gli studenti di Medicina Veterinaria più meritori a livello mondiale, che possano contribuire a soddisfare le esigenze, in continua evoluzione, sia di salute e benessere degli animali, sia del settore buiatrico nel suo complesso.  

Verranno assegnate 10 borse di studio, ciascuna del valore di 1.000 euro, ai 10 studenti di Medicina Veterinaria ritenuti più meritori.

Ciascun assegnatario della borsa di studio potrà, inoltre, partecipare al prossimo Congresso Mondiale di Buiatria, che si terrà a Madrid nel 2020; nell’ambito di questa iniziativa Boehringer Ingelheim si farà carico dei costi di iscrizione al Congresso e delle spese di alloggio.

Criteri di idoneità dei candidati  

  • Studenti di Medicina Veterinaria del secondo, terzo e quarto anno;
  • Che dimostrino passione per il settore zootecnico, in particolare per i bovini;
  • Che diano prova di risultati d’eccellenza accademica;
  • Che dimostrino leadership e partecipazione ad attività extra-universitarie.

Requisiti e scadenza per la presentazione delle candidature

Le candidature possono essere presentate entro e non oltre il 25 maggio 2019. Entro tale termine vanno presentate le candidature complete di tutti i dati e documenti richiesti.

Termine ultimo per la presentazione delle candidature 25 maggio 2019
Valutazione delle candidature 25 – 31 maggio 2019
Notifica e annuncio dei vincitori 3 – 7 giugno 2019

I vincitori saranno selezionati da un rappresentante dell’Associazione Mondiale di Buiatria e dal Comitato BVDzero, composto da esperti di vari Paesi.

La domanda per inoltrare la propria candidatura può essere scaricata cliccando sul link che segue:

http://www.bvdzero.com/bvd_news/bvdzero-scholarship-programme

Boehringer Ingelheim ha in programma di proseguire questa iniziativa anche in futuro.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti: www.bvdzero.com

 




Antibiotici: quanto ne sanno i cittadini europei e italiani?

La Commissione Europea ha pubblicato i risultati della IV indagine eurobarometro sull’utilizzo degli antibiotici e sulla consapevolezza e conoscenza del tema fra i cittadini dei 28 stati membri.

Dall’indagine, condotta a settembre 2018 tramite interviste fatte nella lingua madre e presso le loro abitazione a 27.474 cittadini europei provenienti da gruppi sociali e demografici differenti, emerge in particolare che:

  • circa 1/3 degli europei ha assunto antibiotici nell’ultimo anno, il 93% attraverso un medico. Con una certa differenza fra paese e paese: in Italia quasi la metà della popolazione ha preso antibiotici nell’ultimo anno, in Svezia 1 cittadino su 5;
  • nell’Ue circa il 7% degli antibiotici per uso umano sono assunti senza prescrizione medica;
  • il 48% degli europei e il 65% degli italiani non sanno che gli antibiotici non sono efficaci contro i virus; il 28% degli europei e il 23% degli italiani pensano che gli antibiotici sono efficaci contro il raffreddore;
  • l’85% degli europei e il 70% degli italiani sanno che l’utilizzo non necessario degli antibiotici li rende inefficaci
  • la maggioranza degli europei non ricorda di aver ricevuto informazioni sull’uso inappropriato degli antibiotici nell’ultimo anno. Anche in questo caso con notevoli differenze: 2/3 della popolazione finlandese ha ricevuto informazioni di questo tipo, in Italia solo 1 su 7.
  • Il 56% ritiene che gli animali di allevamento ammalati debbano assumere antibiotici, se questo è il trattamento più appropropriato. Fra gli italiani la percentuale scende al 39%;
  • solo il 38% degli europei sa che l’utilizzo di antibiotici per stimolare la crescita degli animali d’allevamento è proibito nell’Ue. In questo caso gli italiani, dopo gli olandesi, sono i più informati: il 52% ne è a conoscenza (olandesi 54%).

In generale le percentuali non si discostano moltissimo da quelle rilevate nell’indagine del 2016. La sfida, si legge nelle conclusioni del rapporto, rimane quella di ridurre l’abuso e l’uso non corretto degli antibiotici. Per raggiungere questo obiettivo resta importante aumentare la consapevolezza generale sul ruolo degli antibiotici e l’antibioticoresistenza.

Tutti i materiali dell’indagine

Factsheet italia

Infografica generale

 

Linee guida sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina umana

Linee guida sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina veterinaria

A cura della segreteria SIMeVeP




“Selvatici e buoni”: una filiera alimentare da valorizzare

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Selvatici e buoni”: una filiera alimentare da valorizzare” di A.Sorice, L. Pellicioli, S. Barbero, P. Lanfranchi, R. Viganò

Le carni di selvaggina fanno parte delle tradizioni alimen-tari del nostro Paese e sono espressione di un prodotto alimentare locale dall’altissima qualità nutrizionale e organolettica che, grazie agli attuali Regolamenti comunitari (Reg. (CE) 852-853-854 del 2004) e successivi recepimenti nazionale e regionali, possono dare origine a una filiera pro-duttiva controllata e sostenibile.Con queste premesse è stato avviato il progetto scientifico “Sel-vatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”. Progetto sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus (Uomo Natura Am-biente) che vede capofila l’Università di Scienze gastronomichedi Pollenzo in collaborazione con il Dipartimento di Medicinaveterinaria dell’Università degli Studi di Milano, la Società ita-liana di Medicina veterinaria preventiva e lo studio AlpVet.

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Messo a punto il primo algoritmo di foto-identificazione automatica dei cetacei della specie Grampo

Delfino di RissoIl sistema è stato messo a punto dall’Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato del Cnr, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari e la Jonian Dolphin Conservation ed è rivolto al Grampo, una specie di delfino rara e poco conosciuta a livello globale. I risultati ottenuti possono avere importanti ricadute, poiché contribuiscono a orientare le Amministrazioni verso più efficaci misure di tutela, finalizzate alla conservazione della diversità biologica marina.

Uno studio, frutto della collaborazione tra l’Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Stiima, ex Cnr-Issia) di Bari, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari Aldo Moro e la Jonian Dolphin Conservation, apre nuovi orizzonti per la tutela e la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo. La ricerca, basata sulle più moderne tecniche di Computer Science, ha consentito di riconoscere in maniera inequivocabile numerosi individui di Grampo (Grampus griseus), quali affezionati visitatori del Mar Ionio settentrionale. Il risultato è stato conseguito grazie all’attività di monitoraggio svolta dal team di ricerca nel Golfo di Taranto ed effettuata all’interno di un articolato progetto di Citizen Science che ha coinvolto numerosi studenti e turisti. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

Il Grampo è una specie di delfino rara e poco conosciuta a livello globale che presenta una particolarità nella livrea (insieme del colore e del disegno della pelle): i giovani delfini nascono grigi e con l’avanzare dell’età il corpo dell’adulto si ricopre di numerosi graffi chiari, fino ad assumere una colorazione quasi bianca, soprattutto nella parte anteriore del corpo. “Grazie all’unione delle nostre diverse competenze abbiamo sviluppato il primo algoritmo di foto-identificazione automatica di questa specie, basato sull’analisi dei graffi presenti sulla pinna dorsale di ciascun delfino; graffi che vengono interpretati come vere e proprie impronte di riconoscimento individuale, grazie all’uso di un rivelatore statistico delle caratteristiche locali dell’immagine, caratterizzato da un tempo di calcolo molto rapido”, spiega Rosalia Maglietta esperta di Intelligenza artificiale del Cnr-Stiima. “La foto-identificazione avviene grazie al confronto tra immagini digitali delle pinne dorsali di delfini di cui si vuole conoscere l’identità e un database di delfini precedentemente foto-identificati. L’ algoritmo è in grado di analizzare enormi quantità di immagini in tempi brevi e senza l’intervento umano, questa caratteristica lo rende adatto a essere impiegato in studi su larga scala”.

I prodotti dello studio sono stati presentati nella innovativa piattaforma digitale DolFin, accessibile on-line. “DolFin consentirà in futuro di realizzare approfondimenti relativi alla distribuzione spaziale di questa o di altre specie di cetacei in tutto il Mediterraneo o su scala globale”, aggiunge Roberto Carlucci ecologo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari. “Nonostante sia considerato un abitante regolare del Mar Mediterraneo, il Grampo rimane una delle specie di cetacei meno conosciute nel bacino. Usando DolFin potremo sapere se il delfino identificato rimane in uno stesso tratto di mare o se compie spostamenti, quali sono i suoi compagni di viaggio e le motivazioni che lo inducono a queste migrazioni”.

La presenza di questi animali, quale apice di una rete alimentare marina in un’area fortemente antropizzata qual è il Golfo di Taranto, rappresenta un indicatore fondamentale circa lo stato di salute del Mar Ionio”, conclude Carmelo Fanizza, presidente della Jonian Dolphin Conservation. “I risultati ottenuti potrebbero inoltre avere importanti implicazioni gestionali, poiché contribuiscono a orientare le Amministrazioni verso più efficaci misure di tutela, finalizzate alla conservazione della diversità biologica, dell’integrità degli habitat e alla fruibilità dei servizi ecosistemici”.

Fonte: CNR




Il ruolo e la consapevolezza dei servizi pubblici nella lotta allo spreco alimentare

Lotta Spreco AlimentareLa Regione Emilia Romagna, in collaborazione  con la Fondazione Fico e il patrocinio di SIMeVeP, SItI e ENPAV, ha organizzato il convegno  “Il ruolo e la consapevolezza dei servizi pubblici nella lotta allo spreco alimentare” che si terrà il 27 maggio 2019, dalle 10.00 alle 17.00, presso la Fondazione Fico di Bologna.

L’iniziativa rappresenta il momento introduttivo di un percorso di informazione/formazione dei Servizi Veterinari e dei Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione delle Aziende Sanitarie Locali della Regione, volto alla condivisione di azioni mirate al contrasto allo spreco degli alimenti e alla promozione di un consumo consapevole.

In particolare, in sintonia con gli obiettivi del prossimo Piano Regionale della Prevenzione, intende fornire strumenti e metodologie comuni, da applicare nell’ambito delle attività di questi Servizi. Ciò anche attraverso il confronto con programmi e progetti promossi da tempo da altri Servizi della Regione Emilia-Romagna.

Come ogni evento organizzato da Alimenti&Salute (il sito tematico della Regione Emilia-Romagna dedicato alla sicurezza alimentare e alla nutrizione,)  ci sarà un’apertura lavori – introdotti da Giuseppe Diegoli Area Igiene Alimenti, Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica Assessorato Politiche per la Salute, Regione Emilia-Romagna – una serie di interventi e di ospiti tra cui Antonio Sorice, Presidente Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva SIMeVeP e rappresentanti delle associazioni di volontariato e di alcune Aziende Sanitarie Locali della Regione Emilia-Romagna.

Seguirà una tavola rotonda dal titolo: “Il ruolo dei Servizi pubblici nella lotta allo spreco e le conclusioni”.

Il corso è rivolto agli operatori di Sanità Pubblica.

L’iscrizione obbligatoria

Non sono previsti crediti ECM.

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22kg di plastica nella pancia del capodoglio, il lavoro dei veterinari IZS

CapodoglioI veterinari dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna sono intervenuti, come da prassi, a seguito del ritrovamento di un capodoglio spiaggiato nei pressi di Porto Cervo per eseguire il primo sopralluogo e l’esame anatomo-patologico.

Per conoscere le cause certe della morte del cetaceo si dovrà attendere l’esito delle analisi, per cui saranno necessarie alcune settimane. Il solo rinvenimento della plastica non spiega di per sé la morte del cetaceo, le cui cause dovranno essere ora individuate attraverso esami specifici” afferma l’IZS in un comunicato che riportiamo integralmente poichè illustra il ruolo dei veterinari in questi casi:

«Venerdì 29 marzo un capodoglio, giovane femmina della lunghezza di otto metri, è stato trovato spiaggiato venerdì scorso a Cala Romantica, vicino Porto Cervo, nel nord-est della Sardegna.Il sopralluogo preliminare è stato svolto dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna della ASl, unitamente a Capitaneria di porto e personale del comune di Arzachena.

In seguito al sopralluogo, verificata l’impossibilità di svolgere la necroscopia sul luogo di ritrovamento, è stato concordato di spostare la carcassa in un’area idonea, dove eseguire tutti gli accertamenti sanitari e smaltire i resti. La rimozione del cetaceo e il trasporto sono stati effettuati grazie alla preziosa opera di Vigili del fuoco, Capitaneria di porto e Comune. Nella giornata di sabato 30 i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, di concerto con il CERT (Cetaceans Stranding Emergency Response Team) della facoltà di Veterinaria di Padova hanno effettuato la necroscopia. Queste operazioni sono state eseguite secondo il protocollo operativo della Rete Nazionale Spiaggiamenti concordato dai Ministeri della Salute e dell’Ambiente che attribuisce la competenza degli accertamenti sanitari all’IZS competente per territorio in caso di spiaggiamenti ordinari (cetacei di grandezza inferiori ai 5 metri) e IZS unitamente al CERT per gli spiaggiamenti straordinari (spiaggiamenti di massa o di animali superiori ai 5 metri).

Nel caso specifico si è evidenziato che la femmina di Capodoglio, gravida con feto di circa due metri e mezzo, presumibilmente morto già prima della madre, ed era in uno scarso stato di nutrizione e, al momento del ritrovamento, in avanzato stato di decomposizione. Lo stomaco era ostruito da 22 kg di materiale plastico (sacchetti, piatti, tubi, e materiale vario), questo, unitamente alla mancanza di materiale alimentare, se non numerosi becchi di calamari, sta a testimoniare che l’animale non si alimentava da vario tempo. Per conoscere le cause certe della morte del cetaceo si dovrà attendere l’esito delle analisi, per cui saranno necessarie alcune settimane. Il solo rinvenimento della plastica non spiega di per sé la morte del cetaceo, le cui cause dovranno essere ora individuate attraverso esami specifici.

Purtroppo” – rileva il dott. Pintore – “l’ingestione di materiale plastico è sempre più diffusa e costituisce un reperto molto frequente negli animali che vivono in ambiente marino, sia che si tratti di cetacei che di tartarughe, causandone il progressivo indebolimento e anche la morte.”»




Una volta c’era tutta campagna, Sorice alla tavola rotonda Enpav

In occasione della celebrazione dei 60 anni dall’istituzione dell’Enpav, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Veterinari,  si è svolta il 24 novembre 2018 a Roma una Tavola rotonda sull’evoluzione della professione del medico veterinario dal titolo “Una volta c’era tutta campagna”, moderata dal giornalista : Franco Di Mare.

Hanno partecipato Andrea Gavinelli, Direzione Generale Sanità UE; Aldo Grasselli, Segretario Nazionale SIVeMP; Romano Marabelli, Consigliere e Sostituto Direttore Generale OIE; Gaetano Penocchio, Presidente FNOVI; Carlo Scotti, Past President ANMVI; Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP.

Nel suo intervento il Presidente Sorice ha affrontato alcuni dei temi di più stretta attualità per il presente e futuro della professione come l’approccio “One Health”, che non può prescindere da un approccio olistico comprendente il tripode Uomo, Animale Ambiente e si propone quindi di cogliere e interpretare la complessità delle interconnessioni esistenti per affrontare fenomeni come l’antibioticoresistenza e il ruolo dei Veterinari che, ponendosi come facilitatori dell’incontro tra domanda e offerta nel campo delle eccedenze alimentari, contribuiscono a trasformare lo spreco alimentare in risorsa.

Sorice ha posto inoltre l’accento sul rapporto tra giornalismo e veterinaria, sull’impatto di una comunicazione e informazione a volte improvvisata e frettolosa, basata su notizie veicolate da figure professionali non qualificate.




Rapporto sulle crisi alimentari: oltre 100 milioni di persone con fame acuta

crisi alimentariUn rapporto presentato il 2 aprile congiuntamente dall’Unione Europea, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) sottolinea che circa 113 milioni di persone in 53 paesi del mondo hanno sperimentato situazioni di insicurezza alimentare acuta nel 2018; nel 2017 erano 124 milioni.

Il Commissario UE per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo Neven Mimica ha affermato: “l’insicurezza alimentare rimane una sfida globale. Per questo, tra il 2014 e il 2020, la UE avrà fornito oltre 9 miliardi per attività relative alla sicurezza alimentare e nutrizionale e all’agricoltura sostenibile in oltre 60 paesi. Il Rapporto Globale di oggi mette in luce la necessità di rafforzare la cooperazione tra operatori umanitari, dello sviluppo e per la pace in modo da invertire e prevenire le crisi alimentari. Una Rete Globale più forte può contribuire a realizzare sul campo il cambiamento per coloro che ne hanno davvero bisogno“.

Christos Stylianides, Commissario UE per gli Aiuti umanitari e la Gestione delle crisi, ha affermato: “le crisi alimentari rimangono una sfida globale, che richiede sforzi congiunti da parte nostra. L’UE continua a rafforzare il suo impegno umanitario. Negli ultimi tre anni, con quasi due miliardi di contributi, la UE ha allocato il più ampio budget di sempre per l’assistenza alimentare e nutrizionale. Le crisi alimentari stanno diventando più acute e complesse e abbiamo bisogno di metodi innovativi per affrontarle e per evitare che si presentino. Il Rapporto Globale fornisce una base per formulare le prossime fasi della Rete Globale migliorando i nostri meccanismi di coordinamento.

Punti chiave:

  • Il numero di persone colpite da crisi alimentari nel 2018, 113 milioni, è calato leggermente rispetto ai 124 milioni del 2017. Tuttavia il numero di persone toccate da crisi alimentari nel mondo è rimasto ben al di sopra dei 100 milioni negli ultimi tre anni, ed il numero dei paesi coinvolti è aumentato. Inoltre, 143 milioni di persone in altri 42 paesi sono ad un solo passo dalla fame acuta.
  • Circa due terzi di quanti sono colpiti da fame acuta si trovano in soli 8 paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen. In 17 paesi la fame acuta è rimasta invariata o è aumentata.
  • Clima e disastri naturali hanno spinto 29 milioni di persone nella fame acuta nel 2018 – mentre 13 paesi, incluso Corea del Nord e Venezuela, non vengono considerati in questa analisi a causa della mancanza di dati.

Dal Rapporto Globale risulta chiaro che, nonostante il leggero calo rispetto ai valori del 2017, il numero di persone colpite da insicurezza alimentare acuta – la forma più estrema di fame – è ancora troppo alto. Dobbiamo agire su vasta scala lungo il nesso interventi umanitari-politiche per lo sviluppo sviluppo-costruzione della pace per costruire la resilienza delle popolazioni colpite e vulnerabili. Per salvare vite, dobbiamo salvare anche i mezzi di sostentamento” ha affermato Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO.

Per sconfiggere veramente la fame, dobbiamo affrontarne le cause alla radice: conflitti, instabilità, l’impatto degli shock climatici. Per raggiungere l’obiettivo Fame Zero i bambini e le bambine hanno bisogno di essere ben nutriti e di ricevere una buona istruzione, le donne devono essere veramente emancipate, le infrastrutture rurali rafforzate. Programmi che rendano resilienti e più stabili le comunità ridurranno i numeri di affamati. E abbiamo bisogno che i leader del mondo facciano un’altra cosa: si prendano le proprie responsabilità e contribuiscano a risolvere i questi conflitti, ora” ha affermato il Direttore Esecutivo del WFP, David Beasley.

I risultati del rapporto sono un forte richiamo ad una cooperazione rafforzata che unisca prevenzione, preparazione e risposta alle necessità umanitarie urgenti e alle loro cause. Tra queste rientrano i cambiamenti climatici, gli shock economici, i conflitti e lo sfollamento della popolazione. Il rapporto mette inoltre in risalto la necessità di un approccio e di un’azione unificati lungo la dimensione dell’azione umanitaria e delle politiche per lo sviluppo rispetto alle crisi alimentari, oltre a richiedere maggiori investimenti nella mitigazione dei conflitti e per una pace sostenibile.

Informazioni di base
Il Rapporto Globale è prodotto ogni anno dal Global Network Against Food Crises (Rete Globale Contro le Crisi Alimentari), formato da partner internazionali che operano nell’ambito degli interventi umanitari e dello sviluppo. L’edizione di quest’anno è stata presentata all’evento di alto livello: ‘Food and agriculture in times of crisis’, che si apre a Bruxelles e che discuterà approcci innovativi e soluzioni per prevenire e affrontare le crisi alimentari, oltre ad una roadmap per un’azione futura congiunta. Per maggiori informazioni sui risultato del rapporto.

Insicurezza alimentare acuta si verifica quando l’impossibilità di una persona di consumare cibo a sufficienza mette lei stessa e i suoi mezzi di sostentamento in immediato pericolo. La classificazione è basata su una scala della fame estrema internazionalmente accettata, denominata Integrated Food Security Phase Classification (IPC) e Cadre Harmonisé.

Fame cronica: si definisce tale quando una persona non è in grado di consumare cibo sufficiente a mantenere uno stile di vita normale e attivo lungo un periodo esteso di tempo. L’ultimo rapporto Stato della Sicurezza alimentare e della Nutrizione della FAO (settembre 2018), indica che ci sono 821 milioni di persone colpite dalla fame al mondo.