Il granchio blu, un’altra creatura aliena dei nostri mari
Nel solo triennio 2017-2019 sono state ben 70 le creature aliene censite nel Mediterraneo, fra le quali si segnalano in particolare Callinectes sapidus e Portunus segnis, due specie di granchio blu che stanno diffusamente colonizzando il Mare Adriatico. Originarie rispettivamente dalle coste atlantiche del Nord-America e da quelle africane dell’Oceano Indiano, la loro principale fonte di nutrimento e’ costituita da mitili e vongole, di cui sono pressoché insaziabili predatori.
La presenza di una o più specie aliene, oltre a caratterizzarsi per l’impatto esercitato sulle catene trofiche di una determinata area geografica, può altresi’ associarsi all’ingresso di “nuovi” agenti patogeni potenzialmente costituenti un’ulteriore minaccia per il già precario stato di salute e di conservazione degli ecosistemi marini ed oceanici.
Ne e’ un eloquente esempio “Wenzhou shark flavivirus“, un RNA-virus di recente identificazione fra gli squali dell’Oceano Pacifico, ai quali verrebbe trasmesso dai granchi blu della specie Portunus trituberculatus, che potrebbero a loro volta acquisire l’infezione dagli squali stessi.
Ove una siffatta evenienza venisse confermata anche fra gli squali popolanti il Mare Adriatico, stante la progressiva espansione del granchio blu in quest’area geografica, ciò potrebbe minare ulteriormente il già precario stato di salute e di conservazione di alcune specie di squalo ivi residenti, considerate a rischio di estinzione.
Ricerca, ricerca e ancora ricerca, sostenuta (beninteso!) da adeguate risorse economico-finanziarie: queste le parole-chiave necessarie per mettere la Comunità Scientifica in grado di studiare al meglio le complesse relazioni virus-ospite caratterizzanti gli ecosistemi marini, sempre e comunque nel rispetto dell’intramontabile principio/concetto della “One Health”, la salute unica di uomo, animali ed ambiente.
Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP,
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo
In data 8 gennaio 2023, nelle acque antistanti il litorale tra i comuni di Salerno e Cetara, è stata segnalata, da pescatori locali, la cattura all’amo di un raro pesce palla adulto, della lunghezza di 60 cm. L’esemplare è stato identificato come Lagocephalus lagocephalus, specie bentopelagica ben distribuita in acque tropicali e subtropicali, a profondità comprese tra i 10 e 100 metri, piuttosto rara nel Mediterraneo e comunemente conosciuto come capolepre.
Una
Le specie aliene o esotiche invasive – cioè quegli animali e piante e microorganismi originari di altre regioni geografiche, introdotte volontariamente o accidentalmente in un ambiente naturale nel quale normalmente non risiedono e che insediandosi alterano gli ecosistemi – rappresentano una minaccia per l’ambiente e la biodiversità.
Il trasporto marittimo svolge e continuerà a svolgere un ruolo essenziale nel commercio e nell’economia mondiale ed europea. Negli ultimi anni, il settore marittimo ha adottato misure significative per alleviare il proprio impatto ambientale.
Ancora a rischio specie e habitat marini e terrestri. Necessari interventi di contrasto per il 35% delle specie esotiche piu’ pericolose
Aumentano le segnalazioni da parte degli apicoltori della provincia di Massa-Carrara per la presenza di Vespa velutina presso i loro apiari.
Il calabrone orientale, Vespa orientalis, ha raggiunto anche il territorio toscano, proseguendo l’espansione del suo areale nella risalita della penisola. La presenza della specie è segnalata in tutto il sud Italia, oltre che nel Friuli Venezia Giulia, dove sembra essersi insediata nella città di Trieste già a partire dall’estate del 2018, e a Genova, dove un individuo è stato segnalato nel 2018 e una nuova segnalazione è stata effettuata a fine agosto.