PFAS negli alimenti, la Commissione Ue: “Dati completi entro ottobre 2026”.
La presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli alimenti resta sotto la lente dell’Unione europea. Dopo un’interrogazione presentata dall’eurodeputato Günther Sidl (S&D), la Commissione ha chiarito lo stato del monitoraggio avviato con la Raccomandazione (UE) 2022/1431, che invita gli Stati membri a raccogliere dati su un’ampia gamma di prodotti alimentari.
Secondo la risposta fornita dal commissario Olivér Várhelyi, i campioni raccolti nel 2022, 2023 e 2024 sono già stati trasmessi all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Tuttavia, non è ancora stata condotta una nuova valutazione dell’esposizione aggiornata rispetto all’ultimo parere scientifico pubblicato dall’EFSA nel 2020. Per questo motivo, al momento non è possibile trarre conclusioni definitive sul livello di protezione dei consumatori né individuare le aree dell’Unione con i valori più critici.
Il monitoraggio, ha ricordato la Commissione, prevede che i dati indichino se i campioni provengono da zone ad alto inquinamento ambientale, i cosiddetti hotspot. Tuttavia, le analisi non consentono di distinguere in maniera affidabile le regioni più contaminate da quelle meno colpite: l’obiettivo principale è infatti quello di ottenere un quadro rappresentativo della contaminazione di fondo, che possa servire in futuro per fissare nuovi valori massimi di PFAS negli alimenti.
Fonte: sardegnagol.eu
L’EFSA ha proposto di riesaminare i livelli di assunzione tollerabile per due contaminanti chimici a cui l’uomo è esposto tramite la catena alimentare in ragione dell’inquinamento ambientale. Si tratta della prima di due valutazioni di sostanze note collettivamente come sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Le conclusioni sono dunque provvisorie e verranno riviste durante il completamento della seconda parte.
I dati prodotti dallo studio sui Pfas in varie matrici alimentari presentati alla stampa il 16 novembre scorso forniscono spunti di approfondimento per la contaminazione ambientale dei suoli agricoli, e per l’apporto di Pfoa da parte di alimenti solidi, di origine animale.