All’IZS Palermo il centro di coordinamento scientifico REMESA

RemesaREMESA (Réseau Méditerranéen de Santé Animale – Rete per la salute degli animali del Mediterraneo) è la rete di collaborazione nel campo della sanità animale fra i 15 Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Egitto, Libano, Giordania, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro) per rafforzare la lotta alle principali malattie transfrontaliere, attraverso la sorveglianza epidemiologica, la diagnosi precoce e la creazione di un sistema efficace di protezione dall’introduzione di malattie contagiose per gli animali, emergenti o consolidate, e che possono costituire un pericolo anche per la salute dell’uomo.

E’ nata nel 2009 sulla spinta dei capi servizi veterinari di 10 paesi (Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Marocco, Egitto, Italia, Francia, Spagna, Portogallo), ed è guidata da un Comitato Permanente Congiunto (CPC) costituito dai Capi dei Servizi Veterinari dei Paesi aderenti, da un rappresentante di OIE e FAO nonché dai rappresentanti delle Organizzazioni internazionali territoriali: Unione Europea e Unione Maghrebina Africana. Il CPC si riunisce almeno una volta all’anno sotto la presidenza congiunta di un Paese del nord e di un Paese del sud del Mediterraneo;  l’Italia ha avuto la presidenza nel 2017 insieme alla Giordania e in quell’anno ha organizzato il 14° Comitato Permanente congiunto a Napoli.

Remesa è inoltre  articolata in 4 sotto reti o gruppi di lavoro, che sviluppano le attività in collaborazione fra loro:

  • RELABSA – ANIMAL HEALTH LABORATORIES NETWORK OF REMESA: la rete dei laboratori diagnostici veterinari, che intende innalzare il livello tecnico e il livello di collaborazione di tutti i laboratori nazionali di diagnostica veterinaria della regione mediterranea attraverso la formazione, il supporto tecnico e lo scambio di informazioni.
  • REPIVET –  VETERINARY EPIDEMIO-SURVEILLANCE NETWORK OF REMESA: la rete di epidemiologia e sorveglianza che attraverso il collegamento delle reti nazionali di sorveglianza epidemiologica si propone lo scambio tempestivo di informazioni fondamentali per rilevare e segnalare epidemie ed evitarne la diffusione.
  • RECOMSA – ANIMAL HEALTH COMMUNICATION NETWORK OF REMESA, la rete di comunicazione in salute animale per coinvolgere i membri della comunicazione multidisciplinare e facilitare gli scambi tra i protagonisti della comunicazione nella salute degli animali sviluppando aree di collaborazione tra gruppi di comunicazione, veterinari, personale della sanità pubblica, professionisti del settore della produzione animale e altri attori della società civile.
  • RESEPSA – SOCIO-ECONOMY NETWORK FOR PRODUCTION AND ANIMAL HEALTH: la rete socioeconomica per la produzione e la salute animale per il dialogo tra i diversi attori del settore zootecnico e della salute degli animali. Attraverso il coinvolgimento dei servizi veterinari nazionali e regionali, nonché piccoli, medi e grandi agricoltori – principali beneficiari di questa rete – si intende aumentarne la consapevolezza sull’impatto socioeconomico delle malattie transfrontaliere degli animali, sull’importanza delle misure di biosicurezza, della prevenzione e della profilassi, dello studio e della conservazione delle risorse genetiche animali locali.

L’incontro del CPC dello scorso 26 giugno 2019 al Cairo, sotto la co-presidenza di Egitto e Cipro, ha approvato una risoluzione in base alla quale la sede di Palermo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia sarà Centro di coordinamento scientifico e tecnico del REMESA.

Il Centro di Coordinamento si occuperà dello sviluppo delle attività individuate a livello strategico dai Capi dei servizi veterinari e dal Segretariato FAO/OIE del REMESA, lavorando all’identificazione degli orientamenti strategici, alla validazione dei piani di lavoro pluriennali e al controllo dei risultati.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Consiglio dell’Ue: rafforzare biosicurezza per impedire introduzione in Ue di malattie animali transfrontaliere

peste suina africana

Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019

Il Consiglio dell’Unione europea “Agricoltura e pesca” nella sessione del 18 giugno 2019 a Bruxelles ha approvato le “Conclusioni sulla biosicurezza, un concetto generale con un
approccio unitario per proteggere la sanità animale nell’UE” con cui incoraggia gli Stati membri a garantire una sufficiente capacità di biosicurezza a livello nazionale e dell’UE e sostenere un approccio integrato di biosicurezza stabilito mettendo a disposizione adeguate e risorse finanziarie.

Il Consiglio riconosce che le malattie animali trasmissibili possono avere conseguenze economiche e sociali molto gravi che ostacolano agricoltura, commercio e turismo. Ciò vale in particolare per le malattie animali transfrontaliere, come l’afta epizootica e la peste suina africana, che possono diffondersi molto rapidamente, indipendentemente dalle frontiere nazionali, e che, nel caso delle
malattie animali transfrontaliere zoonotiche (come alcuni tipi di influenza aviaria ad alta patogenicità) possono rappresentare un grave rischio anche per la salute umana. Occorre quindi compiere ogni sforzo per impedirne l’introduzione nel territorio dell’UE o, se sono già presenti, per prevenirne la diffusione ed eradicarle, anche perchè le infezioni possono presentarsi con
intensità diversa nei vari Stati membri a causa della rispettiva situazione geografica e di altri fattori ma la prevenzione e il controllo efficaci sono sempre nell’interesse dell’UE nel suo complesso.

Il Consiglio ricorda che è responsabilità di tutti gli operatori e i professionisti degli animali, compresi i trasportatori, di ridurre al minimo il rischio di diffusione delle malattie animali transfrontaliere attraverso le loro attività e sottolinea, in particolare, che spetta in primo luogo agli operatori attuare le misure di biosicurezza. Considerato, in aggiunta, che molte malattie animali transfrontaliere colpiscono anche le popolazioni di animali selvatici, anche i cacciatori, i birdwatcher e le organizzazioni di gestione forestale e protezione della natura possono svolgere un ruolo molto importante nell’individuazione e nel controllo di tali malattie.

Per tali motivi ribadisce l’importanza di un approccio integrato alla biosicurezza e del coinvolgimento e della cooperazione di tutti i settori pertinenti e riconosce e di conseguenza che sono necessarie risorse finanziarie sufficienti per garantire la corretta ed efficiente applicazione di tale concetto, tenuto conto che è meglio investire nella prevenzione che spendere per la cura.

A cura della segreteria SIMeVeP

(nella foto: Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019, fonte OIE)