Gli insetti come novel food, tra disgusto, rischi e benefici

Farina di insettiParlare di insetti come fonte alimentare umana (entomofagia) può suscitare un disgusto che risente di fattori psicologici strutturati all’interno della nostra cultura alimentare e dietetica e che associa gli insetti a esseri infestanti, portatori di malattie e indicatori di scarsa igiene. Il più grande ostacolo da superare è, dunque quello del pregiudizio culturale, legato alle abitudini, usi e tradizioni gastronomiche.

Nonostante i vantaggi economici, ecologici e nutrizionali degli insetti allevati per consumo umano, il successo della loro introduzione nella catena alimentare dipende dal superamento delle nostre limitazioni psico-culturali e ciò rappresenta una grande sfida.

Accanto ai vantaggi è necessario analizzare e valutare i rischi potenziali per il consumatore rappresentati da pericoli microbiologici (batteri e virus) e chimici (contaminanti ambientali) presenti negli insetti interi e prodotti derivati nei diversi passaggi dell’intero ciclo produttivo.

Ne parlano diffusamente il Vice Presidente SIMeVeP, Renato Giunta e il Coordinatore scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri, nell’articolo “Gli insetti come novel food, tra disgusto, rischi e benefici”




IZS Lazio e Toscana propone la creazione di un “Centro Sperimentale per l’Insetticoltura Sostenibile”

Creare un “Centro Sperimentale per l’Insetticoltura Sostenibile” presso la sezione di Viterbo dell’Istitututo Zooprofilattico Lazio e Toscana è la proposta presentata nei giorni scorsi dall’IZS.

La proposta prevede in particolare la creazione di un partenariato sulla base del modello del ‘living lab’, dove il settore della ricerca pubblica incontra quello della ricerca privata e dell’impresa, delle istituzioni locali e dei consumatori, co-progettando lo sviluppo e la validazione delle innovazioni nell’ambito dell’insetticoltura sostenibile e facilitandone il trasferimento dei risultati sul territorio.

L’allevamento di insetti su sottoprodotti di natura organica, come ad esempio gli ‘scarti’ dell’industria agro-alimentare, rappresenta oggi un formidabile strumento per reimmettere nella catena alimentare prezioso materiale spesso destinato alla distruzione. Le proteine ottenute dagli insetti possono infatti essere impiegate per la produzione di mangimi da utilizzare nell’allevamento avicolo, in quello suinicolo e nell’acquacoltura, nel pieno rispetto dell’etologia degli animali.

Gli insetti allevati su scarti organici costituiscono inoltre un’interessante fonte per la produzione di ‘molecole tecniche’ (biocarburante, lubrificanti, chitosano, etc) da impiegare nell’industria chimica, meccanica e farmaceutica.

L’insetticoltura sostenibile è, in sintesi, un’interessante opzione per il perseguimento di alcuni importanti obiettivi individuati nelle agende di istituzioni come le Nazioni Unite (Agenda 2030) e la Commissione Europea (‘Farm to Fork’; ‘Climate Neutrality by 2050’).

‘Insieme – dichiara Ugo Della Marta Direttore Generale – è possibile studiare modelli di ‘piccole economie circolari’ locali per l’allevamento di insetti da sottoprodotti/scarti organici. La biomassa d’insetto prodotta attraverso la bioconversione degli scarti organici potrà essere avviata alla trasformazione in mangimi (già autorizzati per alcune specie allevate), alimenti e molecole tecniche, con l’obiettivo di creare nuove opportunità di crescita economica per il territorio e, al contempo, di migliorare la sostenibilità ambientale delle filiere produttive che su questo insistono.

Alla discussione ampia ed articolata, moderata dal direttore sanitario dell’Istituto, Andrea Leto hanno partecipato tutti gli interlocutori, che nelle loro specificità hanno manifestato grande interesse per il progetto condividendo la proposta di stipulare di un accordo quadro che metta insieme gli interessi dei vari enti ed organismi per realizzare congiuntamente attività scientifiche attraverso proposte progettuali, progetti di ricerca, corsi di formazione, attivazione e promozione di nuove iniziative basate sulla compartecipazione in relazione ad aree tematiche di interesse comune.

La realizzazione di un progetto con tali caratteristiche rappresenta una esperienza unica nel panorama nazionale, in un settore in forte espansione e dal sicuro impatto ai fini della sostenibilità ambientale.

Fonte: Comunicato IZS Lazio e Toscana




Dagli scarti agricoli ecco la farina di insetti per mangimi animali

Farina di insettiUtilizzare gli scarti agricoli per allevare insetti da cui ricavare farine proteiche per produrre mangimi animali di qualità. E’ questo l’obiettivo del progetto FEEDS, appena finanziato dalla Regione Toscana e coordinato scientificamente dall’Università di Pisa.

L’idea è quella di utilizzare i resti agricoli, principalmente spezzato di cereali e residui di mondatura degli ortaggi, come substrati per l’allevamento di insetti da utilizzare per produrre mangime – spiega la professoressa Elisabetta Rossi dell’Ateneo pisano referente scientifico di FEEDS – l’obiettivo è quindi di trasformare degli scarti in una risorsa creando così anche una nuova attività all’interno delle aziende agricole”.

Il progetto FEEDS ha preso il via ufficialmente lo scorso 23 ottobre al Centro di ricerca Avanzi dell’Università di Pisa a S. Piero a Grado con un convegno intitolato “L’utilizzo degli insetti nei mangimi: presente e futuro”. Alla giornata hanno partecipato i rappresentanti dei vari soci del consorzio pubblico privato: fra i partner scientifici oltre all’Ateneo pisano, l’Università di Firenze e Nutrigene srl spinoff dell’Università di Udine, quindi la Cooperativa Zoocerealicola L’Unitaria come capofila, l’azienda agricola Marchini Silvia e l’Agenzia di formazione IM.O.FOR. Toscana.

Nei tre anni del progetto sarà costruito un impianto in grado di utilizzare gli scarti agricoli per l’allevamento di due specie di insetti, la mosca soldato nera (Hermetia illucens) e il verme delle farine (Tenebrio molitor). Il passo successivo sarà la produzione di larve e pupe essiccate e macinate da trasformare in farine proteiche per mangime di pesce, animali da compagnia e specie avicole. Infine, applicando i principi dell’economia circolare e della bioeconomia, il progetto prevede la produzione di compost a partire dai residui dell’allevamento di insetti.

Nell’ambito di FEEDS, il ruolo specifico dell’Università di Pisa sarà quello di mettere a punto le metodiche di allevamento degli insetti in funzione dei substrati disponibili e di ottimizzare i processi di produzione delle farine. La conoscenza della biologia degli insetti e la capacità di condurne l’allevamento costituiscono infatti un presupposto di base per ottenere una produzione di qualità idonea al commercio.

Nel mondo occidentale si parla molto dell’utilizzo degli insetti nell’alimentazione umana e animale – conclude Elisabetta Rossi – tuttavia, mentre l’uso diretto da parte dell’uomo incontra oggi ostacoli culturali, l’impiego nell’alimentazione animale potrebbe contribuire alla sostenibilità delle produzioni zootecniche, e ci riguarda indirettamente come consumatori. Diffondere una adeguata conoscenza in questo ambito, può contribuire ad un’educazione alimentare corretta, informata e indirizzata verso la sostenibilità”.

Fonte: Università di Pisa




Insects as feed and human food and the public health risk – a review

InsettiE’ pubblicato sulla rivista tedesca ‘Berliner und Münchener Tierärztliche Wochenschrift’  il contributo di Maurizio Ferri “Insects as feed and human food and the public health risk – a review”, scritto insieme a Federica Di Federico, Serena Damato, Francesco Proscia, Nils Th. Grabowski.

Scopo del documento è quello di passare in rassegna gli aspetti principali che ruotano attorno all’utilizzo di insetti come alimenti e mangimi (come la produzione, la lavorazione, il consumo), l’attuale quadro giuridico dell’UE, gli aspetti ambientali e nutrizionali, i rischi biologici e chimici associati, così come il potenziale allergenico.

Il documento identifica inoltre le principali sfide e opportunità relative all’uso di insetti come alimenti e mangimi e fornisce raccomandazioni alle diverse parti interessate.

In particolare, le raccomandazioni evidenziano la necessità di condurre più ricerche per quanto riguarda la valutazione del rischio alimentare, di sviluppare e convalidare l’innovazione tecnologica a livello industriale dl punto di vista della sicurezza alimentare, di includere gli insetti nel quadro normativo internazionale sulla sicurezza alimentare e promuovere campagne di sensibilizzazione verso i consumatori.

Leggi l’articolo (in inglese)

A cura della segeteria SIMeVeP




Il latte dei non mammiferi è latte? Il commento di Sorice

latteAlcuni studi sono giunti alle stesse conclusioni: anche alcuni non mammiferi, coma la mosca tse tse, un ragno saltatore originario del Sud-Est asiatico, il Toxeus magnus e scarafaggio del Pacifico, la Diploptera Puntata, producono un liquido molto simile al latte, con il quale nutrono la prole.

Seppure il “latte” di insetti potrebbe essere annoverato tra i novel food in futuro, non si tratta di vero latte, come ha spiegato il Presidente SIMeVeP a Il Giornale: la corretta definizione di latte dal punto di vista biologico è «prodotto dalla secrezione della ghiandola mammaria delle femmine di mammifero». La definizione di latte alimentare, secondo la legge italiana è il prodotto ottenuto dalla mungitura regolare, ininterrotta e completa della mammella d’animali in buono stato di salute e d’alimentazione. Per legge con il termine «latte» deve intendersi solo il latte vaccino proveniente da allevamenti di specie bovina. Se il latte proviene da animali di specie diversa deve essere indicato in etichetta: latte d’asina, latte di capra, latte di pecora, latte di bufala.

 

 




Vespa orientalis ritrovata a Genova

Un apicoltore hobbista associato ALPA Miele (Associazione Ligure Produttori Apistici Miele), sig. Andrea Valle, impiegato come rimorchiatore nel porto di Genova, ha segnalato nella mattinata di domenica 13 maggio il ritrovamento di un esemplare di Vespa orientalis. Le fotografie sono state immediatamente inviate ai ricercatori ed entomologi impegnati nei progetti LIFE STOPVESPA e Stopvelutina che hanno confermato il primo riconoscimento effettuato da parte dei tecnici apistici di ALPA Miele.

La Vespa orientalis non deve essere confusa con il noto calabrone asiatico Vespa velutina, una specie esotica invasiva che si sta diffondendo in Europa dal 2004 e in Italia dal 2012, predatrice di api e in grado di provocare ingenti danni all’apicoltura e alla biodiversità.

Vespa orientalis infatti, diffusa in Asia, Medio Oriente, Nord Africa e Sud Est Europeo, è una specie presente in modo naturale nell’Italia meridionale, come in Sicilia, dove è in grado di provocare molti danni a carico dell’apicoltura, in particolare nel palermitano e nel trapanese. Come per gli altri calabroni, la Vespa orientalis è in grado di essere trasportata in modo passivo dall’uomo, grazie alla movimentazione di merci e di materiale di vario genere, e questo sistema è probabilmente alla base della segnalazione di Genova e di alcune precedenti segnalazioni nel Lazio e a Valencia (Spagna).

Porti e aree di transito merci sono infatti dei punti d’ingresso preferenziali per le specie esotiche, e l’istituzione di sistemi di sorveglianza e di rapido intervento è fondamentale per prevenirne e controllarne la diffusione. Il sistema sviluppato in Liguria contro la Vespa velutina, che prevede lo sviluppo di campagne informative e sistemi di monitoraggio e controllo con la collaborazione anche della Regione Liguria nella figura dell’assessore Mai, ha quindi permesso di intercettare ed identificare rapidamente l’arrivo di Vespa orientalis.

La speranza è che si tratti di un individuo isolato e che non sia avvenuta nidificazione, ma si consiglia e richiede alle persone di installare bottiglie trappola come effettuato per la Vespa velutina, per monitorarne l’eventuale presenza, prestando particolarmente attenzione ad individui sospetti.

A un occhio poco allenato i calabroni e le vespe possono sembrare tutte uguali, ma hanno caratteristiche precise che le distinguono; per aiutare l’identificazione, è necessario fotografare gli esemplari ed eventualmente conservarli in freezer per successive verifiche da parte degli studiosi.

Riferimenti per le segnalazioni in Liguria:

800 445445 (Numero Verde Regione Liguria) – 335 6673358 (LIFE STOPVESPA)

Contatti e fonti:

AlpaMiele Associazione Ligure Produttori Apistici Miele

Progetto Europeo LIFE STOPVESPA

Stopvelutina Rete di ricercatori e apicoltori per il controllo di Vespa velutina




Ruolo della sorveglianza entomologica nella prevenzione delle malattie trasmesse da vettore

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Ruolo della sorveglianza entomologica nella prevenzione delle malattie trasmesse da vettore” di Gioa Capelli, Fabrizio Montarsi, relazione presentata al convegno “ONE HEALTH – ONE MEDICINE Attualità, potenzialità e potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione e delle politiche per la protezione della salute” che si è tenuto il 3 novembre 2017 a Roma.

Quando si pensa alla prevenzione delle malattie infettive
vengono in mente vaccini, esami sierologici, e screening di
varia natura; tuttavia, se parliamo di malattie trasmesse da
vettori occorre includere il monitoraggio entomologico, che
non ha solo uno scopo conoscitivo, ma anche di prevenzione.
Scopo di questo breve contributo è dimostrare con esempi
concreti come i monitoraggi entomologici possano essere utilizzati per combattere e prevenire queste malattie.

Scarica l’articolo integrale in pdf

 




Domande e risposte: il nuovo regolamento sui nuovi alimenti

Il nuovo regolamento (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti si applica a decorrere dal 1° gennaio 2018. La sua finalità è migliorare le condizioni per consentire alle imprese di immettere più facilmente sul mercato dell’UE alimenti nuovi e innovativi, mantenendo al contempo un elevato livello di sicurezza alimentare per i consumatori europei.

Un “nuovo alimento” è definito come un alimento non consumato in misura significativa nell’UE prima del maggio 1997 (data in cui è entrata in vigore la prima normativa sui nuovi prodotti alimentari). Può trattarsi di un alimento nuovo e innovativo o di un alimento prodotto utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione oppure di un alimento tradizionalmente consumato al di fuori dell’UE. Questa definizione è rimasta invariata nel nuovo regolamento relativo ai nuovi alimenti.

Ma quali sono i principali cambiamenti introdotti dal regolamento? Gli insetti sono nuovi alimenti? E i nanomateriali?

A  queste e altre domande sui processi di autorizzazione risponde un documento della commissione europea, disponibile anche in italiano.

Il nuovo regolamento abroga e sostituisce il Regolamento (CE) n 258/97 “Nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari” e il Regolamento (CE) 1852/2001 “Norme per rendere talune informazioni accessibili al pubblico e per la tutela delle informazioni” che erano in vigore fino al 31 dicembre 2017.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Superare gli ostacoli culturali legati al consumo di insetti come fonte alimentare

Un’abbondante fonte alimentare in tempi di insicurezza alimentare, con un solo intoppo – come possiamo infrangere la barriera dello “schifo” e servire gli insetti sui nostri piatti?

 Gli insetti contengono molte proteine, possono essere allevati producendo un minore impatto sulle risorse naturali rispetto agli allevamenti tradizionali e in enormi quantità. Non esistono tuttavia regolamenti chiari per introdurli nella nostra catena alimentare e persistono gli ostacoli alla loro diffusione – i risultati di un progetto dell’UE stanno aiutando a costruire un quadro generale.

Il lavoro svolto durante il progetto PROTEINSECT (Enabling the exploitation of Insects as a Sustainable Source of Protein for Animal Feed and Human Nutrition), finanziato dall’UE, ha aiutato a informare il riesame della sfida di incrementare il fascino, la sicurezza e la sostenibilità degli insetti come cibo.

Gli autori della relazione recentemente pubblicata nella rivista “Nutritional Bulletin” sostengono che gli insetti hanno generalmente livelli elevati di proteine animali e importanti micronutrienti, con una minore impronta ambientale rispetto alle alternative tradizionali, e che possono essere allevati con gli avanzi. Persistono tuttavia gli ostacoli culturali, sociali ed economici.

La relazione istituisce l’importanza storica dell’entomofagia da parte degli umani e le principali opportunità e barriere identificate dalla ricerca fino ad oggi, come quella condotta dal progetto PROTEINSECT, prestando particolare attenzione alle lacune di ricerca.

La relazione, descritta come revisione narrativa, sottolinea che ci sono domande riguardanti l’impatto dell’alimentazione degli insetti e come questa potrebbe influenzare la loro sicurezza come risorsa alimentare. Riflette su come conservare i benefici per l’ambiente dell’allevamento di insetti, anche incrementandone la produzione. Mette inoltre in evidenza la necessità della futura ricerca di istituire una metodologia chiara per la trasformazione e l’immagazzinamento, definire pratiche di allevamento e attuare regolamenti in materia di sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Delinea gli ostacoli all’attuazione diffusa dell’entomofagia e i passi necessari per superarli.

La lunga storia di mangiare insetti

L’entomofagia non è una cosa nuova – esistono prove archeologiche che dimostrano che l’essere umano si è evoluto come specie entomofaga. La relazione spiega che in parti dell’Africa centrale, a volte, fino al 50 % delle proteine alimentari derivano dagli insetti e che il loro valore di mercato è più alto di quello di molte fonti di proteine animali alternative. Si stima che l’entomofagia è praticata in almeno 113 paesi, con oltre 2 000 specie commestibili documentate, e le Nazioni Unite ha raccomandato la pratica come possibile soluzione per garantire la fornitura alimentare mondiale.

Viene citato l’esempio della Tailandia dove, nel 1978, un’infestazione da locuste (Patanga succincta) si è trasformata in una campagna governativa per promuovere la commestibilità della locusta, che ha avuto un tale successo, che la locusta da parassita delle coltivazioni si è trasformata in uno snack popolare. In un’interessante inversione, il suo valore di mercato è ora tale che alcuni agricoltori coltivano colture specifiche per alimentarle. Ma mentre gli insetti vengono consumati come parte della dieta giornaliera in molti paesi del mondo, la relazione segnala che gli studi sulla consumazione umana di insetti sono ancora carenti nella ricerca e che attualmente non è possibile fornire raccomandazioni definitive riguardanti l’idoneità degli insetti per nutrire gli umani.

L’utilizzo come mangimi

Gli insetti sono ricchi di nutrienti, hanno un impatto ambientale ridotto, richiedono meno spazio e fanno già parte della dieta naturale di maiali, polli e pesci. La ricerca dimostra che incorporare gli insetti nel mangime dei polli da carne non sembra produrre una riduzione nei tassi di crescita e in alcuni casi ha incrementato i tassi di crescita dei pulcini. La sostituzione dell’olio di soia con larve di mosca Hermetia illucens si è dimostrata non avere un impatto sulla crescita o sulle prestazioni dei polli da carne, indicando che si tratta di un’alternativa possibile.

Un vantaggio sarebbe, tuttavia, di sostituire la farina e l’olio di pesce usati attualmente per i mangimi con farina di insetti, diminuendo così la pressione esercitata sulle riserve ittiche minacciate dalla pesca eccessiva per fornire mangime.

PROTEINSECT (Enabling the exploitation of Insects as a Sustainable Source of Protein for Animal Feed and Human Nutrition) si è concluso nel 2016. L’obiettivo del consorzio era di agevolare la valorizzazione degli insetti come fonte proteica alternativa per l’alimentazione umana e animale. L’articolo apparso in “Nutritional Bulletin”, con il titolo “Opportunities and hurdles of edible insects for food and feed”, è basato sulla scoperta di PROTEINSECT che il 66 % dei consumatori intervistati ritengono le larve di mosca un mangime adatto, oltre l’80 % vorrebbe saperne di più sugli insetti come mangime e il 75 % era d’accordo sul consumo di animali alimentati con insetti.

Fonte: CORDIS

 




Nuovi alimenti. Insetti a tavola grande opportunità con filiera controllata

farina-insettiIl 1 gennaio 2018 entrerà in applicazione il Regolamento (UE) n. 2283/2015 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015, relativo ai nuovi alimenti (Novel food che comprende il consumo di insetti), e che modifica il Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il Regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione.

L’aspetto innovativo del Regolamento è l’introduzione del consumo degli insetti per uso umano (food) ed estende l’utilizzo degli insetti come fonte proteica nell’alimentazione animale (feed).

In occasione del Convegno “ONE HEALTH – ONE MEDICINE Attualità, potenzialità e potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione e delle politiche per la protezione della salute“, Massimo Meazza, referente del Gruppo di lavoro SIMeVeP “World food, novel food” è stato intervistato da Sanità informazione