CoViD-19, ipertensione e farmaci ACE-inibitori

coronavirusGrazie al formidabile impegno profuso dalla comunita’ scientifica e’ stato identificato il recettore che il virus SARS-CoV-2 utilizza per entrare nelle cellule dell’organismo umano.

Si tratta di una molecola denominata ACE-2 (“angiotensin converting enzyme-2”), che viene parimenti impiegata dai coronavirus della SARS e della MERS con identiche finalita’ e modalita’.

In un altro recente lavoro pubblicato sull’autorevole rivista “The Lancet” si legge che buona parte dei pazienti geriatrici ospedalizzati in quanto affetti da CoViD-19 e provenienti da Wuhan, la megalopoli cinese epicentro dell’epidemia da SARS-CoV-2, sarebbero risultati affetti da una serie di ulteriori patologie concomitanti, prime fra tutte ipertensione, diabete e malattie cardio-vascolari.

L’Italia, l’Europa e il resto del mondo rispecchiano fedelmente il succitato “trend” della CoViD-19 in Cina, visto e considerato che la stragrande maggioranza dei casi di malattia ad esito infausto si concentrerebbe nel segmento geriatrico della popolazione, comunemente gravato da patologie pregresse, ipertensione e malattie cardio-vascolari in primis.

E a questo punto si apre un’importante riflessione, che ha trovato riscontro in una “Lettera all’Editore” a firma del Professor Giovanni Di Guardo, Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, che e’ stata appena pubblicata sulla prestigiosa Rivista inglese “British Medical Journal”: poiche’ le terapie anti-ipertensive routinariamente prescritte prevedono l’utilizzo di una particolare categoria di farmaci denominati “ACE-inibitori”, sarebbe utile valutare l’impatto di queste molecole sia sulla suscettibilita’ degli individui nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2 sia sull’evoluzione della CoViD-19 in pazienti affetti da ipertensione e trattati con ACE-inibitori. E’ da sottolineare, in proposito, che e’ gia’ stata documentata un’aumentata espressione di ACE-2 (il recettore per il virus SARS-CoV-2) sia in modelli murini che in pazienti umani trattati con ACE-inibitori.

Ad un accresciuto livello di espressione del succitato recettore virale potrebbe plausibilmente conseguire, infatti, un aumentato potere infettante ed un’accelerata colonizzazione dell’apparato respiratorio umano ad opera dell’agente virale.

Sara’ la ricerca e solo la ricerca a fornire una risposta “evidence-based” a questi importanti interrogativi. Da qui l’ennesimo accorato appello, rivolto al nostro Governo e alla nostra classe politica, affinche’ la comunita’ delle ricercatrici e dei ricercatori italiani – che dati alla mano si attesta al settimo posto su scala globale per qualita’ della produzione scientifica – possa beneficiare da oggi in avanti di ben altri finanziamenti rispetto alla risibile quota dell’1,35% del PIL che l’Italia destina al finanziamento pubblico della ricerca, a fronte di oltre il 2% mediamente devoluto dagli altri Paesi europei a questa nobilissima causa!

Leggi anche: Ricerca, ricerca e ancora ricerca! lettera del Prof. Giovanni Di Guardo a Italians




Guida per le strutture sanitarie e gli operatori sanitari sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Covid-19

Il Gruppo Italiano di Studio Igiene Ospedaliera della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità Pubblica (Gisio-SItI) ha tradotto in italiano due documenti dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) “Infection prevention and control for the care of patients with 2019-nCoV in healthcare settings” e “Personal protective equipment (PPE) needs in healthcare settings for the care of patients with suspected or confirmed 2019-nCoV “.

Il primo documento ha l’obiettivo di fornire una guida, alle strutture sanitarie e agli operatori sanitari dell’EU/EEA (Unione europea/Area economica europea), sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni durante la gestione dei casi sospetti e confermati di infezione da 2019-nCoV.

Il secondo quello di sostenere la progettazione dei piani di preparazione della sanità pubblica in riferimento ai fabbisogni di dispositivi di protezione individuale (DPI) delle strutture sanitarie dove vengono trattati i pazienti con sospetta o confermata infezione da nuovo coronavirus 2019-nCoV.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Lo sviluppo epidemico del Covid-19, le misure di prevenzione e le fastidiose incognite

covid-19Mentre il bilancio dall’epidemia del nuovo coronavirus Covid-19 continua a salire in Italia, con 1577 casi e 34 decessi, e nel mondo con un totale globale di 89.000 casi in 65 paesi, due sono gli elementi che emergono dai focolai nel Nord Italia, poi con casi nelle altre regioni, ma per la maggiore parte collegati ai due grossi clusters nelle regioni Lombardia e Veneto.

Il primo elemento è l’alta concentrazione di casi che trova una prima spiegazione negli intensi rapporti commerciali ed economici tra Nord Italia e Cina; il secondo elemento è relativo alla distribuzione dei casi (curva epidemica) concentrati in un arco temporale ristretto.

Maurizio Ferri, coordinatore scientifico SIMeVeP, propone l’aggiornamento al 2 marzo sullo sviluppo epidemico del Covid-19.




Aggiornato il decalogo ISS-Ministero

A seguito del nuovo scenario epidemiologico in Italia, è stato aggiornato il decalogo sui comportamenti da seguire promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute a cui hanno aderito Ordini Professionali e Società Scientifiche.

In particolare il punto “Contatta il Numero Verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni” è stato modificato in “In caso di dubbi non recarti al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di base e se pensi di essere stato contagiato chiama il 112 o i numeri verdi regionali

 

decalogo coronavirus

Tra i materiali disponibili anche un glossario redatto dall’ISS per comprendere meglio la terminologia adoperata per spiegare l’epidemia.

Il poster aggiornato

Il pieghevole aggiornato

Approfondimenti e aggiornamenti su Epicentro 

La sezione Normativa-coronavirus sul sito del Ministero della Salute.

 




Covid-19, rischio reale e rischio percepito

Proponiamo la lettura della lettera del Prof. Giovanni Di Guardo, docente della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, pubblicata sulla rubrica “italians” del Corriere della Sera il 18 febbraio 2020

Caro BSev, sulla scorta dei dati a tutt’oggi disponibili non e’ possibile stabilire con esattezza quale sarà l’evoluzione dell’epidemia da SARS-CoV-2, com’è stato per l’appunto denominato il nuovo coronavirus responsabile della COVID-19 (Coronavirus Disease-2019). La comunità scientifica non e’ ancora in grado di affermare con sufficiente confidenza, in particolare, se l’attuale epidemia assumerà i caratteri di una pandemia, sebbene la recentissima segnalazione del primo caso di COVID nel continente africano (in Egitto, per la precisione) aggiunga ulteriore sostegno all’ipotesi di un’evoluzione in senso pandemico dell’infezione da SARS-CoV-2. I due elementi cardine che alimentano l’attuale incertezza sugli scenari evolutivi dell’epidemia sono rappresentati sia dalle lacune conoscitive in merito alle dinamiche d’interazione virus-ospite sia dai tempi necessari ai fini della predisposizione di uno o più vaccini sicuri ed efficaci, tempi che risulterebbero pari a 18 se non addirittura a 24 mesi, secondo autorevoli fonti e scienziati. Questa, in estrema sintesi, la rappresentazione in ambito “evolutivo-previsionale” dell’epidemia da SARS-CoV-2 da parte della comunità scientifica. Che dire del grande pubblico? Stiamo parlando, numeri alla mano, di una malattia infettiva che ha finora mietuto più di 1.600 vittime, delle quali solamente 4 sono state accertate al di fuori della Cina, con un singolo caso ad esito fatale descritto in Europa (Francia). A fronte dei circa 70.000 casi di COVID-19 finora segnalati (il 99% dei quali nella sola Cina, con particolare riferimento alla Provincia di Hubei), l’indice di letalità del virus sarebbe pari al 2%, ben distante quindi dal 10% e dal 30% e più dei due coronavirus della SARS e della MERS. Nonostante solo il 10% dei casi di malattia al di fuori della Cina sia stato accertato Europa, sembra che infodemia, fake news e “dintorni” abbiano prodotto un ampio solco fra rischio reale e percepito.




Covid-19, da ISS e Ministero della salute il decalogo

decalogo coronavirusDieci punti fermi, dalle indicazioni su come lavarsi le mani o pulire le superfici alle principali fake news puntualmente smentite, per curare l’“infodemia” legata al Sars-Cov-2 in luoghi ‘di passaggio’ come gli studi medici o le farmacie. A mettere a punto il manifesto, che ha raccolto l’adesione degli ordini professionali medici e delle principali società scientifiche e associazioni professionali, oltre che della Conferenza Stato Regioni, sono stati l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, che lo mettono a disposizione sui propri siti a chiunque voglia diffonderlo via social ma anche ‘fisicamente’, sotto forma di poster o pieghevole.

“L’impegno per prevenire l’epidemia da Sars-Cov-2 passa anche attraverso i comportamenti, che devono essere basati su informazioni corrette. Oggi il virus non circola nel nostro paese, ma seguire le misure raccomandate, a partire dal lavaggio delle mani, ci aiuta a prevenire questa e anche altre patologie infettive – commenta il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro -. Questo ‘decalogo’ rappresenta anche un bell’esempio di come istituzioni e professionisti garantiscano risposte unitarie ad una possibile minaccia per la nostra salute”.

All’iniziativa hanno aderito Conferenza Stato Regioni, FNOMCEO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), FOFI (Federazione Ordini farmacisti Italiani), FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), CARD (Confederazione Associazioni Regionali di Distretto), FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera), SIM (Società Italiana di Microbiologia), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie), SITI (Società Italia di Igiene e Medicina Preventiva), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), SIMMG (Società Italiana di Medicina Generale), AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani), ANIPIO (Società Scientifica Nazionale Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo), ANMDO (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere), ASSOFARM (Farmacie Comunali Aziende e Servizi Socio-Farmaceutici, FEDERFARMA (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani).

Ecco i dieci messaggi del manifesto:

  • Lavati spesso le mani
  • Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
  • Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
  • Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci
  • Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
  • Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
  • Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
  • I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cinanon sono pericolosi
  • Contatta il Numero Verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni
  • Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus

Il Poster

Il Pieghevole

Fonte: ISS/Ministero della salute

 




Sars-CoV-2, il nuovo coronavirus ha un nome e un ‘volto’

Sars-CoV-

Credit: NIAID-RML

Era stato chiamato provvisoriamente 2019-nCoV (dalla definizione generica “nuovo coronavirus” e l’anno di comparsa) il nuovo coronavirus isolato in Cina all’inizio dell’epidemia.

L’11 febbraio però l’Organizzazione mondiale della sanità ha individuato un nome per la malattia che ne deriva, denominandola ufficialmente COVID-19. “Avere un nome è importante per impedire l’uso di altri nomi che possono essere inaccurati o rappresentare uno stigma” – ha spiegato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’OMS. “Dovevamo trovare un nome che non fosse di un luogo geografico, di un animale, di un individuo o di un gruppo di persone, che fosse pronunciabile e legato alla malattia”.

COVID-19 è l’acronimo di Co (corona); Vi (virus); D (‘disease’, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus).

Il giorno successivo anche il virus ha cambiato nome: l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato il nuovo coronavirus denominandolo Sars-CoV-2.

Il virus Sars-Cov-2, che sta per ‘Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2’ è quindi il responsabile della malattia Covid-19. “Come per Hiv e Aids, anche in questo caso si utilizzanoo nomi diversi per indicare il virus e la malattia”, ha commentato il virologo Benjamin Neuman, della Texas A&M University di Texarkana, membro del gruppo di studio sul coronavirus (Cgs) del Comitato internazionale per la tassonomia dei virus. “Il nuovo virus  fa parte della stessa specie di virus che hanno causato la Sars (Sindrome respiratoria acuta) in Cina nel 2002-2003. Sono membri diversi della stessa specie“.

Infine il 13 febbraio L’Istituto americano per le allergie e le malattie infettive (Niaid), che fa parte dei National Institutes of Health (Nih), ha pubblicato 7 immagini del Sars-CoV-2 ottenute con il microscopio elettronico.

La ricercatrice Emmie de Wit ha fornito i campioni di virus, la microscopista Elizabeth Fischer ha prodotto le immagini e il reparto arti mediche visive RML ha colorato digitalmente le immagini.

Le ricercatrici fanno notare  che le immagini non sembrano molto diverse da MERS-CoV (Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Oriente, emerso nel 2012) o SARS-CoV originale (Coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave, che è emerso nel 2002) e che ciò non sorprende: le gobbe che emergono dalla circonferenza delle particelle del virus come una ‘corona’ (ben visibili nell’immagine pubblicata in questa pagina) danno il nome a questa famiglia di virus.

Tutte le immagini, visibili alla pagina Flikr dell’istituto, mostrano le particelle del virus SarsCoV-2 responsabile della Covid-19 colorate in giallo, in giallo e in rosso sopra la parete cellulare in rosa, verde e grigio.

 

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Coronavirus di interesse veterinario

coronavirusIl nuovo coronavirus comparso a fine 2019 in Cina, ora chiamato Covid-19, dall’OMS  per evitare riferimenti a zone specifiche, animali o gruppi di persone, è il settimo coronavirus ad essere riconosciuto nell’uomo.

Ma anche negli animali sono presenti moltissimi coronavirus responsabili di malattie nei suini, nei polli, nei bovini, in animali selvatici e anche di infezioni senza alcuna sintomatologia come nei pipistrelli.

L’IZS della Lombardia e Emilia Romagna propone una breve rassegna dei Coronavirus di maggior interesse veterinario suddivisi per specie ospite