On line Argomenti n° 1/2019

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Indice della sezione della rivista curata dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva:

Novità 2019 all’ombra dell’ECM

Piano offerta formativa

Zoonosi occupazionali in suinicultura. Rischio su base infettiva: epidemiologia interspecifica, controllo e prevenzione
di F. Guadagno, V. Sala

Novel food: scenari e nuove prospettive alla luce del Reg. (UE) 2283/2015
di M. Meazza

La fauna selvatica nel difficile confronto tra antiche esigenze e nuove realtà
di R. Zuccarini

Principali aspetti innovativi e criticità del nuovo Reg. (UE) sui medicinali veterinari
di M. Cecchetto

La crisi della scienza moderna tra incertezza scientifica e sua separazione dalla policy e società: L’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene
di M. Ferri




Anagrafe zootecnica. Strumento di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza alimentare

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Anagrafe zootecnica. Strumento di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza alimentare” di Raffaella Moretti.

L’Anagrafe zootecnica occupa un ruolo centrale nell’ambito della Sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare dei Prodotti di origine animale; essere a conoscenza del numero di animali,
della loro identificazione e distribuzione sul territorio e dei relativi spostamenti è cosa di primaria importanza nel controllare la diffusione delle malattie e nel contempo garantire la tracciabilità  nell’ambito dell’intera filiera alimentare.

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Controllo ufficiale veterinario nel settore dei MOCA

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Controllo ufficiale veterinario nel settore dei MOCA” di Ambrogio Pagani.

Risulta alquanto diffusa, l’assenza di consuetudine con il controllo ufficiale nel settore dei materiali e oggetti a contatto con alimenti (MOCA) da parte dei medici veterinari che operano nell’ambito dell’autorità competente per la sicurezza alimentare.
Quali sono le ragioni?
1. Attribuzioni di competenza. Il settore dei MOCA è, formal
mente, di competenza delle articolazioni regionali del Servizio
Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) sin dal DM del 1998.
2. Difficoltà nella individuazione dei MOCA. Nell’immaginario collettivo si tendono a considerare quali MOCA soltanto i materiali e gli oggetti monouso destinati al packaging. Le macchine per le imprese alimentari, le attrezzature e gli strumenti che hanno contatto con gli alimenti spesso non sono considerati MOCA.

Esiste una ulteriore difficoltà nella individuazione dei MOCA legata al tipo di contatto che si ha con l’alimento: tutti ne comprendono l’importanza e il ruolo quando si ha contatto diretto con un alimento mentre invece è contro-intuitiva la possibilità di contaminazione di un alimento che un oggetto
o un materiale possono avere in determinate occasioni come la cottura, e le esalazioni (quindi per contatto indiretto).

3. Tipologia di processo. Gli operatori del settore alimentare (OSA) registrati o riconosciuti sono oggetto del controllo ufficiale veterinario.

 

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Randagismo in Toscana dopo l’approvazione della Legge 281/91

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Randagismo in Toscana dopo l’approvazione della Legge 281/91”
di Ilaria Ciaponi

Dall’analisi dei dati raccolti negli ultimi 30 anni emerge che la Regione Toscana ha messo bene in pratica le disposizioni dettate dalla Legge Nazionale 281/91 per quanto concerne la gestione del randagismo canino, recependole in maniera organica con la Legge Regionale n. 43 a partire dal 1995 e addirittura anticipandole con la Legge Regionale 4/1987 con la quale aveva istituito l’Anagrafe canina regionale e aveva vietato la soppressione dei randagi se non gravemente malati o di comprovata pericolosità.

Perno dell’efficienza del Sistema in Toscana è l’Anagrafe, correlata alla Banca Dati Nazionale degli animali da affezione, gestita dalla piattaforma SISPC, pienamente operativa dal 2013. Significativa si è dimostrata la collaborazione tra Servizio pubblico veterinario e veterinari liberi professionisti che con l’attuale L.R. 59/09 possono registrare i cani in Anagrafe contestualmente all’inoculazione del microchip, unico metodo identificativo ufficiale dal 1°gennaio 2005, previo accreditamento da parte delle Az. Usl; il 75% delle identificazioni e registrazioni, ad oggi, avviene ad opera di veterinari liberi professionisti abilitati ad accedere all’anagrafe, mentre alle Az. USL spettano l’iscrizione e il trasferimento di cani già identificati in altre Regioni e l’aggiornamento della banca dati.

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Anagrafe bovina. Considerazioni e proposte su attuazione e criticità dei controlli di anagrafe

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Anagrafe bovina. Considerazioni e proposte su attuazione e criticità dei controlli di anagrafe” di Salvatore Parrino.

L’applicazione delle varie normative in campo veterinario è sempre stato oggetto di dibattito, non solo riguardo al contenuto stesso delle norme, ma anche relativamente all’impianto sanzionatorio che dovrebbe assolvere l’importante compito di deterrente e di repressione delle infrazioni commesse. Per ammissione degli stessi giuristi, molti aspetti critici sono legati a diversi fattori quali scostamento dallo
ratio legis, conflitto implicito con altre norme del nostro ordinamento, sovrapposizione con norme che insistono sullo stesso tema e che disciplinano in modo diverso e, infine, interpretazione varia da parte delle autorità competenti con comportamenti diversificati nei riguardi
dell’utente che si vede penalizzato da alcune interpretazioni. Tale applicazione si fa ancora più difficile quando la norma in questione si scontra con un avanzamento tecnologico che, di fatto, ne annulla il significato, rendendola non solo anacronistica ma, destituita di senso, addirittura inattuabile.

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Apicoltura sostenibile: la proposta del progetto europeo B-PRACTICES

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura sostenibile: la proposta del progetto europeo B-PRACTICES” di di U. Della Marta, A. Leto, M. Pietropaoli, V. Belardo, J.R. Gomis, A. Cersini1, M. Chabert, M.P. Chauzat, R. Eggenhoeffner, S. Erat, A. Gregorc, M. Higes, R. Moosbeckhofer, D. Muz, M.N. Muz, N. Ozdemir, A. Ribarits, M. P. Riviere, F. Vejsnæs, O. Kilpi.

La salute delle api è minacciata da una molteplicità di fattori  tra i quali è possibile annoverare: l’inquinamento ambientale (soprattutto da agrofarmaci, impiegati in agricoltura intensiva), i cambiamenti climatici, la progressiva urbanizzazione (che comporta una riduzione delle aree di
pascolo) e, non di minor importanza, gli agenti patogeni specifici delle api (Varroa destructor in primis). Tra quest’ultimi, va anche tenuta in considerazione la diffusione in Europa del coleottero parassita delle api Aethina tumida (Small Hive Beetle – SHB) che, a partire dal suo primo focolaio registrato in Italia nel 2014, sembrerebbe essere destinato, più o meno lentamente, a diffondersi nel resto del Paese con ripercussioni negative sia per l’economia del settore apistico, sia per quella del settore agro-zootecnico, in conseguenza della riduzione della biodiversità e del servizio di impollinazione.

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On line Argomenti 2/2018

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Tutelare la qualità dei prodotti delle api

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Tutelare la qualità dei prodotti delle api” di Giulio Loglio.

L’apicoltore che produce “alimenti” destinati alla vendita deve rispettare una serie di norme che spesso non conosce, conosce in modo superficiale o sottovaluta.
Sono norme molto specifiche che lo stesso veterinario ufficiale deve padroneggiare per poter effettuare gli interventi di controllo previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
In occasione dei sopralluoghi presso le aziende apistiche, gestite da un apicoltore professionista, il veterinario ufficiale, di norma, deve verificare la presenza del registro dove vengono annotati i trattamenti farmacologici impiegati per la lotta alla varroa; infatti, la Nota ministeriale 0015790 del 01/07/2016 ribadisce che l’apicoltore, nelle vesti di produttore primario, ha l’obbligo di registrare i medicinali veterinari impiegati in base al Reg. 852/2004, allegato 1, parte A, capo III. Inoltre, deve valutare che il quantitativo dei medicinali acquistati sia sufficiente a garantire un adeguato trattamento acaricida in base al numero degli alveari posseduti.

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Cosa hanno a che fare i terremoti con la Veterinaria?

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Cosa hanno a che fare i terremoti con la Veterinaria?” di Dino Cesare Lafiandra.

Nel titolo di questo articolo, la domanda che i colleghi ponevano al professor Adriano Mantovani quando, nel 1980, si accingeva a partire con un gruppetto di veterinari neolaureati per l’Irpinia squassata da uno dei più tremendi sismi del secolo scorso; di fatto, la storia della disastrologia veterinaria comincia quando la protezione civile ancora non esisteva.
Nel 1992, viene elaborato un “Piano organizzativo e operativo per attività di emergenza dei Servizi veterinari” e nello stesso anno viene istituito il Servizio nazionale di Protezione civile, un sistema complesso di cui il SSN diventa parte integrante, a fianco di Vigili del fuoco, Esercito e Croce rossa e le attività veterinarie rientrano nella Funzione 2 Sanità.
Nel 2016, i Servizi veterinari della ASL di Rieti si sono quindi dovuti confrontare con la prima esperienza di emergenza sanitaria non epidemica, un’esperienza unica dove pur essendo venuti meno tutti i caposaldi di professionisti abituati a fronteggiare situazioni per le quali l’Università e l’attività istituzionale quotidiana avevano fornito una cultura specifica, era necessario dare risposte adeguate per tutelare la salute e il benessere degli animali.
In un contesto emergenziale di questo tipo, le situazioni ancor più si correlano a quelle della popolazione umana. Infatti, nel portare soccorso alle persone coinvolte nell’evento è necessario ripristinare, anche per gli animali, condizioni sanitarie adeguate, evitando l’insorgere di “emergenze
nell’emergenza” che potrebbero innescare ulteriori problematiche sanitarie, anche serie, in una fase particolarmente delicata.

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