Le api selvatiche minacciate in Europa, aggiornata la Lista Rossa

apePer la prima volta, le api selvatiche sono state ufficialmente classificate come ‘in pericolo’ all’interno dell’Europa: grazie a un grande lavoro di monitoraggio e raccolta dati che ha colmato una lacuna di lunga data, i ricercatori hanno esaminato lo stato di conservazione della specie Apis mellifera in sette paesi europei, stimando un calo medio delle popolazioni selvatiche del 56% in un decennio.

 Questo ha permesso di aggiornare la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) anche se, per quanto riguarda la regione europea, i dati rimangono molto carenti per aree come i Balcani, i Paesi Baltici, la Scandinavia e l’Europa orientale.

I ricercatori hanno monitorato, tra il 2013 e il 2025, 698 siti sparsi in Francia, Germania, Lussemburgo, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Secondo i dati raccolti, l‘Europa ha la più bassa densità del mondo di colonie che vivono libere in natura, dal momento che gli alveari gestiti negli allevamenti superano di gran lunga quelli selvatici, e queste già scarse colonie stanno anche vedendo diminuire i loro abitanti.

Fonte: ANSA



Convivenza tra api selvatiche e api allevate, solide evidenze scientifiche come base per politiche di gestione

apeLe api, sia selvatiche che allevate, svolgono un ruolo fondamentale per la biodiversità e la sicurezza alimentare, grazie alla loro attività di impollinazione, da cui dipende circa il 75% delle colture mondiali. Sebbene l’apicoltura gestita rappresenti un prezioso supporto per l’agricoltura, alcuni studi stanno approfondendo le possibili interazioni con le popolazioni di api selvatiche, al fine di garantire un equilibrio sostenibile tra esigenze produttive e tutela degli ecosistemi. La questione è complessa: le api mellifere sono un elemento chiave per l’impollinazione agricola, ma recenti studi stanno valutando come possano interagire con le api selvatiche in termini di condivisione di risorse.

Lo studio sull’isola di Giannutri

Le api mellifere sono un elemento chiave per l’impollinazione agricola e hanno un ruolo importante per la biodiversità; ma recenti studi stanno valutando come possano interagire con le api selvatiche in termini di condivisione di risorse. Secondo uno studio condotto sull’isola di Giannutri, la temporanea rimozione delle api allevate ha favorito un netto miglioramento nella presenza e attività delle api selvatiche, suggerendo che l’elevata densità di api mellifere consuma la maggior parte delle risorse, impoverendo l’habitat delle specie selvatiche.

Un esempio emblematico è rappresentato da uno studio condotto sull’isola di Giannutri (2,6 km²), utilizzata come contesto sperimentale ideale. In quest’isola, dal 2018, durante il periodo marzo-giugno venivano introdotti 18 alveari portando la densità a circa 7 arnie/km² (la media europea si attesta a circa 4,2 arnie/km²). Lo scopo dello studio era valutare la competizione trofica tra specie nelle fasi di impollinazione.

Durante la stagione di foraggiamento delle api selvatiche, i ricercatori hanno bloccato gli ingressi degli alveari per 11 ore al giorno, impedendo alle api mellifere di uscire, per osservare come cambiassero le condizioni per le specie selvatiche Anthophora dispar (ape solitaria) e Bombus terrestris (bombo)

I risultati hanno dimostrato che la temporanea rimozione delle api allevate ha favorito un netto miglioramento nella presenza e attività delle api selvatiche in termini di:

  • aumento della disponibilità di nettare e polline;
  • aumento dell’attività delle api selvatiche;
  • aumento dell’assunzione di nettare e ottimizzazione dei tempi di ricerca.

L’assenza temporanea di api mellifere ha aumentato significativamente le risorse floreali, consentendo alle api selvatiche di ottimizzare il foraggiamento. Inoltre, il monitoraggio lungo quattro anni ha evidenziato un drastico calo dell’80% circa per entrambe le specie target, suggerendo che l’elevata densità di api mellifere consuma la maggior parte delle risorse, impoverendo l’habitat delle specie selvatiche. Questo caso ha dimostrato come l’eccessiva densità di api mellifere possa alterare l’equilibrio ecologico locale.

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Fonte: IZS Venezie




Salute delle api: operativa una nuova centrale dati

Il partenariato UE per le api (EUBP) ha inaugurato una nuova piattaforma dati online che rivestirà un ruolo cruciale nelle misure per proteggere la salute di api e insetti impollinatori. Il prototipo di piattaforma è uno strumento innovativo che centralizzerà, elaborerà e metterà a disposizione in forma visuale i dati relativi ad api e insetti impollinatori. 

Portatori di interesse da vari settori (associazioni di apicoltori e agricoltori, scienziati e accademici, agenzie UE, industria fitofarmaceutica, associazioni veterinarie, ONG e altri) hanno collaborato a stretto contatto per sviluppare il prototipo. L’organismo “BeeLife European Beekeeping Coordination” ne ha guidato lo sviluppo, finanziato grazie a un contributo dell’EFSA.

La raccolta di dati armonizzati su api e impollinatori prelevati da tutta Europa sarà fondamentale per il successo del nuovo protocollo EFSA per la valutazione del rischio ambientale derivante da fattori multipli di stress per le api, detto MUST-B.

L’EFSA presterà assistenza per la trasformazione del prototipo della piattaforma in strumento pienamente operativo con l’erogazione di un finanziamento per la fase di sviluppo successiva. Verrà presto indetto un bando di gara d’appalto per realizzare il progetto.

Fine ultimo è quella di riuscire a far diventare la piattaforma una vera e propria centrale che riunisca tutte le informazioni di rilievo, le conoscenze e i dati cumulati da e scambiati tra le parti interessate in tema di salute delle api e apicoltura, rendendo i dati pertinenti accessibili a utenti finali come apicoltori, associazioni di apicoltori o di agricoltori, ricercatori, agenzie e politici.

A tal proposito l’EFSA ha appena ricevuto dati raccolti sul campo da alveari sentinella di api mellifere in Danimarca e Portogallo. Tali raccolte sperimentali aiuteranno a calibrare il modello di simulazioner ApisRAM, che è il fulcro del protocollo MUST-B.

Fonte: EFSA




Api e Ambiente, nuovo manuale operativo

Dopo una lunga pausa riprende,  con una pubblicazione sulle attività di sanità pubblica veterinaria collegate all’apicoltura la collana di manuali dei “Quaderni di veterinaria preventiva”.

Il testo è frutto dell’impegno di colleghi esperti, ma anche appassionati, dell’allevamento delle api e quindi particolarmente sensibili alle problematiche che da diversi anni interessano l’apicoltura e quindi sulle loro ripercussioni economiche oltre che sanitarie nonchè della loro valenza di animali sentinella dello stato dell’ambiente.

Come per altri anche questo manuale rappresenta la sinergia tra nostri gruppi di lavoro e un’altra realtà associativa, giovane ma già fortemente affermata, come quella rappresentata dalla Società scientifica veterinaria per l’apicoltura (SVETAP).

Come per i precedenti quaderni il nostro obiettivo è quello di arricchire la “cassetta degli attrezzi” dei veterinari di sanità pubblica, ma non solo, con uno strumento in grado di fornire e meglio catalogare informazioni, sia teoriche che pratiche, per affrontare e quindi gestire tutti quegli input, non solo normativi, che coinvolgono in maniera sempre più pressante i colleghi che operano nei Dipartimenti di Prevenzione.

Come detto questo manuale vede la pubblicazione dopo una discreta pausa ma giunge comunque al momento giusto vista la recente applicazione del Regolamento 2017/625 che innova completamente il sistema dei controlli ufficiali previsto dal “pacchetto igiene” e in anticipo su quello 2016/429 sulla sanità animale che ancora di più confermerà che “prevenire è meglio che curare”.

Per ultimo possiamo di certo affermare che, vista ancora la insufficiente attenzione che la formazione universitaria riserva all’allevamento delle api e alle loro produzioni, il testo potrà rappresentare anche un valido strumento di conoscenza per gli studenti e in particolare per quelli per i quali, durante il loro percorso accademico, dovesse nascere attenzione e crescere passione per la medicina veterinaria preventiva.

Il manuale “Api e ambiente”, è disponibile per l’acquisto in forma cartacea ed è anche scaricabile gratuitamente in pdf




Api e apicoltura. Preziosa risorsa per ambiente e agricoltura

E’ dedicato al comparto dell’apicoltura il 21° Quaderno della Collana editoriale di Veneto Agricoltura.

Il documento, i cui autori sono tra i massimi esperti in Italia, ha un taglio tecnico e divulgativo insieme sul tema che viene affrontato sotto il profilo storico, legislativo, economico, ambientale, sanitario, della ricerca applicata, ecc..

Indice del volume:

  • Presentazione
    Alberto Negro – Commissario Straordinario di Veneto Agricoltura
  • La storia millenaria dell’apicoltura veneta
    Paolo Fontana, Fondazione Edmund Mach
  • Le normative di settore
    Cristina Mulinari, Regione Veneto Direzione Agroalimentare
  • Api e apicoltura, un binomio inscindibile
    Cristian Bolzonella, Giulia Ranzani, Vasco Boatto, Augusto Zanella Università di Padova – Dipartimento TESAF
  • Aspetti economici dell’apicoltura
    Gabriele Zampieri, Veneto Agricoltura
  • La situazione dell’apicoltura italiana
    Alberto Contessi, Osservatorio Nazionale Miele
  • Potenzialità e fattori limitanti dell’apicoltura in Italia
    Giancarlo Naldi, Osservatorio Nazionale Miele
  • Consistenza dell’apicoltura in Italia e nel Veneto
    Jacopo Testoni, Regione Veneto Direzione Agroalimentare – Laura Favero, Regione Veneto Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria
  • I tecnici apistici
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Categorie professionali e forme associate
    Jacopo Testoni, Regione Veneto Direzione Agroalimentare
  • Il valore dell’impollinazione
    Cristian Bolzonella, Vasco Boatto, Augusto Zanella Università di Padova-Dipartimento TESAF
  • Produzione di miele in Veneto nel 2019
    Franco Mutinelli, Albino Gallina Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Api, clima e ambiente
    Paolo Fontana, Fondazione Edmund Mach
  • L’inquinamento genetico delle api
    Cecilia Costa, CREA-Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente
  • Colture estensive, prodotti fitosanitari e api
    Lorenzo Furlan, Veneto Agricoltura
  • Stato sanitario dell’apicoltura e nuove specie invasive
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • L’adulterazione del miele
    Albino Gallina, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Buone pratiche apistiche
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Varroa destructor: Linee Guida
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • L’etichettatura del miele
    Albino Gallina, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Certificazioni in apicoltura
    Maria Chiara Ferrarese, CSQA Certificazioni
  • Fronteggiare le malattie: l’arnia termica
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Il Punto di vista delle associazioni apistiche venete
    Stefano Dal Colle, APAT Apicoltori in Veneto – Gerardo Meridio, Associazione Regionale Apicoltori del Veneto

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Concluso il progetto LIFE STOPVESPA

Vespa VelutinaSi è concluso dopo 4 anni di lavori il  progetto europeo Life StopVespa (LIFE14 NAT/IT/001128 STOPVESPA “Spatial containment of Vespa velutina in Italy and establishment of an Early Warning and Rapid Response System”), finanziato dallo strumento LIFE della Commissione Europea.

Le azioni previste da STOPVESPA hanno consentito di raccogliere ed elaborare informazioni sulla presenza e gli impatti della V. velutina, definire delle linee guida d’intervento per la neutralizzazione dei nidi coloniali, sviluppare nuove tecniche di monitoraggio come la ricerca dei nidi con il radar armonico, neutralizzare i nidi di V. velutina individuati o segnalati dai cittadini, valutare le vie di diffusione della specie e allestire un sistema di allerta precoce e rapida risposta. Oltre alle attività di controllo sul campo, sono stati prodotti materiali divulgativi e organizzati decine di incontri con apicoltori e cittadini, per sensibilizzare le persone su questa problematica e accrescerne il coinvolgimento.

I risultati del progetto




Linee guida valutazione del rischio pesticidi-api: Efsa pubblica il programma di lavoro

apeL’EFSA ha reso note le modalità con cui intende rivedere le proprie linee guida per la valutazione del rischio da pesticidi per le api nell’Unione europea. Come chiarito nella descrizione, parti interessate ed esperti di pesticidi degli Stati membri saranno periodicamente consultati durante l’intero processo.

La prima di tali consultazioni inizia alla fine di questo mese, quando le parti interessate e i rappresentanti degli Stati membri saranno invitati a esprimere il proprio parere sull’attuale documento contenente le linee guida.

I riscontri delle parti interessate saranno forniti da un gruppo consultivo che include rappresentanti delle diverse comunità dei portatori di interesse presso l’EFSA, istituito appositamente per coadiuvare la revisione delle linee guida. Gli Stati membri saranno consultati tramite l’attuale rete EFSA detta Pesticides Steering Network.

Collazionare le diverse opinioni sulle linee guida correnti, pubblicate nel 2013, rappresenta un primo passo importante della revisione da parte dell’EFSA, come specificato nel mandato assegnato dalla Commissione europea. Dopo aver raccolto e analizzato i riscontri ricevuti, il gruppo di lavoro scientifico dell’EFSA darà avvio alla revisione.

Una volta redatta la bozza del documento, verrà indetta un’esaustiva consultazione pubblica e organizzato un seminario informativo.

Outline of the revision of the guidance on the risk assessment of plant protection products and bees

Fonte: EFSA




40ª Fiera Nazionale “I giorni del miele”

Nelle giornate del 4-5-6 ottobre 2019 si tiene a Lazise (VR) la 40ª Fiera Nazionale “I giorni del miele” .

Segnaliamo in particolare i Convegni organizzati in collaborazione con l’azulss 9 scaligera di Verona:




Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio” di Giulio Loglio.

Il pane d’api è un ottimo prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione del polline fresco nelle celle dei favi. Non è mai stato valorizzato dagli apicoltori per auto-consumo per la mancanza di un attrezzo che ne permettesse un’agevole raccolta.Chi scrive ha ideato il “raccogli pane d’api”, uno strumento (brevettato) semplice e poco costoso che permette di estrarre dai favi il pane d’api sotto forma di pellets, ottenendo così un prodotto che può essere utilizzato come alimento sia dall’a-picoltore sia dal consumatore locale. Per il suo alto valore nutritivo, il pane d’api potrebbe essere utilizzato come ali-mento nei Paesi in via di sviluppo dove le popolazioni locali potrebbero essere formate per allevare razze di api seleziona-te specializzate nella raccolta del polline.

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Il calo della popolazione di api nel mondo mette a rischio la sicurezza alimentare e la nutrizione globali

apeIl declino globale della popolazione di api rappresenta una minaccia grave per un ampio numero di piante vitali per il benessere e i mezzi di sostentamento dell’uomo. I paesi dovrebbero fare di più per tutelare queste preziose alleate nella lotta contro la fame e la malnutrizione – questo il messaggio della FAO per la celebrazione della Giornata Mondiale delle Api.

Il numero di api e di altri impollinatori sta calando in diverse parti del pianeta, soprattutto a causa dell’agricoltura intensiva, delle mono colture, dell’eccessivo utilizzo di input agricoli chimici, dell’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici – elementi che influenzano sia i raccolti che la nutrizione. Se questo trend dovesse continuare, alimenti di grande importanza per la nutrizione, come frutta, noci e molte verdure, verranno mano a mano rimpiazzati da colture come riso, mais, patate, risultando in una dieta sbilanciata.

Le api sono gravemente minacciate dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dall’agricoltura intensiva, dall’uso di pesticidi, dalla perdita di biodiversità e dall’inquinamento” ha avvertito il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva in un video messaggio per la Giornata Mondiale delle Api. “La mancanza delle api e di altri impollinatori farebbe sparire il caffè, le mele, le mandorle, i pomodori, il cacao dalle nostre tavole – solo per nominarne alcuni alimenti che dipendono dall’impollinazione. I paesi devono adottare politiche e sistemi alimentari più sostenibili e attenti agli impollinatori“.

Nel suo messaggio Graziano da Silva ha invitato ognuno di noi a fare scelte più attente ai bisogni degli impollinatori: “anche coltivare fiori sul balcone di casa contribuisce a questa causa” ha aggiunto.

Le celebrazioni della Giornata Mondiale delle Api presso la FAO ha visto la partecipazione della Ministra slovena per l’Agricoltura, la Silvicoltura e l’Alimentazione Aleksandra Pivec, il Presidente dell’Associazione Slovena Apicoltori Boštjan Noč e il Vice Presidente di Apimondia Peter Kozmus.

Piccoli insetti, grandi benefici

Le api sono proverbiali grandi lavoratrici e, tramite l’impollinazione, forniscono un servizio ecosistemico fondamentale per la riproduzione di molte piante coltivate e selvatiche, che sono fondamentali per la produzione alimentare, per i mezzi di sussistenza umana e per la biodiversità.

Le api, e gli altri impollinatori, come uccelli e pipistrelli, influenzano la produzione del 35 percento delle coltivazioni mondiali, incidendo positivamente sulla produzione di 87 delle colture più importanti, oltre a quella di diversi derivati medici.

Circa due terzi delle piante che sfamano il mondo dipendono dall’impollinazione da parte di insetti o altri animali per produrre frutti sani o semi per il consumo umano. L’impollinazione beneficia la nutrizione umana, permettendo non solo una maggiore produzione, ma anche una maggiore varietà e qualità di frutti, noci e semi.

La FAO promuove diverse attività per incoraggiare l’adozione di pratiche agricole sensibili all’impollinazione, come la Global Action on Pollination Services for Sustainable Agriculture (Azione Globale sui Servizi di Impollinazione per un’Agricoltura Sostenibile n.d.t.) e l’Iniziativa Internazionale per gli Impollinatori.

Il recente rapporto FAO Stato della Biodiversità per l’Alimentazione e l’Agricoltura sottolinea che diverse specie associate con la biodiversità, come le api, sono gravemente minacciate, e si appella ai governi e alla comunità internazionale perché si fatto di più per affrontare i fattori che favoriscono la perdita della biodiversità.

Un ulteriore studio intitolato Assessment of Pollinators, Pollination and Food Production (Valutazione degli Impollinatori, dell’Impollinazione e della Produzione Alimnetare n.d.t.) rilasciato dalla Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), con input di esperti FAO, elenca diversi modi per tutelare efficacemente la popolazione di impollinatori per il bene della sicurezza alimentare e della biodiversità.

Quella di quest’anno è la seconda celebrazione della Giornata Mondiale delle Api. L’evento di oggi presso la FAO mira a portare l’attenzione sull’importante ruolo che le api e gli altri impollinatori svolgono per l’alimentazione e l’agricoltura. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Governo della Repubblica di Slovenia e Apimondia, e si è svolto in parallelo con le celebrazioni della Giornata presso la sede delle Nazioni Unite a New York.

Fonte: Fao