Tutti i dati sul mercato del miele in Europa in un infografica

L’Unione europea è il secondo produttore di miele al mondo dopo la Cina. Ogni anno circa 600.000 apicoltori producono 250.000 tonnellate di miele usando 17 milioni di arnie.

Tuttavia la produzione non riesce a soddisfare la domanda interna di miele. L’UE ha importato circa 200.000 tonnellate di miele nel 2016, soprattutto dalla Cina.

Rispetto ai concorrenti, gli apicoltori dell’UE affrontano costi di produzione molto alti e quindi le -limitate- esportazioni di miele sono più care di quando costino le importazioni. Nel 2016, ad esempio, in media un chilo di miele importato costava €2,23 mentre un chilo di miele europeo esportato verso paesi terzi costava €5,69.

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La salute delle api, una sfida per tutto il settore
Anche se il settore dell’apicoltura ha dimensioni ridotte nell’UE ha comunque un’importanza estrema per l’agricoltura e la biodiversità, perché la api impollinano le piante.

Malattie, agricoltura intensiva, esposizione a sostanze chimiche nocive, perdita degli habitat naturali e condizioni climatiche avverse minacciano seriamente la capacità produttiva delle arnie.

Proteggere le api e i produttori di miele
Il Parlamento europeo chiede alla Commissione europea e agli stati membri nuove azioni per proteggere le api e aiutare gli apicoltori. Gli eurodeputati chiedono che ci sia una migliore protezione delle varietà di api, un maggiore sostegno finanziario agli apicoltori, un divieto di usare pesticidi e azioni concrete contro le importazioni di miele contraffatto.

La relazione del deputato ungherese Norbert Erdos (Partito popolare europeo) viene dibattuta il 28 febbraio, la plenaria vota sull’argomento il 1° marzo.

Fonte: Parlamento Europeo

I dati per l’infografica sono stati tratti dal documento della Commissione Europea Honey Market Presentation




Sarà sequenziato il DNA, passo avanti nella lotta contro la vespa velutina

Il calabrone asiatico (vespa velutina), ha vinto la “competizione dei 25 genomi”, il concorso messo in campo dal Wellcome Trust and Sanger Center, centro britannico d’eccellenza per la ricerca genetica, che in occasione del 25° anniversario ha chiesto alla rete quale DNA mappare tra quello di 25 organismi diversi. La velutina concorreva nella sezione degli organismi nocivi.

Originaria dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano), questa specie aliena è predatrice di api e altri impollinatori. Oltre a cacciare direttamente le api all’ingresso dell’arnia, impedisce loro di uscire per raccogliere nettare e polline, indebolendo in questo modo anche le colonie che rischiano di morire.

vespa velutinaQuesto imenottero è comparso in Europa nel 2004, probabilmente introdotto con merci di origine cinese. Può spostarsi anche di 100 Km/anno. Dopo il primo rilevamento in Aquitania (Francia), si è diffuso in pochi anni in quasi tutto il paese, provocando perdite di alveari che arrivano fino al 50%, da dove è penetrato anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania, dimostrando la sua capacità di fare notevoli danni.

Dal 2012 è presente anche in Italia, penetrata in Liguria dal confine francese, è presente nel nord Italia; a giugno 2017 è stata segnalata in Toscana.

“Possedere la mappa del DNA della velutina sarà essenziale per conoscere basi genetiche degli adattamenti che rendono il calabrone asiatico un invasore così di successo – si legge sul sito stopvelutina.it –  Con il sequenziamento si prevede ad esempio di riuscire a capire quali geni sottendono il sesso e la determinazione delle caste in questo tipo di calabrone, per trovare metodi che discriminino solo determinati individui – per esempio, che colpiscano solo i maschi, impedendo alla colonia di riprodursi – oppure per diffondere tratti come la sterilità maschile, in maniera analoga a quello che si fa con le zanzare in certe parti del mondo. Conoscere il DNA sarà inoltre utile per individuare le specifiche sottopopolazioni di calabrone, discriminandone la sensibilità a diversi fattori, oppure per trovare marcatori biochimici utili per monitorare la diffusione dell’insetto”.

A lavorare su questo fronte sarà il cosiddetto Team Asian Hornet, un gruppo di scienziati che comprende ricercatori britannici, francesi e gli italiani del gruppo StopVelutina, la rete italiana di monitoraggio che unisce enti di ricerca e apicoltori (di cui fanno parte Crea, Università di Firenze e Pisa, Cnr e Apiliguria) per fermare l’avanzata di questa specie aliena invasiva.

A cura della segreteria SIMeVeP




Api e insetti impollinatori, Ue lancia una consultazione pubblica per fermarne il declino

impollinatoriLa Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sul declino delle api, farfalle e altri insetti  impollinatori al fine di dare impulso all’iniziativa UE   che intende contrastare il declino degli impollinatori migliorando la visibilità politica della questione e  l’efficacia delle politiche dell’Unione in tema di biodiversità e sviluppo sostenibile.

La revisione di medio termine sui progressi compiuti dalla “Strategia Ue per la biodiversità al 2020” non ha infatti dato risposte confortanti.

Il questionario online, accessibile anche in Italiano,  è strutturato in cinque parti. La prima parte contiene alcune domande generali; la seconda riguarda la conoscenza degli impollinatori,  la loro importanza, la loro situazione e le minacce a cui sono esposti; la terza parte riguarda il declino: portata, cause e conseguenze; la quarta parte è sulle possibili soluzioni per far fronte al declino; la parte conclusiva consente di inserire alcuni commenti finali o caricare un documento che si ritiene possa spiegare meglio le opinioni espresse.

L’impollinazione è il fattore agricolo che contribuisce maggiormente ai rendimenti, rispetto ad altre pratiche di gestione, secondo la Fao. Secondo le stime della Commissione europea dipendono dai servizi degli insetti impollinatori 15 miliardi di euro di produzione agricola.

Gli insetti impollinatori sono organismi “troppo importanti per la nostra sicurezza alimentare e le comunità rurali – ha detto il commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan – non possiamo permetterci di continuare a perderli“.

Abbiamo una buona comprensione del problema per alcuni impollinatori, meno per altri – ha aggiunto il Commissario Ue all’ambiente Karmenu Vella – ma se non agiamo, noi e le generazioni future pagheremo un prezzo molto alto“.

La consultazione è aperta a tutti fino al 5 aprile 2018

A cura della segreteria SIMeVeP




Incontro con il Prof. Robert Paxton

Si terrà a Lazise, VR, il 7 ottobre l’incontro con il Prof. Robert Paxton “Recenti ricerche sulle infezioni virali delle api con particolare riferimento alle varianti del virus delle ali deformi (DWV)“.

L’evento è organizzato, con il patrocinio SIMeVeP, nell’ambito de “I giorni del Miele“.

Il Prof. Robert Paxton, è un ricercatore di fama mondiale, membro di molte società scientifiche (Beedoc, Coloss. Super-B), autore di numerose ricerche e pubblicazioni scientifiche in campo apistico, attualmente in forza all’Università di Halle, ma per molto tempo colonna portante della Queen’s University di Belfast, di Uppsala, di Tubingen.

Sarà disponibile traduzione inglese italiano.




Apicoltura, nuova legge in Regione Veneto

apicolturaIl Consiglio Regionale del Veneto ha approvato il 28 novembre scorso una nuova Legge Regionale sull’apicoltura denominata “Norme per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione dell’apicoltura”, che è costituita da 13 articoli che vanno a integrare e modificare la precedente legge regionale 18 aprile 1994, n. 23.

Analisi della legge a cura di Gianluigi Bressan, referente nazionale del Gruppo di lavoro SIMeVeP Prodotti dell’alveare e sicurezza alimentare