Salvaguardia dell’ambiente, della salute dell’uomo e degli animali: il resoconto Unep del 2022

Un anno di risultati. Grandi o piccoli sarà il futuro a decretarlo. Ma per il pianeta è importante provarci. Il programma sull’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) ha fatto il resoconto delle pietre miliari ambientali del 2022.  

La risoluzione per porre fine all’inquinamento da plastica

Lo scorso 2 marzo, il ministro dell’Ambiente norvegese, Espen Barth Eide, ha suggellato una risoluzione globale con l’obiettivo di porre fine all’inquinamento da plastica, a lungo considerato uno dei problemi ambientali più urgenti del pianeta. L’accordo è stato uno dei tanti importanti passi in avanti nella tutela dell’ambiente che sono stati fatti nel corso del 2022, definito anno storico per il pianeta.  

Plastica: un pericolo per l’ambiente

Ogni anno vengono generati quasi 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, una cifra destinata a raddoppiare entro il 2040. Solo una frazione di questi viene riciclata, il resto finisce nell’ambiente e soprattutto negli oceani, causando danni a esseri umani e alla fauna selvatica. La risoluzione adottata dall’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente a Nairobi, in Kenya, impegna le nazioni a mettere in atto una bozza di accordo entro la fine del 2024. 

50 anni di Unep

Sempre a marzo scorso, i delegati di tutto il mondo si sono riuniti in Kenya per una sessione speciale dell’Unep per commemorare il suo 50esimo anniversario. L’evento ha visto i partecipanti fare il punto su tutto ciò che è stato raggiunto negli ultimi cinquant’anni, inclusi gli sforzi per riparare lo strato di ozono, eliminare gradualmente il carburante con piombo e proteggere le specie in via di estinzione.  

La nascita del movimento ambientalista

A giugno 2022, nella capitale della Svezia, si è tenuto l’incontro internazionale di Stoccolma per commemorare il 50esimo anniversario della Conference on the Human Environment del 1972, considerata la nascita del moderno movimento ambientalista. È stata anche l’occasione per discutere degli obiettivi di sviluppo sostenibile e per affrontare la tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, della natura e della perdita di biodiversità, dell’inquinamento e dei rifiuti. 

Il diritto a un ambiente sano e pulito

A luglio 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che tutti gli abitanti del pianeta hanno diritto a un ambiente sano e pulito e ha invitato gli Stati a intensificare gli sforzi per proteggere la natura. La delibera non è giuridicamente vincolante. Ma i sostenitori sperano che spingerà i Paesi a sancire il diritto a un ambiente sano nelle loro costituzioni, consentendo agli attivisti di sfidare politiche e progetti distruttivi per l’ambiente. 

Attività di sensibilizzazione

Quest’anno, le campagne dell’Unep hanno sensibilizzato su una moltitudine di questioni ambientali. La Giornata mondiale dell’ambiente, la  Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu e la Giornata internazionale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari hanno coinvolto milioni di persone in tutto il mondo, contribuendo a mettere l’ambiente al centro dell’attenzione pubblica. Nel frattempo, due importanti studi dell’Unep, l’Emissions Gap Report e l’Adaptation Gap Report, hanno puntato i riflettori sulla portata della crisi climatica e su ciò che l’umanità deve fare per evitare il peggio del cambiamento climatico. 

Cop27

Lo scorso novembre, alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27 ) in Egitto, gli Stati membri hanno concordato di istituire un fondo che sosterrà i Paesi in via di sviluppo alle prese con le conseguenze della crisi climatica. In un accordo definito dagli osservatori storico, il cosiddetto fondo loss and damage mira ad aiutare le nazioni vulnerabili a far fronte a siccità, inondazioni e mare in aumento, che dovrebbero diventare più gravi man mano che il clima del pianeta cambia. 

Cop15

Nell’ultimo mese di quest’anno, si è conclusa la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (Cop15), a Montreal in Canada, con un accordo storico per guidare l’azione globale sull’ambiente fino al 2030. Il quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal include misure concrete per arrestare e invertire la perdita della natura, tra le quali mettere sotto protezione il 30% del pianeta e il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030. L’accordo è stato pensato per contrastare quella che gli esperti definiscono un’allarmante perdita di biodiversità. Secondo un rapporto Ipbes del 2019, infatti, ci sarebbe un milione di specie che va verso l’estinzione, molte minacciate dall’attività umana. 

Fonte: aboutpharma.com




2022, l’annus horribilis dei calabroni predatori

vespa velutinaIl 2022 per l’apicoltura italiana è stato l’annus horribilis dei calabroni predatori.

Vespa velutina ha espanso il suo areale in diverse regioni del Nord Italia; il focolaio che già interessava le provincie di La Spezia e Massa Carrara, è sceso lungo le coste della Toscana, raggiungendo le province di LuccaLivornoPisa e Firenze. Nella zona appenninica della Liguria è stata segnalata in Garfagnana e ha raggiunto anche due località dell’Emilia-Romagna, in provincia di Piacenza e di Parma. Inoltre una segnalazione è arrivata dalla provincia di Venezia, con diversi esemplari adulti trovati presso un apiario. Anche nelle zone dove è presente da diversi anni, il Ponente ligure e la provincia di Cuneo in Piemonte, sono aumentate le segnalazioni; nel Ponente ligure i danni agli alveari e le conseguenti perdite sono divenuti insostenibili e nelle provincie di La Spezia e Massa Carrara i nidi trovati e distrutti sono stati quasi un centinaio.

Vespa orientalis, specie autoctona nel Sud Italia, ha continuato la sua espansione nelle regioni del Nord. In Toscana, dove era già presente a Grosseto e Firenze nel 2021, è stata segnalata anche a Livorno; in Liguria è stata trovata a La Spezia. Nel 2021 la specie era stata segnalata in Sardegna, in provincia di Cagliari, dove nel 2022 la sua presenza è ulteriormente aumentata. Moltissime segnalazioni sono inoltre arrivate dalla città di Roma, soprattutto nel contesto urbano, mentre in Campania e Sicilia i danni agli alveari sono stati drammatici, con effetti devastanti sull’attività apistica e perdite elevatissime di alveari.

Qui puoi trovare una mappa aggiornata dei ritrovamenti.

Questo aumento di pericolosità è stato probabilmente originato da fattori climatici favorevoli alla presenza di vespe e calabroni che si sono verificati nel 2022; ma non è da trascurare il cambiamento climatico generale, soprattutto per l’ampliamento di areale di Vespa orientalis, che fa temere per un trend sempre più in aumento.

La ricerca e l’apicoltura italiana intendono unirsi per fronteggiare questa minaccia, che sta sempre più seriamente mettendo a rischio l’apicoltura italiana.

Fonte: stopvetulina.it



Al via bando Riprei per finanziare progetti di ricerca su SARS-CoV-2 e sulle sue varianti

issConoscere meglio Sars-CoV-2, a partire dalla caratterizzazione delle sue varianti e dei meccanismi di diffusione e patogenicità fino all’individuazione di strategie innovative per la diagnosi, la prevenzione e la cura. E’ questo lo spirito del bando per il finanziamento di progetti di ricerca biennali, del valore di 4 milioni di euro (finanziati dal Ministero della Salute attraverso ISS), appena pubblicato nell’ambito del progetto “Rete Italiana per la sorveglianza virologica, il monitoraggio immunologico, la formazione e la ricerca in Preparazione alla gestione delle Emergenze Infettive – R.I.Pr.E.I.”. Al bando possono partecipare ricercatori che operano presso Università, Enti di Ricerca, Enti del Ssn e Sanità militare. Sono previsti finanziamenti sia per progetti pilota, monocentrici, dedicati a idee innovative, che per ricerche più consolidate che riuniscono ricercatori di enti diversi.

Le aree di ricerca per cui si può chiedere il finanziamento sono la caratterizzazione fenotipica delle varianti di SARS-CoV-2, la messa a punto di modelli di infezione in vitro e in vivo, lo studio dell’interazione virus-ospite e meccanismi di patogenicità e nuovi approcci e strumenti diagnostici, preventivi e terapeutici.  “Questo bando di ricerca è associato al finanziamento che supporta la rete di sequenziamento genomico di SARS-CoV-2, già attiva in Italia da aprile 2021, e l’analisi della risposta immunologica alla vaccinazione con metodiche uniformi sul territorio nazionale – sottolinea Silvio Brusaferro, Presidente ISS – un elemento in più a sottolineare che ricerca e salute pubblica devono sempre viaggiare insieme”.

“L’obiettivo è di creare, in sinergia con altre iniziative come il progetto Inf-Act, Finanziato dal PNRR, una rete di ricerca su Sars-CoV-2 e, in prospettiva, sulle emergenze infettive – commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss – , sul modello di quella nata all’epoca per lo studio del virus Hiv che ha sostenuto e fatto crescere tanti ottimi ricercatori in Italia”.

Le domande potranno essere presentate entro 45 giorni dalla pubblicazione del bando attraverso la piattaforma dedicata che sarà attiva nei prossimi giorni.

Fonte: ISS




Bilancio Bancoalimentare Anno 2022: 110mila tonnellate di cibo distribuite

La Onlus registra un aumento di richieste di aiuto e fa appello ad aziende, enti e istituzioni per realizzare nuove partnership nel 2023 al fine di dare risposte concrete al bisogno crescente

Le difficoltà legate allo scoppio della guerra in Ucraina, all’aumento dell’inflazione e alla crescita dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia non hanno fermato neanche nel 2022 l’attività di recupero e redistribuzione di cibo che Banco Alimentare realizza ogni giorno in tutta Italia. Quest’anno la Onlus stima di aver distribuito 110.000 tonnellate di cibo, salvandone dallo spreco 42.500 con un risparmio di circa 92.225 tonnellate di CO2 equivalente non emesse.

Siamo preoccupati per la situazione che stiamo vedendo nel nostro Paese – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus – con sempre più persone e famiglie che si trovano in povertà assoluta o che rischiano di scivolarci nonostante abbiano un lavoro. Dall’inizio dell’anno sono state 85.000 in più le richieste ricevute dalle 7.600 strutture caritative che sosteniamo in tutta Italia: si tratta di un aumento consistente di richieste che ha fatto salire a 1.750.000 le persone che aiutiamo. Si tratta sempre più di italiani, di famiglie con figli in cui la presenza di un reddito non garantisce più la possibilità di arrivare alla fine del mese con le proprie forze. E questo a fronte di una situazione che conferma le stime dell’anno di meno 8% rispetto al 2021 del cibo recuperato e redistribuito”.

Per rispondere in maniera sempre più efficace all’aumento delle richieste di aiuto è fondamentale far crescere la collaborazione tra le aziende della filiera agroalimentare, le istituzioni e le realtà del terzo settore: è questo l’appello che Banco Alimentare rivolge a tutti gli attori in campo per realizzare nuove partnership nel 2023.

La rete delle 21 Organizzazioni territoriali Banco Alimentare ha portato avanti nel 2022 l’attività quotidiana di recupero e redistribuzione degli alimenti, facendo fronte non solo all’aumento delle richieste di aiuto ma anche all’aumento del 45% dei propri costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e al calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati.

Banco Alimentare può contare sulla disponibilità di tempo e sulle competenze di oltre 1.800 volontari, attivi in tutta Italia e che permettono lo svolgimento dell’operatività quotidiana. Ogni giorno collabora con migliaia di aziende che donano alimenti, fondi, con cui sono progettate iniziative a sostegno della mission. Questo ha permesso di costruire alleanze solide e durature nel tempo che, oltre ad essere un enorme valore da far crescere, rende profondamente grati e responsabili di ogni bene ricevuto in dono. Banco Alimentare è cresciuto in capacità logistica, progettuale e di interlocuzione con vari soggetti, anche istituzionali: chiude l’anno con la certezza che ogni sfida che avrà la possibilità di affrontare il prossimo anno, lo vedrà accompagnato e sostenuto dall’amicizia operativa di tanti partner con cui ogni giorno cerca di costruire una realtà più sostenibile e inclusiva per tutti.

È importante anche nel 2023 dare continuità al sostegno che da 33 anni forniamo alle strutture caritative con noi convenzionate, riuscendo a mantenere gli stessi livelli del 2022 – aggiunge Bruno –. Non cerchiamo solo donazioni ma partnership con aziende, enti e istituzioni e cercheremo di promuoverle sempre di più nel corso del nuovo anno. Punteremo anche ad aumentare gli investimenti per cercare di ridurre i nostri costi di gestione, ad esempio introducendo il fotovoltaico nel nostro magazzino più grande a Parma e in qualche altra sede regionale. Non ultimo sarà fondamentale ottimizzare l’attività quotidiana con ulteriori sviluppi dal punto di vista della digitalizzazione”.

 




Un nuovo test per individuare anche nei dromedari la malattia epizootica emorragica

La Malattia Emorragica Epizootica del Cervo (EHD), causata da un virus trasmesso dalla puntura di insetti del genere Culicoides, fu individuata per la prima volta nel 1955 durante un’epidemia che colpì gravemente una specie di cervi caratteristica del Nord America. In questi animali, dai quali ha preso il nome originario, la patologia può assumere caratteristiche molto gravi, fino a portare alla morte in una grande percentuale di casi. Ma gli anni successivi mostrarono come possano esserne colpite anche altre specie di ruminanti, sia selvatiche che domestiche come ovini e bovini. Mentre i primi, pur essendo portatori, non sviluppano segni clinici importanti, i bovini possono ammalarsi, con ripercussioni sulla produzione di latte e in generale sull’intero sistema di allevamento

Attualmente è endemica in Nord America e ha causato diverse epidemie nei ruminanti in Africa, Australia, Medio Oriente e Asia. Nel 2006 sono stati riscontrati focolai in Nord Africa (Tunisia, Algeria e Marocco).

L’elevata presenza della malattia nel bacino del Mediterraneo rende particolarmente urgenti e importanti le strategie di rilevamento del virus responsabile (EDHV). Un contributo in questo senso viene da una ricerca realizzata dal  Reparto Produzione Vaccini Virali e Presidi Diagnostici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo (IZSAM)

Il lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista Journal of Tropical Medicine, è stato anche premiato dalla Società Italiana di Diagnostica di Laboratorio Veterinaria nel corso del suo ventesimo Congresso Nazionale.

I ricercatori hanno prima di tutto riprodotto in laboratorio, con tecniche ricombinanti, una proteina virale specifica del virus della Malattia Emorragica Epizootica, denominata VP7. Tale proteina ricombinate ha rappresentato la base per la realizzazione di un test ELISA (che individua la reazione antigene-anticorpo). “I dromedari – dice Simonetta Ulisse, del reparto Produzione Vaccini Virali e Presidi Diagnostici – non sembrano sviluppare segni clinici di malattia, ma possono infettarsi, e per questo motivo potrebbero giocare un ruolo nella diffusione della EHD. Si è formulata l’ipotesi che i dromedari possano rappresentare delle sentinelle ed essere quindi utili per il monitoraggio della presenza della malattia in un certo territorio”.

Con questi animali si punta l’attenzione sull’Africa, area che può rappresentare una vera e propria porta di ingresso verso l’Europa “Il nostro test – spiega Anna Serroni, del reparto Produzione Vaccini Virali e Presidi Diagnostici – si è dimostrato molto valido non solo nel rilevare la presenza di anticorpi specifici contro il virus dell’EHD nel siero di dromedari, ma anche nel discriminare questo virus rispetto ad altri molto simili, come quello della Bluetongue o quello della peste equina. Questo potrebbe permettere la rapida identificazione della malattia, in modo da aiutare gli interventi di sorveglianza e prevenzione anche in aree attualmente non interessate”.

Fonte: IZS Teramo




Covid-19, ancora una volta la Cina insidia il mondo

coronavirusAlle misure draconiane finalizzate al contenimento della diffusione di SARS-CoV-2 – il famigerato betacoronavirus responsabile della Covid-19 – ha fatto seguito l’adozione, da parte della Cina, di una politica diametralmente opposta.

Ciò si è tradotto in una drammatica escalation dei casi d’infezione, molti dei quali gravi e ad esito fatale soprattutto negli anziani, complice il ridotto tasso di immunizzazione della popolazione ottenuto mediante l’utilizzo di vaccini non particolarmente efficaci.

In questi tre anni di pandemia abbiamo acquisito molte conoscenze sul virus e sui suoi rapporti con noi umani e con gli animali. Sappiamo, infatti, che più il virus replica nelle nostre cellule, più è facile attendersi la comparsa di varianti altamente diffusive quali la omicron o patogene quali la delta. Almeno 30 sarebbero, altresì, le specie domestiche e selvatiche suscettibili all’infezione, alcune delle quali – visone e cervo a coda bianca – sarebbero parimenti capaci di “restituire” il virus all’uomo in forma mutata. Come accade per almeno il 70% degli  agenti responsabili delle malattie infettive emergenti, anche SARS-CoV-2 trarrebbe la propria origine dal mondo animale.

Se ne deduce pertanto che la corretta gestione di questa delicata fase della pandemia, ancora una volta di matrice cinese, richiederebbe un approccio olistico e multidisciplinare, ispirato al principio della One Health, la salute unica di uomo, animali ed ambiente.

Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria 
presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo 




Formazione Fad in materia di sistema I&R

La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della salute in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, ha realizzato, in modalità FAD asincrona, un percorso dal titolo “Il sistema I&R – identificazione e registrazione degli operatori, stabilimenti ed animali” destinato a tutti i soggetti responsabili e utenti del sistema I&R.

Le video-lezioni e gli approfondimenti saranno disponibili sulla piattaforma e-learning
dell’IZS a partire dal 25 gennaio e fino al 25 luglio 2023.

Per poter accedere alla formazione, è necessario iscriversi tramite la piattaforma della
formazione https://formazione.izs.it.

Il codice di iscrizione da utilizzare è I&R_23 (valido fino al 30 giugno 2023).

Per la figura professionale del medico veterinario, il percorso formativo è stato accreditato ECM (6 crediti).




La lista Rossa dei vertebrati italiani 2022

L’Italia mostra un notevole livello di biodiversità soprattutto in termini di ricchezza di specie. Gli ambienti italiani ospitano una fauna molto diversificata tra le più ricche dei paesi europei. Complessivamente circa il 10% della fauna italiana è endemica, vale a dire presente esclusivamente nel nostro paese. La ricca diversità di specie animali e vegetali presente in Italia è soggetta a minacce concrete dovute all’attività umana.

La Lista Rossa dei vertebrati italiani rappresenta i risultati del lavoro di aggiornamento della valutazione della Lista Rossa IUCN realizzata nel 2013; la metodologia IUCN impone infatti l’aggiornamento entro i dieci anni successivi alla prima stesura. Nel corso della valutazione condotta nel 2013 furono considerate presenti 672 specie di vertebrati terrestri o d’acqua dolce, nella valutazione di aggiornamento il numero è leggermente aumentato fino a 700.

Le specie vertebrate in pericolo critico (CR) sono in totale 40. Di queste quelle che si sono aggravate rispetto alla valutazione del 2013 sono: la Savetta, il Carpione del Garda, il Temolo adriatico, il Geotritone del sarrabus, il Mignattino comune, l’Orecchione sardo.

Entrano nella valutazione di “pericolo critico” (prima assenti per carenza di dati o non valutati): lo Squalo volpe, la Trota mediterranea, il Falco pescatore, il Voltolino, lo Schiribilla.

Le specie classificate “in pericolo” (EN) sono 65.

Gli obiettivi della Lista Rossa sono cinque:

1 – Creazione di una rete di esperti per la valutazione del rischio di estinzione delle specie di vertebrati in Italia;

2 – valutazione del rischio di estinzione per tutte le specie di vertebrati terrestri e un gruppo di vertebrati marini;

3 – Identificazione delle principali minacce antropogeniche ai vertebrati valutati e delle azioni di conservazione necessarie per contrastarle;

4 – Identificazione delle specie e degli ambienti a maggior rischio in Italia;

5 – Creazione e mantenimento di una base di riferimento utile a valutare la tendenza dello stato di conservazione della biodiversità in Italia, garantendo la possibilità l’andamento, nel tempo, del rischio di estinzione delle specie confrontando le valutazioni precedenti.

Lista Rossa dei Vertebrati italiani 2022

 

 

 




In aumento i casi di influenza aviaria nel pollame e negli uccelli acquatici

I casi di infezione da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sono aumentati nel pollame e negli uccelli acquatici dall’estate. E’ quanto si afferma nell’ultimo rapporto curato dall’EFSA, dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dal Laboratorio di riferimento dell’UE (EURL).

Mentre il numero di segnalazioni di casi di virus HPAI nelle colonie riproduttive di uccelli marini è calato rispetto al precedente periodo di segnalazione (giugno-settembre 2022), il numero di casi negli uccelli acquatici e nel pollame è invece aumentato. Si sospetta che l’aumento del numero di focolai infettivi  nel pollame a partire dall’estate sia legato alla propagazione del virus tramite uccelli acquatici. Informazioni specifiche sull’andamento dei casi sono disponibili in un prodotto interattivo o dashboard pubblicato quest’oggi dall’EFSA.

L’epidemia di HPAI in corso è la più vasta mai osservata in Europa. Nel primo anno dell’epidemia, da ottobre 2021 a settembre 2022, sono stati notificati in 37 Paesi europei un totale di 2 520 focolai nel pollame, 227 focolai nei volatili in cattività e 3 867 casi nei volatili selvatici. Negli allevamenti interessati dal virus sono stati abbattuti circa 50 milioni di volatili. L’insolita persistenza dell’HPAI nei volatili selvatici e nel pollame per tutta l’estate del 2022 indica che per la prima volta non c’è stata una netta separazione tra la fine del primo anno dell’epidemia e l’inizio della stagione HPAI di quest’anno, iniziata nell’ottobre 2022.

L’ECDC, che ha ugualmente contribuito alla stesura del rapporto, ha concluso che il rischio di infezione per la popolazione umana dell’UE/SEE in genere è basso, e da basso a medio per le persone esposte al virus per motivi professionali.

Dando seguito a una richiesta della Commissione europea, l’EFSA sta valutando la disponibilità di vaccini contro l’HPAI per il pollame oltre che potenziali strategie vaccinali. I risultati di questo studio, a cui contribuiscono anche l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’EURL, saranno disponibile nella seconda metà del 2023.

Atti scientifici di riferimento




Progetti SIMeVeP. Risk based meat safety assurance system. An introduction to key concepts for future training of official veterinarians

È stato pubblicato sulla rivista Food Control l’articolo dal titolo ‘ Risk based meat safety assurance system – An introduction to key concepts for future training of official veterinarians’ elaborato da uno dei 5 gruppi di lavoro (gruppo di lavoro “formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni”), del quale è componente per la SIMeVeP Maurizio Ferri, nell’ambito della rete RIBMINS (“Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance)” di COST Action 18105.

L’iniziativa COST  European Cooperation in Science and Technology è un programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica nato nel 1971 di cui l’Italia è paese fondatore.

Questi gli highlights:

– Il sistema convenzionale di sicurezza della carne in Europa si sta attualmente spostando verso un approccio più basato sul rischio e sulla scienza.

– È stato proposto un sistema di garanzia della sicurezza della carne basato sul rischio e integrato (RB-MSAS) per affrontare i pericoli più rilevanti identificati da EFSA.

– I veterinari ufficiali (VU) svolgono un ruolo essenziale come gestori del rischio in questo nuovo quadro.

– Le sfide future sono legate a nuovi strumenti di formazione avanzata per i VU.

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