Influenza Equina: perché è importante monitorarla

Negli ultimi giorni, in diverse Regioni italiane sono stati segnalati nuovi episodi di Influenza Equina (IE), confermati dal punto di vista diagnostico. Si tratta di una malattia respiratoria virale altamente contagiosa che colpisce principalmente i cavalli e può interessare anche gli asini. Nella maggior parte dei casi l’infezione decorre senza sintomi evidenti; tuttavia, in alcune circostanze possono verificarsi episodi clinici che coinvolgono un numero elevato di animali, soprattutto in presenza di focolai epidemici.

La forma classica dell’IE si manifesta con due sintomi tipici: febbre alta e tosse secca. Possono comparire anche altri segni legati all’apparato respiratorio, come uno scolo nasale che da sieroso può diventare purulento in caso di complicazioni batteriche. In questi casi la malattia, sebbene raramente letale, può avere un impatto significativo sul benessere degli animali e conseguenze rilevanti sia sul piano sanitario che economico: può portare, ad esempio, alla sospensione di gare e alla limitazione degli spostamenti. Inoltre, può compromettere in modo marcato le performance sportive o lavorative dei cavalli.

Poiché il virus si diffonde rapidamente soprattutto quando gli animali sono a stretto contatto, è fondamentale adottare con rigore le misure di biosicurezza: isolamento dei soggetti malati, accurata disinfezione degli ambienti e vaccinazione preventiva. Questi strumenti rappresentano il mezzo più efficace per prevenire la diffusione dell’infezione e ridurne la sintomatologia.

I virus responsabili dell’IE appartengono ai ceppi Europeo e Americano del sottotipo H3N8, che comprende numerose varianti, in modo simile a quanto avviene per l’influenza umana. Dall’inizio degli anni ’90 il sottotipo H3N8 si è suddiviso in due ceppi distinti, europeo e americano; quest’ultimo si è poi ulteriormente distinto nei ceppi KentuckySud America e Florida, che a sua volta include i clades 1 e 2. Tranne un caso isolato in Cina attribuito al clade 2, tutti i virus identificati tra il 2019 e l’inizio del 2020 appartengono al Florida clade 1.

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Fonte: IZS Lazio e Toscana