T-Racing, la tecnologia che aiuta a tracciare le malattie negli allevamenti

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ha sviluppato T-Racing, una nuova applicazione che consente di seguire con precisione la diffusione delle malattie negli allevamenti animali. Questo strumento innovativo, recentemente descritto sulla rivista scientifica PLOS ONE, è stato progettato per facilitare le indagini epidemiologiche, rendendo più semplice e immediata l’identificazione degli allevamenti esposti a infezioni.

Il funzionamento di T-Racing si basa su un metodo chiamato “analisi delle reti di spostamento”, che permette di visualizzare gli spostamenti degli animali come una rete dinamica di collegamenti tra allevamenti, incorporando anche la dimensione temporale. Grazie a questa rappresentazione, diventa più semplice identificare i percorsi delle infezioni e gli allevamenti maggiormente a rischio. Inoltre, la trasformazione automatica di dati complessi in informazioni operative rende più immediata l’azione delle autorità sanitarie. “Abbiamo progettato T-Racing – spiega il dottor Luca Candeloro, primo nome della ricerca – per rendere queste analisi accessibili a chi lavora sul campo, senza bisogno di conoscenze informatiche avanzate. L’applicazione integra dati ufficiali e li trasforma in uno strumento operativo per il contenimento delle malattie”.

L’efficacia di T-Racing è stata dimostrata tramite l’applicazione su focolai di brucellosi e tubercolosi bovina, due malattie che richiedono un monitoraggio rigoroso degli animali. Tradizionalmente questo tipo di analisi richiede un lungo processo manuale di raccolta e incrocio di dati provenienti da diverse fonti. T-Racing semplifica invece il processo rendendolo rapido e intuitivo, consentendo di identificare rapidamente le vie più probabili di trasmissione e gli allevamenti coinvolti. Inoltre, permette di integrare ulteriori informazioni, come dati provenienti da analisi genetiche dei patogeni, che ne potenziano ulteriormente le capacità operative.

Si tratta di un concreto esempio di come la tecnologia possa supportare la sanità pubblica veterinaria, migliorando le strategie di contenimento delle infezioni negli allevamenti e contribuendo alla prevenzione delle zoonosi, cioè quelle infezioni che possono essere trasmesse anche agli esseri umani. “Tracciare rapidamente la diffusione delle malattie – dice la dottoressa Lara Savini, secondo autore dello studio – è essenziale sia per la salute animale che per quella umana, in una prospettiva pienamente aderente al concetto di One Health”.

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Fonte: IZS Teramo