In Germania il record della Vespa velutina: mai così a nord

vespa velutinaIl 3 settembre 2019 un esemplare vivo di Vespa velutina è stato ritrovato ad Amburgo, città portuale nel nord della Germania.

Lo  studio pubblicato sulla rivista Evolutionary Systematics da ricercatori dell’università di Amburgo, mette in evidenza che si tratta del punto di ritrovamento più settrentionale in Europa, ma anche il punto più a Nord in tutto il mondo.

Non è chiaro se si tratti di un singolo campione giunto fin li accidentalmente o di una popolazione già in riproduzione, ma considerando la rapida velocità di invasione della specie e la sua tolleranza climatica relativamente elevata, non sembra improbabile che la specie abbia raggiunto Amburgo su rotte naturali e si riproduca qui.

La scoperta potrebbe suggerire quindi che la specie potrebbe diffondersi molto più velocemente dei 78 km all’anno precedentemente individuati e anche in regioni climaticamente non favorevoli.

“Questi risultati vanno presi seriamente – ha commentato Martin Husemann, coordinatore dello studio – Non è importante che si tratti di un solo esemplare o di un membro di una colonia che si è stabilizzata nella città. Le specie invasive sono una delle grandi sfide per il mondo moderno e un elemento ecologico ed evolutivo importante”.

In ogni caso l’area dove è stato catturato l’insetto sarà monitorata per distruggere eventuali nidi potenziali e rallentare la velocità di invasione della specie.

La Vespa Velutina, o calabrone asiatico, è una specie aliena invasiva originaria dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano) che si sta diffondendo in Europa dal 2004, introdotta attraverso di merci di origine cinese.  Dopo il primo rilevamento in Aquitania (Francia), si è diffusa in pochi anni in quasi tutto il paese (da dove è penetrato anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania).

Dal 2012 è presente anche in Italia, penetrata in Liguria dal confine francese.

E’ predatrice di api e in grado di provocare ingenti danni all’apicoltura e alla biodiversità: oltre a cacciare direttamente le api all’ingresso dell’arnia, impedisce loro di uscire per raccogliere nettare e polline, indebolendo in questo modo anche le colonie che rischiano di morire.

A cura della segreteria SIMeVeP