Cetacei spiaggiati, sentinelle della salute del mare

spiaggiamentiHic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae” (“Ecco il luogo ove la morte si compiace di venire incontro alla vita”): è questa la celebre frase che, a far tempo dalla seconda metà del XIX secolo, campeggia sulla facciata dello storico Ospedale degli Incurabili di Napoli.

Nulla di più rispondente al vero non solo per noi umani, ma anche rispetto alla straordinaria valenza di balene e delfini spiaggiati nei confronti dei propri “consimili”, la cui vita si svolge esclusivamente in ambiente acquatico.

Le oltre 90 specie cetologiche popolanti i mari e gli oceani del nostro Pianeta risultano sempre più minacciate per mano dell’uomo, come chiaramente si evince dagli esiti delle indagini post mortem effettuate su esemplari rinvenuti spiaggiati.

La crescente contaminazione chimica e da materie plastiche degli ecosistemi marini, unitamente all’intrappolamento in reti da pesca ed alle collisioni con natanti, rappresentano infatti alcune tra le più significative minacce antropogeniche per la cetofauna dei nostri mari, mentre numerosi agenti patogeni di natura virale, batterica e parassitaria – alcuni dei quali a comprovata capacità zoonosica – ne minano ulteriormente, al contempo, il già precario stato di salute e di conservazione.

Un approccio multidisciplinare, basato sul principio/concetto della “One Health” – la salute unica di uomo, animali ed ambiente – costituisce pertanto lo strumento ideale per affrontare e gestire al meglio queste complesse problematiche con tutte le inevitabili ricadute sia in ambito sanitario che conservazionistico.

Giovanni Di Guardo
DVM, Dipl. ECVP, Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo