ECM Torino: Il valore del cibo, il cibo di valore

donazione ciboSi terrà il 17  novembre a Torino il corso ECM organizzato dalla SIMeVeP. Il corso dal titolo “Il valore del cibo, il cibo di valore”  è aperto a 70 partecipanti ed è gratuito.

Il corso è aperto a Medicini Veterinari, Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e Medici Chirurghi (igiene alimenti e nutrizione)ed  ha ottenuto 5 crediti ECM.

La sicurezza alimentare, intesa come la possibilità di disporre di  alimenti nutrienti tutti i giorni, viene a mancare a molte famiglie; il loro numero è sempre maggiore (oltre 1,5 milioni di nuclei) mentre sembrano diminuire le risorse a disposizione per fronteggiare questo grave problema. I poveri, quelli veri, a differenza di quanto ha esternato di recente una parte del mondo politico, non possono permettersi di mangiare cibi di  qualità. Questo perché accedono alle mense, agli empori della solidarietà o usufruiscono di pacchi alimentari offerti dal grande mondo del volontariato e gli alimenti messi loro a disposizione non sono certamente le primizie o le  specialità dei territori ma prodotti sicuramente sicuri, ma non di nicchia, forniti dal Banco Alimentare  grazie a donazioni della GDO.

Il “cibo di valore, il valore del cibo” è il traguardo ancora lontano che si vuole raggiungere insieme, Medici Veterinari Pubblici, Medici del SIAN, Tecnici della Prevenzione, Operatori delle associazioni del Terzo Settore, con la consapevolezza di poter essere tutti facilitatori nel diffondere l’idea di utilizzare le eccedenze alimentari e di diminuire, così, lo spreco alimentare. Altro obiettivo è quello di proporre a chi distribuisce gli alimenti una nuova idea che preveda l’utilizzo di cibi salubri, nell’ottica della nuova piramide alimentare, e che riduca, se possibile, la distribuzione di alimenti ricchi di grassi e di zuccheri.

Ma discutere di “cibo di valore” vuole anche essere l’occasione per affrontare le nuove frontiere dell’alimentazione, dalla possibilità di inserire gli insetti (novel foods) fino a discutere della carne coltivata della quale si parla spesso senza avere ancora una solida base scientifica: demonizzata e osteggiata  da alcune categorie mentre da altre considerata una grande risorsa sia nel rispetto ambientale sia nella eterna lotta alla fame nel mondo.

Programma

Scheda di iscrizione

 




Progetto RIBMINS e Training manual per Medici Veterinari

Più di dieci anni fa (2013), l’EFSA ha proposto un nuovo sistema di garanzia della sicurezza delle carni basato sul rischio (RB-MSAS) che mira ad affrontare i rischi più recenti e più rilevanti associati alle carni e a proteggere l’uomo nonché la salute e il benessere degli animali.

I vantaggi di questo nuovo quadro per la sicurezza della carne risiedono nella combinazione e integrazione longitudinale delle misure di prevenzione e controllo lungo la filiera di produzione delle carni.  Ciò ha comportato  la revisione della normativa comunitaria tra il 2014 e il 2019. Tuttavia, lo stato di attuazione di RB-MSAS varia notevolmente tra i paesi europei, allo stesso modo  le opportunità di formazione disponibili per i veterinari ufficiali (OV). L’azione COST (Cooperation in Science and Technology) sull’ispezione delle carni basata sul rischio e sulla garanzia integrata della sicurezza delle carni (RIBMINS, https://ribmins.com/) si è svolto tra il 2019 e il 2023 con l’obiettivo di unire e rafforzare a livello europeo gli sforzi di ricerca nella modernizzazione dei sistemi di controllo della sicurezza delle carni.

RIBMINS, finanziato da COST è nata come una rete di oltre 270 scienziati provenienti da 36 paesi europei e partecipanti provenienti da USA, Australia, Nuova Zelanda e Brasile. Al sui interno cinque gruppi di lavoro si sono dedicati a diverse aree di gestione del rischio di sicurezza delle carni: (i) ambito e obiettivi della garanzia della sicurezza delle carni, (ii) categorizzazione del rischio e controlli a livello di allevamento;  (iii) categorizzazione del rischio e controlli a livello di macello, (iv) impatto dei cambiamenti e alternative all’ispezione tradizionale delle carni e (v) formazione sul sistema di garanzia della sicurezza delle carni, comunicazione e monitoraggio. Nell’ambito di RIBMINS, sono state organizzate tre scuole di  formazione accessibili gratuitamente online. Inoltre, sono stati pubblicati innumerevoli lavori scientifici, risultato degli sforzi congiunti dei  gruppi di lavoro, molti dei quali rilevanti per la formazione della futura generazione di VU che  dovrebbero assumere un ruolo di primo piano come gestori del rischio all’interno dei sistemi RB-MSAS.

Nel presente manuale di formazione sono state inserite  le pubblicazioni ritenute utili come materiale formativo ed il cui elenco completo è disponibile nel sito RIBMINS (https://ribmins.com/reports-publications/). Lo scopo del manuale è di rendere i risultati di RIBMINS accessibili alle esigenze formative dei VU e di fornire una panoramica dei materiali che possono essere utilizzati per la loro formazione  e per quella di altri gestori del rischio. Non è pensato per essere un libro di testo, ma un documento di orientamento.

Leggi il manuale

Maurizio Ferri




Ferri: brevi osservazioni sulla bocciatura Comagri del PE su carne coltivata

È stata bocciata dalla Commissione agricoltura e sviluppo rurale (Comagri) del Parlamento europeo una risoluzione sulle colture proteiche che al paragrafo 19 contiene riferimenti a prodotti innovativi a base cellulare, il cosiddetto cibo sintetico o carne coltivata, definita un’opportunità da sfruttare.  In sintesi l’obiettivo della risoluzione è di incrementare la produzione di colture di proteine in Europa per rendere l’Europa indipendente dai paesi terzi da cui importa quasi il 70% delle materie prime ad alto contenuto proteico necessarie per l’alimentazione animale.

I censori appartenenti a gruppi politici trasversali  nei loro emendamenti sostengono che la bocciatura dei cibi da laboratorio non pregiudica l’importanza delle innovazioni nel settore delle biotecnologie sostenibili per un’agricoltura in grado di produrre di più, utilizzando meno risorse, resistente agli eventi climatici come siccità e alluvioni e come alternativa più efficace ai fitofarmaci.

Il progetto di risoluzione che dovrà essere sottoposto a votazione in plenaria, probabilmente nella sessione del 16-19 ottobre, segue l’iniziativa della Governo italiano che già lo scorso marzo aveva proposto un disegno di legge congiunto Ministero della Salute e Ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, che vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici:  il primo divieto al mondo alla carne sintetica che, paradossalmente è già vietato nell’UE dal momento che l’EFSA con riferimento alla normativa sui novel food o nuovi alimenti non ha ancora fornito un parere scientifico alla Commissione sui rischi potenziali di sicurezza alimentare e non ha ricevuto finora una richiesta di valutazione.

Come ho già fatto osservare, l’intento del disegno di legge è palesemente oscurantista sul campo della ricerca e blocca gli investimenti, e se approvato rischierebbe di tagliare l’Italia fuori da un’innovazione che ha previsioni di mercato per il 2030 tra 5 e 25 miliardi di dollari o di ripetere quanto è accaduto con gli organismi geneticamente modificati (OGM) che in Italia non possono essere coltivati, così come nella maggior parte dei paesi dell’UE, ma vengono regolarmente importati come farine animali. Un gruppo di biotecnologi italiani sulla rivista Nature Biotechnology, ha sostenuto che il provvedimento, se venisse approvato, avrà effetti negativi di lunga durata sul progresso scientifico e sociale di questo settore emergente con il rischio di delocalizzare i centri di ricerca.

Queste posizioni di chiusura, volute dalle più importanti associazioni di agricoltori (in Italia Coldiretti) le cui dichiarazioni evocano un scenario distopico di gruppi che attraverso il cibo sintetico vogliono monopolizzare la fornitura alimentare mondiale, e supportate da gruppi politici che sostengono la necessità di salvaguardare il Made in Italy puntando su un legame diretto natura-cibo, sono il risultato di una falsa narrativa che va smantellata e che vede la carne coltivata come la soluzione alla fame nel mondo o al fabbisogno proteico sempre crescente.  Le aziende e start-up che vogliono investire in questo settore in Europa non dovrebbero essere ostacolate da misure governative, come quella italiana. Diversamente andrebbe avviato un dialogo con il pubblico e gli stakeholders con un loro coinvolgimento nel dibattito scientifico, per sensibilizzare l’interesse sulla ricerca biomedica e sulle questioni critiche, e per costruire un consenso che evitando un divieto, che come è accaduto in passato (ed. OGM) potrebbe soffocare questo campo emergente.

Sul fronte della ricerca, per la produzione su scala industriale di carne coltivata sono necessari ulteriori studi che valutino il potenziale di maggiore efficienza energetica, sostenibilità e minore impronta di carbonio rispetto alla carne convenzionale. La carne coltivata non sarà mai in grado di sostituire la carne convenzionale: esistono numerosi ostacoli economici e tecnici che devono essere superati per rendere la produzione redditizia e su scala industriale. Inoltre, può essere vista come un’alternativa proteica alimentare, come nel caso degli insetti o delle alghe, solo da quei consumatori facoltosi che lo accettano, sono disposti a pagare di più e vogliono essere rassicurati sulla produzione di carne senza la macellazione degli animali.

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Dott. Maurizio Ferri




Il GdL Filiere Fragili si rinnova

Cambio della guardia alla guida del Gruppo di Lavoro SIMeVeP “Filiere fragili e produzioni locali”, il GdL nato per impulso di Raffaella Moretti con l’intento di fare il punto circa il sistema dei controlli in sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare e la conseguente sua applicazione, ispirata ai principi di flessibilità previsti dalla vigente normativa, nelle produzioni animali e agroalimentari sostenibili e di nicchia, anche dette piccole produzioni locali che rappresentano le unità costituenti delle c.d. filiere fragili.

Alla Dott.ssa Moretti, cui va il sentito rigraziamento di SIMeVeP per il lavoro svolto in questi anni, subentra Angelo Citro.

Le eccellenze alimentari del nostro Paese poggiano su processi produttivi artigianali che fanno riferimento a culture e tradizioni vecchie di secoli, arricchite tra un passaggio generazionale e l’altro e costituiscono l’essenza stessa di interi territori, spesso marginali, dai quali originano veri e propri capolavori dell’agroalimentare universalmente conosciuti e apprezzati.

Tutto questo però non è più sufficiente a tenere in vita piccole aziende, generalmente a carattere familiare, che risultano di fatto annientate da soggetti economici più grandi e dominanti del mercato; dal mondo produttivo rurale emerge che una delle problematiche più sentite che limitano la sopravvivenza di queste piccole ma preziose realtà produttive, è quella di essere trattato alla stregua della grande industria alimentare, senza però avere alle spalle una struttura che gli consenta di gestire l’eccessivo peso burocratico.

Il Gdl ha pertanto come obiettivo principale quello di contribuire a sviluppare a pieno le potenzialità di tutte quelle realtà aziendali che operano in “filiera corta” fornendo, al piccolo produttore, un diverso modello di approccio culturale al binomio normative/pratiche produttive e sfruttando al massimo, le “previste e performanti potenzialità di flessibilità”, nell’applicazione delle norme stesse.

Il Gdl intende raggiungere i propri obiettivi attraverso la promozione, il patrocinio e la realizzazione di iniziative culturali, anche a carattere divulgativo, che prevedono l’intervento e la collaborazione di tutti gli interlocutori di Sanità Pubblica del SSN, Università e soggetti del mondo economico-produttivo e della società civile.

Per partecipare alle attività del gruppo di lavoro, scrivere a segreteria@veterinariapreventiva.it indicando nell’oggetto il gdl a cui si intende aderire, e nella mail nome, cognome, recapiti, ente di appartenenza e una breve presentazione dell’esperienza in materia.




La carne coltivata. Limiti, vantaggi e prospettive future

Una delle sfide che il mondo deve affrontare è quella di garantire cibo sufficiente per la popolazione, che si prevede raggiungerà 9-11 miliardi nel 2050. Secondo un rapporto della FAO per soddisfare il futuro fabbisogno alimentare, la produzione mondiale di carne dovrà essere più che raddoppiata, passando da 229 milioni di tonnellate nel 1999/2001 a 465 milioni di tonnellate entro il 2050.  La stessa organizzazione stima che con la crescita della popolazione e l’aumento dei redditi medi la domanda globale di prodotti di origine animale aumenterà fino al 70% tra il 2010 e il 2050,  mentre la carne fino al 15% entro il 2031 3 con effetti sulla salute, risorse ed ambiente.

Le necessità di approvvigionamento alimentare globale al netto degli effetti del cambiamento climatico hanno stimolato processi di innovazione tecnologica del settore agroalimentare per produrre cibo più sicuro, sostenibile, con ridotto impatto sull’ambiente ed offrire più scelte ai consumatori.

C’è necessità inoltre di sviluppare la ricerca sulle fonti proteiche alternative a quelle ottenibili con l’allevamento e macellazione degli animali come gli alimenti a base vegetale, gli insetti per il consumo umano, le micoproteine derivate da funghi, le alghe, gli ingredienti ottenuti con la fermentazione di precisione e la carne coltivata, perché le diete future probabilmente incorporeranno una combinazione di questi prodotti.

La carne coltivata è un tema che sta facendo discutere moltissimo con posizioni che vanno dal rifiuto di tutto ciò che è alimentazione artificiale (es. neofobia) all’apertura verso l’innovazione tecnologica e diversificazione dell’industria alimentare con nuovi prodotti che offrono vantaggi di tipo etico, migliore sostenibilità e bassa impronta di carbonio. La produzione di carne coltivata afferisce alla cosiddetta agricoltura cellulare, un campo di ricerca emergente dell’agri-biotecnologia che mira a produrre prodotti agricoli utilizzando cellule staminali, senza sacrificare animali o coltivazioni. Il processo utilizza le tecnologie della coltura cellulare ed ingegneria tissutale applicate da decenni nel settore delle biotecnologie (es. produzione di proteine ricombinanti, vaccini e farmaci, come l’insulina) e in medicina umana a partire dalle cellule staminali per rigenerare i tessuti o sostituire le cellule

Scarica gratuitamente il documento “La carne coltivata. Limiti, vantaggi e prospettive future” a cura di Maurizio Ferri, responsabile scientifico SIMeVeP




Gruppo consultivo sulla sostenibilità dei sistemi alimentari (AGSFS)

Sistemi alimentari sostenibili

La proposta di un quadro legislativo per sistemi alimentari sostenibili (FSFS) è una delle iniziative faro della Strategia Farm to Fork.  Come annunciato nella strategia, sarà adottato dalla Commissione entro la fine del 2023. L’obiettivo è di accelerare e facilitare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, promuovere la coerenza delle politiche a livello dell’UE e nazionale, l’integrazione della sostenibilità in tutte le politiche relative all’alimentazione e il rafforzamento della resilienza dei sistemi alimentari. La proposta sarà adottata al termine di un’ampia consultazione che è stata avviata con la valutazione d’impatto iniziale (IIA) pubblicata per il feedback pubblico nel 2021, e una consultazione pubblica terminata nel 2022. ​La valutazione di impatto verrà finalizzata prima della ’adozione della proposta.

Gruppo consultivo sulla sostenibilità dei sistemi alimentari (AGSFS)

Al fine di consultare in modo aperto e trasparente tutte le parti interessate sulle questioni relative all’attuazione della strategia Farm to Fork e sostenibilità dei sistemi alimentari, la Commissione Europea  ha  istituito un gruppo consultivo sulla sostenibilità dei sistemi alimentari (Advisory Group Sustaniability Food Sytem- GSFS) che ha sostituito il “gruppo consultivo sulla catena alimentare e la salute degli animali e delle piante” dal 15 luglio 2022.

AGSFS fornisce alla Commissione europea le opinioni delle parti interessate sulla aree correlate alla sostenibilità dei sistemi alimentari:

  • sicurezza degli alimenti e dei mangimi
  • etichettatura e presentazione di alimenti e mangimi
  • sanità pubblica e nutrizione umana in relazione alla legislazione alimentare
  • salute e benessere degli animali
  • produzione di alimenti/mangimi e relazioni internazionali
  • nuove tecnologie, inclusa la biotecnologia
  • fitosanitari, prodotti fitosanitari e loro residui
  • condizioni per la commercializzazione delle sementi e del materiale di moltiplicazione

La sostenibilità dei sistemi agroalimentari deve essere intesa come comprensiva di tutti gli aspetti relativi alle aree salute/alimentazione/marketing, ambiente/clima, agricoltura/agronomia/pesca/acquacoltura e scienze sociali, nonché nelle aree della trasformazione digitale e della finanza relative ai sistemi agroalimentari.

AGSFS, a cui partecipa anche la FVE,  si è riunito il 12 Luglio per discutere il documento della Commissione sulla legge quadro sulla sostenibilità in cui vengono presentati gli obiettivi, il campo di applicazione e l’architettura generale. Questo è il link della presentazione della Commissione:  ​ https://food.ec.europa.eu/system/files/2023-07/adv-grp_ad-hoc_20230712_pres-01.pdf.

Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP

 




Progetto RIBMINS Risk-based meat inspection

L’azione COST RIBMINS (Risk-based meat inspection) che si occupa di ispezione della carne basata sul rischio e assicurazione integrata della sicurezza delle carni (RB-MSAS- Risk-based meat inspection and and integrated meat safety assurance) ha recentemente organizzato un incontro a Bruxelles a cui hanno partecipato organizzazioni internazionali, industria, autorità competenti e mondo accademico. L ‘obiettivo era quello di discutere criticamente gli sforzi condotti a livello europeo per l’implementazione di moderni sistemi di sicurezza delle carni e sviluppare concetti per il futuro.

I risultati di questo incontro saranno pubblicati come una tabella di marcia/documento di posizione che può essere utilizzato per indirizzare la ricerca futura e gli sforzi legislativi.

Coinvolgimento degli esperti e parti interessate

I pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sull’ispezione della carne dal punto di vista della salute pubblica raccomandano di non eseguire palpazioni e incisioni di routine per evitare la contaminazione incrociata, ad eccezione di quelle condotte per il monitoraggio di alcune zoonosi.  Il progetto RIBMINS ha consentito di documentare  notevoli variazioni nei sistemi di codifica delle ispezioni delle carni e dei criteri di condanna. I futuri sistemi di sicurezza delle carni in Europa devono trovare un equilibrio tra l’armonizzazione delle linee guida sviluppate su base scientifica e la flessibilità attraverso l’uso della calibrazione e l’attenzione ai principi basati sul rischio.

Kris De Smet, funzionario della Commissione nella  Direzione Generale per la sanità e sicurezza alimentare (DG SANTE), ha affermato: “L’ispezione delle carni è in costante evoluzione per adattarsi ai nuovi rischi e nuove tecnologie.  La legislazione dell’UE riconosce la necessità di considerare costantemente i nuovi sviluppi scientifici e tecnologici. Il compito di RIBMINS è di informare le autorità competenti su questi sviluppi al fine di rendere l’ispezione delle carni più efficiente in termini di sicurezza alimentare e risorse. Inoltre, rimane difficile trovare un giusto equilibrio nell’ispezione delle carni tra le verifiche di  sanità animale e i rischi per la sanità pubblica. I nuovi sviluppi possono contribuire a trovare questi equilibri”.

Il prof. Truls Nesbakken dell’Università norvegese di scienze della vita, uno dei pionieri del moderno sistema di ispezione delle carni, ritiene che l’attuale ispezione della carni abbia ancora molte somiglianze con l’ispezione classica fondata da Robert von Ostertag alla fine dell’800. “Abbiamo appreso che la classica ispezione delle carni con i suoi esami organolettici non è in grado di rilevare alcuni importanti agenti zoonotici. È stata una occasione unica  poter partecipare al gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici dell’EFSA che ha raccomandato miglioramenti e metodi alternativi per l’ispezione delle carni nel periodo 2010- 2013. Tuttavia, la maggior parte delle nostre conclusioni non è stata applaudita e seguita dalla Commissione europea e dal Parlamento UE. Di conseguenza,  il ruolo chiave di RIBMINS è stato quello di dare seguito ai pareri dell’EFSA e di aggiungere nuove idee per l’ispezione delle carni e consentire di realizzare il sistema RB-MSAS per la protezione dei consumator”i.

L’importanza di una futura collaborazione è stata sottolineata dalla professoressa Lis Alban del Danish Agriculture & Food Council e vicepresidente di RIBMINS: “Far parte di RIBMINS ha permesso ai ricercatori, operatori del settore alimentare ed autorità competenti di incontrarsi e stabilire un piattaforma per la collaborazione.  Il cambiamento avverrà solo se ci ascolteremo e collaboreremo!”.

La prof.ssa Diana Meemken della Libera Università di Berlino ha aggiunto che le crescenti richieste della società sulla produzione di alimenti di origine animale richiedono concetti innovativi e una cooperazione costruttiva tra le parti interessate e la scienza. La formazione continua dei veterinari ufficiali (VU) è un altro prerequisito per l’attuazione delle modifiche legislative nell’ispezione delle carni in diversi paesi.

La prof.ssa Sophia Johler dell’Università di Zurigo aggiunge: “I veterinari ufficiali svolgono un ruolo centrale come gestori del rischio nel sistema avanzato di RB-MSAS. Sono fortemente impegnati nell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita professionale e la loro formazione continua è fondamentale per consentire loro di adempiere ai loro compiti secondo standard elevati.

La prof.ssa Claudia Guldimann dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco ha aggiunto che l’interesse costante per la professione veterinaria tra i giovani veterinari, conciliando lavoro e vita familiare e garantendo un alto livello di competenza, è un pilastro importante per la futura ispezione delle carni. Mario Silvestro, del Gruppo Cremonini, rappresenta la prossima generazione di professionisti altamente motivati. Mario lavora per una delle principali aziende italiane dell’industria della carne. Ha affermato che RB-MSAS è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità delle carni  destinate al consumo umano. “È anche più conveniente ed efficiente nel prevenire la diffusione di malattie di origine alimentare e quindi un passo cruciale per garantire la sicurezza e l’integrità della catena di approvvigionamento alimentare. In Italia disponiamo di sistemi digitali avanzati per la gestione dei dati di sanità pubblica a livello zootecnico. L’ampia disponibilità di software di scambio dati integrato con queste piattaforme potrebbe essere un elemento prioritario per applicare questo nuovo approccio di ispezione“.

L’azione RIBMINS COST è cresciuta in quattro anni fino a raggiungere più di 250 membri che partecipano a gruppi di lavoro e che provengono da 36 paesi europei, ma anche da Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Brasile.  Il presidente di RIBMINS, il prof. Bojan Blagojevic dell’Università di Novi Sad, Serbia, definisce l’azione RIBMINS COST come un passo importante verso la modernizzazione dell’ispezione europea delle carni basata sul rischio e l’istituzione di sistemi integrati di garanzia della sicurezza delle carni (RB-MSAS ). Anche se l’azione RIBMINS COST terminerà quest’anno,  la rete di esperti risultante continuerà sicuramente a lavorare su un approccio più integrato e sistematico per implementare saggiamente i moderni sistemi di ispezione delle carni basati sul rischio.

Maurizio Ferri




In commercio un latte con il prolungamento della shelf-life di oltre il 60%

scadenza latte frescoMolto e da sempre si parla di eliminare gli sprechi, o perlomeno di ridurli sempre più significativamente per poter risparmiare risorse che quindi potranno essere meglio impiegate in altri ambiti.

Gli sprechi in ambito alimentare, sia nelle fasi di produzione primaria sia in tutte quelle della successiva trasformazione e commercializzazione/distribuzione, sono certamente tra quelli più odiosi ancor più perché, in un mondo globalizzato, gli squilibri dovuti agli sprechi assumono connotazioni sempre più drammatiche: basti pensare che buona parte dei flussi immigratori incontrollati sono determinati dalla mancanza di sicurezza alimentare, da intendersi come impossibilità di avere cibo a sufficienza.

L’argomento è affrontato dal dott. Vitantonio Perrone, con particolare riferimento alla scadenza del latte fresco, in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




Ferri nel gruppo EFSA degli stakeholder sui rischi emergenti

A seguito della candidatura proposta da FVE, che ha partecipato al bando come Organizzazione non Governativa, Maurizo Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, è stato selezionato per far parte del “Gruppo di discussione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) delle parti interessate  sui rischi emergenti – StaDGER”.

Il gruppo è stato creato da Efsa per migliorare lo scambio di informazioni sull’identificazione dei rischi emergenti e per migliorare la comunicazione e il dialogo sulle questioni relative ai rischi emergenti con le parti interessate.

Dal 2016 infatti, per affrontare le sfide attuali e future dei rischi emergenti, l’EFSA ha rinnovato il suo approccio e ha coinvolto in modo più interattivo e diversificato le diverse parti interessate per  contribuire al proprio lavoro sui rischi emergenti capitalizzandone le conoscenze specifiche.

Gli attuali modelli di coinvolgimento prevedono meccanismi permanenti e mirati. Come meccanismo mirato c’è appunto lo “Stakeholder discussion group on emerging risk (StaDG-ER)” così come altri che fanno parte del network rischi emergenti.

I membri del StaDG-ER possono presentare problemi riguardanti rischi emergenti in formati diversi. Lo screening dei potenziali problemi emergenti si basa sui criteri inclusi nella definizione di rischio emergente (ad esempio novità, esposizione nuova o aumentata e nuova suscettibilità).

L’EFSA valuta se i problemi specifici individuati rientrano nella sua missione e nel suo mandato di valutazione del rischio, se la valutazione del rischio da parte dell’EFSA o di altri organismi di valutazione del rischio per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi è già stata eseguita o se esistono prove sufficienti per modificare la valutazione del rischio disponibile, se la ricerca sulla problema è in corso e le raccomandazioni fornite.

Il gruppo viene rinnovato ogni tre anni e sono previsti due meeting all’anno

La prossima riunione è prevista per maggio/giugno 2023.

Lista degli stakeholder selezionati




Gli insetti come novel food, tra disgusto, rischi e benefici

Farina di insettiParlare di insetti come fonte alimentare umana (entomofagia) può suscitare un disgusto che risente di fattori psicologici strutturati all’interno della nostra cultura alimentare e dietetica e che associa gli insetti a esseri infestanti, portatori di malattie e indicatori di scarsa igiene. Il più grande ostacolo da superare è, dunque quello del pregiudizio culturale, legato alle abitudini, usi e tradizioni gastronomiche.

Nonostante i vantaggi economici, ecologici e nutrizionali degli insetti allevati per consumo umano, il successo della loro introduzione nella catena alimentare dipende dal superamento delle nostre limitazioni psico-culturali e ciò rappresenta una grande sfida.

Accanto ai vantaggi è necessario analizzare e valutare i rischi potenziali per il consumatore rappresentati da pericoli microbiologici (batteri e virus) e chimici (contaminanti ambientali) presenti negli insetti interi e prodotti derivati nei diversi passaggi dell’intero ciclo produttivo.

Ne parlano diffusamente il Vice Presidente SIMeVeP, Renato Giunta e il Coordinatore scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri, nell’articolo “Gli insetti come novel food, tra disgusto, rischi e benefici”