Programma di formazione globale: migliorare le capacità comunicative per i sostenitori di One Health

E’ pubblicata su “One Health & Implementation Research” la ricerca “Evaluation of a global training program in One Health communication” (‘Valutazione di un programma di formazione globale sulla comunicazione One Health’) frutto della collaborazione SIMeVeP con One Health Lessons.

Si tratta del primo studio a livello globale di valutazione di un programma train-to-trainer di comunicazione incentrato su One Health con un modello efficace da realizzare nelle scuole primarie e secondarie.

La ricerca ha valutato l’efficacia del programma Train-the-Trainer che ha coinvolto più di 1.500 aspiranti formatori provenienti da 98 paesi e che ha insegnato loro a parlare in pubblico e a comunicare la scienza nell’ambito di lezioni One Health nelle scuole primarie.

I risultati sono notevoli: il programma ha aumentato la fiducia dei formatori nell’offrire lezioni One Health; l’interesse degli studenti per One Health e degli insegnanti a raccomandare One Health.

I formatori in One Health svolgono un ruolo vitale come azioni sanitarie globali nelle comunità.

Speriamo che il programma e lo studio facilitino l’integrazione di OH nei programmi scolastici ed ispirino un coinvolgimento più precoce degli studenti.

Maurizio Ferri

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Il rischio zoonotico dei sarbecovirus

Il rischio zoonotico dei coronavirus trasmessi dai pipistrelli, incluso SARS-CoV-2 agente della pandemia COVID19, è oggetto di programmi di sorveglianza epidemiologica in Cina e nel sud-est asiatico, dove i pipistrelli selvatici sono ritenuti serbatoi dei parenti più stretti noti di SARS-CoV-2.

In Europa, l‘attività di sorveglianza è limitata a pochi studi che hanno esaminato e caratterizzato il coronavirus nei pipistrelli. In un recente lavoro, ricercatori britannici hanno applicato il sequenziamento dell’RNA per lo screening dei coronavirus in 48 campioni fecali di 16 specie di pipistrelli ed in sei specie di pipistrelli hanno recuperato nove genomi completi di quattro sarbecovirus strettamente correlati. Per testare la capacità di quest’ultimi coronavirus circolanti bel Regno Unito di infettare le cellule umane che esprimono come recettore l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (hACE2), hanno incorporato le loro proteine S-spike in pseudovirus basati su lentivirus (versioni sicure di questi virus) e ne hanno trovato uno in grado di legarsi, anche se in modo non ottimale, ed utilizzare le cellule umane ma con livelli innaturalmente elevati di recettore ACE2.

Sebbene ciò renda improbabile che il virus possa fare un salto zoonotico, diffondersi ed evolversi senza adattamenti chiave, in particolare nelle loro proteine S, l’alta prevalenza di ricombinazione genetica tra i sarbecovirus potrebbe facilitare il superamento della barriera genetica. Cioè: altri sarbecovirus che circolano nei pipistrelli britannici potrebbero essere in grado di legare l’ACE2 umano in modo più efficiente.

Questi risultati evidenziano che il rischio zoonotico dei sarbecovirus può estendersi oltre i confini asiatici ed interessare l’Europa, dove la sorveglianza genomica nella fauna selvatica è ancora limitata. Per evitare di essere colti di sorpresa nel caso in cui un prossimo sarbecovirus si riversi sugli esseri umani da una posizione o un ramo senza precedenti dell’albero genealogico, è prioritario realizzare programmi di sorveglianza virale più estesi a livello globale per comprendere le dinamiche di condivisione virale negli ospiti dei mammiferi, compresi i pipistrelli e fornire informazioni chiave sui determinanti molecolari ed ecologici degli eventi zoonotici.

Maurizio Ferri

Leggi l’articolo: “Genomic screening of 16 UK native bat species through conservationist networks uncovers coronaviruses with zoonotic potential”

 




Progetto RIBMINS Risk-based meat inspection

L’azione COST RIBMINS (Risk-based meat inspection) che si occupa di ispezione della carne basata sul rischio e assicurazione integrata della sicurezza delle carni (RB-MSAS- Risk-based meat inspection and and integrated meat safety assurance) ha recentemente organizzato un incontro a Bruxelles a cui hanno partecipato organizzazioni internazionali, industria, autorità competenti e mondo accademico. L ‘obiettivo era quello di discutere criticamente gli sforzi condotti a livello europeo per l’implementazione di moderni sistemi di sicurezza delle carni e sviluppare concetti per il futuro.

I risultati di questo incontro saranno pubblicati come una tabella di marcia/documento di posizione che può essere utilizzato per indirizzare la ricerca futura e gli sforzi legislativi.

Coinvolgimento degli esperti e parti interessate

I pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sull’ispezione della carne dal punto di vista della salute pubblica raccomandano di non eseguire palpazioni e incisioni di routine per evitare la contaminazione incrociata, ad eccezione di quelle condotte per il monitoraggio di alcune zoonosi.  Il progetto RIBMINS ha consentito di documentare  notevoli variazioni nei sistemi di codifica delle ispezioni delle carni e dei criteri di condanna. I futuri sistemi di sicurezza delle carni in Europa devono trovare un equilibrio tra l’armonizzazione delle linee guida sviluppate su base scientifica e la flessibilità attraverso l’uso della calibrazione e l’attenzione ai principi basati sul rischio.

Kris De Smet, funzionario della Commissione nella  Direzione Generale per la sanità e sicurezza alimentare (DG SANTE), ha affermato: “L’ispezione delle carni è in costante evoluzione per adattarsi ai nuovi rischi e nuove tecnologie.  La legislazione dell’UE riconosce la necessità di considerare costantemente i nuovi sviluppi scientifici e tecnologici. Il compito di RIBMINS è di informare le autorità competenti su questi sviluppi al fine di rendere l’ispezione delle carni più efficiente in termini di sicurezza alimentare e risorse. Inoltre, rimane difficile trovare un giusto equilibrio nell’ispezione delle carni tra le verifiche di  sanità animale e i rischi per la sanità pubblica. I nuovi sviluppi possono contribuire a trovare questi equilibri”.

Il prof. Truls Nesbakken dell’Università norvegese di scienze della vita, uno dei pionieri del moderno sistema di ispezione delle carni, ritiene che l’attuale ispezione della carni abbia ancora molte somiglianze con l’ispezione classica fondata da Robert von Ostertag alla fine dell’800. “Abbiamo appreso che la classica ispezione delle carni con i suoi esami organolettici non è in grado di rilevare alcuni importanti agenti zoonotici. È stata una occasione unica  poter partecipare al gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici dell’EFSA che ha raccomandato miglioramenti e metodi alternativi per l’ispezione delle carni nel periodo 2010- 2013. Tuttavia, la maggior parte delle nostre conclusioni non è stata applaudita e seguita dalla Commissione europea e dal Parlamento UE. Di conseguenza,  il ruolo chiave di RIBMINS è stato quello di dare seguito ai pareri dell’EFSA e di aggiungere nuove idee per l’ispezione delle carni e consentire di realizzare il sistema RB-MSAS per la protezione dei consumator”i.

L’importanza di una futura collaborazione è stata sottolineata dalla professoressa Lis Alban del Danish Agriculture & Food Council e vicepresidente di RIBMINS: “Far parte di RIBMINS ha permesso ai ricercatori, operatori del settore alimentare ed autorità competenti di incontrarsi e stabilire un piattaforma per la collaborazione.  Il cambiamento avverrà solo se ci ascolteremo e collaboreremo!”.

La prof.ssa Diana Meemken della Libera Università di Berlino ha aggiunto che le crescenti richieste della società sulla produzione di alimenti di origine animale richiedono concetti innovativi e una cooperazione costruttiva tra le parti interessate e la scienza. La formazione continua dei veterinari ufficiali (VU) è un altro prerequisito per l’attuazione delle modifiche legislative nell’ispezione delle carni in diversi paesi.

La prof.ssa Sophia Johler dell’Università di Zurigo aggiunge: “I veterinari ufficiali svolgono un ruolo centrale come gestori del rischio nel sistema avanzato di RB-MSAS. Sono fortemente impegnati nell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita professionale e la loro formazione continua è fondamentale per consentire loro di adempiere ai loro compiti secondo standard elevati.

La prof.ssa Claudia Guldimann dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco ha aggiunto che l’interesse costante per la professione veterinaria tra i giovani veterinari, conciliando lavoro e vita familiare e garantendo un alto livello di competenza, è un pilastro importante per la futura ispezione delle carni. Mario Silvestro, del Gruppo Cremonini, rappresenta la prossima generazione di professionisti altamente motivati. Mario lavora per una delle principali aziende italiane dell’industria della carne. Ha affermato che RB-MSAS è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità delle carni  destinate al consumo umano. “È anche più conveniente ed efficiente nel prevenire la diffusione di malattie di origine alimentare e quindi un passo cruciale per garantire la sicurezza e l’integrità della catena di approvvigionamento alimentare. In Italia disponiamo di sistemi digitali avanzati per la gestione dei dati di sanità pubblica a livello zootecnico. L’ampia disponibilità di software di scambio dati integrato con queste piattaforme potrebbe essere un elemento prioritario per applicare questo nuovo approccio di ispezione“.

L’azione RIBMINS COST è cresciuta in quattro anni fino a raggiungere più di 250 membri che partecipano a gruppi di lavoro e che provengono da 36 paesi europei, ma anche da Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Brasile.  Il presidente di RIBMINS, il prof. Bojan Blagojevic dell’Università di Novi Sad, Serbia, definisce l’azione RIBMINS COST come un passo importante verso la modernizzazione dell’ispezione europea delle carni basata sul rischio e l’istituzione di sistemi integrati di garanzia della sicurezza delle carni (RB-MSAS ). Anche se l’azione RIBMINS COST terminerà quest’anno,  la rete di esperti risultante continuerà sicuramente a lavorare su un approccio più integrato e sistematico per implementare saggiamente i moderni sistemi di ispezione delle carni basati sul rischio.

Maurizio Ferri




Lutto nel mondo della Veterinaria, è scomparso Tullio Scotti

E’ deceduto improvvisamente la mattina del 4 giugno, Tullio Scotti, Presidente Enpav.
Una vita dedicata alla veterinaria e all’Enpav, dove è entrato nel 1999 come Consigliere di Amministrazione ed è rimasto ininterrottamente ricoprendo anche la carica di Vicepresidente, fino ad essere eletto Presidente nelle ultime elezioni di aprile 2022.

Il SIVeMP si unisce al cordoglio della categoria e al dolore dei familiari.




Seneca Valley Virus: un virus emergente?

allevamento suiniL’industria suinicola, che occupa oltre il 30% della domanda globale di carne, è costantemente sottoposta alla minaccia
sanitaria ed economica rappresentata da agenti patogeni virali emergenti e/o ri-emergenti.

Negli ultimi 15 anni, l’attenzione è stata rivolta al virus Seneca Valley (SVV) in grado di causare una malattia di tipo vescicolare associata a un aumento della mortalità nei suinetti neonati.

A fare chiarezza su questa malattia e su questo nuovo virus, è Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva SIMeVeP, insieme alle dottoresse Serena D’Amato e Francesca Lombardo con un articolo pubblicato da La Settimana Veterinaria




In commercio un latte con il prolungamento della shelf-life di oltre il 60%

scadenza latte frescoMolto e da sempre si parla di eliminare gli sprechi, o perlomeno di ridurli sempre più significativamente per poter risparmiare risorse che quindi potranno essere meglio impiegate in altri ambiti.

Gli sprechi in ambito alimentare, sia nelle fasi di produzione primaria sia in tutte quelle della successiva trasformazione e commercializzazione/distribuzione, sono certamente tra quelli più odiosi ancor più perché, in un mondo globalizzato, gli squilibri dovuti agli sprechi assumono connotazioni sempre più drammatiche: basti pensare che buona parte dei flussi immigratori incontrollati sono determinati dalla mancanza di sicurezza alimentare, da intendersi come impossibilità di avere cibo a sufficienza.

L’argomento è affrontato dal dott. Vitantonio Perrone, con particolare riferimento alla scadenza del latte fresco, in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




Assemblea SIMeVeP 2023

Assemblea SIMeVePSi è svolta il 13 aprile l’Assemblea Annuale dei Soci della SIMeVeP convocata per gli adempimenti statutari, fra cui in particolare l’approvazione dei bilanci.

In apertura il Presidente Dott. Antonio Sorice ha analizzato l’anno trascorso tratteggiando un anno in ripresa seppur cauta, in un contesto di crisi generale, che riguarda anche le Società Scientifiche che si occupano di prevenzione.

Ha poi illustrato l’offerta formativa per l’anno 2023, pianificata in collaborazione con le sedi regionali.

Tra i progetti promossi e sostenuti da SIMeVeP, nel corso del 2023, anche per effetto delle modifiche che hanno interessato il III Settore, l’associazione Emervet è stata sciolta e trasformata in un gruppo di lavoro.

Il Tesoriere Dott. Massimo Platini ha infine presentato il bilancio preventivo 2023 e il bilancio consuntivo 2022, approvati all’unanimità dall’Assemblea.




Aviaria: «L’arrivo della primavera non aumenterà i contagi tra i selvatici». Intervista al Presidente Sorice

«L’arrivo della primavera non aumenterà il rischio di diffusione dell’aviaria e, soprattutto, non incrementerà i contagi tra i selvatici». Ad assicurarlo, in un’intervista a Sanità Informazione, è Antonio Sorice, presidente SIMeVeP, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva. L’innalzamento generale delle temperature ed il cambiamento climatico in generale hanno mitigato la stagione invernale. «Il clima decisamente meno rigido ha cambiato e diminuito l’intensità dei flussi migratori – aggiunge il medico veterinario -. Motivo per cui, durante la primavera in corso, il numero di volatili selvatici migratori in circolazione in Italia non subirà un’impennata e, di conseguenza, anche il numero di casi di aviaria dovrebbe restare stabile».

L’andamento stagionale dell’aviaria

«Fino al 2021, l’arrivo della stagione estiva non era caratterizzato da un incremento della diffusione dell’influenza aviaria. Tuttavia – dice Sorice – nel 2022, da giugno a settembre, si è verificata la più grande diffusione della patologia in Europa, sia nei volatili in cattività, che in quelli selvatici. Inoltre, nell’autunno del 2021 il virus dell’influenza aviaria ha raggiunto per la prima volta il Nord America lungo le rotte migratorie, causando una grave epidemia nel pollame in diverse province canadesi e degli Stati Uniti, oltre ad un’alta mortalità tra gli uccelli selvatici».

Gli effetti del clima

Il cambiamento climatico degli ultimi decenni ha causato un innalzamento generale delle temperature e mitigato la stagione invernale. «Il clima decisamente meno rigido ha modificato l’intensità dei flussi migratori, soprattutto per le specie a migrazione continentale – aggiunge il medico veterinario -. Queste tendono ad anticipare maggiormente le loro attività proprio laddove le temperature sono aumentate con maggiore intensità. Per questo motivo rimane alta la sorveglianza dei Servizi Veterinari delle ASL per intercettare ed isolare tempestivamente animali selvatici positivi ed impedire la diffusione del virus agli animali d’allevamento».

Passeggiate di primavera: attenzione alle carcasse

Tra i fattori di rischio, che aumentano le possibilità che la contaminazione arrivi all’uomo, ci sono anche i nostri comportamenti. «Durante la primavera, con l’arrivo dei primi tepori, tendiamo a trascorrere molto più tempo all’aria aperta, anche fuori città. Per questo – sottolinea Sorice – invito chiunque, durante una passeggiata nel bosco o per le strade di campagna, nei pressi delle rive dei fiumi o dei laghi, a non avvicinarsi ad eventuali carcasse di animali rinvenute durante il percorso. L’unica cosa da fare, mantenendosi sempre ad un’adeguata distanza dall’animale morto, è allertare i servizi veterinari di competenza, che provvederanno a rimuovere ed sottoporre la carcassa a tutti gli accertamenti ed esami del caso».

Aviaria: nessun salto di specie

È solo con il contatto diretto con un animale infetto che l’essere umano può contrarre il virus dell’aviaria. Dopo gli ultimi casi rilevati tra i mammiferi, in diversi Paesi europei, è cresciuto il timore di un salto di specie, di un contagio interumano. Paura alimentata anche dagli ultimi casi umani di influenza aviaria: una bimba deceduta in Cambogia (anche il papà era stato contagiato, ma asintomatico), una donna nella provincia dello Jiangsu in Cina e il caso in Ecuador, in situazioni di particolare promiscuità uomo/animali in situazioni igieniche particolari.

Lo studio italiano

Fortunatamente, la possibilità di uno spillover è stata ulteriormente smentita da uno studio italiano in fase di pubblicazione su “Pathogen and Global Health”, condotto dai ricercatori delle Università di Sassari, del Campus Bio-Medico e della Sapienza di Roma. Gli studiosi hanno evidenziato che, almeno per ora, l’H5N1 non mostra nessuna delle caratteristiche necessarie al verificarsi di uno spillover. Naturalmente che il salto di specie non sia avvenuto non significa che non possa mai verificarsi. Per questo, l’attenzione resta alta e le attività di monitoraggio assidue. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), l’Ente sanitario di controllo, ricerca e servizi per la salute animale e la sicurezza alimentare, ha aggiornato il suo ultimo bollettino il primo giorno di primavera, lo scorso 21 marzo.

L’aviaria negli allevamenti

L’ultimo focolaio è stato confermato il 16 marzo a Forlì Cesena, in Emilia-Romagna, in un allevamento di tacchini da carne. Il caso precedente risale a 9 giorni prima, in Veneto, a Verona, ugualmente in un allevamento di tacchini. Erano quasi tre mesi che i servizi competenti non ne rilevavano tra gli animali allevati: l’ultimo caso risaliva al 23 dicembre del 2022 in Veneto, a Verona, in un allevamento di tacchini da carne. Dall’inizio delle attività di sorveglianza della stagione in corso, inaugurata il 22 settembre del 2022 e aggiornata al 21 marzo 2023, sono 32 i focolai accertati negli allevamenti italiani.

L’aviaria tra i selvatici

Tra selvatici gli ultimi casi sono stati individuati il 17 marzo: le carcasse infette, tra gabbiani e falchi pellegrini, sono state rinvenute a Brescia, in Lombardia. Il giorno prima 4 casi a Verona, in Veneto, e un altro a Padova. Durante i primi 21 giorni del mese di marzo sono stati quasi 230 i volatici selvatici risultati positivi al virus dell’aviaria. Il rilevamento più significativo risale al 10 marzo con 78 gabbiani a Brescia. «Guardando la mappa della penisola italiana i casi restano concentrati tra l’Emilia-Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia, con qualche caso sporadico in altre Regioni – sottolinea Sorice – . Nella maggior parte dei casi si tratta di animali selvatici. I casi riscontrati negli allevamenti industriali sono nettamente minori e – conclude il presidente SIMeVeP – il riscontro negli allevamenti rurali risulta ancora più esiguo».




Convocazione Assemblea dei Soci SIMeVeP 2023

SIMeVePL’Assemblea dei Soci della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva è convocata il giorno 13 aprile 2023 alle ore 06.30 in prima convocazione e il giorno 13 aprile 2023 alle ore 17.00 in seconda convocazione e si svolgerà presso la sede della SIMeVeP in Via Nizza 11 a Roma, per gli adempimenti statutari e  l’analisi della programmazione delle attività SIMeVeP.

Per motivi organizzativi è necessario iscriversi tramite email da inviare a segreteria@veterinariapreventiva.it entro il 3aprile 2023.




PIANO DELLA PREVENZIONE 2020- 2025: obiettivi e strategie in un’ottica di one health

Il 24 marzo si terrà a Terni il Convegno dal titolo “PIANO DELLA PREVENZIONE 2020- 2025: obiettivi e strategie in un’ottica di one health”, patrocinato dalla SIMeVeP e a cui parteciperanno il Presidente dott. Antonio Sorice e il Presidente Onorario dott. Aldo Grasselli.

Il Piano della Prevenzione 2020-2025 dichiara nelle sue premesse che gli interventi di Sanità Pubblica sono
fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di un Paese e che la salute di tutti dipende dalla salute di
ciascuno.

La giornata formativa intende valorizzare a livello regionale l’esperienza che è stata maturata nella Usl
Umbria 2 che ha mutuato tale vision nella declinazione aziendale del Piano della Prevenzione, sottolineando
come questa richieda la necessità, all’interno dell’Azienda Sanitaria, di un lavoro multidisciplinare basato su
una stringente collaborazione tra tutte le Strutture Aziendali, tra le Aziende Sanitarie e Ospedaliere Umbre,
tra queste e gli stakeholder, necessaria per offrire prestazioni efficaci ai cittadini.

Programma del Convegno