VetMare 2025 – Ultimi posti!

Ultime posti disponibili per le iscrizione al corso One Health: sfide e opportunità per un futuro sostenibile”.

Vetmare 2025 si terrà in Puglia ad Otranto (Le), presso l’Hotel “Basiliani” dal 30 giugno al 5 luglio.

Il corso dal titolo: “One Health: sfide e opportunità per un futuro sostenibile”  è composto da 2 moduli:

  • I Modulo dal titolo “La sostenibilità della prevenzione e delle produzioni” – 1/2 luglio 2025 – 10 Crediti ECM
  • II Modulo dal titolo  “Benvenuti nel Plastocene” – 3/4 luglio 2025 – 10 Crediti ECM

Il corso è aperto a 100 partecipanti tra Medici Veterinari, Biologi, Medici Chirurghi (Malattie infettive; Igiene degli alimenti e della nutrizione; Igiene, epidemiologia e sanità pubblica) e Tecnici della Prevenzione.

  • La quota di iscrizione per chi si iscrive ad entrambi gli eventi ECM è di € 300,00. Per gli iscritti alla SIMeVeP/FVM/Fespa SIVEMP la quota è di € 150,00.
  • La quota di iscrizione per chi si iscrive ad 1 singolo evento è di € 150,00. Per gli iscritti alla SIMeVeP/FVM/Fespa SIVEMP la quota è di € 100,00.

Brochure

Programma scientifico

Scheda Iscrizione ECM I Modulo

Scheda Iscrizione ECM II Modulo

Scheda per la prenotazione alberghiera

Programma_sociale

 




ECM Autorità competente Marche: ultimi posti disponibili!

imparareUltimi posti disponibili per le iscrizioni per il corso dal titolo “Autorità competenti e organismi di controllo: ruoli, competenze e responsabilità” che si terrà a Porto San Giorgio (FE) il 26 giugno.

Al corso sono stati assegnati 7 crediti ECM.  Il corso è aperto a 100 partecipanti tra Medici Veterinari, Medici Chirurghi (Malattie infettive; igiene degli alimenti e della nutrizione; igiene, epidemiologia e sanità pubblica; Medicina del lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro), Biologi e Tecnici della Prevenzione.

Locandina convegno

Programma scientifico

Scheda di iscrizione




Il cibo se non è sicuro, non è cibo

Il 7 Giugno, si celebra la Giornata mondiale della sicurezza alimentare (World Food Safety Day), un tema strategico anche per Banco Alimentare e su cui abbiamo costruito partnership indispensabili per il nostro lavoro quotidiano. Ne abbiamo parlato insieme al dott. Antonio Sorice, presidente della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Fondazione Banco Alimentare ETS, che ringraziamo per la disponibilità e per il prezioso lavoro portato avanti in Italia, insieme a tanti colleghi.

  1. Qual è il ruolo della medicina veterinaria preventiva nel garantire un’alimentazione sicura, nel sistema alimentare (dal “forcone alla forchetta”), con uno sguardo anche alle fasce più fragili della popolazione?

La sicurezza alimentare è un diritto universale, ma le fasce più vulnerabili della popolazione, bambini, anziani, persone con malattie croniche, individui con basso reddito,  sono spesso le più esposte ai rischi legati a cibi insicuri o di scarsa qualità.

Il veterinario pubblico è presente in tutte le fasi della filiera produttiva degli alimenti di origine animale, garantendo che i prodotti rispettino elevati standard di sicurezza attraverso il controllo delle condizioni igieniche, delle procedure di lavorazione, conservazione e trasformazione di carne, latte, uova, prodotti della pesca e miele, e la verifica delle “informazioni sulla catena alimentare”, che tracciano la storia sanitaria degli alimenti.

Garantendo la qualità e la sicurezza degli alimenti, la medicina veterinaria pubblica contribuisce a rendere disponibile cibo sano e nutriente anche per coloro che hanno un accesso limitato a risorse alimentari diversificate o che dipendono maggiormente da canali di distribuzione a basso costo.

  1. In Italia, esistono disuguaglianze nell’accesso al cibo sano e sicuro. Chi ha poca disponibilità economica spesso scende a compromessi sulla qualità del cibo e sulla sua sicurezza (contaminazioni, frodi, alimenti di bassa qualità, circuiti di approvvigionamento non ufficiali, ecc) come può il sistema di controllo veterinario contribuire a ridurre queste disuguaglianze?

Le frodi spesso colpiscono i prodotti a basso costo, ingannando i consumatori sulla qualità o sulla provenienza; i veterinari pubblici, attraverso controlli mirati e analisi di laboratorio, identificano e combattono queste pratiche, tutelando anche chi non può permettersi di “scegliere”, a parità di prezzo.

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Fonte: bancoalimentare.it




Encefalite da zecche: una minaccia che si diffonde con il clima

L’encefalite da zecche fa parte delle malattie trasmesse da vettori, dette arbovirosi, che rappresentano oltre il 17% di tutte le malattie infettive sono responsabili della morte di oltre mezzo milione di persone ogni anno.

La TBE (Tick-borne encephalitis) è una malattia virale trasmessa all’uomo principalmente dal morso di zecche infette del genere Ixodes. In alcuni casi, la trasmissione può avvenire anche attraverso il consumo di latte crudo non pastorizzato di animali infetti. Sebbene queste ultime rimangano le principali responsabili della trasmissione della TBE, recenti ricerche hanno svelato una trasmissione alternativa del virus attraverso gli alimenti, in particolare attraverso il latte materno, o quando si consumano latte e latticini crudi, in particolare quelli provenienti da pecore e capre viremiche.

Uno dei meccanismi più insidiosi è il cosiddetto co-feeding: la trasmissione del virus tra zecche che si alimentano simultaneamente sullo stesso ospite, anche in assenza di viremia sistemica.

Sintomi, decorso e trattamento

L’agente patogeno è il virus TBEV, appartenente al genere Flavivirus, la stessa famiglia del virus della dengue e della febbre gialla. Dopo un periodo di incubazione di 7–14 giorni nel 70% dei casi si presentano solo sintomi lievi, che possono includere febbre, malessere e passare inosservati e durare 2-4 giorni. Ma solo nel 10-20% di questi casi, dopo un intervallo asintomatico di 8-20 giorni, si verifica una seconda fase con disturbi del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida con esito fatale nell’1% dei casi). Nei bambini e nei soggetti più giovani, la TBE mostra generalmente un decorso più lieve, con un progressivo aumento della gravità con l’avanzare dell’età. Non esiste un trattamento specifico: la terapia è solo di supporto. Ne abbiamo parlato in questo articolo con Maurizio Ferrimedico veterinario esperto di malattie zoonotiche, membro di Stakeholders Discussion Group on Emerging Risk dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e coordinatore Scientifico di SIMeVEP.

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Fonte: beesanitamagazine.it




Quale è il rischio che i suini veicolino il virus dell’influenza aviaria?

Gli allevamenti suini europei potrebbero diventare un laboratorio per il virus dell’influenza aviaria, che ha già colpito bovini, ovini e pollame. Questo è l’avvertimento lanciato da Bernhard Url, direttore esecutivo uscente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), al Financial Times.

L’epidemia ha avuto inizio negli Stati Uniti lo scorso marzo, quando ha intaccato capi bovini in 17 Stati e pollame in tutto il Paese. Le autorità hanno certificato infezioni anche negli esseri umani e persino un decesso. Sempre nel 2024, in Oregon sono stati segnalati due casi nei suini. Per capirne qualcosa di più abbiamo raggiunto il Dott. Maurizio Ferri, veterinario dirigente della ASL di Pescara, ed esperto del Comitato Consultivo per le Emergenze di Sanità Pubblica.

Perchè il Direttore esecutivo dell’EFSA avverte sulla possibilità che i suini possano diventare un laboratorio per il virus dell’influenza aviaria?

«Il Direttore esecutivo dell’EFSA parlando di influenza e suini ha fatto riferimento ai mixing vessels o vasi di miscelazione con riferimento ad animali ospiti che possono essere infettati da due o più tipi di virus influenzali contemporaneamente e fungere da “terreno di coltura fertile” per nuove miscele e ceppi di un virus. Il meccanismo prevede la trasmissione potenziale di materiale genetico da un ceppo all’altro e l’emergere di un nuovo ceppo di influenza. Come tutti i virus influenzali, quelli aviari per il caratteristico genoma segmentato possiedono un elevato tasso di mutazione. Le quattro principali pandemie influenzali umane come la spagnola nel 1918, l’asiatica nel 1957, Hong Kong nel 1968 e influenza suina nel 2009-2010 sono derivate da virus dell’influenza aviaria che hanno formato nuovi tipi nell’uomo, nei suini, o in un altro ospite di miscelazione attualmente indeterminato».

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Fonte: beesanitamagazine.it




Maurizio Ferri al meeting dell’EFSA sui rischi emergenti

Il  4 e 5 giugno 2025 l’EFSA ha ospitato la 33a riunione del Gruppo di discussione degli stakeholders suI rischi emergenti (StaDG-ER). Maurizio Ferri della SIMeVeP ha partecipato in rappresentanza della Federazione dei veterinari europei (FVE) ed ha relazionato sui rischi di sanità pubblica dell’Encefalite da zecca.

L’incontro ha toccato varie categorie di questioni emergenti e rischi emergenti. I temi chiave sono stati:

–          Elettronica commestibile

–          Punti di carbonio

–          Il potenziale di diffusione globale di Shewanella spp nei prodotti ittici

–          Correlazione tra miscele di additivi alimentari e diabete di tipo 2

–          Rischio per la salute pubblica dell’encefalite da zecche

–          Incidenza e diffusione in Europa della Blue Tongue

–          Carenza di vaccini per animali

Un’attenzione particolare è stata rivolta agli strumenti e alle tecniche in EFSA di Horizon Scanning e alle attività della rete sullo scambio dei rischi emergenti (EREN) per identificare e valutare in modo proattivo i segnali, anticipare le minacce e supportare i gestori del rischio nell’anticipazione dei rischi e nell’adozione di misure di prevenzione efficaci e tempestive per proteggere i consumatori, gli animali, le piante e l’ambiente.

Un aspetto degno di nota è stato l’accento posto sulla collaborazione interdisciplinare come cruciale per un’efficace valutazione e gestione dei rischi. L’incontro si è concluso con un forte invito rivolto alle organizzazioni per superare i limiti della gestione reattiva al rischio e adottare un approccio agile e lungimirante per affrontare i rischi emergenti. E’ stata evidenziata inoltre la necessità di una formazione continua, della condivisione delle migliori pratiche e dello sviluppo di solidi sistemi interni per monitorare e rispondere alle minacce sanitarie impreviste ed imprevedibili.

Dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP




Accordo Pandemico Globale 2025

La pandemia COVID 19 ha messo in evidenza alcune inefficienze dello schema sanitario internazionale. Sotto gli auspici del WHO a Ginevra sono stati negoziati due strumenti internazionali: le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) e l’Accordo pandemico globale.

IHR. Il Regolamento Sanitario Internazionale è una normativa vincolante del WHO per la risposta alle emergenze sanitarie. In occasione del 76ma Assemblea Mondiale della Sanità (WHA), il massimo organo decisionale del WHO nel 2024 sono state apportate modifiche al testo IHR per superare alcuni limiti relativi alla preparazione degli Stati, compliance alle norme stabilite e funzionamento del Comitato di Emergenza per la dichiarazione di un’emergenza sanitaria, nonché mancanza DI riferimenti alle più recenti strategie basate sull’approccio One Health.

Accordo pandemico globale. Nel corso della 78ma sessione plenaria del 20 Maggio 2025 del WHA, i governi di 124 Paesi hanno adottato l’Accordo pandemico globale. L’accordo è il risultato di un negoziato intergovernativo avviato nel 2021 con l’obiettivo di promuovere un’azione multilaterale, di cooperazione e trasparenza tra i paesi membri, in particolare per sostenere quelli a basso e medio reddito, ed evitare il ripetersi del fallimento della governance globale sanitaria durante la pandemia da COVID 19 con errori, ineguaglianze e inefficienze nella distribuzione di vaccini ed altri presidi curativi. Sandra Gallina, Direttore della DG SANTE ha svolto il ruolo di negoziatore per conto dell’Unione Europea, con il supporto di un team di negoziazione e coordinamento con altri servizi nell’Unione Europea.  Sono stati coinvolti anche esperti tecnici degli Stati membri e rappresentanti a Ginevra e un comitato speciale con un ruolo di consulenza.

L’Accordo pandemico globale, composto da 35 articoli, stabilisce un quadro giuridico vincolante per prevenire, prepararsi e rispondere a future pandemie con maggiore equità, cooperazione e trasparenza.  I punti chiave sono:

  • Promozione dell’approccio One Health. One Health, come integrazione tra salute umana, animale e ambientale nelle politiche e strategie nazionali e formazione interdisciplinare degli operatori, compare negli articoli 1 (definizioni), 4 (prevenzione della pandemia e sorveglianza e 5 (approccio One Health per la preparazione alle pandemie).
  • Rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali
  • Sviluppo di capacità di ricerca e di trasferimento tecnologico (es. nei paesi i via di sviluppo)
  • Promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici
  • Creazione di un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei patogeni e sequenze genetiche e di benefici derivati (es. vaccini, fondi, know-how) definito strumento PABS (Pathogen Access and Benefit-Sharing System) coerente e non contrastante con gli obiettivi della Convenzione sulla Diversità Biologica e del protocollo di Nagoya. La scadenza dei negoziati è fissata a Maggio 2026 in occasione della 79ma WHA.
  • Istituzione di una rete globale di logistica e approvvigionamento gestita dal WHO.

Merita una precisazione il punto del PABS. In sostanza le aziende farmaceutiche possono accedere  ai dati scientifici sui patogeni emergenti o nuovi, come la condivisione della sequenza genetica o di materiali biologici raccolti, ma in cambio devono garantire una “quota equa” di vaccini, strumenti diagnostici e farmaci in caso di pandemia, specie nei paesi in via di sviluppo. I dati dicono che un’equa distribuzione di farmaci durante la pandemia di CoViD-19, avrebbe potuto prevenire 1,3 milioni di decessi e centinaia di milioni di infezioni.

Occorre precisare che l’Accordo non contiene poteri vincolanti sui governi che possano fornire al Segretariato e Direttore Generale del WHO l’autorità di ‘ordinare, modificare o altrimenti prescrivere la legge nazionale e/o nazionale o di imporre requisiti che impongano alle Parti di intraprendere azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare blocchi“.

L’Accordo è stato approvato con 124 favorevoli, 0 obiezioni, 11 astensioni dalle delegazioni degli Stati membri. Per la firma occorrerà attendere il completamento dei negoziati sull’annesso tecnico PABS su cui le trattative riprenderanno a luglio. Successivamente si procederà con la ratifica di almeno di 60 paesi prima che l’accordo entri in vigore. L’Accordo però, nasce con difficoltà evidenti per l’incertezza finanziaria e di leadership dovute all’uscita degli Stati Uniti dal WHO. La questione finanziamenti non è di poco conto:  il budget annuale del WHO di 6,8 miliardi di dollari e gli USA contribuiscono attualmente a quasi un quinto di esso.

L ’Italia si è tirata fuori astenendosi al momento del voto in Assemblea e schierandosi nella stessa posizione di Russia, Iran, Israele Slovacchia e Polonia.  Nella dichiarazione sul voto il Ministro della Salute ha affermato che l’astensione è stata motivata dalla necessità di ‘riaffermare la sovranità degli Stati nella gestione delle questioni di sanità pubblica’ e dalla constatazione di questioni  aperte con riferimento ai principi di proporzionalità e protezione dei diritti fondamentali, inclusa la tutela dei dati personali e delle libertà individuali’. Reclamare la sovranità nazionale nel contrasto alle pandemie è un ossimoro. Le pandemie non conoscono confini nazionali e richiedono il coordinamento a livello globale di strategie, risorse e ricerche per la gestione efficace dei rischi di sanità pubblica e per la protezione dei cittadini.  Sebbene fonti ministeriali fanno sapere che quello italiano non è un voto contrario, si tratta di una decisione di neutralità ovviamente tutta politica, che facendo sponda a sirene negazioniste (es. no vax) ed antiscientifiche, sacrifica le ragioni della scienza e sconfessa gli sforzi fatti e gli impegni assunti dal Governo nella gestione della pandemia per la quale l’Italia ha pagato il prezzo più alto.  Tra l’altro L’Italia è stata tra i promotori (Friends of the treaty) del piano pandemico tre anni fa.

Dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP




Pubblicati i lavori dei nostri ultimi ECM

Pubblicati nella sezione dedicata tutti i lavori dei relatori ai nostri ultimi corsi ECM.

Disponibili le presentazioni di

– La valutazione del rischio e i provvedimenti dell’Autorità competente locale, Nocera Inferiore 16 maggio 2025

– Farmacovigilanza e Farmacosorveglianza nella catena alimentare: una visione olistica, Castellammare del Golfo (TP) 15/16 maggio 2025

 

 




ECM: Istanza di esonero/esenzione

EcmIstanza di esonero/esenzione ECM ai sensi del par 4.3 del Manuale sulla formazione continua del professionista

Facendo seguito all’Avviso del 09 aprile 2025, con riferimento alle istanze di esonero/esenzione per i casi non previsti dal Manuale sulla formazione continua del professionista sanitario, paragrafo 4.3, si comunica che sarà possibile presentare l’istanza di esonero/esenzione mediante la piattaforma MYECM.

Si precisa che l’accesso al sistema MY ECM può avvenire esclusivamente con SPID o CIE. All’interno della piattaforma, nella sezione “istanze di esonero/esenzione” sarà possibile scaricare l’allegato V che dovrà essere compilato ed inviato all’interno della stessa piattaforma, debitamente sottoscritto e orredato da tutta la documentazione utile alla valutazione della richiesta. L’esito dell’istanza sarà notificata alla PEC indicata dal professionista sanitario in fase di invio della richiesta.

E’ disponibile all’interno del portale myECM il Manuale sull’utilizzo della piattaforma aggiornato.

Si ribadisce che nei casi espressamente previsti dal citato Manuale, ex par 4.1/4.2, il professionista, invece, dovrà presentare la richiesta all’Ordine di appartenenza attraverso il portale COGEAPS (Consorzio gestione anagrafica delle professioni sanitarie), previo accesso alla propria area riservata mediante SPID o CIE, seguendo la procedura in esso dedicata.

Fonte: Agenas

 




Carne coltivata: allargare la partecipazione del tavolo tecnico e includere la comunità scientifica

In relazione al tema della carne coltivata e alla recente richiesta della Coldiretti di regolamentarla come un farmaco, c’è stato un recente appello di professori universitari, esperti e ricercatori Cnr.

Gli esperti ritengono che non ci sia una base scientifica nella richiesta di studi clinici e preclinici e confermano la solidità del Regolamento sui Novel food, ritenuto uno tra i più rigorosi al mondo dal punto di vista delle garanzie per la salute dei consumatori.

Successivamente, rappresentanti della comunità scientifica ed esperti che operano nei settori della carne coltivata, agronomia e produzioni animali, e sicurezza alimentare hanno inviato una lettera, sottoscritta anche dalla SIMeVeP, ai Ministri dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare con la richiesta di un confronto sul tema e di allargare la partecipazione della comunità scientifica al Tavolo tecnico interministeriale. Ciò al fine di contribuire al dibattito e ai nuovi approfondimenti che i dicasteri stanno promuovendo e far sì che le decisioni istituzionali siano supportate da solide evidenze scientifiche a tutela della popolazione.

Ad oggi però, i ventisei esperti e ricercatori italiani non hanno ancora ricevuto risposta.