Medicina unica per la sanità: sogno o realtà?

Il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, sarà relatore al corso ECM “Medicina unica per la sanità: sogno o realtà?” che si terrà il 20 novembre 2021 presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV-UniTo), Università degli Studi di Torino.

Il corso, organizzato anche con il sostegno di SIMeVeP e FVM,  intende mettere in luce l’importanza della comunicazione bidirezionale tra medici e veterinari per il concetto di medicina unica per prevenire potenziali emergenze e affrontare le Antropozoonosi traendo spunto dalla pandemia COVID-19.

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La sicurezza alimentare raccontata dai medici veterinari dell’Ats Bergamo

L’ATS Bergamo ha ideato la docuserie “FRAMES/”, un viaggio nelle stanze dell’Agenzia per conoscere le storie del mondo della Tutela della Salute, direttamente dalle voci e i volti dei professionisti che ogni giorno si occupano della cura del nostro bene più prezioso.

La prima puntata, introdotta da Antonio Sorice, Direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di origine Animale di ATS Bergamo e Presidente SIMeVeP è dedicata al tema dell’igiene e della sicurezza alimentare lungo la filiera ittica.




Winter School 2022 – Il programma definitivo

Il 10 e l’11 febbraio 2022 si terrà la ‘Winter School 2022. Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute‘, organizzata da Motore Sanità e Mondosanità e in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, in programma il 10 e 11 febbraio, con il patrocinio di Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva.

Il presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, parteciperà nella giornata dell’11 febbraio “DISTINZIONE TRA DIAGNOSTICA DI 1° e 2° LIVELLO, HOME CARE DI ALTA COMPLESSITÀ E OFFERTE INTEGRATE DI CURA” per parlare in particolare di Antimicrobicoresistenza con Francesco Menichetti, Presidente Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica – GISA.

Il programma definitivo

E’ possibile seguire i webinar via zoom, clicca qui per iscriverti

 




Cambiamenti climatici: la zootecnia sotto accusa

Cambiamenti climaticiNon sorprende più di tanto veder mettere sotto accusa il settore degli allevamenti di animali da reddito, dato che la zootecnia  è da diverso tempo sottoposta alle attenzioni dell’associazionismo animalista, che trova ampia audience in trasmissioni televisive e inchieste giornalistiche. Le criticità certo non mancano in questo settore, ma l’approccio è assai spesso ideologico e non contribuisce al necessario confronto,  cedendo il più delle volte a una contrapposizione esasperata che, piuttosto che a un suo miglioramento, propone l’auspicio della sua scomparsa.

Ma se le critiche, anche aspre, si rivolgono prevalentemente  e scontatamente all’allevamento intensivo, di recente tale coinvolgimento in negativo ha interessato anche il settore della zootecnia
biologica. Anch’essa viene vista infatti in qualche modo criptica e soprattutto, tra le altre cose, come una delle responsabili dell’emissione di gas serra, di cui è ormai da tempo acclarato il
contributo al riscaldamento globale e quindi ai  cambiamenti climatici.

Continua a leggere il contributo di Vitantonio Perrone, VicePresidente SIMeVeP, su La Settimana Veterinaria.




Coronavirus parenti stretti di MERS-CoV: un nuovo rischio di emergenza zoonotica?

I coronavirus della Sindrome Respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), sottogenere Merbecovirus e genere Betacoronavirus (a cui appartiene SARS-CoV-2), continuano a mantenere alto il livello di allerta dell’OMS a causa del tasso elevato di letalità dell’infezione umana (35%: 1 decesso ogni tre infetti).  Sebbene la maggior parte dei casi umani siano stati attribuiti a infezioni persona-persona in ambito ospedaliero, le prove scientifiche attuali suggeriscono che i dromedari  fungono da ospiti intermedi per l’infezione umana, mentre i pipistrelli sono ampiamente considerati la fonte evolutiva e l’antenato prossimo.

Diversamente da SARS-CoV e SARS-CoV-2, MERS-CoV utilizza il recettore di Dipeptidyl Peptidase-4 (DPP4) per l’ingresso nella cellula e non il recettore ACE2 (enzima di conversione dell’angiotensina). Ma molti altri merbecovirus, come il coronavirus del pipistrello NeoCoV e i suoi parenti stretti (PDF-2180-CoV, HKU5-CoV, coronavirus del riccio) non usano il recettore DPP.

Ma che cos’è il NeoCoV? È un coronavirus scoperto nel 2011 in Sud Africa che infetta i pipistrelli della specie Neoromicia Capensis. E’ ritenuto insieme a PDF-2180-CoV il parente più vicino di MERS-CoV a causa di una somiglianza significativa nella maggior parte del genoma (85%).  Tuttavia, la loro subunità S1 (terminale carbossilico) del dominio di legame del recettore (RBD) è altamente divergente rispetto a MERS-CoV.

In uno studio cinese in preprint pubblicato su Biorxiv (https://lnkd.in/d-gbwmyw) i ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze dell’Università di Wuhan, hanno scoperto in modo inaspettato che sia NeoCoV che PDF-2180-CoV utilizzano il recettore ACE2 del pipistrello come recettore funzionale, ma non il recettore ACE2 umano.

Diversamente però, con la mutazione T510F indotta artificialmente in laboratorio sul motivo RBD della proteina Spike che lega il recettore ACE2 delle cellule ospiti (si tratta di una sostituzione di un singolo residuo aminoacidico che aumenta l’idrofobicità attorno al sito 510 del RBD), NeoCoV  è in grado di infettare in modo efficiente anche le cellule umane che esprimono ACE2  questa infezione non viene bloccata dagli anticorpi neutralizzanti diretti verso SARS-CoV-2 e MERS-CoV.

Sebbene si tratti di una mutazione mai rilevata in nessuno dei campioni virali NeoCoV ottenuti naturalmente, lo studio fa emergere due aspetti significativi per potenziali di spillover dei  virus parenti stretti di MERS-CoV:  poiché l’utilizzo del recettore ACE2 è associato ad un trasmissibilità molto più elevata rispetto al recettore DPP4 da parte di MERS-CoV (con un R0 stimato di 0.69),  l’utilizzo imprevisto del recettore ACE2 attraverso la mutazione,  può rappresentare un rischio latente risultato della combinazione dell’elevata mortalità associata all’infezione MERS-CoV e l’elevata trasmissibilità di SARS-CoV-2 (che utilizza il recettore ACE2).  L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pur valutando l’importanza del ceppo NeoCov,  ha affermato che sono necessari ulteriori studi per determinare se il virus menzionato nello studio rappresenta una minaccia significativa per l’uomo.

Ad oggi non sono stati notificati casi di infezione umana da NeoCoV  e dunque non c’è ancora motivo di panico. Tuttavia il potenziale zoonotico dei coronavirus  parenti stretti di MERS-CoV che utilizzano nei pipistrelli il recettore ACE2,  l’ulteriore adattamento di deriva antigenica e la possibilità che circolino da qualche parte in natura,  segnalano l’importanza in una prospettiva One Health del loro monitoraggio e sequenziamento genomico per preparare i sistemi sanitari a possibili focolai di MERS-CoV con maggiore affinità per il recettore ACE2 umano   Il significato di questa minaccia va letto anche alla luce delle vaste mutazioni nelle regioni RBD di SARS-CoV-2, in particolare nella variante Omicron fortemente mutata.

Maurizio Ferri
Coordinatore Scientifico SIMeVeP




Covid, One Health e la Metagenomica

dnaLa pandemia di COVID-19 ci ha insegnato che la diagnosi clinica delle infezioni umane emergenti, nonostante la tempestività, non è sufficiente per arginare e controllare l’insorgenza dei focolai, soprattutto quando a causarli sono patogeni in grado di sostenere efficacemente la trasmissione interumana. Ci ricorda inoltre che, per prevenire e rispondere efficacemente alle future emergenze occorre una strategia rinnovata che poggi su due pilastri chiave: l’integrazione delle infrastrutture genomiche/metagenomiche all’interno di programmi di intelligence epidemica e la mobilizzazione delle diverse professionalità che collaborano per la sorveglianza delle malattie emergenti, che è One Health.

Covid-19 con i suoi effetti trasformazionali ha accelerato i tempi dei programmi di sorveglianza genomica, stimolato la condivisione globale del genoma di SARS-CoV-2 e generato una scala di sequenziamento senza precedenti che ha superato l’influenza, l’HIV ed i patogeni di origine alimentare. Ha anche indicato la strada da percorrere per una più efficace collaborazione intersettoriale e transdisciplinare e per la creazione di una base scientifica integrata utile al riconoscimento precoce delle sindromi di malattie insolite ed identificazione rapida di serbatoi animali (trasmissione pre-diagnostica), ancora prima dell’individuazione dell’agente o agenti causali nei casi clinici. E’ fin troppo evidente come l’attesa di prove sostanziali della trasmissione interumana abbia reso i successivi sforzi di contenimento della pandemia inefficaci se non impossibili.

L’ampia circolazione dei coronavirus tra gli animali selvatici, il probabile salto di specie (spillover) di SARS CoV-2 dai pipistrelli all’uomo (o tramite un ospite intermedio) ed il rapido aumento delle varianti SARS-CoV-2 in ospiti non umani, con il potenziale rischio di reinfezione umana, sono condizioni che richiedono attività di monitoraggio più estese con l’acquisizione delle sequenze genomiche dei virus, necessari per poter sviluppare mappe regionali del rischio ed attuare programmi di sorveglianza mirati. SARS-CoV-2 presenta un patchwork genetico unico, a cui hanno contribuito diversi progenitori ed è il risultato di un complesso processo evolutivo e di ricombinazione nei corredi genetici. A volte, la ricombinazione può trasformare un virus non minaccioso in una nuova minaccia, come è il caso della ricombinazione di due coronavirus isolati di recente nei cani in Indonesia con la formazione di un ceppo ibrido che ha infettato otto bambini. Lavori recenti indicano che la distribuzione geografica dei virus SARS-CoV-2 correlati sia molto più ampia di quanto ritenuto in precedenza.

La ricostruzione filogenetica di un frammento genomico chiave per il tropismo e lo spettro degli ospiti di SARS-CoV-2 ha permesso di individuare tre coronavirus nei pipistrelli della specie Rhinolophus spp. nel nord del Laos, geneticamente più simili a SARS-CoV-2 rispetto a RaTG13, ritenuto essere il suo parente più stretto. Sono nuovi virus che presentano un dominio RBD di legame al recettore che differisce di poco rispetto a SARS-CoV- 2, e diversamente dagli altri coronavirus SARS-CoV-2-correlati sono capaci di legarsi fortemente al recettore ACE2 espresso dalle cellule umane. Ciò suggerisce che SARS-CoV-2 abbia potuto acquisire la capacità di trasmissione interumana solo mediante una selezione evolutiva naturale e smentisce l’ipotesi del virus costruito in laboratorio. Pertanto, se la selezione è naturale, l’origine di SARS-CoV-2 deve essere cercata nei serbatoi naturali, in primis nei pipistrelli.

Questi sono gli obiettivi di altri studi di sorveglianza dei nuovi coronavirus condotti negli ultimi mesi in Cambogia, Cina e Tailandia, e parzialmente finanziati con 125 milioni di dollari dall’USAID per il progetto DEEP VZN (Discovery & Exploration of Emerging Pathogens Viral Zoonoses), che opera in Africa, Asia e America Latina. Riguardo ad altri potenziali serbatoi, di recente è stato dimostrato come il sito di scissione della furina S1/2, determinante per il tropismo virale, replicazione e patogenesi di SARS-CoV-2, non presente in genere nei coronavirus dei pipistrelli, sia invece comune nelle sequenze associate ai roditori. Le conferme provengono da altri studi.

Come suggerito di recente su Lancet, One Health è il filo conduttore dei programmi di sorveglianza genomica/metagenomica integrata, che combinano le infezioni umane a quelle degli animali (fauna selvatica e vettori) e alla circolazione ambientale dei patogeni. I potenziali siti di campionamento per le analisi dovrebbero includere sia le zone di maggiore interazione tra uomo e animali selvatici, e quindi a maggiore probabilità di eventi di spillover virale (es. parchi, siti di ecoturismo, foreste), sia luoghi associati ad un rischio più elevato di circolazione virale, come gli aerei a lunga distanza, le stazioni della metropolitana, ma anche i macelli, le acque reflue urbane ed i rifiuti animali.

In sostanza la minaccia di una nuova malattia X con potenziale epidemico o pandemico deve essere affrontata in una prospettiva One Health, utilizzando strumenti di sorveglianza integrata basati su sistemi di informazione geografica, telerilevamento di dati ed epidemiologia molecolare. Le buone intenzioni esistevano già nel 2004, quando l’OMS, la FAO e l’OIE indicarono congiuntamente le direzioni da seguire, ma ciò non è stato sufficiente per prevedere la pandemia di COVID-19. Per il futuro si spera che le raccomandazioni formulate dai leader dell’UE, del G7 e del G20 in occasione dell’Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 2021, e la promessa di importanti investimenti della Commissione Europea per rafforzare l’infrastruttura dedicata alle varianti SARS- CoV-2, forniscano il terreno ideale per affrontare e prevenire le future minacce pandemiche.

Maurizio Ferri
Coordinatore Scientifico SIMeVeP




Raid incendiario nella casa di un veterinario pubblico

Nei giorni scorsi Marcello Di Franco, medico veterinarioin servizio presso la Asl Caserta, Presidente Fespa nonchè componente della Task Force regionale per l’applicazione di un Piano straordinario di eradicazione di brucellosi e tubercolosi, già vittima in precedenza di minacce, ha subito l’ennesimo atto intimidatorio a causa delle attività di controllo ufficiale svolte in allevamenti infetti.

La SIMeVeP esprime solidarietà e vicinanza al collega e si appella alle istituzioni, per conto delle quali i veterinari di sanità pubblica operano a tutela della salute pubblica, perchè diano concretezza, con determinazione e fermezza, alle misure previste per prevenire atti intimidatori e sostenere le vittime di violenza.

 

 




Una nuova era nella regolamentazione dei farmaci veterinari

Farmaci veterinariIl 28 gennaio 2022 è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari.

Il nuovo regolamento contiene misure per:
– stimolare l’innovazione;
– aumentare la disponibilità e l’accesso a medicinali veterinari sicuri e di alta qualità per veterinari, allevatori e proprietari di animali domestici per curare e prevenire le malattie degli animali;
– sostenere l’azione dell’Unione europea (UE) contro la resistenza antimicrobica integrando il concetto dell’uso prudente e responsabile degli antimicrobici negli animali.

Si tratta di una nuova era nella regolamentazione dei farmaci veterinari. Le nuove disposizioni tra strumenti e sistemi di monitoraggio e controllo garantiranno un accesso più ampio alle informazioni sui farmaci veterinari a tutte le parti interessate e forniranno anche un monitoraggio sui potenziali effetti collaterali.

Nel rendere operativo l’approccio One Health, le nuove regole prevedono una serie di misure atte a limitare lo sviluppo della resistenza antimicrobica e garantire la disponibilità di trattamenti necessari per gli animali e le persone. L’uso preventivo degli antimicrobici è consentito solo in circostanze eccezionali e c’è la possibilità di limitare o vietare l’uso di antimicrobici negli animali, riservando quelli ritenuti critici al trattamento di determinate condizioni nell’uomo.

Per la prima volta, viene realizzato un sito web centrale contenente le informazioni sui farmaci veterinari autorizzati nell’UE e nei paesi dello Spazio economico europeo (SEE).

Un’altra novità fondamentale è che d’ora in poi le prescrizioni veterinarie saranno valide in tutta l’UE.

Per facilitare l’identificazione dei rivenditori autorizzati a vendere medicinali veterinari soggetti a prescrizione medica, viene istituito un logo comune online da esibire sui rispettivi siti web collegati al sito web delle autorità nazionali (es. AIFA per l’Italia) che a loro volta pubblicheranno le informazioni su tutti i rivenditori di medicinali online registrati in un determinato paese UE/SEE.

Maurizio Ferri




PSA. Sorice a GreenZone: fondamentale la sorveglianza veterinaria per limitare l’impatto sul sistema agroalimentare

Il 23 gennaio il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice è intervenuto alla trasmissione radiofonica GreenZone su Radio Rai 1 di Mario Tozzi e Francesca Malaguti per parlare dei recenti casi di Peste SuinaAfricana che stanno interezzando zone del Piemonte e della Liguria.

Seppur non sia una zoonosi, e quindi non si trasmette all’uomo, si tratta di una malattia che può generare un impatto devastante sul settore agroalimentare del Paese.

L’importanza della sorveglianza attiva e passiva da parte dei Servizi Veterinari del SSN è fondamentale.

Ascolta la trasmissione




VETNEVE 2022 – Le iscrizioni sono aperte!

Vetneve 2022  sta per iniziare!

Il Convegno dal titolo  I regolamenti sui Controlli Ufficiali 625/2017 e di Sanità Animale (2016/429) nel contesto delle nuove emergenze di Sanità Pubblica e l’approccio One Health quest’anno si comporrà di 2 eventi ECM:

Scheda di iscrizione

 

  • Il Regolamento 2017/625
    10/11 marzo 2022, rivolto a Medici Veterinari, Dirigenti Medici (igiene degli alimenti e della nutrizione; igiene, epidemiologia e sanità pubblica; malattie infettive), Biologi e Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro – Programma ECM 10/11 marzo 2022

 

Scheda di iscrizione

Scheda prenotazione alberghiera da inviare entro il 16 gennaio 2022