La nuova variante Delta

La nuova variante Delta di SARS-CoV-2, identificata per la prima volta ad ottobre 2020 in India e segnalata ad oggi in 98 paesi, sta disegnando una nuova fase della pandemia Covid-19 nell’era post-vaccinazione a causa di una trasmissibilità aumentata dal 40 al 60% rispetto alla variante Alfa (B1.1.7 o inglese), capacità di evadere il sistema immunitario e resistenza ai vaccini.

L’analisi di Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico Società italiana di medicina veterinaria preventiva, pubblicata su sanitainformazione.it




K9 S.a.R. Camp Italia, l’esercitazione cinofila su macerie nei luoghi feriti dal terremoto del 2009

EMERVET ha supportato, con la presenza del Dott. Alessio Ceriani, all'”Esercitazione Internazionale di Protezione Civile nel raduno delle Unità Cinofile da Soccorso” tenutasi a Prata D’Ansidonia  (L’Aquila) dal 21 al 23 maggio”.

La terza edizione del Raduno Internazionale delle Unità Cinofile da Soccorso ha visto la partecipazione di ben 93 unità cinofile e 130  volontari provenienti da tutta Italia. Un test estremamente realistico perché condotto in uno scenario rimasto intatto dopo il sisma
d’Abruzzo del 2009.

“Non è stato facile addestrarsi in questi luoghi dell’Abruzzo più volte colpiti da eventi sismici, ma i nostri cani impiegati nella ricerca
tra macerie ci stupiscono e ci regalano emozioni per le loro capacità.
Purtroppo, in un territorio così impervio, capita che qualcuno dei nostri amici a quattro zampe, talvolta si faccia male e debba essere soccorso. Per questo prevediamo sempre il supporto veterinario, allestendo nel campo base una vera e propria clinica per gli interventi necessari” ha spiegato Alessio Ceriani, Responsabile Veterinario di EMERVET, presente fin dalla prima edizione al K9 S.a.R. Camp, a  “112 Emergencies” rivista di informazione studi e ricerche sulla Protezione e Difesa Civile e sulla Sicurezza.

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Post COVID-19: panoramica delle soluzioni per prevenire future epidemie zoonotiche

Maurizio Ferri, coordinatore scientifico SIMeVeP è coautore di un articolo in inglese pubblicato su “Biological reviews” dal titolo “Post COVID-19: a solution scan of optionsfor preventing future zoonotic epidemics“.

La crisi generata dall’emergenza e dalla diffusione della pandemia daCOVID 19 ha posto all’attenzione globale i pericoli associati a nuove malattie, nonché il ruolo chiave degli animali, in particolare degli animali selvatici, come potenziali fonti di agenti patogeni per l’uomo.

L’emergente richiesta di un nuovo rapporto con gli animali selvatici e domestici sembrerebbe suggerire soluzioni semplici a un problema complesso. Lo studio identifica 161 possibili opzioni per ridurre i rischi di un’ulteriore trasmissione di malattie epidemiche dagli animali all’uomo, inclusa la potenziale ulteriore trasmissione di SARS CoV 2 (originale o varianti), prendendo in esame tutte le categorie di animali (es. fauna selvatica, in cattività, bestiame non gestito/selvaggio e domestico e animali domestici) concentrandosi sugli agenti patogeni (soprattutto virus) che, una volta trasmessi dagli animali all’uomo, potrebbero acquisire potenziale epidemico con alti tassi di trasmissione da uomo a uomo.

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La riduzione dell’uso di antimicrobici negli animali d’allevamento nella strategia F2F

Bandiera Unione EuropeaMaurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, ha partecipato in qualità di Rappresentante FVE nel Gruppo StaDG-ER (Stakeholder discussion group on emerging risk ) al meeting congiunto fra  il StaDG-ER e l’Emerging Risk Exchange Network (EREN) organizzato dall’Efsa su rischi e opportunità della strategia Farm to Fark (F2F) che si è tenuto il 20 maggio 2021.

La strategia F2F della Commissione europea, al centro del Green Deal europeo, mira a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente. Tra gli obiettivi generali ci sono la riduzione dell’impronta ambientale e climatica dei sistemi alimentari, la transizione globale verso la sostenibilità competitiva dall’allevamento alla tavola, le nuove opportunità per le imprese, le persone e l’ambiente e la creazione di un sistema alimentare solido e resiliente.

Gli obiettivi specifici sono collegati a 27 azioni specifiche ed includono quattro obiettivi quantitativi per l’Europa nel 2030, che sono:

– riduzione del 50% dell’uso complessivo e rischio dei pesticidi chimici e del 50% di pesticidi più pericolosi;

– riduzione delle perdite di nutrienti di almeno il 50% garantendo al contempo l’assenza di deterioramento della fertilità del suolo e riduzione dell’uso di fertilizzanti di almeno il 20%;

– riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici per animali da allevamento e acquacoltura;

– dedicare almeno il 25% della superficie agricola dell’UE all’agricoltura biologica e un aumentare in modo significativo l’acquacoltura biologica.

Ferri si è occupato in particolare dell’obiettivo quantitativo ‘riduzione dell’uso di antimicrobici negli animali d’allevamento e riassume in un documento le considerazioni principali sui rischi ed opportunità ricavate dalle relazioni presentate.

La relazione “La strategia Farm-to-Fork (F2F) ed il Green deal: opportunità per anticipare ed affrontare i rischi emergenti legati alla riduzione dell’uso degli antimicrobici negli animali da reddito”

Le slide presentate nell’occasione




Codici Zoom Assemblea Soci SIMeVeP

Assemblea SIMeVePPubblichiamo i codici per partecipare all’Assemblea dei Soci SIMeVeP che si terrà alle ore 17.30 sulla piattaforma Zoom.

CODICI ZOOM WEBINAR

https://us02web.zoom.us/j/85440268846

ID riunione: 854 4026 8846




SIMeVeP alla Summer School 2021 – One Health: l’ambiente e la salute umana ed animale

E’ tutto pronto per la prima Summer School specificamente dedicata ai fattori di rischio ambientali nella One health, il moderno approccio multidisciplinare basato sulla consapevolezza che per raggiungere la salute globale occorra agire contemporaneamente su quella umana, animale e dell’ambiente, indissolubilmente legate. Eppure, mentre grande attenzione è stata dedicata alla trasmissione di malattie fra esseri umani e animali (le “zoonosi”), il “terzo pilastro” della One health, l’ambiente, rimane la componente meno indagata. Si tratta di affrontare la complessità di rischi che vanno dai cambiamenti climatici alla diffusione di contaminanti tossici, dall’antibiotico-resistenza alla perdita di biodiversità.

L’evento formativo è infatti dedicato al tema degli Environmental issues in One Health: from risk assessment to surveillance” e si svolge nell’ambito del più importante progetto europeo in corso sulla One Health , lo One Health European Joint Programme di cui l’ISS è uno dei partner principali.

L’iniziativa, a tutt’oggi unica in Europa, è organizzata dal Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria e coinvolge altre strutture dell’ISS (Dip. Ambiente e Salute, Dip. Malattie Infettive, Centro per la Salute Globale). L’evento si svolgerà in modalità virtuale a causa dell’ancora attuale emergenza pandemica e coinvolgerà in modo intensivo 35 partecipanti, provenienti dai diversi paesi europei, ma anche dal resto del mondo. Molti ricercatori dell’ISS e di prestigiosi istituti di altri Stati europei si alterneranno come relatori e docenti nel corso del programma ricco di spunti che si svilupperà nelle giornate dal 26 luglio al 6 agosto 2021. Interverranno le principali Agenzie europee per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’ambiente (EEA) nonché i principali organismi internazionali: FAO, OIE, WHO.

La Summer School avrà come filo conduttore l’ambiente – nei suoi molteplici riflessi sulla sicurezza degli alimenti, sulle dinamiche di diffusione degli agenti zoonosici e dei microorganismi antibiotico-resistenti e allargherà l’approccio One Health ai cambianti climatici e ai rischi da sostanze tossiche come micotossine, PFAS, metalli. Questi fattori saranno  analizzati attraverso la prospettiva della valutazione del rischio, della sorveglianza, della sostenibilità per contribuire alla formazione di esperti con una visione di ampio respiro, ispirata al paradigma One Health.

Fra i relatori, Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP.

Pagina web della Summer School

 




Covid-19, One Health e PNRR

Sulla strategia di gestione dell’emergenza pandemica COVID-19, in molte dichiarazioni pubbliche di esponenti delle associazioni professionali mediche emerge l’assenza di una visione olistica-globale e di relazioni multi-sistemiche che sono alla base di un modello sanitario ispirato alla cultura One Health.  Questa si fonda sull’integrazione coordinata e trasparente delle professionalità che operano in settori diversi della sanità pubblica, ma che condividono gli stessi interessi ed obiettivi sanitari. Una sua assenza determina a livello periferico (regioni e dipartimenti di prevenzione delle ASL), e ciò non costituisce una novità, contesti organizzativi caleidoscopici con forti eterogeneità e separazione degli assetti istituzionali e con anacronistiche polarizzazioni sulle competenze mediche.

È evidente che su siffatta situazione pesano la mancanza di una volontà istituzionale per la promozione di una cultura di sanità pubblica ed ambientale in chiave preventiva One Health e di un linguaggio comune che possano aiutare a svelare la rete complessa di interazioni tra persone, animali selvatici e domestici, agricoltura e ambiente.

Il rilancio della sanità previsto dal PNRR per i diversi livelli della relativa filiera, comprensivi a ragione delle attività di prevenzione umana primaria, diagnosi, e cura (es. assistenza di prossimità e telemedicina, innovazione,  ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, potenziamento delle attrezzature ospedaliere, ricerca scientifica, trasferimento tecnologico e preparazione dei medici), non sembra assicurare progetti integrati e programmi centralizzati di previsione pandemica, ma tende ad essere focalizzato sulla risposta. Non si tiene conto che con il 60% delle infezioni umane trasmesse da animali (zoonosi), la prevenzione della salute umana si basa anche in larga misura sulla prevenzione e controllo delle infezioni animali.

Leggi il contributo integrale di Maurizio Ferri, Responsabile Scientifico SIMeVeP e Paola Romagnoli, Veterinario Ufficiale ASL Roma 1 pubblicato su sanitainformazione.it




Convocazione Assemblea dei Soci SIMeVeP 2021

Assemblea SIMeVePL’Assemblea dei Soci della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva è convocata il giorno 23 giugno 2021 alle ore 06.30 in prima convocazione e il giorno 23 giugno 2021 alle ore 17.30 in seconda convocazione e si svolgerà in videoconferenza (Piattaforma ZOOM).

All’ordine del giorno ci sarà l’approvazione del bilancio consuntivo 2020 e del bilancio preventivo 2021.

I codici di accesso verranno pubblicati su questo sito nella mattinata del 23 giugno 2021.




Covid-19 e salvataggio degli animali domestici, il ruolo dei veterinari nella relazione uomo-animale-ambiente

logo emervetE’ stato pubblicato sulla rivista internazionale “Journal of Applied Animal Ethics Research” l’articolo “COVID-19 Pandemic and Rescue of Pets. The Role of Veterinarians in the Human-Animal-Environment Relationship at the Time of the Coronavirus” di Serena Adamelli, Antonio Tocchio e Carlo Brini,  una riedizione di quanto già presente con il titolo “Pandemia Covid19:Codice della Protezione Civile e soccorso degli animali domestici. Il ruolo dei Medici Veterinari nella relazione uomoanimaleambiente al tempo del Coronavirus” nella raccolta  Contributi per capire la Pandemia da Sars-Cov-2 lanciata da SIMeVeP e SIVeMP a inizio pandemia.

“Le attività di salvataggio degli animali richiede capacità di formazione e collaborazione per tutte le figure professionali coinvolte. Al giorno d’oggi la vera sfida per tutti i soccorritori è considerare i molteplici aspetti del rapporto uomo-animale-ambiente che sono cambiati profondamente nel corso della storia e che rendono unica nel suo genere la pandemia di COVID-19. In questo periodo l’emergenza da affrontare consiste nel fornire l’assistenza agli animali appartenenti a persone decedute, ricoverate in ospedale o costrette a isolarsi. Un’attenta analisi dei diversi scenari rivela che non esiste un’unica soluzione per intervenire, ma che è necessario trovare l’alternativa più adatta ai singoli casi. Lo scopo del documento proposto è di offrire indicazioni specifiche a volontari, veterinari e non, in diversi scenari non perdendo di vista l’obiettivo: proteggere il benessere dell’animale e del suo proprietario, evitando la diffusione dell’infezione”.




Cibo con la muffa: quando e come consumarlo

Le muffe sono microorganismi pluricellulari e, insieme ai lieviti appartengono al regno dei funghi.

Come noto, fin dai tempi antichi alcune di esse ci danno una mano in cucina, rielaborando certi alimenti e modificandone positivamente la composizione organolettica: è il caso dei così detti formaggi “a crosta fiorita” e del gorgonzola.

Altre muffe si rendono utili al di fuori della cucina: per esempio la penicillina, da cui a inizio ‘900 furono sviluppati gli antibiotici. Ma ce ne sono di altre meno benigne; alcune sono ben visibili e tutto sommato innocue; altre invece invisibili, e possono essere davvero pericolose.

Con l’obiettivo di approfondireil tema muffe/alimenti, in un percorso di educazione alimentare e di consapevolezza rispetto al cibo che dobbiamo gestire, la Fondazione Banco Alimentare ha prodotto un opuscolo nell’intento d’informare le Strutture Caritative e le persone che aiutiamo.

L’opuscolo, realizzato nell’ambito del progetto #PuntoCOM, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e con il prezioso aiuto della Simevep – Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, permetterà di capire se tutti gli alimenti che presentano muffe sono da eliminare o se, con opportuni accorgimenti, possono essere ancora consumati o debbono essere scartati ed è quindi un valido aiuto nella lotta contro lo spreco alimentare.