Elezioni e cinghiali. Ma quale vuoto legislativo!

Accade spesso in Italia, che quando si affrontano problematiche su cui dovrebbero intervenire, ognuna per le proprie competenze, diverse istituzioni, ci si appelli a competenze non chiare o ambiguità di ruolo, invocando come rimedio un “vuoto normativo da colmare”.

L’argomento è affrontato dal Vice Presidente SIMeVeP Vitantonio Perrone, con particolare riferimento alla presenza di cinghiali nella città di Roma, in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




Carne di selvaggina per solidarietà alimentare. Prima consegna al Banco alimentare toscano

E’ prevista mercoledì prossimo 21 luglio, alle ore 9.30, nella sede del Banco alimentare di Firenze, all’interno del Mercato ortofrutticolo (si accede con le auto da Via dell’Olmatello 2).

Si tratta della prima consegna di un lotto di carne di selvaggina cacciata, in seguito all’impegno congiunto degli assessorati regionali alla salute e all’agroalimentare, delle Asl, degli Ambiti territoriali caccia toscani e del settore venatorio. Questa iniziativa benefica è progettata e finanziata dalla Regione Toscana con la delibera di Giunta 1147 del 2020 ed è finalizzata al sostentamento delle famiglie in difficoltà, anche a causa della particolare congiuntura sanitaria ed economica.

Interverranno la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, l’assessore alla salute Simone Bezzini, il presidente del Banco alimentare toscano Leonardo Berni, il coordinatore degli Ambiti territoriali caccia toscani Roberto Vivarelli, alcuni rappresentanti delle Aziende sanitarie locali, i dirigenti dei settori regionali interessati (Prevenzione collettiva e Attività faunistico-venatoria).

E’ prevista, inoltre, la presenza di rappresentanti dei Lions Clubs locali, che – in sinergia con il Banco e i Centri di lavorazione selvaggina coinvolti nell’iniziativa – hanno finanziato una fase post-produttiva che permette, attraverso il surgelamento, di allungare i tempi di conservazione della carne confezionata.

La SIMeVeP Toscana promuove e sostiene per gli aspetti tecnici questa iniziativa




Carni di ungulati selvatici per solidarieta’ alimentare: avviso per i Centri di Lavorazione Selvatici

Raccogliere adesioni per la lavorazione di carni di ungulati selvatici destinate alla beneficenza, grazie alla successiva distribuzione a cura del Banco Alimentare.

Questo l’obiettivo dell’avviso pubblico disponibile sui siti istituzionali delle Asl toscane e destinato ai Centri di lavorazione selvaggina (CLS), che potranno successivamente avviare il percorso per la cessione in beneficenza della carne proveniente da ungulati selvatici abbattuti nell’ambito dei piani regionali di controllo.

Con propria delibera – la 1147 del 2020 – la Regione Toscana ha previsto l’erogazione dei rimborsi dei costi sostenuti dai CLS attraverso le Asl, destinatarie per l’anno 2021 di un finanziamento complessivo di 60mila euro: 25mila alla Asl Sud Est; 17.500 alla Nord Ovest; e altrettanti 17.500 alla Centro.

Con la pubblicazione dell’avviso – afferma l’assessore alla sanità, Simone Bezzini – entriamo adesso nella fase operativa di questa iniziativa che ci auguriamo possa portare, in questo periodo di emergenza sanitaria dalle gravi ricadute economiche, un po’ di sollievo nella vita delle famiglie più in difficoltà. Credo sia importante evidenziare come questo progetto di solidarietà, che nasce in collaborazione con l’assessorato all’agricoltura, caccia e pesca e con gli ambiti territoriali di caccia toscani, presenti molteplici ricadute positive, valorizzando le carni di selvaggina non solo da un punto di vista economico ma anche sotto l’aspetto etico e sociale, garantendo al fruitore finale un prodotto di qualità che rispetti gli standard in materia di sicurezza alimentare. E tutto questo coinvolgendo attivamente il mondo venatorio. Mi preme ringraziare la nostra Direzione e le Asl toscane che, nonostante il momento così complesso e impegnativo, hanno comunque reso possibile l’attuazione della nostra delibera. Come è doveroso un ringraziamento al Banco Alimentare che con le sue infrastrutture e la rete di distribuzione ci consente, non solo per questa iniziativa, di intercettare e sostenere i bisogni essenziali delle persone in condizioni di svantaggio o di marginalità.

Questo progetto, – dice la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che ho tenuto a battesimo quando ero responsabile della sanità regionale, consente un impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti. Ci dà la possibilità di far fronte in parte all’emergenza ungulati e al tempo stesso di distribuire alle persone in difficoltà alimentare, un prodotto ad alto valore nutrizionale come la carne, in questo caso di cinghiale. L’iniziativa si inserisce in un’ottica di economia circolare, che permette di ottimizzare le risorse del nostro territorio con un obiettivo non solo ambientale ma sociale”.

Le carni deriveranno da una quota dei capi abbattuti secondo le modalità previste dalla legislazione regionale e che gli ATC decideranno di destinare all’iniziativa di beneficenza alimentare. Inoltre è prevista anche la cessione di capi provenienti dall’attività venatoria e di controllo regolamentata anche da parte di soggetti terzi: Enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, AFV e AAV.

Le carcasse lavorate verranno affidate per la distribuzione al Banco Alimentare della Toscana, che è dotato di un’organizzazione e di una rete territoriale specifica e peculiare che consente la conservazione delle carni garantendo il rispetto degli obiettivi di sicurezza alimentare e la loro distribuzione al fine di sostenere i bisogni essenziali delle famiglie e delle comunità toscane.

La SIMeVeP Toscana sostiene per gli aspetti tecnici questa iniziativa




Spillover e contenimento popolazioni animali, 2 articoli SIMeVeP per Repubblica

Lo spillover all’origine della pandemia COVID19 e  il contenimento demografico delle popolazioni animali sono i temi al centro di due articoli usciti su La Repubblica (ed. Roma e Centro sud) del 30 aprile 2020 a cura rispettivamente di Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP e Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP e di Vitantonio Perrone, Vice Presidente SIMeVeP.

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Cinghiali abbattuti a Roma: una levata di scudi infondata

cinghialeHa avuto una forte eco mediatica l’intervento messo in atto da parte dei medici veterinari del servizio dell’Az.USL Roma 1, sulla base del potrocollo d’intesa per “La gestione del cinghiale nel territorio di Roma Capitale”, in un parco cittadino vicino alla Città del Vaticano alla
presenza, inevitabile in un quartiere centrale densamente abitato, di centinaia di persone che hanno tentato di impedire quanto deciso dagli organi comunali preposti.

I colleghi del servizio dell’Az.USL Roma 1 sono riusciti ad eseguire il protocollo come previsto (preparazione del farmaco per la teleanestesia ed eutanasia) e a ritornare nella sede di servizio scortati da Polizia di Stato e Municipale, ancora inseguiti da una folla minacciosa.

Si parla tanto e con poca convinzione della Medicina Unica, ma in questo caso una parte della Veterinaria ha dato prova di non ricordare che essa è al servizio non soltanto degli animali, ma anche degli uomini” afferma il Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, in un contributo pubblicato da “La Settimana Veterinaria”




Amr e sorveglianza della fauna selvatica, una nuova alleanza istituzionale in ottica One Health

Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP è intervenuto in qualità di direttore del Dipartimento Veterinario dell’Ats di Bergamo all’incontro per la sottoscrizione tra ACSS Lombardia – l’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario lombardo e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia-Romagna ( IZSLER) dell’accordo di collaborazione per sviluppare progettualità per la lotta all’antimicrobico resistenza e per la sorveglianza della fauna selvatica.

L’accordo, dalla durata triennale e rinnovabile, si basa sull’integrazione delle attività svolte nel settore della medicina veterinaria e della medicina umana in ottica “One Health”, ossia con un impegno congiunto di più discipline professionali che operano per il raggiungimento di una salute ottimale delle persone, degli animali e dell’ambiente.

L’Agenzia di Controllo e l’Istituto Zooprofilattico, dunque, coopereranno per la realizzazione di una collaborazione sul territorio, secondo le rispettive competenze e finalità istituzionali, che prevede anche il coinvolgimento delle Agenzie di Tutela della Salute (Ats), delle Aziende sociosanitarie territoriali (Asst) e delle istituzioni che operano nel settore della prevenzione e della caccia per realizzare analisi e verifiche.

Obiettivo della collaborazione è l’implementazione di attività sul campo a livello di Regione Lombardia, con la prospettiva che tale modello d’azione possa estendersi ad altre Regioni.

Nel corso della tavola rotonda ““Integrazione delle attività veterinarie e mediche per il contrasto all’Antimicrobico resistenza con approccio One Health” Sorice ha illustrato una delle 2 progettualità avviate dall’Acss in via sperimentale nelle province di Varese e Como con ATS Insubria e in quella di Bergamo con ATS Bergamo che coinvolgono l’IZSLER, presentate nel corso della tavola rotonda “Integrazione delle attività veterinarie e mediche per il contrasto all’Antimicrobico resistenza con approccio One Health”, quella che prevede l’introduzione, l’anno prossimo, del protocollo elaborato dall’IZSLER in qualità di Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA) per valutare lo stato di benessere del bestiame degli allevamenti montani di bovini da latte di piccole dimensioni e allevati alla posta fissa collocati nella Cheese Valley, territorio al centro delle Orobie bergamasche, valtellinesi e lecchesi

Il comunicato completo sul sito dell’IZS Ler




Selvatici e Buoni, presentato il “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”

selvatici e buoniLa carne da selvaggina è una scelta buona, sana e sostenibile: presenta meno grassi rispetto ad altre carni, ha un rapporto favorevole di acidi grassi Omega-3/6 e limita l’impatto ambientale, in particolare il consumo di terreno e di acqua, rispetto a quella prodotta allevamenti intensivi. Sulla base di tali considerazioni Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) ha scelto di avviare il progetto“SELVATICI E BUONI: una filiera alimentare da valorizzare”, progetto nato con l’obiettivo di creare una filiera riconosciuta e sostenibile delle carni selvatiche e che è stato realizzato per la prima volta sul territorio di Bergamo.

Il risultato più importante, comunicato nel corso di una conferenza svoltasi presso lo ‘spazio viterbi’ del Palazzo della Provincia di Bergamo, con il Patrocinio della stessa Provincia e dell’ATS Bergamo, è rappresentato dalla condivisione di un “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”, attraverso il quale i ristoratori del territorio si sono impegnati a rispettare 10 principi chiave che mirano alla valorizzazione della scelta sana e sostenibile delle carni selvatiche. Il manifesto è stato redatto dall’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, capofila scientifico del progetto con il supporto della condotta slowfood valli orobiche.

Il percorso di “Selvatici e buoni” ha avuto inizio nel territorio bergamasco a settembre 2017 e nel corso del triennio ha visto la realizzazione delle seguenti azioni:

  • sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria;
  • Realizzazione di due workshop formativi dedicati ai ristoratori sulle modalità di preparazione delle pietanze a base di carni selvatiche e sulle caratteristiche organolettiche delle stesse.
  • organizzazione di tre rassegne enogastronomiche “Selvatici e Buoni a tavola” con cene dedicate al progetto a Bergamo, in Val Seriana ed in Val di Scalve.
  • raccolta ed elaborazione di dati biometrici sottoposti ad analisi sanitarie per verificarne i valori nutrizionali
  • analisi sulla percezione della carne di selvaggina quale alternativa alla carne bovina in un gruppo di consumatori abituali di carne.

“Con “Selvatici e Buoni” abbiamo voluto dare un segnale di svolta sviluppando una filiera tracciata della selvaggina, valorizzando gli aspetti di sicurezza alimentare, tutela del patrimonio faunistico e rispetto dell’ambiente che stanno a cuore a Fondazione UNA – ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente Fondazione UNA – il territorio di Bergamo ha fatto da pioniere; abbiamo infatti siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia per esportare il modello in altre province lombarde. Oltre a rappresentare un passo avanti in tema di sostenibilità della filiera alimentare, “Selvatici e Buoni” ha certamente dato nuovo impulso al turismo enogastronomico locale, dando ai ristoratori la possibilità di differenziarsi attraverso l’apposizione di una specifica vetrofania legata all’adesione al progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Fondazione UNA a Selvatici e Buoni, dando il nostro contributo alla valorizzazione della filiera degli ungulati selvatici nel tentativo dSorice Selvatici e Buonii cambiarne la percezione da parte del consumatore. In un’ottica di valorizzazione gastronomica, infatti, un maggior grado di consapevolezza delle proprietà nutrizionali e di sostenibilità della carne di selvaggina e l’utilizzo di preparazioni gastronomiche adeguate possono rappresentare le prime basi per migliorarne la percezione” ha aggiunto Silvio Barbero, Vice Presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Antonio Sorice – Direttore Dipartimento Veterinario ATS e Presidente SIMeVeP, ha commentato: “ho condiviso con entusiasmo sin dall’inizio ed ho seguito tutte in tutte le sue tappe il progetto, e posso affermare che il servizio veterinario è stato orgoglioso di essere al fianco di diverse azioni formative volte a migliorare la conoscenza e la sicurezza alimentare delle carni selvatiche, un requisito di qualità che spesso si considera scontato ma che scontato non è; il controllo della filiera dal punto di vista sanitario è fondamentale perché se il cibo non è sicuro…non è cibo!”.

Durante la conferenza stampa,moderata da Luca Pellicioli – Referente territoriale del progetto – sono intervenuti Maurizio Zipponi – Presidente Fondazione Una, Silvio Barbero – Vice presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Paolo Lanfranchi – Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e diversi rappresentanti locali del mondo venatorio (tra cui Michele Bornaghi presidente Fidc Bergamo), delle istituzioni, della filiera alimentare e della ristorazione tra i quali Oscar Fusini – Direttore Ascom Bergamo, Silvio Magni – Fiduciario Condotta Slowfood Valli Orobiche e Maurizio Forchini di Promoserio).

Sulla base della sottoscrizione del manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione il comitato scientifico di “Selvatici e Buoni” ha scelto di assegnare la vetrofania biennale a 10 ristoranti della provincia:

Ristorante ‘Chalet Engadina’ (Vilminore di Scalve)
Osteria Bastioli(Vilminore di Scalve)
Ristorante ‘Peccati di Gola’ (Vilminore di Scalve)
Locanda Blum In (Rovetta)
Trattoria enogastronomica Selva di Gelso (Clusone)
RistOrobie (Cusio)
Osteria al Gigianca (Bergamo)
Noi restaurant (Bergamo)
Hosteria del vapore (Chiuduno)
Puro cibo e vino (Ranica)

Tale riconoscimento permetterà di distinguere i ristoratori del territorio bergamasco in materia di competenze nella gestione delle carni selvatiche. L’operato dei ristoratori sarà supervisionato da Fondazione UNA e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e sarà coordinato a livello locale dalla condotta Slowfood valli orobiche.

Fonte: Comunicato Fondazione Una

Il sito del progetto




Selvatici buoni, prosegue l’attività formativa

Progetto Selvatici e BuoniProseguono gli incontri formativi nell’ambito del progetto “Selvatici e Buoni” dedicato alla valorizzazione della carne di selvaggina e alla creazione di una filiera tracciata, cui la SIMeVeP: il 27 maggio si sono concluse a Lallio (BG) le due giornate di formazione dedicate ai ristoratori del territorio con l’obiettivo di approfondire le modalità di preparazione a base di carne di selvaggina al fine di valorizzarne le caratteristiche e diffonderne l’utilizzo nell’ambito della ristorazione.

All’evento, introdotto da Luca Pellicioli Medico Veteriniario ATS di Bergamo, sono intervenuti Baldassare Agnelli – titolare azienda, Silvio Barbero – Vice presidente Università Scienze gastronomiche di Pollenzo, Nicola Perrotti – Presidente Fondazione Una, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Oscar Fusini – Direttore Ascom Confcommercio Bergamo, Michele Bornaghi – Presidente Federcaccia Bergamo e Iris Rossi – Franchi Food Academy. Roberto Dormicchi – Chef della Franchi Food Academy, ha condotto uno show cooking all’interno della sala del centro ricerca e formazione SAPS Agnelli Cooking Lab.

Il progetto – dopo un’attenta e puntuale fase di condivisione programmatica tra i partner scientifici del progetto e le realtà Istituzionali e associative locali – è stato ufficialmente avviato il 22 settembre 2017 a Clusone (BG) e si concluderà a ottobre 2019, con l’obiettivo principale di sviluppare, nel rispetto della sicurezza alimentare, le modalità operative per la corretta gestione igienico-sanitaria della filiera delle carni di grossa selvaggina permettendo la valorizzazione di un prodotto dalle importanti caratteristiche nutrizionali e la sua promozione sul territorio affermando un modello di sviluppo delle aree montane in grado di coniugare esigenze ambientali e socio-economiche attraverso adeguate scelte gestionali.

E’ strutturato in azioni specifiche tra cui:
• la costruzione partecipata della filiera
• l’indagine sulle tradizioni gastronomiche del territorio
• la formazione ed educazione all’utilizzo delle risorse
• l’analisi del rischio per la valutazione e il miglioramento dei requisiti igienico sanitari del prodotto
• attività di rilancio dell’economia locale

Particolare attenzione viene dedicata ai 3 attori principali della filiera rappresentati dal mondo venatorio, macellai attraverso i Centri di lavorazione della selvaggina (CLS) e i ristoratori.

Consulta il sito del progetto

A cura della segreteria SIMeVeP




Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio” di Giulio Loglio.

Il pane d’api è un ottimo prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione del polline fresco nelle celle dei favi. Non è mai stato valorizzato dagli apicoltori per auto-consumo per la mancanza di un attrezzo che ne permettesse un’agevole raccolta.Chi scrive ha ideato il “raccogli pane d’api”, uno strumento (brevettato) semplice e poco costoso che permette di estrarre dai favi il pane d’api sotto forma di pellets, ottenendo così un prodotto che può essere utilizzato come alimento sia dall’a-picoltore sia dal consumatore locale. Per il suo alto valore nutritivo, il pane d’api potrebbe essere utilizzato come ali-mento nei Paesi in via di sviluppo dove le popolazioni locali potrebbero essere formate per allevare razze di api seleziona-te specializzate nella raccolta del polline.

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Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina” di R. Viganò, E. Demartini, A. Cottini, A. Gaviglio, P. Lanfranchi, E. Calderone, E. Ballocchi.

Saper gestire correttamente le risorse naturali senza arre-care danno al territorio è una sfida quanto mai attuale e rappresenta forse l’unica pratica sostenibile in grado di ridare un certo impulso allo sviluppo socio-economico delle aree rurali alpine. La ricchezza dei territori disagiati dal punto di vista produttivo-economico risiede, infatti, quasi esclu-sivamente nell’ambiente come elemento essenziale e caratterizzante non solo del territorio, ma anche delle tradizioni e degli usi delle popolazioni residenti.Il progettoSulla base di queste considerazioni, nel 2014, in Val d’Os-sola (Provincia di Verbania) ha preso avvio il progetto “Filiera Eco-Alimentare”, legato all’utilizzo delle carni di ungulati selvatici.

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