Nuova data per il focus sull’uso del farmaco negli animali d’affezione

Nuova data per il Focus sul farmaco per gli animali d’affezione. Si terrà sulla piattaforma ZOOM il 23 gennaio 2025 dalle 13.30 alle 15.00 . L’incontro in collaborazione con SIMeVeP , tenuto dalla dottoressa Silvia Fiorina e dal dottor Marco Cecchetto.

L’incontro, rivolto esclusivamente ai medici veterinari, è stato organizzato per rispondere a domande pratiche e prevenire errori che potrebbero causare sanzioni. Verranno affrontate le problematiche legate alla gestione delle prescrizioni, all’uso di farmaci generici e alla complessa situazione del mercato, dove la scarsità di farmaci veterinari specifici spesso costringe i professionisti a scelte difficili.

Il convegno rappresenta un’occasione unica per acquisire chiarezza sulle novità normative e per ricevere linee guida operative da massimi esperti del settore.

Info sull’evento




Il veterinario Maurizio Ferri nella lista di esperti del comitato consultivo per le emergenze di sanità pubblica

Il dottor Maurizio Ferri, veterinario dirigente della Asl di Pescara, a seguito di un bando europeo pubblicato dalla commissione europea a novembre 2023, è stato selezionato e inserito nella lista di esperti (reserve list) del comitato consultivo per le emergenze di sanità pubblica, istituito dalla commissione europea nel 2023 con compiti di consulenza in caso di gravi minacce per la salute pubblica a carattere transfrontaliero e sulle misure da adottare in risposta al focolaio e sui tempi per revocarle. Il gruppo colma la grave lacuna individuata durante la pandemia di Covid 19.

“Questo ulteriore riconoscimento internazionale del dottor Ferri, già componente del gruppo di esperti Efscm della commissione europea per la gestione della preparazione e risposta alle crisi di approvvigionamento alimentare, è motivo d’orgoglio per il servizio di Igiene degli alimenti di Origine Animale, che da diversi anni è inserito in una rete di contatti internazionali con servizi veterinari di diversi paesi dell’Unione e dell’Est Europa, e per questa Asl”, viene precisato nella nota dell’azienda sanitaria.

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Fonte: ilpescara.it




Focus sull’uso del farmaco negli animali d’affezione

La SIMeVeP in collaborazione con ADMV, Associazione Donne Medico Veterinario, ha organizzato per il 18 dicembre il Webinar dal titolo “Focus sull’uso del farmaco negli animali d’affezione” tenuto dalla dottoressa Silvia Fiorina e dal dottor Marco Cecchetto del Gruppo di lavoro SIMeVeP “Farmaco veterinario e Antibioticoresistenza”.

L’incontro, rivolto esclusivamente ai medici veterinari, è stato organizzato per rispondere a domande pratiche e prevenire errori che potrebbero causare sanzioni. Verranno affrontate le problematiche legate alla gestione delle prescrizioni, all’uso di farmaci generici e alla complessa situazione del mercato, dove la scarsità di farmaci veterinari specifici spesso costringe i professionisti a scelte difficili.

Il convegno rappresenta un’occasione unica per acquisire chiarezza sulle novità normative e per ricevere linee guida operative da massimi esperti del settore.

Info sull’evento




L’approccio multisettoriale One Health ed il ruolo del One Health High-Level Expert Panel (OHHLEP)

L’approccio One Health (OH), in virtù dell’integrazione di competenze afferenti a settori e discipline più svariate è fondamentale per affrontare i rischi e le minacce per la salute che si presentano nell’interfaccia uomo-animale-piante-ambiente. Al fine di supportare WHO, FAO, WOAH e UNEP (Il Quadripartito) nelle politiche di OH, nel 2021 viene costituito un gruppo consultivo scientifico e strategico  denominato One Health High-Level Expert Panel (OHHLEP), composto da 29 membri, con il compito di fornire indicazioni per rafforzare gli orientamenti e coordinamento strategici, promuovere la visibilità politica, definire le responsabilità e le azioni legate a OH e migliorare la cooperazione tra governi. OHHLEP definisce OH come “un approccio integrato e unificante, che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi. Riconosce inoltre che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi) siano strettamente collegati e interdipendenti. L’approccio mobilita molteplici settori, discipline e comunità a tutti i livelli della società, affinché lavorino insieme per promuovere il benessere e affrontare le minacce alla salute e agli ecosistemi, rispondendo al tempo stesso al bisogno collettivo di cibo, acqua ed energia sani e l’aria, agendo sui cambiamenti climatici e contribuendo allo sviluppo sostenibile’. Con questa definizione viene sottolineata la necessità di mettere in campo azioni per implementare OH in modo sostenibile puntando ad una migliore collaborazione multisettoriale e transdisciplinare, efficace coordinamento, comunicazione e sviluppo di capacità.  Con il contributo di OHHLEP, il Quadripartito pubblica nel 2022 un piano d’azione congiunto One Health 2022-2026 (OH JPA) con sei percorsi di azione ed una guida per l’implementazione ed integrazione di sistemi e capacità per prevenire, prevedere, individuare e rispondere alle minacce emergenti, migliorare la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente e contribuire ad uno sviluppo sostenibile.  Nel dicembre 2023, il Quadripartito, con lo scopo di assistere i paesi nell’adozione e adattamento dei piani OH, pubblica una ulteriore guida pratica per l’attuazione del piano d’azione congiunto One Health a livello nazionale e individua tre percorsi: politica, sostegno e finanziamento; sviluppo organizzativo, implementazione e integrazione settoriale; dati, prove, istruzione e conoscenza.  Allo stesso tempo assegna a OHHLEP i compititi di:

  • dare indicazioni sull’attuazione del Piano Congiunto di Azione One Health (OH JPA 2022-2026) informando sullo sviluppo sia di  politiche OH basate sull’evidenza scientifica, sia di strumenti e metriche per supportare l’implementazione e la misurazione, nonché identificazione di gap di ricerca su OH;
  • fornire una valutazione scientifica di rilevanza politica sui driver di emergenza e ri-emergenza di minacce sanitarie nell’interfaccia uomo-animale-ecosistema;
  • formulare raccomandazioni su questioni specifiche per le aree OH che destano maggiori preoccupazioni e che necessitano di maggiore attenzione, azione e direzione futura.

OHHLEP all’inizio del 2024 pubblica il documento ‘An integrated inventory of One Health tools: Mapping and analysis of globally available tools to advance One Health (Inventario integrato degli strumenti OH: mappatura e analisi degli strumenti disponibili a livello globale per far progredire OH) con l’obiettivo di inventariare e analizzare una serie di strumenti che, sebbene sviluppati nel corso degli anni per affrontare le malattie infettive e la preparazione alle pandemie, la resistenza antimicrobica, la sicurezza alimentare o il cambiamento climatico, non sono mai stati completamente valutati per l’implementazione di OH e i loro risultati in generale non contestualizzati, laddove pochi hanno assicurato l’integrazione settoriale e disciplinare tra le tre dimensioni di OH e la coerenza con i principi fondamentali. Un inventario di strumenti OH torna utile a paesi e regioni per l’elaborazione dei piani d’azione nazionali OH, per la valutazione e definizione di priorità per l’implementazione e per il rafforzamenti dei relativi meccanismi.   Sebbene siano stati compiuti progressi sostanziali nello sviluppo ed implementazione dei vari strumenti OH, occorre assicurare coordinamento e collaborazione continui tra settori, discipline e parti interessate per la definizione di nuovi strumenti e modalità di condivisione,  sinergia e collegamento dei risultati funzionali ad un utilizzo di risorse minime per sistemi OH sostenibili. I paesi e le regioni possono identificare gli strumenti OH funzionali alle esigenze specifiche, adeguare quelli esistenti e sviluppare di nuovi per colmare le attuali lacune relative a genere, inclusione sociale e ambiente.

I temi sopra evidenziati sono stati discussi il 6 Novembre in occasione di un webinar sulla ‘Governance One Health basata sull’evidenza’, organizzato dal Quadripartito, con la partecipazione dei membri di OHHLEP  e del co-presidente Carlos Gonçalo Das Neves, Chief Scientist di EFSA.  La dottoressa Casey Barton Behravesh, membro di OHHLEP e Direttore del Centro OH presso il Center for disease control (CDC) di Atlanta, ha illustrato le attività svolte ed risultati ottenuti dal One Health Coordination Unit (USOHCU), una struttura che condivide la leadership con il CDC, il Dipartimento degli interni e l’USDA,  ed i fattori chiave per il successo della governance OH, quali collaborazione, coordinamento, comunicazione, politica&governance, disponibilità di risorse, piani e priorità condivisi, istruzione e formazione, coinvolgimento della comunità. Per garantire una collaborazione efficace nell’ambito dei programmi OH è necessario coinvolgere a tutti i livelli i diversi settori della sanità pubblica, sanità animale (domestica e selvatica), ambiente ed altri pertinenti e identificare i ruoli e le responsabilità di ciascun partner. La presenza di strutture efficaci di coordinamento fanno progredire OH anche con il coinvolgimento di partner esterni.  Ulteriore elemento chiave è la comunicazione che deve essere efficace, regolare e trasparente tra tutti i soggetti convolti con messaggi coordinati e tempestivi di. In tema di politica&governance, OH non può strutturarsi all’interno di programmi governativi senza una forte volontà politica e politiche di sostegno con finanziamenti e risorse umane adeguati. I piani e le priorità devono essere condivisi per costruire, pianificare e assegnare le priorità anche durante i periodi non emergenziali. L’istruzione e la formazione devono essere garantiti a tutti i livelli a cominciare dai programmi educativi delle scuole primarie se secondarie per costruire le capacità multisettoriali e transdisciplinari per le future generazioni. Infine c’è bisogno di promuovere meccanismi di partecipazione estesa attraverso il coinvolgimento della comunità nelle iniziative OH.

Dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP




Seconda Giornata dei Centri e dei Laboratori di Referenza Nazionali degli IZS nell’ottica One Health

Ieri 5 novembre, presso la sede Ministero della Salute, si sono svolti i lavori previsti dall’organizzazione della Seconda Giornata dei Centri e dei Laboratori di Referenza Nazionali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali nell’ottica One Health, curata dalla S.I.Ve.M.P. settore II.ZZ.SS., in particolare dai dottori Paola Nicolussi e Renato Giunta.

Gli ospiti esterni, i relatori ed i partecipanti sono stati accolti dagli interventi del dott. Giovanni Leonardi, Direttore del Dipartimento della salute umana, della salute animale e dell’ecosistema (One Health) e dei rapporti internazionali, del Direttore generale della Salute Animale, dott. Giovanni Filippini, del Direttore della ex Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, dott. Ugo Della Marta e del Segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica, dott. Aldo Grasselli.

Sono intervenuti il dott. Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Inalca e la senatrice Vita Maria Nocco che hanno espresso apprezzamento per il lavoro che svolge la Sanità Pubblica veterinaria ed in particolare per quello degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dei Centri di Referenza Nazionali.

Le brillanti relazioni presentate dai ricercatori degli IIZZSS dottori Paolo Calistri, Fabrizio Vitale, Stefano Cappai, Luigi Bertocchi, Alessandra Tata, Anna Granato, Antonio Limone, Paola De Santis, Teresa Bossù, Francesca Barchiesi, Elisabetta Razzuoli, Nicola Bortone, moderati dai dottori Mauro Gnaccarini e Pierfrancesco Catarci, sono stati incentrati su temi di attualità della medicina veterinaria pubblica ed hanno fatto riferimento a ricerche ed esperienze recenti ed in corso di sviluppo ulteriore di interesse del benessere e della sanità animale e della sicurezza alimentare. Si è parlato inoltre dell’importanza dei big data a servizio della One Health e di modelli sperimentali da inserire nelle organizzazione aziendali che favoriscano l’approccio olistico alla salute. Gli atti della giornata saranno resi disponibili presto sul sito della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, a seguito della iniziativa lanciata dal dott. Aldo Grasselli nel corso del suo intervento, affinchè possano essere consultati da tutti gli interessati, anche coloro i quali non hanno potuto partecipare alla iniziativa.

A cura di Anna Maria Fausta Marino

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Commissione Europea: Ferri tra gli esperti per le emergenze di Sanità Pubblica

L’11 settembre 2023 la Commissione ha istituito il “Comitato consultivo per le emergenze sanitarie”, il quale su richiesta della Commissione stessa o del Comitato per la sicurezza sanitaria, svolge i compiti di cui agli articoli 23 e 24 del regolamento (UE) 2022/2371.

Il Comitato fornisce competenze alla Commissione durante la preparazione delle misure di attuazione, vale a dire prima che la Commissione sottoponga tali progetti di misure a un comitato di comitatologia.

Il dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP,  è stato selezionato ed inserito nella lista delle riserve di esperti per emergenze di Sanità Pubblica.

 




ECM – Seconda Giornata dei Centri e dei Laboratori di Referenza Nazionali degli IZS nell’ottica One Health

Sono aperte le iscrizioni al corso ECM dal titolo “Seconda Giornata dei Centri e dei Laboratori di Referenza Nazionali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali nell’ottica One Health” – “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”  (Paulo Coelho) che si terrà a Roma presso il Ministero della Salute  il giorno 5 novembre 2024, con il patrocinio SIVeMP.

Il corso è aperto a 100 partecipanti, è gratuito ed è rivolto a Medici Veterinari delle tre aree funzionali, Medici Chirurghi (Igiene epidemiologia e sanità pubblica/Igiene degli alimenti e nutrizione/Medicina del lavoro/Malattie infettive) e Biologi.

Al corso sono stati attribuiti 5 crediti ECM.

Il corso ha come obiettivo quello di migliorare e potenziare le capacità diagnostiche e profilattiche dei colleghi relativamente ad alcune patologie, in particolar modo di quelle di interesse zoonotico. I relatori offriranno ai colleghi presenti spunti di riflessione relativamente a tecniche e studi previsionali per la diffusione di malattie infettive e contaminanti ambientali. L’aspetto uomo/animale/ambiente, infatti, sarà il Leitmotiv della giornata formativa.

Brochure

Programma scientifico

Scheda di iscrizione

 




H5N1 corre e acquisisce mutazioni di adattamento ai mammiferi

Il virus dell’influenza aviare H5N1 corre e acquisisce mutazioni di adattamento ai mammiferi con il rischio di una nuova potenziale pandemia.

Lo conferma un recente studio pubblicato su Nature.

Il virus HPAI H5N1 derivato da bovini da latte si trasmette attraverso goccioline respiratorie nei mammiferi senza previo adattamento e causa infezioni letali in modelli animali.

Un team dell’Università del Wisconsin e del Giappone ha riferito che un isolato di H5N1 dall’occhio di un lavoratore del settore lattiero-caseario mostra una mutazione PB2-E627K legata alla replicazione nei mammiferi. Il lavoratore aveva mostrato una congiuntivite dopo l’esposizione a vacche infette.

I test hanno dimostrato la capacità del virus H5N1 di replicare sulla cornea umana e sulle cellule polmonari. Negli esperimenti sui tessuti di topo, il virus ha infettato 15 tessuti diversi, con i livelli più alti riscontrati nel tessuto respiratorio.

Il team ha infettato i furetti con un’alta carica del virus isolato dal lavoratore lattiero-caseario, trovando un modello di infezione simile a quello dell’uomo, non dei topi. Ricordo che i furetti sono modelli ideali per lo studio dell’influenza a causa dei sintomi clinici e trasmissione simili.

Tutti i furetti infetti sono morti entro cinque giorni e il campionamento dei tessuti ha mostrato la presenza del virus in tutti i tipi, in particolare nei tessuti respiratori. Al contrario, ricerche precedenti che utilizzavano un virus H5N1 bovino hanno rilevato gravi infezioni nei furetti, ma non così letali.

Tra il 17% e il 33% dei furetti nelle gabbie adiacenti sono stati infettati da goccioline respiratorie, indicando che il virus può diffondersi tra i mammiferi con questa modalità anche se con un’efficienza limitata. Tutti i furetti direttamente infetti sono morti entro sei giorni.

Maurizio Ferri,
Responsabile scientifico SIMeVeP




On-line gli interventi del corso sulla Farmacosorveglianza di Bergamo

Sono on-line le presentazioni del corso svoltosi a Bergamo l’11 ottobre dal titolo “Farmacosorveglianza veterinaria, nuova normativa e controllo ufficiale”.

Il decreto legislativo 7 dicembre 2023, n. 218 ha adeguato l’ordinamento nazionale al regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari portando inevitabili ricadute anche sul controllo ufficiale di farmacosorveglianza, controllo già profondamente modificato con l’introduzione dei diversi dispositivi informatici (Ricetta Elettronica Veterinaria e Classyfarm). Oggi, il medico veterinario pubblico, oltre ad avere una profonda conoscenza della normativa, è tenuto ad avere dimestichezza e competenza anche su questi dispositivi.

Il contesto emergenziale che coinvolge la veterinaria pubblica, assediata dalle diverse emergenze epidemiologiche, peste suina, blue tongue e influenza aviaria, non consente di abbassare la guardia su queste emergenze, ma nel contempo non si deve dimenticare il compito al quale è chiamato ad assolvere il veterinario pubblico: la salute a 360 gradi; non è quindi possibile immaginare una sicurezza alimentare senza un efficace controllo del farmaco veterinario; l’aggiornamento, la formazione e il confronto sono elementi fondamentali per mantenere un’elevata professionalità soprattutto in questo campo, notevolmente mutato negli ultimi anni, e nel quale si giocano diverse partite relative alla salute degli animali e dell’uomo e alle quali saremmo immediatamente.

Scarica le presentazioni




Il nuovo rapporto di SYSTEMIQ LTD sul futuro della carne coltivata

La produzione di carne per soddisfarne il fabbisogno di quasi otto miliardi di persone sul pianeta sta mettendo a dura prova le risorse disponibili. Fattori come lo sfruttamento dei terreni per l’allevamento intensivo, il disboscamento, la minaccia alla biodiversità e l’ emissione di gas serra sono responsabili degli effetti disastrosi del cambiamento climatico.  Se questo trend globale continuerà, il consumo di carne è destinato a crescere in modo significativo, con un aumento della domanda del 30% entro il 2050.  Tuttavia, è possibile contrastare questa tendenza e mitigare gli effetti della pressione ambientale attraverso la diversificazione della dieta e l’introduzione di proteine alternative tra cui quelle ​​vegetali, carni coltivate in laboratorio, o persino proteine ​​di insetti.

Una  analisi pubblicata nel 2019 dalla società di consulenza AT Kearney stima che nel 2040 la carne coltivata occuperà il 35% del mercato della carne globale insieme ad  altri analoghi di origine vegetale per un totale di 640 miliardi di dollari. Riguardo invece ai volumi di produzione futuri il rapporto Mc Kinsey prevede che entro il 2030 la produzione di carne coltivata,  benchè in crescita costante, con 2,1 milioni di tonnellate potrà soddisfare solo lo 0,5% della domanda globale di carne a causa delle capacità limitate degli attuali bioreattori che oggi vanno da 2.000 a 10.000 litri.   Una stima più recente è fornita dalla società di consulenza Systemiq Ltd. finanziato da e in collaborazione con Good Food Institute (GFI) relativo ai benefici economici che il settore della carne coltivata potrebbe apportare in Unione Europea ed altri come un migliore valore nutrizionale, profili di grassi più sani e rischi ridotti di zoonosi e resistenza antimicrobica,  riduzione del bioaccumulo di tossine soprattutto nei frutti di mare e livelli superiori di disponibilità alimentare per la riduzione dei  costi di produzione della carne, influenzati dal cambiamento climatico, dalla pressione sulle risorse, nonché dalla dipendenza dalle importazioni e dalla produzione di mangimi per animali.  Per stimare il potenziale della carne coltivata l’analisi prende in considerazione tre scenari, di cui due ambiziosi ma plausibili per lo sviluppo futuro del settore della carne coltivata.

L’obiettivo di questa analisi non è quello di fornire proiezioni definitive su ciò che accadrà ma di illustrare quale potrebbe essere il potenziale economico per l’Europa nell’ambito di alcuni scenari ambiziosi con l’intento di assumere fin da ora un ruolo di leadership nel settore. Negli scenari delineati, l’analisi stima che il settore potrebbe rappresentare un mercato globale da 170 a 510 miliardi di euro entro il 2050, e  nello scenario più ambizioso da 15 a 80 miliardi di euro all’anno a livello europeo, fra consumo interno ed esportazioni e sulla base di una catena di valore nazionale della carne coltivata e di opportunità commerciali. Inoltre la crescita di questo settore creerebbe 25.000-90.000 nuovi posti di lavoro ben retribuiti. La relazione rileva anche un particolare vantaggio competitivo nell’UE che in forza della ricerca nella scienza e nella biotecnologia è in grado di fornire materie prime per la coltivazione cellulare, come i terreni di crescita e attrezzature. In una prospettiva sul ruolo che i singoli paesi potrebbero svolgere nella filiera della carne coltivata, il rapporto illustra con casi-studio specifici le opportunità per Francia, Spagna, Polonia e Germania di sviluppare mercati nazionali e input chiave per la bioproduzione. Questi risultati sono estremamente entusiasmanti ma per cogliere l’opportunità, occorre assicurare la scalabilità del settore e la progressione da prodotto di nicchia (intorno a 85 euro al kg) a prodotto maggiormente accessibile con la parità di prezzo rispetto alle carni convenzionali, condizioni che potranno realizzarsi solo in un contesto normativo equo e trasparente e con investimenti significativi dei governi nei settori della ricerca e sviluppo nei prossimi anni.  La relazione ha calcolato che per concretizzare lo scenario più atteso e realizzare questi benefici, il settore della carne coltivata necessita di un investimento globale medio annuo di 55 miliardi di euro a livello globale da qui al 2050, di cui 5 miliardi dovrebbero provenire dall’UE, tra investimenti pubblici (500 milioni) e privati. L’UE sta attualmente destinando  diversi miliardi per le infrastrutture di trasporto green ed innovazioni eco-compatibili.  E’ ampiamente dimostrato come investimenti simili nel settore alimentare producano vantaggi superiori.

Dal punto di vista dell’impatto ambientale, il rapporto rileva che se il settore della carne coltivata crescesse a livello globale fino a queste dimensioni, rispetto ad altre tecnologie, potrebbe mitigare fino a 3,5 giga tonnellate di emissioni di gas serra (pari al 17% delle emissioni totali del sistema alimentare nel 2050).  Inoltre, si risparmierebbero fino a un terzo dei terreni agricoli globali (1,4 miliardi di ettari) e fino a 225 milioni di metri cubi di acqua, il tutto rafforzando la salute pubblica e la sicurezza alimentare. La capacità del settore di raggiungere questi traguardi dipenderà dalla disponibilità degli investimenti pubblici e privati necessari per superare le sfide tecniche, ridurre i costi e scalare la produzione in modo efficiente. Questi scenari dipenderanno anche dalla capacità della carne coltivata di mantenere un percorso di commercializzazione equo e basato su dati concreti in Europa e nel mondo. In termini di allocazione, gli autori del report consigliano di distribuire l’investimento con una suddivisione 40/60, dando priorità al 40% per Ricerca e sviluppo e al 60% per la costruzione di infrastrutture, entrambi fondamentali per inviare i segnali giusti agli attori privati ​​e sbloccare i flussi di capitale privato.  In Italia i poli universitari in cui si fa ricerca sul settore hanno sollecitato un dialogo multidisciplinare, concretizzatosi con  una conferenza multidisciplinare dal titolo ‘Le scienze della carne coltivata’ organizzato presso il Molecular biotechnology center “Guido Tarone  dall’Università di Torino e da Good Food Institute in occasione della European Biotech Week.  Sono stati coinvolti accademici di biotecnologia, ingegneria, diritto, psicologia, nutrizione, sicurezza alimentare e bioetica per riflettere sul futuro della carne coltivata e su come orientarsi tra le sfide che ci attendono.  L’evento ha visto il lancio di un progetto di crowdfunding a supporto della ricerca in UniTo, che ha già raccolto oltre il 90% dei fondi.

Dott. Maurizio Ferri e Dott.ssa Maria Grazia Cofelice – SIMeVeP