Il documento finale di SItI, SIMeVeP e SNOP

I direttori dei Dipartimenti di Prevenzione (DP) delle Aziende Sanitarie d’Italia, riuniti in Convention a Senigallia (AN) il giorno 31 marzo 2017, ribadiscono il ruolo imprescindibile ed infungibile dei Dipartimenti di Prevenzione per la tutela della salute e la promozione del benessere dei cittadini e dei lavoratori e per assicurare la piena ed omogenea erogazione delle funzioni, dei servizi e delle prestazioni previsti dal I LEA.

La grave e perdurante crisi economica che minaccia direttamente la salute dei cittadini, ha indirettamente contribuito alla progressiva erosione delle risorse destinate al SSN e in particolare
alla prevenzione.

Permangono importanti criticità e aspetti irrisolti che ostacolano un’affermazione sufficientemente omogenea nel paese della prevenzione collettiva.

Da un lato si pone la questione delle diseguaglianze, dell’emarginazione di milioni di persone (questione ovviamente planetaria), della salute che non è alla portata di tutti, dell’attesa di vita diversa a seconda del territorio o persino del quartiere in cui si vive, del lavoro che non c’è per tutti, e che comunque vede anche tra i lavoratori profonde e drammatiche differenze di diritti.

Dall’altro non si possono sottacere i ritardi nella costruzione di un efficiente ed efficace sistema nazionale della prevenzione, a cui Stato e Regioni dovrebbero concorrere armoniosamente. In molti dipartimenti e servizi anni di blocco del turnover hanno comportato il progressivo impoverimento delle dotazioni organiche, spesso scese sotto il livello minimo indispensabile a garantire il completo assolvimento del mandato istituzionale.

La rinuncia, in favore di visioni meramente contabili, a programmare e gestire il necessario ricambio, ha altresì generato vistose ed ingiustificabili disomogeneità delle dotazioni di personale tra Regione e Regione, ma anche tra Azienda e Azienda, con inique e intollerabili diseguaglianze nel livello di erogazione dei servizi, a cominciare dalle vaccinazioni.

Alcune leggi di riordino dei servizi sanitari adottate da varie regioni interferiscono negativamente con i livelli di governo dei Dipartimenti di Prevenzione.

Si prospettano o si sono già realizzate fusioni tra aziende sanitarie con la conseguenza di creare DP talora di dimensioni tali da ostacolare la funzionalità del sistema.

Il progressivo allontanamento dal (o aumento delle dimensioni del) territorio può attenuare il rapporto con le amministrazioni locali ed in particolare con i sindaci e ne ostacola la stessa ragion d’essere, vale a dire l’integrazione a livello locale dei vari settori della prevenzione al fine di affrontare globalmente e capillarmente i problemi di salute.

La stessa funzione di governance prevista dal Piano Nazionale della Prevenzione potrebbe risultarne indebolita, per la separazione della direzione strategica dalle interfacce territoriali di riferimento.

Anche su questo aspetto è peraltro in atto un percorso disomogeneo, con la progressiva formazione nelle regioni di ASL che contano quasi due milioni di abitanti a fianco di altre con meno
di 200.000.

Sui preoccupanti elementi di contesto sommariamente enunciati si innesta positivamente l’auspicata definizione dei Nuovi LEA, con il DPCM 12 marzo 2017, che rinnovano e ampliano il mandato istituzionale, fornendo una più precisa e puntuale declinazione di attività, funzioni e prestazioni, imponendo ai dipartimenti di prevenzione un ulteriore impegno ed una vera e propria sfida per garantirne piena e omogenea erogazione su tutto l’ambito nazionale.

Pensiamo che a questa iniziativa debba affiancarsi l’avvio di un momento di confronto sulla definizione di standard relativi ai fabbisogni di strutture, tecnologie e personale necessari, di idonee metodologie, di formazione continua.

Accanto alle varie nuove sfide per la prevenzione rappresentate ad esempio dalla diffusione delle malattie croniche degenerative, che richiedono lo sviluppo di nuove strategie d’intervento e l’utilizzo di strumenti e metodi innovativi, rimane, quale importante bagaglio di responsabilità e impegno, la consolidata e sperimentata attività di vigilanza e controllo su importanti e delicati ambiti.

Specifiche normative di settore conferiscono infatti ai servizi del Dipartimento di Prevenzione funzione pubblica autoritativa e regolatoria, anche di supporto all’Autorità Giudiziaria.
Si ricordano a titolo di esempio i compiti di vigilanza e controllo in materia di sicurezza sul lavoro, le importanti incombenze relative agli aspetti sanitari dell’inquinamento ambientale, le funzioni di autorità competente per la sicurezza alimentare, la vigilanza sulle strutture sanitarie, il controllo in ambito di sanità animale.

Emerge altresì l’esigenza di esplorare nuovi ambiti e nuove modalità di intervento, rafforzando tra l’altro un’efficace comunicazione. Una delle criticità che spesso si manifesta è rappresentata dalla scarsa o quasi assente visibilità all’esterno delle attività dei Dipartimenti di Prevenzione: da un lato vanno migliorati i siti web ufficiali dei DP nel comunicare programmi, attività, iniziative specifiche, obiettivi raggiunti, nuovi obiettivi emergenti, dati quantificati di outcomes nonché valutazioni di economicità indotta dagli interventi (costsaving), d’altro lato occorre presidiare i social network, spesso sedi di disinformazione sugli opportuni interventi preventivi.

La letteratura scientifica e le principali istituzioni di sanità pubblica maggiormente accreditate a livello nazionale e internazionale sono concordi nell’affermare che il potenziamento delle attività di prevenzione rappresenti un ottimo investimento, particolarmente nei momenti di grave crisi economico-finanziaria.

Va dunque ripensata una deriva accentratrice, comprensibile per le funzioni amministrative di supporto ma in contrasto clamoroso con l’operatività quotidiana dei DP, mentre è del tutto
auspicabile l’attuazione di un centro regolatore e di indirizzo e coordinamento, che concorra al definitivo decollo di un Sistema nazionale basato su funzioni, compiti e congruità di risorse in tutti i territori.

Problemi di salute vecchi e nuovi, in un mondo ed in una società che sotto vari profili sono in tumultuosa trasformazione, dovrebbero imporre non già un regresso ma al contrario un rilancio delle attività di prevenzione in tutti i settori che afferiscono ai dipartimenti: in termini strategici e di politica sanitaria appare dunque ingiustificata qualunque decisione di non rafforzare, quando
non addirittura di indebolire, tali attività.

Emerge pertanto l’esigenza prioritaria di potenziare a livello nazionale e regionale la collaborazione tra le Società scientifiche (SItI, SNOP, SIMeVeP) riunite a Senigallia, con ‘elaborazione di una proposta unitaria sui temi di fondo dell’attività di prevenzione (oltre che su parametri e standard di riferimento sulle dimensioni minime e massime dei DP in termini di targets e di territorio, e su standard di strutture, tecnologie e personale necessari ad assicurare il I LEA). Una proposta su cui si auspica di poter attivare confronto e dialogo con le istituzioni competenti di livello nazionale e regionale.

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Gestione delle eccedenze alimentari e contrasto allo spreco – Corso per formatori

11 e 12 ottobre la seconda edizione a Roma
Si svolgerà la prossima settimana a Roma la II edizione del corso per formatori organizzato da SIMeVeP e IZS Lazio e Toscana su richiesta del Ministero della Salute, “Gestione delle eccedenze alimentari e contrasto allo spreco”.

Il corso, che si terrà nella sede SIMeVeP l’11 e 12 ottobre, è rivolto a veterinari e medici (Discipline medico-chirurgo: Igiene degli alimenti e della nutrizione; Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica) del SSN per un massimo 50 persone, con partecipazione gratuita su segnalazione da parte della Regione/Provincia di competenza.

La III edizione si terrà a Napoli a novembre 2017.

Vai al programma e alla scheda di iscrizione

 




Com’è cambiata la professione negli ultimi venti anni

logo SIMeVePIn occasione della pubblicazione del n° 1000, “La Settimana Veterinaria” esce con un numero speciale, la cui la versione sfogliabile online è disponibile per tutti i medici veterinari, che raccoglie gli interventi dei principali attori della Veterinaria italiana a cui è stato chiesto cosa è cambiato nella professione dal 1994 a oggi e in che modo le realtà che rappresentano hanno contribuito.

Nel dossier anche gli interventi del Presidente SIMeVeP Antonio Sorice e del Segretario Nazionale SIVeMP, Aldo Grasselli




La gestione degli animali maschi indesiderati: il dilemma etico-morale ed economico e le soluzioni in campo

Il ruolo della professione veterinaria, a cui viene assegnato, nell’attuale cornice regolamentare, il compito di salvaguardare gli animali, rifuggendo da ideologie fuorvianti tendenti a umanizzarli, è di individuare e sostenere le basi scientifiche che supportano le diverse soluzioni, con lo sforzo di bilanciare le esigenze etiche riferite al valore dell’animale come essere senziente, con le necessità economiche, sostenendo vieppiù il principio naturale di conservazione delle specie e di tutela della biodiversità.

Il problema degli animali indesiderati reca con sé serie di criticità che attengono la sfera etica, economica, ambientale e sociale di una zootecnia intensiva sempre più spinta. La professione veterinaria pubblica e privata deve farsi soggetto attivo e interlocutorio con il mondo accademico, istituzionale e scientifico al fine di collaborare all’individuazione delle migliori soluzioni etiche, che supportino gli abbattimenti, quando sono inevitabili, nel rispetto dei requisiti normativi di benessere che riducano al massimo la sofferenza degli animali, e scientifiche finalizzate a prevenire il fenomeno.

Leggi il  documento completo, con le possibili soluzioni suggerite anche da FVE

FVE position on killing unwanted offspring in farm animal production

 




Spreco alimentare, la SIMeVeP aderisce alla Piattaforma iononsprecoperche.it

Si è svolta stamattina alla Camera dei Deputati, alla presenza dell’on.le Maria Chiara Gadda promotrice della legge 166/2016 contro gli sprechi, la conferenza stampa “Spreco alimentare e farmaceutico, donazioni e Terzo Settore” nel corso della quale sono state presentate alcune novità necessarie per allargare il campo d’azione della legge e la piattaforma virtuale www.iononsprecoperche.it

Sono stati infatti depositati e sono quindi in attesa di approvazione, alcuni emendamenti alla legge di bilancio per estendere i benefici della legge anche ad altri prodotti – oltre al cibo ed i farmaci – come quelli destinati all’igiene e alla cura della persona e della casa, integratori alimentari, biocidi, presidi medico chirurgici e prodotti farmaceutici, prodotti di cartoleria e di cancelleria.

Le modifiche consentirebbero inoltre di allargare la platea dei donatari di farmaci, includendo le farmacie e viene data maggiore uniformità e armonia al testo di legge, ora coordinato con la recente riforma del terzo settore, proseguendo nella via della semplificazione burocratica e fiscale.

Nell’occasione è stata presentata anche la piattaforma online www.iononsprecoperche.it, che intende facilitare l’incontro fra tutti gli attori della filiera alimentare.

Per la SIMeVeP era presente il Dott. Pierluigi Ugolini che ha ufficializzato l’adesione della nostra Società scientifica al progetto e ha ribadito che “il ruolo dei veterinari nel campo del contrasto allo spreco alimentare è quello di favorire l’incontro fra domanda e offerta di alimenti in eccedenza, assicurando la salubrità degli alimenti recuperati e donati, siamo quindi dei facilitatori e garanti a livello locale nel sostenere e favorire la donazione degli alimenti invenduti attraverso la formazione e sensibilizzazione in tema di sicurezza igienico-sanitaria degli operatori delle associazioni beneficiarie che li acquisiscono e li ridistribuiscono”.

In questo ambito la SIMeVeP fornisce supporto informativo e tecnico per l’interpretazione delle norme in materia di sicurezza alimentare, e la loro acquisizione e ridistribuzione gratuita dai soggetti beneficiari; partecipa e sostiene campagne di comunicazione volte alla riduzione dello spreco alimentare lungo tutta la filiera agroalimentare; promuove e sostiene programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere i soggetti della filiera agroalimentare e i consumatori consapevoli degli sprechi alimentari e dei conseguenti impatti ambientali, economici e sociali fornendo indicazioni per l’ acquisto consapevole, per la conservazione, la preparazione e lo smaltimento corretto degli alimenti.

La SIMeVeP segue con attenzione il tema dello spreco alimentare a partire dai lavori preparatori per Expo 2015 e ha concretizzato nel tempo il proprio impegno per giungere a superare definitivamente il concetto di “spreco” sostituendolo con quello di “eccedenze”, ricco di possibilità e potenzialità, nell’ottica della collaborazione e sinergia con tutti gli attori coinvolti. In quest’ottica l’adesione e la partecipazione della SIMeVeP alla piattaforma ci è sembrato un passo naturale e doveroso” ha detto Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP. “In questo modo contribuiamo a trasformare gli sprechi in risorse, grazie al paradosso illuminato dell’economia circolare, che rappresenta l’unica strada sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale per affrontare il tema della disponibilità alimentare”.




SIMeVeP e 112EMERGENCIES sottoscrivono protocollo d’intesa

Considerato che le azioni adeguate a contrastare le emergenze non epidemiche richiedono specifiche competenze pratiche e metodiche tecnico-scientifiche da approfondire, sperimentare, validare, pianificare e diffondere, SIMeVeP e la rivista di informazione studi e ricerche sulla Protezione e Difesa Civile e sulla Sicurezza “112EMERGENCIES” hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che dà il via ad una collaborazione con la finalità di condividere linee guida, piani di intervento e procedure di gestione della sicurezza alimentare, diffondendo allo stesso tempo al grande pubblico informazioni sulle attività del personale dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende Sanitarie del SSN (Medici, Veterinari, Tecnici della Prevenzione) che rientrano, in quanto appartenenti alla Funzione 2 del Metodo AUGUSTUS, tra le strutture operative incaricate di rispondere in caso di eventi emergenziali e di prevenire e mitigare in “tempo ordinario” gli effetti sulla salute pubblica delle emergenze non epidemiche, cioè degli eventi calamitosi, sia quelli con minor impatto al suolo e nell’atmosfera, sia quelli più gravi come alluvioni, terremoti, incidenti industriali, chimici o radiologici e nucleari.

Il Presidente SIMeVeP e il direttore Generale di 112EMERGENCIES hanno condiviso le seguenti finalità, che saranno raggiunte attraverso specifiche attività i cui programmi esecutivi saranno definiti di comune accordo:

  • Scambio di conoscenze e materiali scientifici ai fini della formazione e dell’aggiornamento professionale degli iscritti SIMeVeP, operatori sanitari, funzionari e volontari attivi nel Sistema di Protezione Civile che si relazionano con le componenti veterinaria e medica operanti nella F2 del Metodo Augustus, nell’ambito della sicurezza alimentare, dell’igiene degli alimenti, della sanità animale, dell’igiene urbana veterinaria e delle produzioni zootecniche.
  • Divulgazione dell’attività scientifica della SIMeVeP relativa alle pubblicazioni, agli studi, alle ricerche, ai convegni e alle attività formative che interessino il sistema di protezione civile
  • Organizzazione congiunta e sinergica, per quanto di competenza ed interesse, di eventi anche formativi attinenti il sistema di protezione civile



Pubblicati atti-Il Laboratorio delle Etichette Alimentari. Normativa nazionale ed Ue

Pubblicati gli atti
Sono pubblicati gli atti del corso “Il Laboratorio delle Etichette Alimentari. Normativa nazionale ed Ue” svoltosi a Termoli (CB) il 28 settembre2017.

Leggi anche:

Tanti produttori al corso di etichettatura: “Formazione fondamentale” – primonumero.it

 




Igienisti, medici del lavoro e veterinari preoccupati per i “mega dipartimenti”: “Mettono a rischio i nuovi Lea della prevenzione”

Le società scientifiche della Prevenzione, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (Snop) e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP), sono riunite a Senigallia per la Convention dei Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione. SItI, SNOP e SIMeVeP, in rappresentanza dei medici igienisti, medici del lavoro e medici veterinari, esprimono apprezzamento per i nuovi Lea.

D’altro lato ritengono che la concentrazione dei Dipartimenti di Prevenzione, a seguito della fusione delle Aziende sanitarie in atto in molte regioni, con la creazione di strutture mastodontiche che allontanano i livelli di governo dai territori, possa rappresentare un elemento talmente negativo da far rischiare fallimento nella loro implementazione.

A loro giudizio appare pertanto necessario riflettere sulla necessità di rivedere questa politica che allontana la Sanità Pubblica dai cittadini e dalle istituzioni locali e nel contempo occorre investire sulle risorse umane indispensabili per perseguire gli obiettivi di salute in un contesto in rapida evoluzione con crescenti bisogni.




Formazione: definito il Pof 2018

E’ stato definito il Piano dell’Offerta Formativa per il 2018 che la SIMeVeP erogherà nel corso dell’anno in qualità di provider accreditato standard n° 507.

Il Pof 2018 , elaborato sulla base della rilevazione dei fabbisogni formativi degli iscritti, effettuata tramite i propri Referenti e articolazioni regionali, si compone di 19 corsi ECM residenziali accreditati per:

  • Medici Veterinari (Discipline: Sanità Animale; Igiene Prod., Trasf., Comm. e Cons. Alimenti di O.A; Igiene Allevamenti e delle Produz. Zootecniche)
  • Medici Chirurghi (Discipline: Igiene degli Alimenti e della Nutrizione; Malattie Infettive; Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica; Medicina del Lavoro e Sicurezza Ambienti di Lavoro)
  • Biologi
  • Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di Lavoro

Consulta il Pof 2018




Valorizzazione selvaggina: svolto incontro a Bergamo su progetto Selvatici e Buoni

Si è svolto ieri a Bergamo, presso la sede del CAI (Club Alpino Italiano) un incontro preparatorio di presentazione del progetto “Selvatici e Buoni” curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus.

L’incontro è stato finalizzato alla realizzazione del progetto nel bergamasco, quale prima area test a livello nazionale, per creare una filiera tracciabile della selvaggina e valorizzare le potenzialità di quel territorio, in cui sono presenti oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.

All’incontro hanno partecipato tutti gli stakeholders che saranno coinvolti nelle varie fasi di realizzazione del progetto: Corpo di Polizia Provinciale, Regione Lombardia UTR Bergamo, Istituto Zooprofilattico Sperimentale sezione di Bergamo, Agenzia Tutela Salute di Bergamo, Slow Food, Ascom Bergamo, Società Italiana di Medicina veterinaria preventiva, Studio AlpVet, Sezione del Cai Bergamo, Presidenti dei Comprensori Alpini di Caccia e relative associazioni venatorie.

Ad introdurre i lavori è stato Maurizio Zipponi, Presidente del Comitato Scientifico di UNA, che ha illustrato le finalità del progetto “Selvatici e Buoni” che intende introdurre i criteri di tracciabilità, sicurezza alimentare, trasparenza e legalità all’interno della filiera della selvaggina, tanto pregiata quanto sottovalutata e che invece merita di essere valorizzata anche dal punto di vista economico ed occupazionale, riconoscendo un positivo ruolo della caccia e dei cacciatori quali “paladini del territorio e della biodiversità”.

A seguire, Silvio Barbero, Vice Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha illustrato il progetto di filiera nelle sue fasi di realizzazione, ponendo l’accento sulle importanti qualità organolettiche della carne di selvaggina. Barbero, inoltre, ha sottolineato la necessità di garantire una filiera controllata, dal bosco alla tavola, che sia “buona, pulita e giusta”, con modelli comportamentali definiti, attraverso una nuova etica del cibo e nel pieno rispetto della legalità, combattendo così le frodi in campo alimentare.

È intervenuto poi Antonio Sorice, Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, che ha sottolineato la necessità di lavorare nella direzione della sicurezza alimentare anche nel settore delle carni di selvaggina.

Infine hanno preso la parola il prof. Paolo Lanfranchi, il dott. Luca Pellicioli e il dott. Roberto Viganò che hanno illustrato nel dettaglio le fasi operative del modello di gestione sostenibile della selvaggina da mettere in atto nel territorio dell’arco alpino per valorizzare la carne e renderla sicura dal punto di vista igienico e sanitario.

Dopo questa prima giornata di lavori e di consultazione con i diversi stakeholders si entrerà, attraverso successivi incontri tecnici, nella fase operativa del progetto finalizzata alla realizzazione delle azioni previste nel periodo giugno 2017 – dicembre 2018 (indagine sulle tradizioni gastronomiche, formazione ed educazione nell’utilizzo delle risorse, approfondimenti sanitari, analisi economica della filiera delle carni di selvaggina e sviluppo/promozione del prodotto finale).