Il Parlamento italiano approva una legge che mira a salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversità nell’interesse delle generazioni future – Prime riflessioni
L’8 febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge costituzionale che modificando degli articoli 9 e 41 della Carta inserisce come princìpi fondamentali della Costituzione la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità che devono essere protette dall’economia. (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AC0504c.pdf?_1645276627675)
Vediamoli. L’articolo 9 modificato aggiunge alla tutela del patrimonio paesaggistico, storico e artistico del nostro paese la tutela dell’ambiente, biodiversità ed ecosistemi. Con l’art. 3, la proposta di legge costituzionale reca anche una clausola di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali. La modifica all’articolo 41 in materia di esercizio dell’iniziativa economica, stabilisce che la stessa non possa svolgersi in danno alla salute e all’ambiente, al pari di limiti già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Lo stesso articolo modificato sancisce anche come le istituzioni, attraverso leggi, programmi e controlli, possono indirizzare e coordinare l’attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.
Due elementi innovativi dunque per le future politiche ambientali e per la tutela della biodiversità:
– l’ambiente, come valore costituzionalmente protetto, fuoriesce da una visuale esclusivamente antropocentrica e assume una significato più ampio di ecosistema, costituito da habitat umano e interventi di conservazione della natura come valore in sé;
– per la prima volta è introdotto nella Costituzione il riferimento agli animali, prevedendo una legge che ne definisca le forme e i modi di tutela.
E negli altri paesi? Diversi sono gli Stati europei la cui Costituzione menziona – nel testo attualmente vigente – la tutela dell’ambiente. Il testo di Costituzioni più recenti, come quella spagnola del 1978, reca specifiche disposizioni. Disposizioni sull’ambiente sono state inserite sebbene con formulazione e secondo modalità diverse, anche nell’ambito della Carta costituzionale dei Paesi Bassi e Germania e, con particolare ampiezza, in Francia nel 2005.
Si ricorda come in tema di ambiente, questo sia presente nella Carta di Nizza del 2000, che è la carta dei diritti fondamentali dell’UE, il cui articolo 37 (Tutela dell’ambiente) dispone che “un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile’. Similmente gli stessi principi compaiono nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE). In questo contesto si inserisce l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2016, in virtù del quale l’UE si impegna a perseguire il programma d’azione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, con 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs), adottata nel 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite.
Affinchè i nuovi principi costituzionali appena approvati abbiano la piena applicabilità, occorre assicurare una concertazione normativa ampia e trasversale – così come traversale è l’ambiente – tra i diversi ministeri interessati e soddisfare due condizioni sine qua non:
– la stabilità politica per salvaguardare la corretta tempistica del processo di armonizzazione del sistema giuridico italiano con i principi ambientali sviluppati a livello europeo e internazionale;
– il rafforzamento dell’attuale struttura di governance per la transizione verso la sostenibilità, in primis del settore alimentare profondamento connesso con l’ambiente e gli ecosistemi, e per il conseguimento degli obiettivi delle strategie Green Deal e Farm to Fork della Commissione europea, che attendono di essere definiti nel quadro normativo comunitario.
I temi ambiente, biodiversità, cambiamenti climatici, sostenibilità e transizione ecologica, incardinati nella missione 3 del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sono fortemente interconnessi e per garantire il successo delle relative politiche, occorre sviluppare un piano strategico nazionale che punti alla co-creazione di processi multi-livello ed inclusivi e al superamento delle logiche di silos che caratterizzano i settori tradizionali. Si tratta di sviluppare relazioni multi-sistemiche, che sono alla base del modello sanitario ispirato alla cultura One Health e di allineare i diversi programmi di implementazione degli interventi sui cambiamenti climatici, energetici, di biodiversità e di sostenibilità dei sistemi di produzione alimentare.
Come fa notare Sara Roversi fondatrice di Food Future Institute nell’articolo ‘La costituzione italiana per l’ecologia integrale’, (https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/02/10/news/la_costituzione_italiana_per_l_ecologia_integrale-8710345/) ‘si tratta di riportare nel nostro paese che ospita un patrimonio naturale tra i più vasti, ricchi e unici in Europa, un equilibrio eco-sistemico tra economia, società, individuo e natura, è ciò costituisce un obbligo improrogabile se vogliamo realmente uscire dall’attuale stato di emergenza climatica e ambientale’.
Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP
E ancora possibile partecipare all’indagine RIBMINS rivolta ai veterinari ufficiali che lavorano nei paesi europei.
Avendo operato per molti anni in Bielorussia attraverso il Gruppo di lavoro “Cooperazione decentrata” con progetti di cooperazione rivolti ai settori della Veterinaria e della Alimentazione, SIVeMP e SIMeVeP invitano a sostenere un intervento mirato a mitigare le tragiche condizioni di vita che migliaia di migranti stanno affrontando nella zona di confine Bielorussia Polonia.
Il Dott. Aldo Grasselli ha partecipato l’11 febbraio alla sesta edizione della Winter School: evento di alto profilo in ambito sanitario, organizzato da Motore Sanità il cui scopo è quello di coinvolgere e radunare insieme tutti gli attori principali – Istituzioni, clinici, Associazioni di pazienti – attorno a dei tavoli per fare analisi, proporre idee, annunciare progetti, in maniera tale che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), e la salute nel suo complesso, possa migliorare nel nostro Paese.
Il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli ha partecipato ai lavori alla sessione plenaria “ONE HEALTH, SE NON OGGI QUANDO? DALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA ALLA TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA“, moderata da Alberto Fedele e Walter Ricciardi, che si è tenuta durante la prima giornata del
Il 10 e l’11 febbraio 2022 si terrà la ‘Winter School 2022. Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute‘, organizzata da Motore Sanità e Mondosanità e in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, in programma il 10 e 11 febbraio, con il patrocinio di Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva.
Non sorprende più di tanto veder mettere sotto accusa il settore degli allevamenti di animali da reddito, dato che la zootecnia è da diverso tempo sottoposta alle attenzioni dell’associazionismo animalista, che trova ampia audience in trasmissioni televisive e inchieste giornalistiche. Le criticità certo non mancano in questo settore, ma l’approccio è assai spesso ideologico e non contribuisce al necessario confronto, cedendo il più delle volte a una contrapposizione esasperata che, piuttosto che a un suo miglioramento, propone l’auspicio della sua scomparsa.
I coronavirus della Sindrome Respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), sottogenere Merbecovirus e genere Betacoronavirus (a cui appartiene SARS-CoV-2), continuano a mantenere alto il livello di allerta dell’OMS a causa del tasso elevato di letalità dell’infezione umana (35%: 1 decesso ogni tre infetti). Sebbene la maggior parte dei casi umani siano stati attribuiti a infezioni persona-persona in ambito ospedaliero, le prove scientifiche attuali suggeriscono che i dromedari fungono da ospiti intermedi per l’infezione umana, mentre i pipistrelli sono ampiamente considerati la fonte evolutiva e l’antenato prossimo.
La pandemia di COVID-19 ci ha insegnato che la diagnosi clinica delle infezioni umane emergenti, nonostante la tempestività, non è sufficiente per arginare e controllare l’insorgenza dei focolai, soprattutto quando a causarli sono patogeni in grado di sostenere efficacemente la trasmissione interumana. Ci ricorda inoltre che, per prevenire e rispondere efficacemente alle future emergenze occorre una strategia rinnovata che poggi su due pilastri chiave: l’integrazione delle infrastrutture genomiche/metagenomiche all’interno di programmi di intelligence epidemica e la mobilizzazione delle diverse professionalità che collaborano per la sorveglianza delle malattie emergenti, che è One Health.