XXIX Convegno Nazionale S.I.P.I. a Sassari

Il 23 e il 24 Ottobre si è tenuto a Sassari presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna “G. Pregreffi”  il XXIX convegno nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica (S.I.P.I.). Nell’ ambito di questo evento è stato realizzato il Workshop ECM dal titolo: “One Health, una sfida nel settore ittico”, nel quale si è evidenziata la necessità di un approccio multidisciplinare One Health che coinvolga veterinari, biologi, produttori, istituzioni, esperti di settore e tutti gli altri attori presenti in questo complesso ambito. Negli ecosistemi acquatici l’ambiente, l’uomo e gli animali sono uniti in maniera indissolubile.

Il convegno si è poi sviluppato prevedendo quattro sessioni di lavoro scientifici su virologia, batteriologia, parassitologia e miscellanea. Le sessioni hanno dato uno sguardo completo sullo stato dell’arte delle diverse discipline, presentando progetti innovativi di ricerca. Sono nati dibattiti e discussioni tra congressisti.

Inoltre sono stati assegnati i consueti  premi: Grimaldi, Ghittino, Novelli, migliore presentazione orale, miglior poster e premi tesi. Tutti i partecipanti hanno dimostrato abilità degne di interesse.

Si dà appuntamento al prossimo anno, in cui si svolgerà il trentesimo convegno nazionale  della Società Italiana di Patologia Ittica. La società ha lo scopo di promuovere, incoraggiare, sviluppare studi e ricerche nel campo della patologia degli animali acquatici e di quanto a questo direttamente o indirettamente collegato, diffondere l’applicazione pratica, favorire e coordinare i rapporti con le istituzioni scientifiche e con i singoli cultori della materia, sia in campo nazionale che internazionale.

Dott. Ivan Corti, GdL Acquacoltura e prodotti della pesca, SIMeVeP




Il pesce coltivato tra sfide e opportunità per l’industria ittica

La continua crescita demografica con le previsioni di 9 miliardi di persone nel 2050 sta aumentando ed aumenterà la domanda nutrizionale di proteine con il rischio di mettere a dura prova le risorse mondiali.  Gli attuali sistemi alimentari sono in difficoltà in termini di sostenibilità soprattutto per quanto riguarda le fonti proteiche.  Non fa eccezione l’acquacoltura che sta diventando un settore sempre più cruciale per far fronte alla crescente domanda globale di prodotti ittici ponendo una serie di sfide legate alla pressione sulle risorse marine selvatiche e alla promozione di pratiche sostenibili. Va anche detto però che l’acquacoltura tradizionale sta adottando sempre più pratiche e tecnologie innovative per migliorare la sostenibilità e l’efficienza.

Tra queste ci sono lo sviluppo di mangimi alternativi come, ad esempio, a base di alghe o insetti, per diminuire la dipendenza dalle farine di pesce e ridurre la pressione sulle risorse marine. Si studiano anche i sistemi a ricircolo dell’acqua (RAS): questi sistemi permettono di allevare pesci in ambienti chiusi e controllati consentendo di ridurre il consumo di acqua e l’impatto ambientale grazie al riciclo e alla purificazione. Con l’acquacoltura offshore si esplorano nuove soluzioni per l’allevamento in mare aperto, che offrono spazi più ampi e condizioni ambientali più stabili, minimizzando l’impatto sulle zone costiere. Nel campo della Ricerca e Sviluppo, ci sono numerosi progetti, come quello finanziato dall’UE NewTechAqua, che punta alla diversificazione dell’acquacoltura europea con soluzioni tecnologicamente avanzate e resilienti, combinando ricerca scientifica e collaborazione con l’industria.  Riguardo poi alla tracciabilità della filiera e alla trasparenza delle pratiche di allevamento il settore propone nuove soluzioni per aumentare la fiducia dei consumatori così come l’integrazione del benessere dei pesci d’allevamento nella legislazione e loro equiparazione in parte ad altri animali da allevamento.

Nonostante i benefici che discendono da questo quadro virtuoso, c’è necessità di investire nello sviluppo di nuove fonti proteiche, come gli alimenti coltivati ​​in laboratorio per aumentare la sostenibilità del settore della carne e ittico.  La maggior parte di questi sforzi sostenuti da oltre un decennio da start-up, gruppi di ricerca ed organizzazioni, si sono concentrati sulla carne coltivata, prodotti di fermentazione e proteine vegetali trascurando l’emergente industria ittica coltivata.  Probabilmente, i prodotti ittici hanno un impatto maggiore sulla disponibilità e sulla sostenibilità delle proteine ​​e dovrebbero essere una priorità.  Per il settore nascente del pesce coltivato (cultivated fish or cell-based seafood) ci sono diverse barriere tecniche tra cui la mancanza di linee cellulari consolidate e di un terreno di coltura cellulare specializzato, accessibile e sostenibile. Inoltre, l’applicazione di questa tecnologia al pari della carne coltivata è difficile a causa della percezione del pubblico, di considerazioni etiche, di ostacoli legati al gusto e alla sicurezza alimentare.

Tra le aziende più innovative che hanno investito nel pesce coltivato in laboratorio senza la necessità di allevare l’intero animale ci sono la statunitense Wildtype e la tedesca Bluu Seafood. Uno degli sviluppi più significativi è l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti per la vendita e somministrazione del primo salmone coltivato al mondo. L’azienda Wildtype, che ha sede a San Francisco supportata da investitori di alto profilo come Robert Downey Jr., Leonardo Di Caprio e Jeff Bezos, ha ottenuto il via libera dopo un processo di revisione durato tre anni. Il salmone coltivato è già in menu in alcuni ristoranti di Portland, Oregon, e si prevede un’espansione nel settore della ristorazione e del retail. Questo salmone è stato creato a partire da una singola linea di cellule staminali e coltivato in bioreattori, senza la necessità di prelievi continui da salmoni vivi unendosi quindi ai prodotti a base di carne coltivata di UPSIDE Foods e della divisione GOOD Meat di Eat Just come terzo prodotto proteico coltivato ad entrare nel mercato statunitense. Anche l’Europa si sta muovendo in questa direzione. Bluu Seafood ha inaugurato il primo impianto pilota europeo per la produzione di pesce a base di cellule su larga scala ad Amburgo, in Germania. L’obiettivo è produrre cellule di muscolo, grasso e tessuto connettivo di salmone atlantico e trota iridea in quantità sempre maggiori, con l’ambizione di commercializzare prodotti come bastoncini, polpette o caviale di pesce privi di OGM, metalli pesanti e microplastiche.Il think tank Good Food Institute Europe stima che il mercato globale potrebbe raggiungere un valore di 510 miliardi di euro entro il 2050

La start up belga Fishway sta aprendo la strada per la commercializzazione di orate, spigole (non richiedenti basse temperature come il salmone) e caviale cellulare, scommettendo di arrivare sul mercato nel 2030.

Le linee cellulari per la produzione di pesce coltivato, a differenza di quelle per i mammiferi, sono state oggetto di studi molto limitati; pertanto, necessitano di approfondimenti accurati; ad oggi si possono considerare i seguenti fattori a favore del prodotto ittico coltivato dal punto di vista economico e di impatto ambientale:

  • temperatura di coltivazione: mentre le cellule dei mammiferi necessitano di una temperatura di 37 °C invece quelle dei pesci possono crescere a temperatura ambiente consentendo quindi un risparmio energetico non indifferente;
  • presenza di ossigeno: a differenza delle linee cellulari per mammiferi, quelle dei pesci sopportono l’ipossia;
  • pH: le linee cellulari dei pesci tollerano un ampio range di pH consentendo una crescita cellulare più fattibile.

L’impiego, inoltre, di chitosano ricavato dai crostacei, come elemento principale degli “scaffold”, promette davvero degli ottimi risultati.

Il muscolo del pesce, in natura, si distingue essenzialmente in tre tipologie (a seconda della specie e del tipo di alimentazione): rosso, bianco e rosa. Il rosso è altamente vascolarizzato ed è composto da fibre a contrazione lenta con un’alta densità di mitocondri (Johnston, 2001), si basa su percorsi metabolici aerobici. I muscoli bianchi sono a contrazione rapida, con una alta densità di miofibrille e sono capaci di impiegare principalmente percorsi metabolici anaerobici.Il muscolo rosa condivide le caratteristiche di entrambi. Queste varietà offrono una gamma di opzioni nella progettazione di sistemi di conlivazione chiusi per la produzione di frutti di mare a base cellulare. (N. Rubio et al., Cell-Based Fish: A Novel Approach to Seafood Production and an Opportunity for Cellular Agriculture”2019)

L’obiettivo è ottenere prodotti con lo stesso valore nutrizionale e le stesse caratteristiche organolettiche del pesce tradizionale, ma assicurando l’assenza di contaminanti chimici e fisici come i metalli pesanti, microplastiche e allergeni e microbiologici. Le previsioni indicano una potenziale commercializzazione in alcuni mercati (come Singapore) già nei prossimi 2-3 anni, con l’Europa che potrebbe seguire, sebbene con standard di sicurezza più stringenti (EFSA) e con il divieto italiano attuale sulla carne coltivata che pone interrogativi anche per il pesce.

Il processo di produzione del pesce coltivato

Per la produzione di pesce coltivato vengono utilizzate principalmente le cellule staminali non specializzate, “cellule immortali naturali” che, a differenza di quelle dei mammiferi possono dividersi all’infinito senza perdere qualità e che hanno la capacità di auto-rinnovarsi e di differenziarsi in diversi tipi cellulari. Queste cellule vengono prelevate da un pesce vivo (tramite una biopsia indolore) e poi fatte proliferare e differenziare in laboratorio per formare tessuti muscolari, connettivi e nervosi, simili a quelli del pesce tradizionale. In alternativa si possono utilizzare linee cellulari continue che possono replicarsi indefinitamente in laboratorio. Molte di queste sono di tipo fibroblastico o epiteliale e sono state originate da tessuti di salmonidi e ciprinidi. Ad esempio, la linea cellulare RTG-2 è derivata dalle gonadi della trota arcobaleno. Sono linee cellulari preziose perché possono essere utilizzate per studi e produzioni su larga scala.

Il processo generale prevede il prelievo di queste cellule, la loro coltura in un bioreattore (contenitori simili ai fermentatori usati per la produzione di birra, vino, formaggio e yogurt) in un mezzo nutritivo o terreno costituito da un mezzo basale (es. di glucosio, amminoacidi, sali inorganici e vitamine, senza l’aggiunta di antibiotici e antimicotici e fattori specifici che forniscono tutte le sostanze necessarie per la crescita e la moltiplicazione. Successivamente, le cellule vengono indirizzate a differenziarsi nei tipi di tessuto desiderati (es. muscolo) e, in alcuni casi, possono essere utilizzate con uno scaffold o impalcatura (una struttura di supporto biocompatibile) per dare forma al prodotto finale, o anche con la stampa 3D per creare strutture complesse simili a filetti. Tendenzialmente le cellule tendono ad attaccarsi ai lati delle vasche del bioreattore e per evitare ciò vengono impiegati micro-materiali in grado di trattenere le cellule insieme in sospensione. Il risultato finale è un blocco di pesce di circa 200 g, uniforme, destinato anche alla consumazione cruda come sashimi o ceviche.

Benefici, opportunità e sfide del pesce coltivato

Il pesce coltivato in laboratorio promette un impatto ambientale notevolmente inferiore ma deve affrontare diverse sfide tra cui la riduzione dei costi di produzione per renderlo competitivo con il prodotto ittico convenzionale. Grazie alla continua innovazione tecnologica, il settore è un terreno fertile per lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie (bioreattori, sensori, sistemi di intelligenza artificiale per il monitoraggio degli allevamenti) e per la diversificazione dei prodotti con caratteristiche specifiche (es. alto contenuto di omega-3).  La produzione di pesce coltivato potrebbe portare alla creazione di nuovi “prodotti ittici” o surrogati, offrire opportunità di crescita economica, soprattutto nelle aree costiere, e sviluppo occupazionale generando nuovi posti di lavoro qualificati (ricercatori, tecnici di allevamento, esperti in sicurezza alimentare, ecc.).

Riguardo alla sicurezza alimentare, come per ogni processo di produzione alimentare, la sicurezza del pesce coltivato deve essere valutata in relazione a pericoli microbiologici, chimici, di stabilità e di qualità e identità delle linee cellulari, nonché ai rischi associati. Essendo un settore non ancora sviluppato su scala industriale, è caratterizzato da un elevato livello di incertezza, che può essere ridotto attraverso i dati disponibili e studi di valutazione del rischio. Ad ogni modo la tecnologia di automazione del processo di produzione all’interno di bioreattori si basa su sofisticati sistemi di monitoraggio che consentono di rilevare rapidamente tramite sensori fisico-chimici eventuali condizioni sfavorevoli nelle vasche di coltivazione, inclusi batteri patogeni, ma anche residui di ormoni e antibiotici. L’acquacoltura tradizionale se non gestita correttamente, può avere impatti negativi sull’ambiente (inquinamento da scarichi, diffusione di malattie, uso di antibiotici). Il pesce coltivato, se controllato adeguatamente, può offrire un prodotto sicuro e privo di contaminanti (come micro-nanoplastiche e metalli pesanti) che a volte affliggono il pesce selvatico. Riguardo alla regolamentazione necessaria per garantire sicurezza e standard qualitativi, la legislazione in materia di pesce coltivato (soprattutto quello da cellule) è ancora in fase di sviluppo in molti paesi, il che può rallentare la commercializzazione. In Italia, per esempio, è stato introdotto un divieto di produzione e commercializzazione della carne coltivata, e un dibattito simile potrebbe sorgere per il pesce.

In sintesi, il settore del pesce coltivato è in piena evoluzione, con la ricerca che spinge verso soluzioni sempre più innovative e sostenibili e infrastrutture adeguate.  Le opportunità sono molteplici, ma per coglierle appieno sarà fondamentale affrontare le sfide legate all’accettazione dei consumatori, ai costi e alla regolamentazione, garantendo sempre un approccio responsabile e orientato alla sostenibilità. Eventi come AquaFarm 2025 a Pordenone continuano a essere un punto di riferimento per l’innovazione e la sostenibilità nell’acquacoltura, riunendo operatori del settore per discutere le nuove opportunità tra cui il pesce coltivato con le rispettive e le sfide. L’UE sta promuovendo una “Strategia per un’acquacoltura dell’UE più sostenibile e competitiva”, riconoscendo il potenziale di questo settore per la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Sebbene sia un importatore netto di prodotti ittici, c’è spazio per aumentare la produzione interna e la competitività anche sviluppando il settore del pesce coltivato. Va sottolineato come l’intento dei produttori di prodotto ittico coltivato non sia quello di sostituire le ormai consolidate pratiche di allevamento e tanto meno “far guerra” alla pesca tradizionale ma piuttosto di viaggiare in parallelo, divenendo così una fonte complementare volta a soddisfare un fabbisogno sempre più crescente.

Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP

Maria Grazia Cofelice, ASL Pescara

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Anisakis e Norovirus: SIMeVeP e ADMV al Ministero della Salute

In data 22 ottobre il Dott. Maurizio Ferri, coordinatore scientifico della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) e la Dott.ssa Valentina Tepedino, referente del gruppo di lavoro sui prodotti ittici della SIMeVeP e membro del Direttivo della Associazione Donne Medico Veterinario (ADMV) sono stati ricevuti dal dott. Ugo Della Marta, Direttore Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute e dalla dott.ssa Rosa Gaglione.

 L’incontro, su impulso dei Presidenti delle due Associazioni nelle persone di Antonio Sorice (SIMeVeP) e Laura Cutullo (ADMV), ha rappresentato l’occasione per un tavolo di confronto su quelle che sono le tematiche emergenti di sicurezza alimentare e di maggiore rilievo per i numerosi associati nonché oggetto di attenzione mediatica e di aggiornamento da parte dei legislatori.

Obiettivo principale dell’incontro è stato infatti, per le due Associazioni, quello di rinnovare il rapporto di stima, fiducia e collaborazione con la Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute e rafforzare il confronto e lo scambio di informazioni facendo rete sui temi di reciproco interesse.

In particolare, si è discusso dell’importanza dei medici veterinari per gli aspetti legati alla sostenibilità e benessere animale e del loro ruolo strategico anche come divulgatori sui temi di loro competenza e di formatori. Sono stati affrontati anche due temi relativi al settore ittico, come l’Anisakis e i Norovirus, di specifico interesse da parte di entrambe le Associazioni, ed anche oggetto di richieste di chiarimenti. Il Dott. Ferri ha anche espresso il suo interesse ad un confronto sulla carne/pesce “coltivato”.

SIVeMeP e ADMV ringraziano il dott. Della Marta e la Direzione per la disponibilità e per l’opportunità preziosa di un confronto costruttivo.

 

 




Intervista a Ferri: quanto devono preoccupare i Vibrio nei prodotti ittici?

Il 23 luglio 2024 l’EFSA ha pubblicato un parere scientifico sui rischi di sanità pubblica di Vibrio spp. correlati al consumo di prodotti ittici nell’UE.

Il parere del gruppo di esperti scientifici EFSA BIOHAZ sui pericoli biologici mette in “allerta” relativamente ad un potenziale crescente rischio di batteri del genere Vibrio (vibrioni) nei prodotti ittici europei ed extraeuropei, a causa dei cambiamenti climatici e soprattutto in acque a bassa salinità o salmastre.

L’EFSA invita il mondo della ricerca e le Autorità deputate a questo settore ad implementare la ricerca in merito a quanto emerso dal parere in oggetto e tenere alto il livello di attenzione in merito ai batteri del genere Vibrio nei prodotti ittici.

Ritengo dunque affrontare nel Blog il tema dei Vibrio con un breve ripasso delle loro caratteristiche e aggiornandovi più nel dettaglio sul parere EFSA grazie all’autorevole contributo del Dott. M. Ferri, Medico Veterinario, Responsabile Scientifico S.I.Me.Ve.P. 

Vibrio in sintesi: cause, effetti e sistemi di controllo

I vibrioni, in generale, sono batteri che vivono principalmente in acque marine costiere e zone salmastre (dove i fiumi si mescolano col mare) prosperando in acque temperate o calde a salinità moderata. Possono causare gastroenteriti o infezioni gravi nell’uomo  associati al consumo di  prodotti ittici o molluschi crudi o poco cotti come le ostriche. Il contatto con l’acqua contenente vibrioni può anche causare ferite e infezioni alle orecchie.

Leggi l’intervista completa

Fonte: infor-mare.it




SIMeVeP patrocina l’evento organizzato da Eurofishmarket insieme ad AquaFarm, insieme per una corretta comunicazione nel settore ittico

Parlare di acquacoltura: come comunicare correttamente al consumatore” è il titolo del convegno organizzato da Eurofishmarket che, per festeggiare i suoi 20 anni di attività, realizza insieme ad AquaFarm un evento formativo sulla corretta informazione nel settore ittico.

L’acquacoltura rappresenta un patrimonio unico di conoscenze, esperienze e cultura che resta ancora un’incognita per la maggior parte dei consumatori, troppo spesso ostaggio di allarmismi, false credenze e di una effettiva difficoltà nel reperire le corrette informazioni.

I professionisti della comunicazione hanno quindi un ruolo chiave nel diffondere in modo chiaro questa eccellenza italiana e contribuire a creare un’accettazione sociale del settore. L’appuntamento sarà anche un’occasione importante per narrare il valore aggiunto dei prodotti dell’acquacoltura e raggiungere il consumatore finale in modo puntuale ed efficace.

“La corretta comunicazione in acquacoltura è una battaglia che portiamo avanti da tempo” afferma Valentina Tepedino fondatrice di Eurofishmarket. “Non c’è modo migliore per noi per festeggiare questi 20 anni di attività.” L’evento si terrà a partire dalle 14.30 presso la sala Arena della fiera e sarà preceduto da un momento di festa per tutti gli amici e clienti ospiti di Eurofishmarket.

Il convegno sarà introdotto da Giulio Tepedino, Amministratore di Eurofishmarket e moderato da Valentina Tepedino, Direttrice del periodico Eurofishmarket e referente scientifica per la società omonima. Tra i relatori dell’evento: Andrea Fabris, Direttore dell’Associazione Piscicoltori Italiani e Alejandro Guelfo, direttore di misPeces portale di informazione spagnolo specializzato nel settore dell’acquacoltura. Seguirà una tavola rotonda di confronto che vedrà anche la partecipazione di Giuseppe Arcangeli ed Andrea Cereser dell’IZS delle Venezie, Claudia Balzaretti dell’Università di Milano e Marta Castrica dell’università di Padova.

Il convegno è accreditato come corso di formazione per i giornalisti professionisti e ai medici veterinari saranno rilasciati *SPC grazie alla collaborazione con l’Associazione Donne Medico Veterinario che sarà anche patrocinante dell’evento insieme con la Società Scientifica di Medicina Veterinaria Preventiva.

La partecipazione all’evento sarà esclusivamente su prenotazione presso la segreteria di fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni scrivere ad info@eurofishmarket.it

Info e dettagli




Prodotti della pesca velenosi, tematica scontata?

A livello normativo, in Italia la commercializzazione dei pesci velenosi è vietata sin dal 1992; la materia è oggi disciplinata dal Regolamento (CE) 853/2004 nella sezione relativa ai requisiti specifici dei prodotti della pesca (Sezione VIII), in cui viene indicato che non devono essere immessi sul mercato i prodotti della pesca ottenuti da pesci velenosi delle seguenti famiglie: Tetraodontidae, Molidae, Diodontidae e Canthigasteridae.

Per quanto riguarda i controlli ufficiali, anche il “recente” Regolamento (UE) 2019/627 prevede che per i prodotti della
pesca velenosi vengano effettuati controlli per garantire che non siano immessi in commercio prodotti della pesca ottenuti da pesci velenosi, e ne vengono elencate le medesime famiglie prima citate.
In considerazione di questo diventa molto importante sapere riconoscere le specie ittiche. La loro morfologia è peculiare e, nel caso in cui si disponga di esemplari interi, il riconoscimento viene eseguito in maniera agevole dal medico veterinario e dall’OSA opportunamente formato.
Quando invece si parla di prodotti che vengono commercializzati decapitati, depinnati, spellati o sottoforma di trancio o di code, il riconoscimento diventa tutt’altro che agevole.

L’argomento è affrontato dal dott. Ivan Corti in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




SIMeVeP al Sana di Bologna

Dal 9 al 12 settembre alla 33° edizione della Fiera Sana di Bologna sarà presente anche la Società Italiana di Medicina veterinaria Preventiva presso lo stand del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Il focus è tutto rivolto al mondo ittico e al contrasto delle fake news per una informazione sempre più corretta e autorevole per un mercato sempre più trasparente e di qualità, al contrasto della concorrenza sleale per una tutela sempre maggiore del consumatore anche sugli gli aspetti legati alla sostenibilità e al benessere del pescato e dell’allevato.

I medici veterinari sono impegnati nella tutela della salute pubblica e si occupano quindi anche di garantire la corretta tracciabilità e il benessere dei pesci. Da anni la SIMeVeP è impegnata nella corretta informazione, approfondimenti e confronti con i propri associati sui temi più “caldi” del settore ittico inerenti le problematiche igienico sanitarie.

Tra le ultime iniziative attivate, il  patrocinio di  un opuscolo che risponde in modo semplice alle principali fake news del settore ittico “ Acqua in bocca” e una interrogazione per ottenere maggiori chiarimenti sull’asterisco sui menu dei ristoranti.

SIMeVeP vi invita a partecipare agli eventi previsti ed a  iscrivervi agli appuntamenti con gli esperti previsti, consultando il programma e prenotandosi al seguente link http://www.event-way.it/landing-sana-bologna/

Molti i temi trattati dall’acquacoltura alla pesca, all’etichetta, al benessere alla sostenibilità all’antibiotico-resistenza. E molti i relatori autorevoli protagonisti degli eventi dal mondo universitario, istituzionale, dalle associazioni di produttori e di consumatori.

Il presidente di SIMeVeP Antonio Sorice è lieto di questa partecipazione e si complimenta con il MIPAAF per l’importante iniziativa presso il padiglione 37 c46/d45 .

Scriveteci per avere informazioni anche in merito alla possibilità di ottenere l’ingresso gratuito alla fiera per aderire alle iniziative di vostro interesse.




Richiesti chiarimenti sul salmone norvegese e l’esenzione dal congelamento per il consumo da crudo

salmoneA seguito di numerose segnalazioni pervenute, SIMeVeP e Eurofishmarket Srl hanno ha chiesto un chiarimento al Ministero della Salute sulla corretta interpretazione dell’allegato III, sezione VIII, capitolo III, del Regolamento (CE) n. 853/2004, così come modificato dal Reg. (UE) 1276/2011, in merito alla validità dell’autocertificazione prodotta dagli allevatori norvegesi sulla sicurezza del loro salmone allevato rispetto al parassita Anisakis e che dunque consente il non congelamento del prodotto (a – 20 °C, per almeno 24 ore, oppure a – 35 °C, per almeno 15 ore, previsto dal suddetto Regolamento per i pesci pinnati o molluschi cefalopodi destinati ad essere consumati crudi o comunque non completamente cotti) come previsto dalla normativa e confermato dall’Autorità Norvegese per la Sicurezza Alimentare (NFSA),

Infatti, mentre negli altri Paesi UE alcuna obiezione è mai stata sollevata circa la possibilità di avvalersi della deroga di cui al punto d) per quanto riguarda il salmone norvegese di allevamento, in Italia sono accaduti casi di contestazione da parte dell’Autorità sanitaria.

A tal proposito desideriamo sottolineare come diversi studi scientifici abbiano ormai evidenziato la sicurezza del salmone allevato in Norvegia relativamente al parassita Anisakis.

La deroga in questione deriva infatti dagli studi effettuati dagli enti di ricerca di riferimento per il Governo norvegese e dal conseguente parere EFSA del 2010 e dunque dal Regolamento UE 1276 del 2011 che ha modificato l’allegato III del Regolamento (CE) n. 853/2004.




Filiera ittica, incontro con gli operatori

itticaIl Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, interverrà il 27 marzo presso il Mercato ittico all’ingrosso di Milano, ad un incontro con gli operatori della filiera ittica nazionale organizzato da Assoittica.

L’evento è il primo di un ciclo di incontri gratuiti previsti in tutta italia fino a giugno, organizzati da Assoittica nell’ottica di assicurare alle aziende del comparto, l’analisi di specifiche questioni, come l’etichettatura e tracciabilità dei prodotti ittici, i rapporti con le autorità di controllo, il sistema di allerta, i contaminanti etc. tramite il confronto diretto con le autorità competenti e istituzioni.

Eventuali criticità, esigenze e segnalazioni potranno così trovare risposta nel corso dei lavori oppure potranno rappresentare lo spunto per iniziative rappresentate dall’associazione alle competenti Autorità ed Enti.

Questo il programma degli incontri:

27 marzo 2019 Milano
02 aprile 2019 Genova
08 aprile 2019 Cagliari
10 aprile 2019 Venezia
30 aprile 2019 Bari
14 maggio 2019 Pescara
21 maggio 2019 Livorno
28 maggio 2019 Napoli
04 giugno 2019 Cesenatico
11 giugno 2019 Roma

Il programma della giornata




Festival giornalismo alimentare: riportare la competenza alla base dell’informazione

La SIMeVeP, partner del Festival del giornalismo alimentare che si è tenuto a Torino dal 21 al 23 febbraio, ha partecipato al panel “Acquacoltura, pesci che nuotano in un mare di fake news” moderato da Valentina Tepedino, Direttore del periodico Eurofishmarket.

All’incontro del 22 febbraio hanno partecipato anche Giovanni Pettorino, Comandante generale capitanerie di porto, Umberto Luzzana Marketing Manager Skretting Italia, Erik-Jan Lock Research group leader, Feed and Nutrition NIFES, Marco Saroglia, Università dell’Insubria.

Con l’intento di riportare all’attenzione sull’importanza di fonti referenziate e scientificamente valide per dare una informazione corretta, il tema fake news in acquacoltura è stato introdotto dalla moderatrice esaminando alcuni dei falsi miti più diffusi e riportati dai media negli ultimi anni, primo fra tutti che il pesce allevato sia ricco di antibiotici, di ormoni, di microplastiche e così via.

Nel suo intervento Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP ha ricordato che “L’antibiotico resistenza è un fenomeno che esiste da sempre: i germi si riproducono velocemente tra una generazione e l’altra e si trasmettono la resistenza. Il problema è serio, ma esistono i controlli ufficiali che in Italia vengono eseguiti per più dell’80% dai Servizi Veterinari delle ASL e dai Servizi Igiene degli alimenti. Sulla base di questa azione, che ci consente di fare prevenzione, possiamo affermare che le positività nel nostro paese sono sotto l’1% e la percentuale di rischio di assumere antibiotici attraverso il cibo è infinitesimale. I sequestri che vengono raccontati sui giornali sono l’evidenza che i controlli sono davvero molto serrati e il sistema è particolarmente monitorato” 

I problemi esistono, ma per comprenderli bisogna consultare le persone veramente competenti

E’ il messaggio conclusivo che il Presidente SIMeVeP ha tenuto a rilanciare in particolare nell’ambito di un appuntamento come quello del Festival del giornalismo, che, giunto alla IV edizione, sta diventando sempre più punto di riferimento per i professionisti della comunicazione, e non solo, nel settore alimentare.