WINTER SCHOOL 2020 “Alimentazione prevenzione cura. Nuova governance in sanità”

L’alimentazione da sempre si accompagna al concetto di salute e benessere. Basti pensare nell’antichità alla medicina della Magna Grecia e all’impatto sulla Scuola Salernitana.
Questi concetti intuitivi si sono tramutati nei tempi recenti in realtà scientifiche. Il concetto di qualità di vita, infatti, accompagna trasversalmente terapie, non ultimo le terapie innovative, sostegno al paziente ed alla famiglia, e affiancamento alle degenze in ambito ospedaliero o in altre strutture assistenziali.

Contemporaneamente l’alimentazione impatta sugli stili di vita e quindi sulla prevenzione delle malattie, ma anche su malattie croniche quali il diabete e le malattie infiammatorie intestinali, sul microbiota e sull’insorgenza di malattie neurologiche, sull’antimicrobico resistenza, sul miglioramento del performance status nelle terapie oncologiche. Nello stesso tempo il futuro del SSN è legato alla sostenibilità finanziaria di una organizzazione regionalizzata che deve coniugare gli interessi dei cittadini, delle aziende del settore, delle istituzioni e dei prescrittori.
La nuove terapie devono coniugarsi con i programmi di prevenzione al fine di migliorarne l’appropriatezza, e nello stesso tempo devono esplicitarsi con criteri gestionali nuovi, al di fuori degli schemi, che vedano l’innovazione, qualunque sia, non con timore ma con la consapevolezza che migliore prevenzione applicata alle migliori cure sono i capisaldi di un sistema salute che ponga gli interessi del paziente al centro di un sistema in continuo miglioramento ed in continua implementazione.

Su questi temi si confronteranno vari esperti invitati a partecipare alla Winter School 2020 “Alimentazione prevenzione cura. Nuova governance in sanità”” organizzata da Motore Sanità per il 6 e 7 febbraio a Pollenzo (Cn) presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

Il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, interverrà il 6 febbraio durante la sessione su “cultura del cibo e prevenzione delle malattie” trasmissibili per parlare di “Uso degli antibiotici negli allevamenti intensivi e loro impatto sul cibo”.

“Negli ultimi anni l’impatto sulla salute umana dell’incremento del fenomeno dell’antibiotico resistenza ha stimolato una particolare attenzione nell’ottenere informazioni sul ruolo dell’uso di molecole ad azione antimicrobica negli animali, sui meccanismi di selezione di microrganismi resistenti e sul trasferimento di geni di resistenza all’uomo” ha anticipato Sorice. “E’ più che mai necessario uno sforzo congiunto e coordinato che abbracci il campo umano e veterinario secondo l’approccio di One Health – One Medicine – One World, come viene confermato dai dati che emergono dai vari tavoli tecnici operanti a livello mondiale su tale emergenza considerata la vera minaccia del terzo millennio“.

Programma

 




Confesercenti presenta lo sportello di sicurezza alimentare

pesticidiIl tema dell’alimentazione è più che mai attuale, l’opinione pubblica è sempre più attenta a ciò che mangia, stimolata da un’attenzione mediatica che non sempre si rivela mirata e accurata.

Il vizio di gridare allo “scandalo” rischia di produrre danni incalcolabili nella filiera senza riuscire a salvaguardare la salute dei consumatori. Parlare di sicurezza alimentare significa perciò fare informazione seria, a beneficio del benessere comune e di un settore economico strategico per l’Italia intera. Significa lanciare un forte richiamo alla valorizzazione del territorio, della
stagionalità, dei prodotti tipici, nel rispetto rigoroso delle regole e dell’ambiente in cui si vive. Ecco perché non si tratta solo di limiti e di norme, semmai di “buone pratiche” in grado di rafforzare il legame di fiducia tra produttori, esercenti e consumatori finali.

Su questi temi e con questi obiettivi Confesercenti Bergamo organizza per il 25 novembre il convegno “La sicurezza alimentare: rischi, garanzie e nuove prospettive”, che vedrà gli interventi di numerosi esperti del settore”.

Sarà l’occasione per presentare l’attività dello Sportello di sicurezza alimentare di Confesercenti, servizio per affiancare e accompagnare le imprese della ristorazione, i pubblici esercizi, le gastronomie, i negozi di vendita di alimenti, mense nel raggiungimento di standard qualitativi di eccellenza, a tutela dei consumatori e degli imprenditori stessi.

Antonio Sorice, Direttore Dipartimento Veterinario ATS Bergamo e Presidente SIMeVeP sarà presente con un intervento su “Il ruolo del servizio sanitario nazionale e la possibile alleanza con le imprese”.

 




Nuova legislazione europea per la sicurezza alimentare ed il benessere animale – Firenze 29/11

Nell’ambito del 14° Forum Risk Management in sanità, in programma dal 26 al 29 novembre a Firenze, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, in collaborazione con il Ministero della salute, hanno organizzato il convegno “Nuova legislazione europea per la sicurezza alimentare ed il benessere animale”, che si terrà nell’ultima giornata della manifestazione dalle 9 alle 13.30.

La mattinata, coordinata da Enrico Loretti, Presidente Medici Veterinari Regione Toscana,  prevede una sessione di relazioni e a seguire la tavola rotonda, moderata dal Segretario Nazionale SIVeMP, dott. Aldo Grasselli “Nuova legislazione europea: quali impatti per la salute dell’uomo, degli animali e per i mercati?” a cui partecipano Silvio Borrello –  Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari Ministero della Salute, Gaetana Ferri – Direzione Generale igiene e sicurezza degli alimenti e nutrizione Ministero della Salute, Luigi Scordamaglia – Presidente Filiera Italia – Franca Braga Altro consumo Responsabile Centro Studi Alimentazione e Salute, Onelio Baronti –  Regione Toscana, Ugo Della Marta – DG Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri, Umberto Agrimi – Direttore Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare ISS, Antonio Limone Tesoriere FNOVI

La partecipazione è gratuita, il Forum è accreditato ECM per tutte le professioni sanitarie

 Programma
Iscrizioni online



Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare

Risk managementL”iniziativa COST  European Cooperation in Science and Technology è un programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica nato nel 1971 di cui l’Italia è paese fondatore.

Il finanziamento COST avviene tramite progetti, detti Azioni (Action), ciascuna delle quali dura quattro anni.

Il Coordinatore Scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri – che recentemente è stato nominato National Contact Point per l’Italia del COST Action CA18105 – RIBMINS (Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance)  in qualità di componente del gruppo di lavoro 5 ” formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni” fino al 2023 – ha partecipato alla Conferenza COST, che si è tenuta il 7-8 Novembre a Copenaghen.

Sulla base di questa esperienza ha elaborato il documento “Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare della filiera delle carni ed i nuovi strumenti formativi”




VetNeve 2020 – 20ª edizione: “I nuovi regolamenti europei: sanità animale e sicurezza alimentare”

Vetneve 2020VetNeve 2020 “I nuovi regolamenti europei: sanità animale e sicurezza alimentare”si svolgerà a Folgaria dal 8 al 15 febbraio.
La 20ª edizione sotto la regia del dr. Mario Tita, una delle più solide tradizioni della comunità scientifica e professionale dei medici veterinari italiani.

Grazie alla impareggiabile capacità organizzativa dell’ormai pensionato dr. Mario Tita, grazie alla disponibilità della segreteria provinciale del SIVeMP, grazie alla consueta ospitalità dei veterinari Trentini e alla calorosa amicizia degli alpini di Folgaria quest’anno si svolgerà la 20ª edizione di Vet Neve.
Prenotatevi numerosi.
Sarà una edizione memorabile.

Scheda di prenotazione alberghiera

A breve tutte le informazioni sul programma




Selvatici e Buoni, presentato il “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”

selvatici e buoniLa carne da selvaggina è una scelta buona, sana e sostenibile: presenta meno grassi rispetto ad altre carni, ha un rapporto favorevole di acidi grassi Omega-3/6 e limita l’impatto ambientale, in particolare il consumo di terreno e di acqua, rispetto a quella prodotta allevamenti intensivi. Sulla base di tali considerazioni Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) ha scelto di avviare il progetto“SELVATICI E BUONI: una filiera alimentare da valorizzare”, progetto nato con l’obiettivo di creare una filiera riconosciuta e sostenibile delle carni selvatiche e che è stato realizzato per la prima volta sul territorio di Bergamo.

Il risultato più importante, comunicato nel corso di una conferenza svoltasi presso lo ‘spazio viterbi’ del Palazzo della Provincia di Bergamo, con il Patrocinio della stessa Provincia e dell’ATS Bergamo, è rappresentato dalla condivisione di un “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”, attraverso il quale i ristoratori del territorio si sono impegnati a rispettare 10 principi chiave che mirano alla valorizzazione della scelta sana e sostenibile delle carni selvatiche. Il manifesto è stato redatto dall’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, capofila scientifico del progetto con il supporto della condotta slowfood valli orobiche.

Il percorso di “Selvatici e buoni” ha avuto inizio nel territorio bergamasco a settembre 2017 e nel corso del triennio ha visto la realizzazione delle seguenti azioni:

  • sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria;
  • Realizzazione di due workshop formativi dedicati ai ristoratori sulle modalità di preparazione delle pietanze a base di carni selvatiche e sulle caratteristiche organolettiche delle stesse.
  • organizzazione di tre rassegne enogastronomiche “Selvatici e Buoni a tavola” con cene dedicate al progetto a Bergamo, in Val Seriana ed in Val di Scalve.
  • raccolta ed elaborazione di dati biometrici sottoposti ad analisi sanitarie per verificarne i valori nutrizionali
  • analisi sulla percezione della carne di selvaggina quale alternativa alla carne bovina in un gruppo di consumatori abituali di carne.

“Con “Selvatici e Buoni” abbiamo voluto dare un segnale di svolta sviluppando una filiera tracciata della selvaggina, valorizzando gli aspetti di sicurezza alimentare, tutela del patrimonio faunistico e rispetto dell’ambiente che stanno a cuore a Fondazione UNA – ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente Fondazione UNA – il territorio di Bergamo ha fatto da pioniere; abbiamo infatti siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia per esportare il modello in altre province lombarde. Oltre a rappresentare un passo avanti in tema di sostenibilità della filiera alimentare, “Selvatici e Buoni” ha certamente dato nuovo impulso al turismo enogastronomico locale, dando ai ristoratori la possibilità di differenziarsi attraverso l’apposizione di una specifica vetrofania legata all’adesione al progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Fondazione UNA a Selvatici e Buoni, dando il nostro contributo alla valorizzazione della filiera degli ungulati selvatici nel tentativo dSorice Selvatici e Buonii cambiarne la percezione da parte del consumatore. In un’ottica di valorizzazione gastronomica, infatti, un maggior grado di consapevolezza delle proprietà nutrizionali e di sostenibilità della carne di selvaggina e l’utilizzo di preparazioni gastronomiche adeguate possono rappresentare le prime basi per migliorarne la percezione” ha aggiunto Silvio Barbero, Vice Presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Antonio Sorice – Direttore Dipartimento Veterinario ATS e Presidente SIMeVeP, ha commentato: “ho condiviso con entusiasmo sin dall’inizio ed ho seguito tutte in tutte le sue tappe il progetto, e posso affermare che il servizio veterinario è stato orgoglioso di essere al fianco di diverse azioni formative volte a migliorare la conoscenza e la sicurezza alimentare delle carni selvatiche, un requisito di qualità che spesso si considera scontato ma che scontato non è; il controllo della filiera dal punto di vista sanitario è fondamentale perché se il cibo non è sicuro…non è cibo!”.

Durante la conferenza stampa,moderata da Luca Pellicioli – Referente territoriale del progetto – sono intervenuti Maurizio Zipponi – Presidente Fondazione Una, Silvio Barbero – Vice presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Paolo Lanfranchi – Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e diversi rappresentanti locali del mondo venatorio (tra cui Michele Bornaghi presidente Fidc Bergamo), delle istituzioni, della filiera alimentare e della ristorazione tra i quali Oscar Fusini – Direttore Ascom Bergamo, Silvio Magni – Fiduciario Condotta Slowfood Valli Orobiche e Maurizio Forchini di Promoserio).

Sulla base della sottoscrizione del manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione il comitato scientifico di “Selvatici e Buoni” ha scelto di assegnare la vetrofania biennale a 10 ristoranti della provincia:

Ristorante ‘Chalet Engadina’ (Vilminore di Scalve)
Osteria Bastioli(Vilminore di Scalve)
Ristorante ‘Peccati di Gola’ (Vilminore di Scalve)
Locanda Blum In (Rovetta)
Trattoria enogastronomica Selva di Gelso (Clusone)
RistOrobie (Cusio)
Osteria al Gigianca (Bergamo)
Noi restaurant (Bergamo)
Hosteria del vapore (Chiuduno)
Puro cibo e vino (Ranica)

Tale riconoscimento permetterà di distinguere i ristoratori del territorio bergamasco in materia di competenze nella gestione delle carni selvatiche. L’operato dei ristoratori sarà supervisionato da Fondazione UNA e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e sarà coordinato a livello locale dalla condotta Slowfood valli orobiche.

Fonte: Comunicato Fondazione Una

Il sito del progetto




Il Regolamento UE 2017/625 sui controlli ufficiali. Cosa cambia?

Il 14 Dicembre 2019 segna una svolta importante nell’evoluzione dell’assetto normativo comunitario relativo ai controlli ufficiali della filiera agro-alimentare: tutti gli stati membri Ue saranno obbligati ad applicare il nuovo Regolamento UE 625/2017 sui controlli ufficiali (NRCU) entrato in vigore il 27 Aprile 2017.

Nell’occasione la Commissione europea e la presidenza finlandese organizzano la conferenza “Smarter rules for safer food and plant health” che si terrà a Bruxelles il 13 dicembre rivolta agli Stati membri, alle parti interessate, ai paesi terzi per condividere le migliori pratiche sugli elementi chiave del provvedimento e aumentare il livello di consapevolezza e preparazione tra gli Stati membri, le parti interessate e i partner commerciali.

Nel complesso il NRCU non apporta cambiamenti radicali nel modo in cui vengono condotti i controlli ufficiali su alimenti e mangimi e in altri settori, ma affronta alcune criticità tra cui la duplicazione e sovrapposizione di alcuni requisiti e il linguaggio poco chiaro e inconsistente, – semplifica il sistema dei controlli e consolida l’approccio integrato e rappresenta quindi non tanto una rivoluzione, quanto un’evoluzione dell’apparato normativo coerentemente con l’evoluzione del sistema agro-zootecnico.

Ma perchè è stato adottato il nuovo regolamento, quali sono i sui aspetti chiave e cosa cambia realmente per i controlli ufficiali a partire dal 14 dicembre?

Ce ne parla Maurizio Ferri, Delegato SIVeMP in UEVH e Coordinatore Scientifico SIMeVeP, in un documento così strutturato:

1. Introduzione
2. Perchè un nuovo regolamento sui controlli ufficiali?
3. Gli aspetti chiave del NRCU
3.1 Semplificazione ed efficienza
3.2 Modernizzazione (approccio basato sul rischio)
3.3 Trasparenza
3.4 Controlli anti frode
4. Miscellanea
4.1 Obblighi dell’Autorità Competente
4.2 Obblighi degli Operatori
4.3 Laboratori ufficiali e laboratori comunitari di riferimento
4.4 Controlli Ufficiali nei Posti di Controllo Frontaliero
4.5 Finanziamento dei Controlli Ufficiali
4.6 Certificazione Ufficiale
4.7 Assistenza Amministrativa e Collaborazione (AAC)
4.8 Piani di Controllo Nazionali Pluriennali (PCNP)
4.9 Programmi Coordinati di Controllo (PCC)
4.10 Nuovo Sistema Informatico per la Gestione delle Informazioni sui Controlli Ufficiali ed altre Attività Ufficiali (IMSOC)
4.11 L’art. 18 e i Controlli Ufficiali sui Prodotti di Origine Animale
5. Osservazioni finali

 

 




La comunicazione in Sanita’ Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare: obiettivi, principali strategie e tecniche – Perugia 15 novembre

Il 15 novembre avrà luogo a Perugia il corso dal titolo “La comunicazione in Sanita’ Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare: obiettivi, principali strategie e tecniche”.

La comunicazione è un processo che ricopre un ruolo fondamentale non solo nei rapporti interpersonali, ma anche in ogni realtà lavorativa, per questo è necessario essere a conoscenza di tecniche, strategie e strumenti affinché sia efficace e sortisca l’effetto desiderato.

I Servizi Veterinari delle ASL si sono trovati spesso a dover fronteggiare situazioni in cui la comunicazione non è stata all’altezza dell’ottimo lavoro svolto. La crisi BSE, la diossina nei polli, il fipronil nelle uova, sono solo alcune delle crisi sanitarie che nell’arco degli ultimi 10 – 15 anni hanno messo in allarme la popolazione, hanno catturato in maniera prepotente l’attenzione dei mass-media e hanno avuto ripercussioni più o meno pesanti nei relativi settori produttivi. Elemento comune degli esempi citati è la quasi totale mancanza di visibilità del nostro lavoro. Nella realtà attuale, per continuare ad esistere e essere rilevanti non è necessario solamente operare bene e con competenza, proteggere il patrimonio zootecnico e i cittadini da malattie infettive e zoonosi, fornire garanzie sanitarie alle diverse filiere insomma, “fare i numeri” ma, discrimine e elemento di sopravvivenza è comunicare ciò che si fa attraverso i giusti canali e il giusto linguaggio. I nostri interlocutori siano essi altre Autorità Competenti, Operatori del Settore Alimentare (OSA), cittadini, consumatori, non possono essere lasciati nel “limbo dell’interpretazione” poiché tutto ciò prelude ad una “percezione istintiva” da parte loro e rimanda di noi e del nostro lavoro un’immagine non vera ma verosimile o, nelle peggiori delle ipotesi, del tutto falsa con un notevole scarto rispetto a quella reale.

L’evento è rivolto ai Medici Veterinari del SSN partendo dalla consapevolezza che tutto il lavoro fatto e “condensato” in dati, azioni, documenti, informazioni, risulta privo di efficacia se il messaggio che vogliamo mandare all’esterno non viene “tradotto” in un linguaggio comprensibile dall’interlocutore di turno. L’obiettivo del corso è quello di affinare e potenziare le capacità di comunicazione del veterinario di sanità pubblica. Porre attenzione su come valorizzare, rendere visibile e comprensibile al mondo “altro da noi” il costante lavoro di prevenzione fatto in “tempo di pace” e al contempo porre le basi per acquisire capacità nel gestire, senza farsi travolgere, le emergenze sanitarie, ossia il “tempo di guerra”, è oggi più che mai un aspetto fondante di questa professione, che non è più possibile ignorare.

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Le sfide future per la sicurezza alimentare tra priorità ed esigenze di ricerca

Si è tenuto a gennaio a Bruxelles il workshop ‘A robust science and innovation environment for food safety systems of the future’, organizzato dalla Commissione Europea (Dg Sante, Dg R&I e Dg Agri)a cui hanno partecipato rappresentanti di ONG, Commissione, enti e istituzioni scientifiche, industria ed esperti in scienze sociali.

Proponiamo una riflessione a cura di Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP, dal titolo “Le sfide future per la sicurezza alimentare tra priorità ed esigenze di ricerca” che, a partire dai contenuti del workshop, affronta alcuni temi rappresentativi delle sfide attuali e future per la sicurezza alimentare e le priorità e le opportunità per la ricerca ed innovazione (R&I), come la sfida dei dati o Big Data, ritenuta cruciale per lo sviluppo dei futuri sistemi per la sicurezza alimentare, unitamente alle opportunità, azioni prioritarie e agli attori da coinvolgere.

Nelle conclusioni vegnono considerate  le azioni core riferite ai temi emergenti individuati: nuove tecnologie informatiche, Big Data, valutazione del rischio, condivisione dei dati e coinvolgimento sociale nel processo scientifico.

 




La crisi della scienza e l’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene

Crisi della scienzaCon il documento; “La crisi della scienza (e valutazione del rischio) tra incertezza scientifica, democratizzazione della conoscenza e interazioni innovative con la policy e la società. L’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene” Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, affronta il tema della crisi della scienza, la sua qualità, credibilità e integrità nell’affrontare fenomeni sempre più complessi e incerti in un’epoca caratterizzata da un progresso scientifico e sviluppo tecnologico senza precedenti e da emergenze ambientali e sanitarie multi-dimensionali.

La crisi della scienza nell’Antropocene investe sia l’aspetto tecnico-metodologico che epistemico del processo scientifico. La natura olistica dei sistemi terrestri e la complessità e incertezza nella relazioni tra le diverse noxae che minacciano gli ecosistemi ambientali e la salute umana, rendono sempre più inadatto il modello scientifico riduzionista che esclude i valori, le ideologie e la politica riproponendo una relazione lineare con la policy. Superando la pretesa razionale che le conoscenze scientifiche e i modelli possano fornire una vera rappresentazione della realtà, e che le questioni pratiche siano risolvibili solo se ridotte a una sfera meramente tecnico-scientifica, si rende necessario promuovere un modello innovativo di partecipazione estesa per la produzione scientifica, che punti all’interazione e collaborazione tra tutti i soggetti sia interni che esterni alle istituzioni scientifiche. La scienza post-normale soddisfa questi criteri, inserendosi idealmente nei contesti attuali dominati dalla complessità dei fenomeni, incertezza e forti interessi in gioco e proponendo un salto metodologico ed epistemico del processo scientifico funzionale a risposte normative efficaci e socialmente condivise

scrive Ferri nell’introduzione al lavoro.

Queste problematiche coinvolgono direttamente la SIMeVeP che, nel suo piccolo, nel rappresentare le istanze della veterinaria pubblica interagisce con la società, con le istituzioni e con i consumatori intervenendo su vari tematiche specifiche e più in generale, su alcune decisioni politiche” afferma Maria Rita Siddi, del Consiglio Direttivo SIMeVeP.

Nella sua analisi Ferri afferma che la scienza oggi è da ritenersi un processo “intimamente sociale”. E’ così e così deve essere per le tematiche della sicurezza alimentare e della valutazione del rischio, che implicano il coinvolgimento di più componenti della Società civile in un processo complesso che non può più essere demandato alla “Scienza”“.

La scienza come ricerca (iniziale), parte da assunti e opera attraverso alcuni meccanismi, non ultimi anche le fonti di finanziamento. Ciò può condurre a scelte di “parte”. Però nel momento in cui certe ricerche rispondono alle necessità di decisioni decisive e importanti, occorre che il numero di informazioni raccolte sia il più alto possibile, provenienti anche da scienziati portatori di “posizioni minoritarie” o provenienti da diversi settori.

Tanto maggiore sarà il peso di questo fenomeno di interazione, come fa osservare Ferri, tanto maggiore sarà l’autorevolezza e il consenso che i provvedimenti incontreranno. E’ importante dunque l’esame di una pluralità di punti di vista legittimi e pertinenti e in questo senso deve essere intesa la democraticità dell’esperienza scientifica.

La SIMeVeP può svolgere un ruolo di raccolta dei diversi punti di vista e comunicarli alle istituzioni nell’ambito di un progetto di ampliamento dell’interazione con il livello decisionale per la sanità pubblica veterinaria” conclude Siddi.