La carne coltivata: stato dell’arte e criticità
“La carne coltivata: stato dell’arte e criticità” è il titolo di un articolo frutto della collaborazione tra Maurizion Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, Maria Grazia Cofelice – Servizio Veterinario, ASL Pescara, Francesca Lombardo- Servizio Veterinario, ASL Pescara e la biotecnologa ricercatrice Nike Schiavo, Co-fondatrice e membro direttivo di Cellular Agriculture Italy, in cui si affrontanto opportunità e criticitàdella carne a base cellulare
La carne coltivata come opportunità di sostenibilità e non minaccia per l’agricoltura tradizionale
* 🐂la carne coltivata si propone come alternativa alla carne convenzionale in quanto non necessita della macellazione degli animali, riduce l’utilizzo degli antibiotici e la diffusione delle zoonosi, è meno impattante sull’ambiente ed assicura per il futuro una fonte sostenibile di proteine.
* 👩🔬la produzione di carne coltivata si avvale di procedure impiegate da decenni nell’industria farmaceutica per la produzione di biotessuti e biofarmaci ma è ancora nelle sue fasi iniziali con costi elevati e tecnologia inefficiente e richiede lo sviluppo di tecnologie molto complesse per ottenere enormi biomasse (migliaia di tonnellate) in modalità extra-corporea.
* 🔬occorrono ulteriori studi sulla #sicurezzaalimentare, efficienza energetica, sostenibilità, impatto ambientale, penetrabilità nei mercati e accettazione da parte dei consumatori.
*⚠️I pericoli potenziali individuati fino ad oggi necessitano della valutazione dei rischi per poter consentire la corretta applicazione dei protocolli standard di controllo e garantire la sicurezza dei consumatori.
Poiché la domanda globale di carne è destinata a crescere, è chiaro che le pratiche agricole dovranno cambiare se vogliamo nutrire tutti e affrontare le emergenze climatiche e di biodiversità che affliggono il mondo.
La carne coltivata si pone l’obiettivo di offrire alla stragrande maggioranza di consumatori di carne convenzionale (ottenuta attraverso il sacrificio degli animali e lo sfruttamento delle risorse) un’alternativa più sostenibile che non aggiunge pressione su ambiente e benessere animale.
Difatti potrebbe essere prodotta in modo efficiente (es. con input a basso costo e attentamente misurati per evitare sprechi e utilizzo di energia rinnovabile) con basse emissioni di carbonio e con meno animali mantenuti in condizioni migliori.
Una convinzione abbastanza diffusa vede la carne coltivata come la fine dell’allevamento tradizionale. Ma le cose non stanno esattamente così.
Da un lato possiamo immaginare l’industria della carne coltivata come una integrazione più sostenibile dell’allevamento intensivo con vantaggi finanziari e ambientali.
Dall’altro, con una logica non dissolutiva ma evolutiva, il passaggio dall’allevamento intensivo ad aziende più piccole consente agli allevatori di garantire standard più elevati di benessere animale.
In questo nuovo contesto agro-zootecnico e di agricoltura rigenerativa gli animali verrebbero allevati per produrre meno carne ma di alta qualità, come ad esempio i tagli di bistecche o filetto con una consistenza tecnicamente difficile da realizzare con le attuali tecniche di coltura cellulare. Mentre i volumi elevati di carne, ad esempio carne macinata, verrebbero assicurati da una percentuale minima di animali mantenuti come donatori di cellule per i laboratori di carne coltivata.
Si svolgerà il 19 marzo presso l’Aula Magna del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari il corso ECM “Procedure e tecniche di campionamento degli alimenti destinati all’alimentazione umana” organizzato dalla Asl Bari, con la partecipazione dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Bari, della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e dell’associazione Italiana Veterinari Igienisti.
La Commissione europea ha bocciato la notifica della legge italiana che vieta la carne coltivata per violazione del diritto Ue. In sostanza, dopo la notifica del testo alla Commissione il 1 Dicembre, (che ricordiamo era stato approvato in Parlamento come disegno di legge il 16 Novembre scorso) come prevede la procedura Tris, il Governo non ha rispettato il periodo di sospensione di 3 mesi durante il quale la Commissione è tenuta a verificare la compatibilità del testo con le norme del mercato interno (parere circostanziato) e si è affrettato a richiedere l’approvazione definitiva della legge che è stata promulgata proprio il 1 Dicembre.
Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha conferito al Direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) del Ministero della Salute, Ugo Della Marta, le funzioni di Capo dei Servizi Veterinari italiani (Chief Veterinary Officer – CVO).
L’e-commerce alimentare, ossia la vendita di alimenti online, ha raggiunto, per ovvie ragioni, il suo culmine con la pandemia CoVID-19. Attualmente, per svariati motivi attinenti, ad esempio la comodità e celerità nonché la modernità e i nuovi costumi nell’approvvigionamento degli alimenti, l’e-commerce mantiene un suo interesse tra determinate fasce di consumatori. La modalità di vendita online, se da un lato si è rivelata subito efficace sia per l’OFA (Operatore della Filiera Agroalimentare) sia per il consumatore finale, grazie a diversi aspetti vantaggiosi che ne hanno consentito una rapida diffusione quali l’assenza di barriere geografiche e di orari, i costi operativi bassi, l’inventario semplice da automatizzare, la facilità d’acquisto, la vasta gamma di prodotti partendo da quelli più commerciali a quelli di “nicchia”, comprendendo alimenti sia freschi sia secchi, dall’altro è stata individuata da numerose imprese alimentari quale strumento per eludere obblighi normativi come il riconoscimento comunitario.
Torna la formazione invernale 2024!
Alle ultime riunioni EFSA del gruppo di discussione degli stakeholder sui rischi emergenti (StaDG-ER, 9 novembre, Bruxelles) e EREN (Emerging Risk Exchange Network, 22 novembre Parma) Maurizio Ferri, coordinatore scientifico SIMeVeP, ha relazionato sul tema dei rischi per la sanità pubblica delle diete a base di carne cruda (o BARF) per cani e gatti.
Si terrà ad Arezzo dal 21 al 24 novembre, con il patrocinio di SIMeVeP e SIVeMP, la 18ª edizione del Forum Risk Management “La sfida della sanità pubblica. Cambiamento – Sostenibilità – Prossimità.
A livello normativo, in Italia la commercializzazione dei pesci velenosi è vietata sin dal 1992; la materia è oggi disciplinata dal Regolamento (CE) 853/2004 nella sezione relativa ai requisiti specifici dei prodotti della pesca (Sezione VIII), in cui viene indicato che non devono essere immessi sul mercato i prodotti della pesca ottenuti da pesci velenosi delle seguenti famiglie: Tetraodontidae, Molidae, Diodontidae e Canthigasteridae.
Si terrà il 17 novembre a Torino il corso ECM organizzato dalla SIMeVeP. Il corso dal titolo “Il valore del cibo, il cibo di valore” è aperto a 70 partecipanti ed è gratuito.