Perrone: la causa delle malattie da vettore sono i cambiamenti climatici
La vera causa del diffondersi di insetti una volta esotici e di malattie da vettori, come il virus Zika, trasmesso dalla zanzara, sono i cambiamenti climatici. Lo spiega ad Askanews Vitantonio Perrone, Veterinario pubblico Sivemp/Simevep che sottolinea come fino a qualche anno fa una zanzara giunta in Europa “in aereo” o in nave avrebbe avuto vita breve trovandosi catapultata in un ambiente inospitale e inadatto, al contrario oggi “il clima mite fa sì che anche in inverno abbiamo generazioni di insetti tipicamente estivi. Sono le condizioni create dal cambio climatico a consentirlo”. In Italia , aggiunge, “si sono già verificati focolai di epidemia, non da virus Zika, per fortuna controllati da un sistema sanitario che funziona”. Insomma, “questi contagi, una volta considerati esotici, sono il nostro presente e il nostro futuro”.
Fare prevenzione si può, spiega, “a patto di cominciare a pensare davvvero a come evitare che questi insetti arrivino in modo facile dalle zone endemiche. Possono entrare nelle carlinghe degli aerei, ad esempio, e una volta a destinazione trovare un’ambiente adatto all’insediamento. Altro veicolo é quello dei commerci di piante: si potrebbe ipotizzare il blocco di certi prodotti che non sono indispensabili”.
Ma soprattutto, chiarisce l’esperto, “fare prevenzione significa sinergia tra veterinari e medici, conoscere il problema e gestire le popolazioni di insetti. Gestire perchè non si possono sterminare poichè é stato dimostrato che anche questo é controproducente: bisogna studiare le esigenze ed intervenire di conseguenza”. E oggi anche la tecnologia viene in aiuto: “Anche con i droni – spiega Perrone – possiamo tenere sotto controllo le popolazioni di insetti, con infrarossi possiamo perlustrare i terreni e individuare focolai larvali per effettuare interventi mirati di disinfestazione”.
Fonte: Askanews
L’EFSA ha proposto modifiche ai livelli massimi di rame ammessi nei mangimi destinati ad alcuni gruppi di animali, raccomandando una riduzione del tenore massimo di rame nei mangimi per suinetti, bovini e vacche da latte, e un aumento nei mangimi per capre. I livelli proposti ridurrebbero la quantità di rame rilasciata nell’ambiente, il che potrebbe avere un ruolo favorevole nel ridurre la resistenza agli antimicrobici.