Influenza aviaria nei bovini, WOAH: situazione rischiosa, importante la sorveglianza
Le recenti notizie di casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nei bovini da latte e in un essere umano negli Stati Uniti, e la diffusione della malattia in diverse regioni del mondo, hanno sollevato preoccupazioni all’interno della comunità internazionale. Secondo la World Organisation for Animal Health (WOAH) questo potrebbe indicare un aumento del rischio che i virus H5N1 si adattino meglio ai mammiferi e potenzialmente si diffondano all’uomo.
La WOAH (World Organisation for Animal Health), un’organizzazione intergovernativa che ha come obiettivo la diffusione delle informazioni sulle malattie animali, ha fatto il punto in un comunicato stampa sui casi confermati di Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI) nei bovini che stanno suscitando preoccupazioni all’interno della comunità internazionale.
Sebbene l’HPAI colpisca principalmente avicoli e uccelli selvatici, l’influenza aviaria può occasionalmente essere trasmessa ai mammiferi, compresi gli esseri umani. Negli ultimi due anni, è stato segnalato un numero crescente di casi di influenza aviaria H5N1 in animali terrestri e acquatici.
Le recenti segnalazioni di HPAI nei bovini da latte negli Stati Uniti d’America, che mostrano segni clinici come la riduzione della lattazione, riduzione dell’appetito, letargia, febbre e disidratazione, hanno destato preoccupazioni poiché tali infezioni del bestiame potrebbero, secondo l’organizzazione, indicare un aumentato rischio che i virus H5N1 si adattino meglio ai mammiferi e potenzialmente si trasferiscano agli esseri umani e ad altri animali da allevamento.
Fonte: ruminantia
La tubercolosi è una malattia , che prima dell’avvento degli antibiotici, ha portato a morte diversi uomini. Oggi non è più così grazie all’uso degli antibiotici, anche se esistono forme resistenti ai trattamenti d’elezione.
Dal 1 gennaio all’8 aprile 2024, al sistema di sorveglianza nazionale delle arbovirosi risultano: 117 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 42 anni, 50% di sesso maschile e nessun decesso); 1 caso confermato di Zika Virus (associato a viaggio all’estero, nessun decesso); 3 casi confermati di Chikungunya (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 46 anni, 67% di sesso maschile, nessun decesso); 1 caso confermato di infezione neuro-invasiva – TBE (autoctono, nessun decesso); nessun caso di Toscana Virus. Per maggiori informazioni sui dati consulta la
A seguito della diffusione di un ceppo di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) in alcuni allevamenti di bovini da latte degli Stati Uniti, il Laboratorio di referenza europeo (EURL) per l’influenza aviaria presso l’IZSVe precisa che al momento non sono stati riportati casi nei bovini e nell’uomo in Italia e nella UE.
Il dott. Laddomada, ex direttore dell’IZS della Sardegna parla di Peste Suina Africana , un tema che ha segnato profondamente la sua vita professionale.
Il dipartimento dell’Agricoltura americano ha confermato anche ieri la presenza di bovini da latte infettati dal virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in un allevamento in Idaho. È il quinto Stato americano a essere interessato dall’epidemia dopo che l’allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte, che ha infettato anche due persone che hanno avuto contatti con gli animali, era scattato lo scorso 25 marzo, in due allevamenti in Kansas e uno in Texas e da tamponi effettuati in un quarto allevamento in Texas. Il 29 sono state poi riscontrate nuove positività in un allevamento in Michigan e New Mexico.
Ilaria Puglia, Marialuigia Caporale e il responsabile delle attività Alessio Lorusso, dell’IZS di Teramo, hanno preso parte al kick-off meeting del progetto europeo HORIZON
In un rapporto pubblicato oggi, l’Ecdc delinea le principali considerazioni strategiche e operative per informare la pianificazione della preparazione alla progettazione e all’attuazione di misure sanitarie e sociali pubbliche (PHSM) nell’UE/SEE per le emergenze sanitarie e le pandemie.
Una nuova pandemia? Arriverà. Non si sa quando, ma arriverà. La Storia lo insegna, l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) manda un messaggio globale parlando di malattia X e Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, sette anni negli Stati Uniti dove ha diretto lo One Health Center in Florida e ora alla John Hopkins University di Bologna, lo conferma.
Nel dicembre 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un allarme relativo al forte incremento dei casi di dengue nel mondo, sottolineando come il rischio globale per questa malattia debba ora considerarsi elevato. La diffusione della dengue non ha lasciato indenne l’Europa, e men che meno il nostro paese. In Italia nel 2023 si sono registrati 362 casi e un decesso, il numero più elevato mai osservato.