Telecamere nei macelli tra sicurezza, prevenzione e repressione. È la soluzione più semplice?
In occasione del convegno “Telecamere nei macelli. Più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” che si terrà a Roma il 18 aprile 2018, presso il Palazzetto delle Carte Geografiche, dalle 14.45 alle 18.00, cui parteciperà fra i relatori, il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice ha rilasciato agli organizzatori un’intervista sul tema:
Quali sono le maggiori difficoltà che il veterinario che lavora oggi nei macelli italiani deve affrontare?
Il lavoro del veterinario presso gli impianti di macellazione è difficile e complesso perché in queste sedi ci si occupa non solo di sicurezza alimentare, e cioè di garantire la salubrità degli alimenti che derivano dalla filiera produttiva, ma anche di altri ambiti, compreso quello della protezione degli animali. Evidentemente il lavoro richiede una grande professionalità, una attenzione e processi di formazione continui che non permettono di abbassare mai la guardia. Si tratta quindi di un lavoro molto interessante, ma anche, in qualche caso, pieno di difficoltà. La situazione in Italia, a questo proposito, si presenta a macchia di leopardo. Ci sono impianti in cui questo lavoro è più agevole, nonostante le difficoltà, e altre dove è più impegnativo. A ciò aggiungiamo che negli ultimi anni è aumentata l’attenzione su tutti i fronti per ciò che riguarda la sicurezza alimentare e il benessere animale e questo ha implicato anche una rinnovata esigenza di formazione continua a cui i veterinari ottemperano; di fatto non si smette mai di studiare.
Da non dimenticare, inoltre, che negli ultimi anni si sono evidenziati numerosi episodi di intimidazione che hanno preso di mira veterinari ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni presso gli allevamenti e gli impianti di macellazione e di trasformazione degli alimenti.
Infine occorre aggiungere un altro importante elemento: la situazione del personale sanitario in Italia sta diventando davvero preoccupante. L’età media degli operatori medici e veterinari che lavorano nella Sanità Pubblica italiana è di 54 anni, la gobba generazionale si attesta tra i 55 e i 60 anni e nei prossimi 3-4 anni si stima che il 30-40% degli operatori andrà in pensione. Questa fuoriuscita del personale, che solo in alcuni casi viene sostituito per effetto delle leggi finanziarie che obbligano le regioni (soprattutto quelle in rientro di bilancio) a delle limitazioni nella sostituzione del personale, evidentemente crea dei problemi per ciò che riguarda la copertura dei servizi territoriali, non esclusi i servizi forniti dai veterinari pubblici sia nei macelli, che in tutte le filiere produttive. La mancata sostituzione del personale in alcune aree del Paese si sta già rendendo evidente e può creare problemi laddove la presenza dei veterinari va garantita, costringendo a ritmi e orari di lavoro che vanno oltre il normale orario di servizio, con conseguente difficoltà a garantire una soglia di attenzione costante e elevata come alcune di queste situazioni richiedono.
Le telecamere nei macelli possono essere uno strumento utile?
Occorre subito dire che le telecamere presso gli impianti di macellazione non devono e non possono sostituire i veterinari che svolgono l’attività di controllo dell’operazione di macellazione. Le telecamere potrebbero essere un ausilio agli operatori che svolgono le attività di controllo negli impianti perché, soprattutto in determinate condizioni, non si può avere contemporaneamente sotto controllo tutta la linea di macellazione dall’arrivo degli animali al prodotto finale contemporaneamente, soprattutto considerando la sovente esiguità del personale, come dicevo prima. Se posizionate correttamente, sotto le indicazioni del veterinario ufficiale che opera presso il macello, possono essere di ausilio, dando un contributo – in determinate situazioni e a determinate condizioni – e un utile servizio mostrando agli operatori quali sono le buone prassi da seguire durante le fasi di macellazione.
L’installazione delle telecamere potrebbe essere di ausilio anche per i sempre più soventi episodi di intimidazione che stanno raggiungendo livelli decisamente preoccupanti. Per questi motivi riteniamo, come veterinari di sanità pubblica, che le telecamere possano essere da supporto alle attività del veterinario ufficiale, ma non sostituirle. Perciò chiediamo, qualora si dovesse arrivare a una definizione di uno strumento legislativo che proponga l’installazione delle telecamere nei macelli, che questo debba essere frutto di un confronto aperto e costruttivo con tutte le parti. I veterinari dovrebbero avere parte attiva nella stesura della normativa, perché le telecamere possono essere un strumento importante e utile, ma solo a determinate condizioni.
In conclusione crediamo che le telecamere possano supportare i veterinari e aiutarli a rendere più elevato il già ottimo livello, nella maggior parte degli impianti italiani, delle prestazioni di tutti gli operatori.
E’ pubblicato sul n°
Quasi un miliardo di persone soffre di malnutrizione e fame e questa vergogna si accompagna a una iper-nutrizione di un miliardo e mezzo di persone che soffrono di problemi di salute legati al cibo.
E’ pubblicato sul n° 1042 del 2018 di “La Settimana Veterinaria” il contributo SIMeVeP relativo il benessere dei crostacei, con riferimento in particolare alle corrette modalità di commercializzazione (esposizione, vendita e somministrazione).
Il concetto di benessere animale influenza comportamenti di acquisto e consumo fino allo sviluppo di nuove pratiche alimentari decise unicamente su basi di natura etica: la scelta del prodotto di consumo è associata ad una specifica idea di qualità di vita dell’animale, che diventa valore aggiunto e standard di un’alimentazione consapevole.
Sarà presentato il 30 gennaio a Firenze il volume
Torna il consueto appuntamento autunnale con la formazione.
Attivare un tavolo con tutte le componenti della veterinaria finalizzato all’elaborazione di proposte innovative sulle questioni legate alla protezione e benessere degli animali, biosicurezza, antibioticoresistenza, che abbiano al centro il ruolo del medico veterinario.
Il ruolo della professione veterinaria, a cui viene assegnato, nell’attuale cornice regolamentare, il compito di salvaguardare gli animali, rifuggendo da ideologie fuorvianti tendenti a umanizzarli, è di individuare e sostenere le basi scientifiche che supportano le diverse soluzioni, con lo sforzo di bilanciare le esigenze etiche riferite al valore dell’animale come essere senziente, con le necessità economiche, sostenendo vieppiù il principio naturale di conservazione delle specie e di tutela della biodiversità.
Riportiamo il resoconto dell’incontro tra Fiesa e Gruppo Italiano Carni Equine con il Direttore Generale della Direzione della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Dr. Silvio Borrello, del Ministero della Salute sulle problematiche aperte della questione degli equidi.