G20: Implementare One Health per assicurare la sicurezza sanitaria e la stabilità economica

In occasione del recente incontro del G20 del 10 Giugno a Lombok, Indonesia e nell’ambito dell’evento collaterale One Health ‘Implementare One Health per assicurare la sicurezza sanitaria e la stabilità economica” follow-up della Dichiarazione di Roma del 2021 , la FAO ha  invitato tutti i paesi ad attuare un approccio One Health per prevenire, rilevare e controllare le malattie zoonotiche emergenti sulla scia della pandemia di COVID-19 che ha minacciato la salute, il benessere  e le economie di tutte le società.

L’evento  follow-up della Dichiarazione di Roma del 2021 che afferma l’impegno dei paesi del G20 a migliorare l’attuazione dell’approccio One Health a livello nazionale, regionale e globale

Keith Sumption, Chief Veterinary Officer della FAO, ha dichiarato ‘non saremo in grado di prevenire le future pandemie senza One Health, perché One Health è la parte essenziale delle attività di prevenzione e gestione dei fenomeni di spillover dagli animali all’ uomo“.

Investire in un approccio One Health a livello globale, regionale e nazionale è fondamentale per i progressi nel controllo delle malattie zoonotiche, per la lotta alla resistenza antimicrobica (AMR) e per la  garanzia di cibo sicuro e nutriente per tutti.

One  Health deve far parte dell’architettura sanitaria globale ed in quanto tale richiede una collaborazione internazionale per prevenire e contenere in modo sostenibile, praticabile e a lungo termine le future pandemie.

Non c’è salute senza One Health.  Nel sostenere il recupero della sicurezza sanitaria globale minacciata dalla persistente pandemia di COVID-19,  i paesi membri del G20 hanno riflettuto sulle dieci raccomandazioni elaborate al termine dell’incontro che mirano a rafforzare e integrare l’approccio a tutti i livelli. Uno di queste chiede al G20 di accogliere il Piano d’azione congiunto One Health (JPA)  (https://www.woah.org/app/uploads/2022/04/oh-joint-plan-of-action-summary.pdf) sviluppato dal quadripartito: FAO, WOAH, OMS e Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) come quadro operativo per raggiungere obiettivi e priorità nazionali per gli interventi One Health.

Altre raccomandazioni sono di integrare One Health e contribuire a creare un ambiente favorevole alla sua attuazione mobilitando risorse, partenariati e investimenti nonché facilitare la condivisione delle conoscenze e il rafforzamento delle capacità One Health.

Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP




One Health: il delicato equilibrio tra Uomo Animale e Ambiente

La giornata conclusiva del 51° Congresso S.I.Ve.M.P. ha fatto il punto su un argomento di assoluta attualità. Si è svolto il Convegno “One Health: il delicato equilibrio tra Uomo Animale e Ambiente”

All’evento, organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) hanno partecipato relatori di assoluto rilievo:

il Dott. Pierdavide Lecchini – Direttore Generale DGSAF del Ministero Salute;

il Dott. Umberto Agrimi – Direttore Dipartimento Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria, Istituto Superiore di Sanità;

il Dott. Angelo Ferrari – Commissario Straordinario Peste Suina Africana ;

il Dott. Francesco Feliziani – Responsabile Centro di Referenza Peste Suina Africana, IZS Umbria e Marche;

la Dott.ssa Antonia Ricci – Direttore Generale IZS VE (Centro di referenze Rabbia e Influenza Aviaria);

la Dott.ssa Santina Grazioli – Responsabile Centro di Referenza Afta Epizootica e Malattie, IZS Lombardia e Emilia Romagna;

il Prof. Beniamino Cenci Goga – Ordinario di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale – Università di Perugia.

Attualissime le tematiche trattate nel convegno, moderato e coordinato dal Dott. Antonio Sorice, Presidente della SIMeVeP e che hanno chiamato in causa alcune tra le principali emergenze sanitarie che in questi ultimi mesi hanno coinvolto o stanno coinvolgendo l’intera rete dei servizi veterinari territoriali.

Il ruolo fondamentale del Ministero come centro di coordinamento è stato rimarcato dal dott. Lecchini, il focus importante acceso dal Dott. Agrimi sul possibile ruolo degli animali esotici anche nei possibili casi di “spillover” , la necessità di implementare i piani di biosicurezza delle aziende zootecniche evidenziato dalla Dott.ssa Ricci, la fondamentale importanza di mantenere alto il livello di attenzione nei confronti di malattie attualmente non presenti ma potenzialmente devastanti come l’afta epizootica rimarcato dalla dott.ssa  Grazioli, l’importanza nella gestione dei piani di contrasto alle malattie infettive rivestita dai nostri sistemi informativi e di contro l’ importanza dei movimenti umani come concausa di diffusione delle stesse sottolineato dal Dott. Feliziani, hanno trovato logica connessione con altre non secondarie tematiche.

Il ruolo da rinforzare dei Servizi Veterinari nella gestione della fauna selvatica, l’ impatto di una comunicazione istituzionale, tecnica e politica che tenga conto anche  degli  aspetti socio culturali con cui le azioni di contrasto alla diffusione delle malattie si devono necessariamente coniugare sono stati i temi introdotti dal Dott. Ferrari, mentre  il corretto uso del termine “One Health” al fine di una sua effettiva applicazione, e l’ necessità di rivedere alcuni parametri forse superati e dogmatici al di là delle effettive implicazioni sanitarie con l’apporto di ricerca ed università sono stati i temi evidenziati dal Prof. Cenci Coga.

L’ intervento del Dott. Aldo  Grasselli Segretario Nazionale SIVeMP ha invece richiamato la fondamentale importanza di adeguare gli organici dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione, oltre a raccogliere e rinforzare l’ipotesi aggiornare i percorsi di formazione universitaria tarandoli su più moderne necessità ed agganciando la parte pratica della formazione alle attività di campo.

La richiesta del mondo degli stakeholder, rappresentati da

Dott. Davide Calderone – Direttore ASSICA

Dott.ssa Lara Sanfrancesco – Direttore UNAITALIA

Dott. Marco Lucchini – Segretario Generale Fondazione Banco Alimentare

Dott. Antonino Morabito – Responsabile Nazionale Cites, Fauna e Benessere animale Legambiente

Prof. Fabrizio Rueca – Vice Presidente Conferenza Direttori Facoltà di Medicina Veterinaria

intervenuti immediatamente dopo è stata infine tarata sull’importanza di relazioni efficaci e collaborative, evitando proliferazione di controlli ma contemporaneamente rinforzando la capacità delle dinamiche di prevenzione sanitaria fondamentali per intercettare precocemente dinamiche infettive e salvaguardare quindi un mondo produttivo con valori di PIL  importantissimi.

Forte e decisa la richiesta di un’alleanza strategica che nel rispetto dei ruoli, alleanza che sviluppi ulteriori sinergie, agganciando così logiche sanitarie a logiche economiche e con quindi un ulteriore obiettivo strategico da affiancare al termine “ONE HEALTH” il concetto di “ONE MISSION”.

L’importanza strategica delle alleanze è stata ripresa anche da Antonio Sorice che nelle conclusioni ha sottolineato come tutti temi trattati siano interconnessi fra loro e con il concetto di salute, come più autentica realizzazione del paradigma One Health.

I numeri della filiera agricola, zootecnica e del comparto agroalimentare:

Incidenza della filiera agricola e zootecnica:

  • Totale produzione agricola: 55,7 miliardi di euro (10,6% del PIL agroalimentare)

Valore percentuale ed assoluto del comparto zootecnico:

  •  29% del totale della produzione agricola nazionale
  • 16,15 miliardi di euro

PIL del settore agroalimentare made in Italy (2020):

  •  522 miliardi di euro ( il 15% del Pil italiano)
  • Il saldo della bilancia commerciale agro-alimentare, ha certificato un valore positivo (per il 2020) pari a 2,6 miliardi di euro (Annuario CREA 2020)

Coinvolte:

  • 740.000 aziende agricole;
  • più di 330.000 aziende attive nella ristorazione;
  • circa 230.000 punti vendita al dettaglio
  • 70.000 industrie alimentari
  •  4 milioni di lavoratori



One Health: il delicato equilibrio tra uomo, animale e ambiente – Roma 20 maggio 2022

Nell’ambito del 51° Congresso Nazionale del SIVeMP “Agenda 2030 per la Veterinaria Pubblica: malattie infettive, cambiamenti climatici e crisi alimentari” che si svolgerà a Roma dal 18 al 20 maggio 2022, si terrà il convegno “One Health: il delicato equilibrio tra uomo, animale e ambiente” che SIVeMP ha organizzato in collaborazione con SIMeVeP per la mattina dell’ultima giornata.

Il convegno è rivolto a tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali e ai professionisti che, a vario titolo, si occupano di tutela dell’ambiente, salute animale, sicurezza alimentare con l’obiettivo di favorire un buon approccio One Health e un’analisi socioeconomica del valore della prevenzione sanitaria come contrasto alle malattie infettive e alla loro diffusione, del benessere degli animali allevati e della salubrità delle produzioni alimentari nonché di proporre un approfondimento sul futuro della professione del medico veterinario di sanità pubblica e sul miglioramento della formazione universitaria e specialistica.

 

La giornata si articolerà su due tavole rotonde:

  • 9.30/11.00 – Emergenze Epidemiche per i Servizi Veterinari e impatto socio-economico
  • 11.00/12.30 – La Medicina Veterinaria Pubblica si confronta con gli Stakeholder

Scarica il programma della giornata




I vaccini Covid-19 sono strumenti fondamentali per la prevenzione delle forme sintomatiche gravi

E’ pubblicato su linkedin un post in inglese di Maurizio Ferri, Responsabile scientifico SIMeVeP, che si occupa della sorveglianza Covid-19 attraverso l’analisi del carico virale Sars-Cov-2 nella acque reflue urbane.

Dal lavoro italiano citato emergono due elementi:

  • la possibilità di anticipare di almeno due settimane l’insorgenza di eventuali focolai rilevati con la sorveglianza classica;
  • l’utilità della vaccinazione nel prevenire forme gravi ed ospedalizzazioni.

I vaccini Covid-19 si dimostrano quindi strumenti fondamentali per la prevenzione delle forme sintomatiche gravi ed ospedalizzazioni.




One Health: modelli di prevenzione a 360°, intervento di Grasselli al Congresso SItI

Il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli ha partecipato ai lavori alla sessione plenaria “ONE HEALTH, SE NON OGGI QUANDO? DALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA ALLA TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA“, moderata da Alberto Fedele e Walter Ricciardi, che si è tenuta durante la prima giornata del 54° congresso della SItI – Società Italiana di Igiene “La sanità pubblica nel post-Covid. Occasioni di rilancio per una prevenzione integrata”.

Alla Sessione plenaria hanno partecipato, insieme a Grasselli: Alberto Fedele, Maria Teresa Montagna, Espedito Moliterni, Gianni Rezza (La Salute Planetaria nella prospettiva della Sanità Pubblica),  Margherita Ferrante (La transizione ecologica per il contrasto ai cambiamenti climatici), Antonella De Donno (Il caso Xylella in Puglia: risvolti ambientali e agroalimentari d’interesse sanitario)

Sintesi dell’intervento “One Health: modelli di prevenzione a 360°” di Aldo Grasselli




Medicina unica per la sanità: sogno o realtà?

Il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, sarà relatore al corso ECM “Medicina unica per la sanità: sogno o realtà?” che si terrà il 20 novembre 2021 presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV-UniTo), Università degli Studi di Torino.

Il corso, organizzato anche con il sostegno di SIMeVeP e FVM,  intende mettere in luce l’importanza della comunicazione bidirezionale tra medici e veterinari per il concetto di medicina unica per prevenire potenziali emergenze e affrontare le Antropozoonosi traendo spunto dalla pandemia COVID-19.

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Coronavirus parenti stretti di MERS-CoV: un nuovo rischio di emergenza zoonotica?

I coronavirus della Sindrome Respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), sottogenere Merbecovirus e genere Betacoronavirus (a cui appartiene SARS-CoV-2), continuano a mantenere alto il livello di allerta dell’OMS a causa del tasso elevato di letalità dell’infezione umana (35%: 1 decesso ogni tre infetti).  Sebbene la maggior parte dei casi umani siano stati attribuiti a infezioni persona-persona in ambito ospedaliero, le prove scientifiche attuali suggeriscono che i dromedari  fungono da ospiti intermedi per l’infezione umana, mentre i pipistrelli sono ampiamente considerati la fonte evolutiva e l’antenato prossimo.

Diversamente da SARS-CoV e SARS-CoV-2, MERS-CoV utilizza il recettore di Dipeptidyl Peptidase-4 (DPP4) per l’ingresso nella cellula e non il recettore ACE2 (enzima di conversione dell’angiotensina). Ma molti altri merbecovirus, come il coronavirus del pipistrello NeoCoV e i suoi parenti stretti (PDF-2180-CoV, HKU5-CoV, coronavirus del riccio) non usano il recettore DPP.

Ma che cos’è il NeoCoV? È un coronavirus scoperto nel 2011 in Sud Africa che infetta i pipistrelli della specie Neoromicia Capensis. E’ ritenuto insieme a PDF-2180-CoV il parente più vicino di MERS-CoV a causa di una somiglianza significativa nella maggior parte del genoma (85%).  Tuttavia, la loro subunità S1 (terminale carbossilico) del dominio di legame del recettore (RBD) è altamente divergente rispetto a MERS-CoV.

In uno studio cinese in preprint pubblicato su Biorxiv (https://lnkd.in/d-gbwmyw) i ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze dell’Università di Wuhan, hanno scoperto in modo inaspettato che sia NeoCoV che PDF-2180-CoV utilizzano il recettore ACE2 del pipistrello come recettore funzionale, ma non il recettore ACE2 umano.

Diversamente però, con la mutazione T510F indotta artificialmente in laboratorio sul motivo RBD della proteina Spike che lega il recettore ACE2 delle cellule ospiti (si tratta di una sostituzione di un singolo residuo aminoacidico che aumenta l’idrofobicità attorno al sito 510 del RBD), NeoCoV  è in grado di infettare in modo efficiente anche le cellule umane che esprimono ACE2  questa infezione non viene bloccata dagli anticorpi neutralizzanti diretti verso SARS-CoV-2 e MERS-CoV.

Sebbene si tratti di una mutazione mai rilevata in nessuno dei campioni virali NeoCoV ottenuti naturalmente, lo studio fa emergere due aspetti significativi per potenziali di spillover dei  virus parenti stretti di MERS-CoV:  poiché l’utilizzo del recettore ACE2 è associato ad un trasmissibilità molto più elevata rispetto al recettore DPP4 da parte di MERS-CoV (con un R0 stimato di 0.69),  l’utilizzo imprevisto del recettore ACE2 attraverso la mutazione,  può rappresentare un rischio latente risultato della combinazione dell’elevata mortalità associata all’infezione MERS-CoV e l’elevata trasmissibilità di SARS-CoV-2 (che utilizza il recettore ACE2).  L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pur valutando l’importanza del ceppo NeoCov,  ha affermato che sono necessari ulteriori studi per determinare se il virus menzionato nello studio rappresenta una minaccia significativa per l’uomo.

Ad oggi non sono stati notificati casi di infezione umana da NeoCoV  e dunque non c’è ancora motivo di panico. Tuttavia il potenziale zoonotico dei coronavirus  parenti stretti di MERS-CoV che utilizzano nei pipistrelli il recettore ACE2,  l’ulteriore adattamento di deriva antigenica e la possibilità che circolino da qualche parte in natura,  segnalano l’importanza in una prospettiva One Health del loro monitoraggio e sequenziamento genomico per preparare i sistemi sanitari a possibili focolai di MERS-CoV con maggiore affinità per il recettore ACE2 umano   Il significato di questa minaccia va letto anche alla luce delle vaste mutazioni nelle regioni RBD di SARS-CoV-2, in particolare nella variante Omicron fortemente mutata.

Maurizio Ferri
Coordinatore Scientifico SIMeVeP




Covid, One Health e la Metagenomica

dnaLa pandemia di COVID-19 ci ha insegnato che la diagnosi clinica delle infezioni umane emergenti, nonostante la tempestività, non è sufficiente per arginare e controllare l’insorgenza dei focolai, soprattutto quando a causarli sono patogeni in grado di sostenere efficacemente la trasmissione interumana. Ci ricorda inoltre che, per prevenire e rispondere efficacemente alle future emergenze occorre una strategia rinnovata che poggi su due pilastri chiave: l’integrazione delle infrastrutture genomiche/metagenomiche all’interno di programmi di intelligence epidemica e la mobilizzazione delle diverse professionalità che collaborano per la sorveglianza delle malattie emergenti, che è One Health.

Covid-19 con i suoi effetti trasformazionali ha accelerato i tempi dei programmi di sorveglianza genomica, stimolato la condivisione globale del genoma di SARS-CoV-2 e generato una scala di sequenziamento senza precedenti che ha superato l’influenza, l’HIV ed i patogeni di origine alimentare. Ha anche indicato la strada da percorrere per una più efficace collaborazione intersettoriale e transdisciplinare e per la creazione di una base scientifica integrata utile al riconoscimento precoce delle sindromi di malattie insolite ed identificazione rapida di serbatoi animali (trasmissione pre-diagnostica), ancora prima dell’individuazione dell’agente o agenti causali nei casi clinici. E’ fin troppo evidente come l’attesa di prove sostanziali della trasmissione interumana abbia reso i successivi sforzi di contenimento della pandemia inefficaci se non impossibili.

L’ampia circolazione dei coronavirus tra gli animali selvatici, il probabile salto di specie (spillover) di SARS CoV-2 dai pipistrelli all’uomo (o tramite un ospite intermedio) ed il rapido aumento delle varianti SARS-CoV-2 in ospiti non umani, con il potenziale rischio di reinfezione umana, sono condizioni che richiedono attività di monitoraggio più estese con l’acquisizione delle sequenze genomiche dei virus, necessari per poter sviluppare mappe regionali del rischio ed attuare programmi di sorveglianza mirati. SARS-CoV-2 presenta un patchwork genetico unico, a cui hanno contribuito diversi progenitori ed è il risultato di un complesso processo evolutivo e di ricombinazione nei corredi genetici. A volte, la ricombinazione può trasformare un virus non minaccioso in una nuova minaccia, come è il caso della ricombinazione di due coronavirus isolati di recente nei cani in Indonesia con la formazione di un ceppo ibrido che ha infettato otto bambini. Lavori recenti indicano che la distribuzione geografica dei virus SARS-CoV-2 correlati sia molto più ampia di quanto ritenuto in precedenza.

La ricostruzione filogenetica di un frammento genomico chiave per il tropismo e lo spettro degli ospiti di SARS-CoV-2 ha permesso di individuare tre coronavirus nei pipistrelli della specie Rhinolophus spp. nel nord del Laos, geneticamente più simili a SARS-CoV-2 rispetto a RaTG13, ritenuto essere il suo parente più stretto. Sono nuovi virus che presentano un dominio RBD di legame al recettore che differisce di poco rispetto a SARS-CoV- 2, e diversamente dagli altri coronavirus SARS-CoV-2-correlati sono capaci di legarsi fortemente al recettore ACE2 espresso dalle cellule umane. Ciò suggerisce che SARS-CoV-2 abbia potuto acquisire la capacità di trasmissione interumana solo mediante una selezione evolutiva naturale e smentisce l’ipotesi del virus costruito in laboratorio. Pertanto, se la selezione è naturale, l’origine di SARS-CoV-2 deve essere cercata nei serbatoi naturali, in primis nei pipistrelli.

Questi sono gli obiettivi di altri studi di sorveglianza dei nuovi coronavirus condotti negli ultimi mesi in Cambogia, Cina e Tailandia, e parzialmente finanziati con 125 milioni di dollari dall’USAID per il progetto DEEP VZN (Discovery & Exploration of Emerging Pathogens Viral Zoonoses), che opera in Africa, Asia e America Latina. Riguardo ad altri potenziali serbatoi, di recente è stato dimostrato come il sito di scissione della furina S1/2, determinante per il tropismo virale, replicazione e patogenesi di SARS-CoV-2, non presente in genere nei coronavirus dei pipistrelli, sia invece comune nelle sequenze associate ai roditori. Le conferme provengono da altri studi.

Come suggerito di recente su Lancet, One Health è il filo conduttore dei programmi di sorveglianza genomica/metagenomica integrata, che combinano le infezioni umane a quelle degli animali (fauna selvatica e vettori) e alla circolazione ambientale dei patogeni. I potenziali siti di campionamento per le analisi dovrebbero includere sia le zone di maggiore interazione tra uomo e animali selvatici, e quindi a maggiore probabilità di eventi di spillover virale (es. parchi, siti di ecoturismo, foreste), sia luoghi associati ad un rischio più elevato di circolazione virale, come gli aerei a lunga distanza, le stazioni della metropolitana, ma anche i macelli, le acque reflue urbane ed i rifiuti animali.

In sostanza la minaccia di una nuova malattia X con potenziale epidemico o pandemico deve essere affrontata in una prospettiva One Health, utilizzando strumenti di sorveglianza integrata basati su sistemi di informazione geografica, telerilevamento di dati ed epidemiologia molecolare. Le buone intenzioni esistevano già nel 2004, quando l’OMS, la FAO e l’OIE indicarono congiuntamente le direzioni da seguire, ma ciò non è stato sufficiente per prevedere la pandemia di COVID-19. Per il futuro si spera che le raccomandazioni formulate dai leader dell’UE, del G7 e del G20 in occasione dell’Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 2021, e la promessa di importanti investimenti della Commissione Europea per rafforzare l’infrastruttura dedicata alle varianti SARS- CoV-2, forniscano il terreno ideale per affrontare e prevenire le future minacce pandemiche.

Maurizio Ferri
Coordinatore Scientifico SIMeVeP




VETNEVE 2022 – Le iscrizioni sono aperte!

Vetneve 2022  sta per iniziare!

Il Convegno dal titolo  I regolamenti sui Controlli Ufficiali 625/2017 e di Sanità Animale (2016/429) nel contesto delle nuove emergenze di Sanità Pubblica e l’approccio One Health quest’anno si comporrà di 2 eventi ECM:

Scheda di iscrizione

 

  • Il Regolamento 2017/625
    10/11 marzo 2022, rivolto a Medici Veterinari, Dirigenti Medici (igiene degli alimenti e della nutrizione; igiene, epidemiologia e sanità pubblica; malattie infettive), Biologi e Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro – Programma ECM 10/11 marzo 2022

 

Scheda di iscrizione

Scheda prenotazione alberghiera da inviare entro il 16 gennaio 2022




Grasselli al Winter School 2022. Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute

Il 10 e l’11 febbraio 2022 si terrà la ‘Winter School 2022. Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute‘, organizzata da Motore Sanità e Mondosanità e in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, in programma il 10 e 11 febbraio, con il patrocinio di Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva.

Il presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, parteciperà nella giornata dell’11 febbraio “DISTINZIONE TRA DIAGNOSTICA DI 1° e 2° LIVELLO, HOME CARE DI ALTA COMPLESSITÀ E
OFFERTE INTEGRATE DI CURA” in particolare di Antimicrobicoresistena con Sergio Lo Caputo, Professore Malattie Infettive Università di Foggia e Francesco Menichetti, Presidente GISA.

Al centro della winter school, il tema dell’integrazione:

“La pandemia attuale ha fatto comprendere a tutti come economia, politica e salute non sono elementi separabili e che soprattutto la salute è in grado di influenzare pesantemente qualsiasi tipo di futuro ci attenda in qualsiasi parte del mondo. In tutto questo pensiamo che l’integrazione, più che una parola chiave, sia una grande sfida futura”.

Integrazione può voler dire mettere in ordine le priorità nel programmare la Ns società futura e rendere sostenibile tutto questo: la salute prima di tutto.
Integrazione può voler dire mettere a fattor comune conoscenze ed informazioni fondamentali per la cura appropriata del paziente e per la prevenzione delle malattie.
Integrazione può voler dire mettere a fattor comune competenze scientifiche sulla malattia e sulle nuove cure.
Integrazione può voler dire dialogo tra chi fa ricerca, chi deve renderne sostenibili i risultati e chi deve fare scelte di programmazione delle risorse consapevoli.
Integrazione può voler dire mettere a fattor comune saperi diversi che contribuiscano ad aprire gli orizzonti alla ricerca scientifica e che ne accelerino i risultati e le ricadute pratiche.
Integrazione può voler dire costruire percorsi di cura stabilendo in maniera chiara competenze reciproche tra gli operatori che generano assistenza.
Integrazione può voler dire distinguere fra la miglior terapia  e la cura più adeguata per la persona malata.
Integrazione significa passare dall’offerta di prodotto al servizio integrando bisogni e risposte e istituzioni e industria
Integrazione vuol dire costruire PDTA trasversali andando oltre la logica dei silos e verificare le necessità per soddisfare tutti gli step del percorso

Come si traduce tutto questo? Ospedale-territorio deve essere tradotto in continuità delle cure, dispositivo medico e farmaco deve essere tradotto in strumento di cura e prevenzione/cura o medicina di precisione, silos budget deve essere tradotto in finanziamento appropriato e sostenibile dell’intero percorso di cura, tessera sanitaria/digitalizzazione deve essere tradotto in informazioni sanitarie facilmente condivise e complete su quel cittadino, PNRR deve essere tradotto in piano che ponga l’uniformità/equità di accesso al benessere per ogni cittadino, come obiettivo fondante.
E se integrazione è definibile come “Il TUTTO che è più della somma delle sue singole parti”*, questo significa maggior rispetto per ogni singola parte. Nella Winter School 2022 Motore sanità vuole dare pari voce ad ogni singola parte per una vera integrazione oggi necessaria nel settore salute.

Programma preliminare

E possibile seguire i webinar via zoom

– Giovedì, 10 febbraio 2022 – Sessione Motore Sanità (Ore 10 – 18:30)

⇒ ISCRIVITI ALLA GIORNATA DEL 10 FEBBRAIO

– Venerdì, 11 febbraio 2022 – Sessione Motore Sanità (Ore 10 – 17)

⇒ ISCRIVITI ALLA GIORNATA DELL’11 FEBBRAIO

– Venerdì, 11 febbraio 2022 – Sessione parallela Mondosanità (Ore 10 – 13:30)

 ISCRIVITI ALLA SESSIONE PARALLELA DELL’11 FEBBRAIO