CoViD-19 e fase 2
Sono un patologo veterinario e insegno da quasi 20 anni patologia generale e fisiopatologia veterinaria all’Universita’ di Teramo. Le “malattie infettive emergenti”, il 70% delle quali sostenute da agenti in grado di trasferirsi dall’animale all’uomo, sono da oltre 30 anni al centro dei miei interessi scientifici ed il coronavirus responsabile della CoViD-19 non rappresenta di certo “un’eccezione alla regola”, come peraltro testimoniato dai lavori che ho recentemente pubblicato su prestigiose riviste scientifiche quali Science e British Medical Journal (BMJ).
A tal proposito, il tanto agognato ed oramai imminente avvio della cosiddetta “fase 2” in data 4 Maggio mi spinge a fare le considerazioni che verranno esposte qui di seguito e che fondano le loro premesse sulle conoscenze scientifiche attualmente disponibili (e non) sulla CoViD-19 e su SARS-CoV-2, il betacoronavirus che ne e’ l’agente causale:
- L’effettivo numero dei casi d’infezione da SARS-CoV-2 in Italia potrebbe esser pari (secondo l’autorevole King’s Imperial College londinese) a 5 milioni, a fronte dei circa 200.000 finora accertati.
- Gli individui SARS-CoV-2-infetti, seppur asintomatici o paucisintomatici, sarebbero in grado di trasmettere l’infezione ad altri individui.
- I tamponi naso-faringei e le relative indagini biomolecolari finalizzate a ricercare la presenza del virus sono stati/e finora effettuati/e in larghissima misura solo su pazienti sintomatici.
- La positivita’ ad un test sierologico (effettuato sul sangue ed opportunamente validato a cura dell’Istituto Superiore di Sanità) testimonia l’avvenuta esposizione a SARS-CoV-2, il che non equivale a dire che i soggetti sieropositivi abbiano acquisito un’immunita’ nei suoi confronti.
- L’immunita’ nei confronti del virus e’ comprovata dalla presenza degli “anticorpi neutralizzanti”, la cui “concentrazione minima” nel sangue in grado di rivelarci se quell’individuo abbia sviluppato (o meno) un’efficiente ed efficace risposta immunitaria anti-virale non e’ a tutt’oggi nota.
- Quand’anche un individuo venisse classificato come “immune” nei confronti del virus, non e’ dato ancora sapere per quanto tempo rimarrà tale.
- Uno studio appena pubblicato su BMJ riferisce che il 60% dei pazienti con CoViD-19 eliminerebbero il virus con le feci per un arco temporale mediamente pari a 22 giorni, a fronte dell’eliminazione di SARS-CoV-2 per via respiratoria, ad opera degli stessi, per un tempo mediamente pari a 18 giorni.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, che nella mia veste di rappresentante della comunità scientifica ho comunque inteso mantenere ben distinte e separate dalle pur fondamentali componenti e valutazioni di carattere economico-finanziario alle quali la drammatica “emergenza CoViD-19” risulta intimamente connessa, mi sento di esprimere una serie di perplessità su alcune delle misure appena adottate dal nostro Governo in vista della “ripartenza”, seppur parziale, scaglionata e graduale, che avverrà per le diverse attività lavorative a far tempo dal fatidico quanto agognato avvio della “fase 2”.
Nello specifico, come si può pensare di “ripartire” il 4 Maggio e di avviare, in pari data, lo “screening siero-epidemiologico” (mediante i “famosi” tests che ricercano la presenza degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 nel sangue), oltre che l’eventuale, auspicabile effettuazione dei tamponi naso-faringei (e/o salivari), sulle lavoratrici e sui lavoratori interessate/i in prima istanza dalle succitate disposizioni governative?
Logica e buon senso avrebbero richiesto che per il 4 Maggio fossero già disponibili i risultati delle indagini laboratoristiche di cui sopra, non gia’ che si decidesse di avviarle! Aggiungo, per amore di verità (scientifica) e per completezza d’informazione, che bisognerebbe fare esclusivo riferimento a test di comprovata affidabilità, ovverosia ufficialmente validati e certificati come tali a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, con l’ulteriore avvertenza che sarebbe “cosa buona e giusta” utilizzare test “unici ed univoci” sull’intero territorio nazionale, in maniera tale da poter consentire tutti i confronti “ex ante” e, soprattutto, “ex post” che si renderanno necessari via via necessari fra i diversi laboratori chiamati ad analizzare i numerosissimi campioni biologici prelevati e a refertarne i relativi esiti.
Così operando o, per dirla in maniera oltremodo prosaica, “confrontando mele con mele e pere con pere”, si potra’ fornire una risposta ben più rapida, affidabile e precisa a questi due fondamentali interrogativi:
- a quale titolo gli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 presenti nel sangue risultano protettivi
- quanto dura l’immunità conferita dai succitati anticorpi nei confronti dell’agente virale?
Concludo esprimendo un’ulteriore perplessità, che racchiude al suo interno, per così dire, tutte quelle fin qui esplicitate: come mai, sic stantibus rebus e visto che questo temibilissimo virus lo conosciamo da soli 4 mesi, non e’ stato disposto dal nostro Governo, in una sana ottica di applicazione del salvifico “principio di precauzione”, l’obbligo incondizionato (unitamente al “social distancing“), per tutte e per tutti (indipendentemente dall’eta’), di indossare sempre e comunque (e non soltanto nei luoghi chiusi, sui mezzi di trasporto pubblico o durante le cerimonie funebri) l’oramai “famosa” mascherina chirurgica (che dovrebbe essere perfettamente “a norma”, peraltro)?
Giovanni Di Guardo
Università di Teramo
Facoltà di Medicina Veterinaria
La pandemia da COVID-19 sta colpendo tutta la popolazione, anche se in modo diverso, a causa di vari fattori, tra i quali anche il sesso e il genere che sembrano svolgere un ruolo molto importante. In particolare il genere (vale a dire l’insieme delle caratteristiche definite socialmente che distinguono il maschile dal femminile) determina importanti differenze su come questa pandemia influenzi la vita quotidiana delle persone. Un esempio è proprio quello recentemente riportato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che mette in luce il dato allarmante dei numerosi episodi di violenza domestica che tante donne sono costrette a subire, a causa della condivisione continuativa degli spazi con uomini maltrattanti, con conseguenti e reiterate situazioni di disagio fisico e psicologico.
L’Oie, Organizzazione mondiale per la sanità animale ha elaborato delle linee guida rivolte ai lavoratori che operano a contatto con la fauna selvatica, in particolare mammiferi.
Di recente è stata diffusa un’intervista al virologo francese Luc Montagnier (premio Nobel per la medicina nel 2008) sull’origine del VIRUS SARS-CoV-2 che ha destato molto stupore nell’opinione pubblica. Su tale intervento ci sono pervenuti alcuni commenti del prof. Giovanni Di Guardo, che volentieri ospitiamo:
Con una
L’ISS ha dato il via lla pubblicazione di un
Nella mia veste di patologo veterinario nonche’ di professore di patologia generale e fisiopatologia veterinaria presso la Facolta’ di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Teramo, faccio sommessamente notare che non vi e’ finora traccia di un patologo, sia pure un solo patologo, che sia stato intervistato in merito alla drammatica emergenza “CoViD-19” nei vari dibattiti e “talk show” trasmessi in prima serata dalle principali emittenti televisive.
Il
Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili ad oggi non è dimostrato che i pazienti pediatrici che in passato hanno avuto diagnosi di malattia di Kawasaki siano esposti ad un rischio maggiore rispetto agli altri bambini di contrarre SARS-CoV-2, né di presentare una recidiva di malattia di Kawasaki. Tuttavia, recenti pubblicazioni scientifiche descrivono una sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale, associata a positività per il SARS-CoV-2 o presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2. Questa sindrome sembrerebbe condividere alcune caratteristiche cliniche con la malattia di Kawasaki ma, secondo le indicazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e della World Health Organization (WHO), si tratta di una forma clinica che va differenziata dalla malattia di Kawasaki e che è ancora in via di definizione.