6° World One Health Congress

One health congressoIl 6° Congresso Mondiale della Salute Unica si svolgerà a Edimburgo, in Scozia, dal 14 al 18 giugno 2020 e riunirà 1.500 sostenitori provenienti da tutto il mondo del paradigma “One Health”, basato sull’approccio unificato alla medicina umana e veterinaria per migliorare la Salute Globale

Organizzata dalla One Health Platform, l’Università di Edimburgo e da SADICS – Africa Centre of Excellence for Infectious Diseases of Humans and Animals in Eastern and Southern Africa, la conferenza intende evidenziare i recenti progressi scientifici e stimoleare il dibattito su nuovi dati di ricerca

Gli abstract su una serie di temi legati al paradigma One Health, tra cui zoonosi, malattie infettive emergenti e riemergenti, resistenza antimicrobica e documenti relativi all’interfaccia fra policy e scienza e alla sicurezza sanitaria globale possono essere presentati entro il 15 gennaio 2020.

Programma e temi trattati

Per maggiori informazioni: https://www.onehealthplatform.com/wohc/home

A cura della segreteria SIMeVeP




Fondo Fiduciario Multi-Partner per combattere la resistenza agli antimicrobici a livello globale

OIE OMS FAOPer dare un forte impulso alla lotta a uno dei più gravi rischi per la salute globale, nel corso di una conferenza ministeriale, oggi è stato presentato un metodo di finanziamento che consente ai partner di destinare risorse volte ad accelerare l’azione globale di contrasto alla resistenza agli antimicrobici (AMR).

Il tripartito – l’azione congiunta dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità animale (OIE) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – ha lanciato il Fondo Fiduciario multi-partner per l’AMR (AMR Multi-Partner Trust Fund), supportato dal contributo iniziale del governo olandese di 5 milioni di dollari.

Il fondo fiduciario per l’AMR* ha una durata quinquennale, fino al 2024, e mira a incrementare gli sforzi per sostenere i Paesi nel contrastare la minaccia immediata dell’AMR, senza dubbio la più complessa per la salute globale.

Per resistenza agli antimicrobici si intende la capacità naturale di batteri e altri microbi di sviluppare resistenza ai farmaci utilizzati per curarli: il processo è accelerato dall’uso improprio o eccessivo di prodotti farmaceutici che dovrebbero eliminare agenti patogeni indesiderati negli esseri umani, negli animali e nelle coltivazioni. In particolare, tale resistenza è alimentata dall’abuso e dall’uso improprio degli antibiotici nella salute umana e animale.

L’aumento dell’AMR rappresenta una minaccia definita “tsunami silenzioso”. I microrganismi farmacoresistenti sono responsabili di circa 700.000 morti all’anno, una cifra che potrebbe aumentare fino a 10 milioni ogni anno se non viene intrapresa alcuna azione.

La lotta all’antibiotico-resistenza è sostanzialmente un problema di cambiamento comportamentale. Non sto parlando di lavarsi le mani più spesso, ma di garantire che gli antibiotici vengano prescritti meno facilmente e che i metodi di lavoro vengano modificati per ridurre le possibilità di diffusione di batteri resistenti “, ha dichiarato il ministro olandese della salute e dello sport, Bruno Bruins. “Questo argomento è della massima importanza e deve rimanere tra le priorità dell’agenda politica internazionale. I Paesi hanno realizzato programmi eccezionali ed è giunto il momento di attuarli. Il Multi-Partner Trust Fund che lanciamo oggi ci aiuterà a farlo, perché il problema è troppo grande e i Paesi non possono affrontarlo da soli“, ha aggiunto.

Purtroppo i confini non bloccano i batteri. Unendo però i nostri sforzi e le nostre conoscenze, possiamo aiutarci a vicenda nella lotta all’AMR”, ha dichiarato Carola Schouten, ministro olandese dell’agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti. “C’è ancora molto da migliorare, anche nell’uso degli antibiotici in zootecnia. Questa conferenza è un’ottima opportunità per dialogare e imparare gli uni dagli altri“, ha aggiunto.

Abbiamo tutti un ruolo da svolgere per tutelare l’efficacia degli agenti antimicrobici e il fondo fiduciario per l’AMR ci offre l’opportunità per sostenere gli sforzi dei diversi settori a livello nazionale, regionale e globale”, ha dichiarato la dott.ssa Monique Eloit, Direttore Generale dell’OIE. “L’AMR deve essere gestito con l’approccio “One Health” e supportato da impegni a lungo termine da parte di tutte le parti interessate. L’OIE è impegnata a sostenere il settore della salute degli animali nell’adempiere ai propri impegni per garantire che sia gli animali che gli esseri umani possano continuare a beneficiare degli antimicrobici disponibili ed efficaci per il trattamento delle malattie in futuro.

“La FAO lavora incessantemente per eliminare la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione e si impegna a produrre in modo sostenibile cibo salubre per la crescente popolazione mondiale, ha detto Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali. “Gli antimicrobici sono strumenti necessari per garantire la sicurezza alimentare, ma devono essere utilizzati in modo responsabile. La FAO considera il Multi Partner Trust Fund una pietra miliare negli sforzi del tripartito per ridurre l’AMR“, ha aggiunto.

Il nuovo fondo fiduciario segna un nuovo e importante impegno per combattere la resistenza antimicrobica. L’AMR rappresenta una notevole sfida per raggiungere la copertura sanitaria universale e una minaccia ai fini degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, ha affermato la Dott.ssa Zsuzsanna Jakab, Vicedirettrice Generale dell’OMS.

Appello per il finanziamento

L’appello per l’immediato finanziamento è di 70 milioni di dollari da destinare ai Paesi e all’attuazione del programma di lavoro sull’AMR del tripartito per il 2019-2020, in particolare fornendo supporto tecnico ai Paesi che realizzano piani d’azione nazionali per l’AMR e incrementano l’azione locale.

Tra i principali risultati auspicati dal fondo fiduciario per l’AMR c’è un mondo in cui le malattie infettive possano continuare ad essere trattate con antimicrobici efficaci e sicuri, e in cui la resistenza venga monitorata e controllata a un ritmo più lento. Il percorso verso questo tipo di successo comporta attività che vanno dalla sensibilizzazione alla stesura di piani d’azione nazionali per la vigilanza dei trend dell’AMR e migliori garanzie sulle vendite e sui modelli di utilizzo responsabili degli antimicrobici.

L’inazione, dovuta a inadeguatezza o insufficienza delle politiche, minaccia di rendere infezioni comuni più difficili da trattare e procedure mediche e trattamenti salvavita più rischiosi da eseguire.

L’inazione potrebbe anche incrementare l’insicurezza alimentare e la povertà rurale, non potendo trattare efficacemente le malattie veterinarie con i medicinali del caso.

Il fondo fiduciario per l’AMR fornisce un meccanismo congiunto per l’attribuzione e la trasparenza di tutte le fonti di finanziamento, mentre le sue attività si baseranno sull’applicazione di best practices, aumentando le attività e gli approcci innovativi che hanno funzionato per garantire che le cure di oggi siano disponibili per le generazioni future.

*Nota del redattore: il Multi-Partner Trust Fund Office (MPTF) delle Nazioni Unite, centro di competenza dell’ONU per i meccanismi di finanziamento comuni, fungerà da fiduciario del fondo. L’MPTF Office dell’ONU, in qualità di fiduciario indipendente, fornirà informazioni in tempo reale sui contributi e sull’uso delle risorse dei donatori attraverso il portale mptf.undp.org.

Fonte: Comunicato stampa congiunto FAO-OIE-OMS




CAMPUS ONE HEALTH, strategie di prevenzione per la gestione dell’allevamento in biosicurezza

campus one healthUnitec ha organizzato per il 22 maggio 2019 presso il Polo Universitario Veterinario di Lodi “CAMPUS ONE HEALTH” un’iniziativa di orientamento culturale sulle strategie di prevenzione in allevamento, basate sull’uso prudente degli antibiotici in ottica One Health, sulla valutazione del rischio sanitario aziendale correlato all’antibiotico-resistenza e alla sua diffusione interspecifica, nella prospettiva dell’applicazione della nuova “Animal Health Law” (Regolamento EU 2016/429), patrocinata dall’Università di Milano e dall’Università di Gent, con l’intervento dell’Istituto Ospedaliero San Matteo di Pavia.

L’evento è stato organizzato nella convinzione che – nell’interesse collettivo – sia necessario accelerare la curva di apprendimento alle strategie di prevenzione di nuove leve veterinarie, responsabili sanitari e operatori di filiera, formandoli al miglioramento della gestione igienico-sanitaria degli allevamenti con conseguente aumento del ritorno economico per gli imprenditore zootecnici e soprattutto con il raggiungimento degli obiettivi che l’ottica OneHealth – ormai prevalente in ambito medico e veterinario – può assicurare alla Comunità intera in termini di conservazione dell’efficacia degli antimicrobici, assicurazione dei requisiti di sicurezza alimentare delle derrate di origine animale e rispetto degli equilibri ambientali.

In particolare il confronto diretto con il Professor Jeroen Dewulf, ideatore e sviluppatore di Biocheck Ugent il sistema di “scoring” del gradiente di rischio degli allevamenti in termini di biosicurezza, presentato lo scorso 17 Aprile in ambito FAO e a cui hanno già volontariamente aderito circa 150 allevatori italiani suinicoli o avicoli sarà interessante in previsione dell’entrata in vigore degli obblighi Classyfarm.

Infine, l’evento riveste interesse mediatico per valorizzare la nuova sede universitaria di Lodi che si propone come polo di aggregazione di un “momento” culturale finalizzato alla tutela della salute della Collettività, grazie alle valenze professionali del Medico Veterinario nell’esercizio delle sue funzioni di campo.

Per registrarsi a Campus One Health inviare email di conferma dell’adesione a Claudia.Gusmara@unimi.it

Consulta il programma




Linee guida FAO-OIE-OMS per gestire le malattie zoonotiche nei Paesi

OIE OMS FAOLe malattie zoonotiche continuano a rappresentare una minaccia per la salute globale, causando ogni anno milioni di morti e perdite economiche. Per sostenere i paesi nel controllo delle zoonosi, le organizzazioni FAO, OIE e OMS (Tripartito) hanno pubblicato una linea guida dal titolo “Adottare un approccio multisettoriale “One Health”: una guida per gestire le malattie zoonotiche nei diversi Paesi“.

Il Tripartito riconosce che, data la vasta gamma di situazioni e contesti dei Paesi, non conosciamo ancora il modo migliore di costruire strutture e sistemi per affrontare le malattie zoonotiche.

In sostanza, questa guida non riguarda solo l’implementazione di un approccio “One Health”, ma riflette l’impegno globale collettivo ad utilizzare questo approccio multidisciplinare e multisettoriale per affrontare le malattie zoonotiche e le relative minacce per la salute.

Un approccio “One Health” è importante anche per la sicurezza sanitaria nazionale e globale; infatti, garantisce l’implementazione dei regolamenti internazionali sviluppati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) (2005) e dall’OIE le norme in materia di salute animale, sanità pubblica veterinaria, malattie zoonotiche e benessere degli animali. Inoltre, questo tipo di approccio è utile a contribuire a soddisfare molti degli obiettivi del documento sullo Sviluppo Sostenibile e dell’agenda 2030.

Molti paesi riconoscono i vantaggi derivanti dall’adozione di un approccio “One Health” per creare meccanismi nazionali di coordinamento, comunicazione e collaborazione in risposta alle minacce per la salute nell’interfaccia uomo-animale-ambiente.

La collaborazione tripartita tra la FAO, l’OIE e l’OMS riflette un partenariato di lunga data e di successo nell’adozione di un approccio sanitario unico per affrontare le sfide alla salute pubblica, alla salute degli animali (domestici e selvatici) e l’ambiente. Questa guida è stata utilizzata nei paesi della regione del Sud-Est asiatico (SEARO) e della regione del Pacifico occidentale (WPRO) dell’OMS per sviluppare le attività multisettoriali nell’ambito della strategia “Asia Pacific Strategy for Emerging Diseases” (APSED).

Un decennio dopo, il Tripartito ha aggiornato e ampliato la Guida del 2008 per trattare anche gli aspetti legati alla prevenzione, la preparazione, l’individuazione e la risposta alle minacce zoonotiche nell’interfaccia animale-uomo-ambiente in tutti i Paesi e le Regioni e include esempi di buone pratiche e opzioni basate sulle esperienze dei Paesi. Il titolo del documento è: “Malattie zoonotiche: una guida per stabilire la collaborazione tra i settori della salute animale e umana a livello di Paese”.

Tuttavia, la valutazione dei sistemi sanitari continua ad identificare le principali lacune nella capacità di attuare la collaborazione multisettoriale e multidisciplinare all’interno e tra molti paesi, che chiedono il sostegno del Tripartito per colmare queste carenze.

Sebbene focalizzata sulle malattie zoonotiche, la Guida 2019 è abbastanza flessibile da coprire altri rischi per la salute uomo-ambiente (ad esempio, l’antibiotico resistenza e i problemi di sicurezza alimentare).

Fonte: IZS Abruzzo e Molise




Agenzie Nazioni Unite: non c’è più tempo, dobbiamo assicurare il futuro dall’antibioticoresistenza

Le Nazioni Unite, agenzie internazionali ed esperti hanno rilasciato un rapporto rivoluzionario che richiede un’azione immediata, coordinata e ambiziosa per scongiurare una potenziale crisi da resistenza ai farmaci, potenzialmente disastrosa.

Se non si interviene – avverte il Gruppo di coordinamento delle Nazioni Unite sulla resistenza antimicrobica che ha redatto il rapporto – le malattie resistenti ai farmaci potrebbero causare 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050 e danni all’economia catastrofici come quelli causati dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009. Entro il 2030, la resistenza antimicrobica potrebbe ridurre in estrema povertà fino a 24 milioni di persone.

Attualmente sono almeno 700.000 le persone che muoiono ogni anno a causa di malattie resistenti ai farmaci, tra queste 230.000 muoiono di tubercolosi che non risponde alle cure. Sempre più malattie comuni, tra cui infezioni del tratto respiratorio, infezioni trasmesse sessualmente e infezioni del tratto urinario, non sono più curabili; le procedure mediche salvavita stanno diventando molto più rischiose e i nostri sistemi alimentari sono sempre più precari.

Il mondo sta già pagando le conseguenze economiche e sanitarie di medicine cruciali che diventano inefficaci. Senza investimenti da parte dei paesi in tutte le fasce di reddito, le generazioni future dovranno affrontare gli effetti disastrosi di una resistenza antimicrobica incontrollata.

Riconoscendo che la salute umana, animale, alimentare e ambientale sono strettamente interconnesse, il rapporto chiede un approccio coordinato e multisettoriale chiamato “One Health”.

Il rapporto raccomanda ai paesi di:

• Dare priorità a piani d’azione nazionali per potenziare gli sforzi di finanziamento e di rafforzamento delle capacità;
• Istituire sistemi normativi più rigorosi e sostenere programmi di sensibilizzazione per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici da parte dei professionisti di salute umana, animale e vegetale;
• investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per combattere la resistenza antimicrobica;
• Abolire l’uso di antimicrobici d’importanza critica come promotori della crescita in agricoltura.

AntiboticoresistenzaLa resistenza antimicrobica è una delle maggiori minacce che affrontiamo come comunità globale. Questo rapporto riflette la profondità e la portata della risposta necessaria per frenare la sua ascesa e proteggere un secolo di progressi nel campo della salute“, ha affermato Amina Mohammed, Vice Segretaria Generale dell’ONU e co-presidente della IACG. “Il rapporto giustamente sottolinea che non c’è tempo da perdere e sollecita tutte le parti interessate ad agire in base alle raccomandazioni che vi vengono date e lavorare con urgenza per proteggere le persone e il pianeta e garantire un futuro sostenibile per tutti“.

Le raccomandazioni richiedono un impegno immediato da parte di tutti, dai governi al settore privato, alla società civile e al mondo accademico.

Convocato su richiesta dei leader mondiali dopo la prima riunione ONU ad alto livello sulla resistenza agli antimicrobici nel 2016, il gruppo di esperti ha riunito partner di tutte le Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, esperti con esperienza in materia di salute umana, animale e vegetale, ma anche di alimentazione umana ed animale, di commercio, dello sviluppo e dell’ambiente, per formulare un piano complessivo per la lotta contro la resistenza antimicrobica.

Questo rapporto riflette un rinnovato impegno per l’azione collaborativa a livello globale da parte dell’Organizzazione mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), dell’Organizzazione mondiale di salute animale (OIE) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Le raccomandazioni del rapporto riconoscono che gli antimicrobici svolgono un ruolo critico nel salvaguardare la produzione alimentare, la sicurezza igienico-sanitaria e il commercio, così come la salute umana e animale, e ne promuove un uso responsabile in tutti i settori“, ha affermato José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO. “I paesi devono incoraggiare sistemi alimentari sostenibili e pratiche agricole che riducano il rischio di resistenza antimicrobica lavorando insieme per promuovere valide alternative all’uso antimicrobico, come stabilito nelle raccomandazioni del rapporto”.

“La resistenza antimicrobica deve essere affrontata con urgenza, attraverso un approccio di “One Health” che implica impegni audaci e a lungo termine da parte dei governi e delle altre parti interessate, sostenuto dalle organizzazioni internazionali”, ha affermato Monique Eloit, Direttrice Generale dell’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE ). “Questo rapporto dimostra il livello d’impegno e coordinamento necessario per affrontare questa sfida globale alla salute umana e animale e alla sicurezza alimentare. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per garantire l’accesso futuro e l’efficacia di questi farmaci essenziali“.

Siamo a un punto critico nella lotta per proteggere alcuni dei nostri farmaci più essenziali“, ha affermato il Dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Organizzazione mondiale della sanità e co-presidente dello IACG. “Questo rapporto contiene raccomandazioni concrete che potrebbero salvare migliaia di vite ogni anno.

Il rapporto sottolinea la necessità di sforzi coordinati e continuativi per superare la resistenza antimicrobica, un grosso ostacolo al raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, compresa copertura sanitaria universale, cibo sicuro, sistemi agricoli sostenibili, acqua e servizi igienico-sanitari puliti.

Fonte: Fao




Il cibo del futuro nascerà grazie agli ecosistemi batterici

Il cibo del futuro? Il segreto sta nei batteri. È la promessa di CIRCLES, un nuovo, imponente progetto di ricerca europeo che punta a rivoluzionare la produzione alimentare migliorandone sicurezza, produttività, qualità e sostenibilità. Come? Sfruttando le enormi potenzialità di attori molto, molto piccoli: le comunità di microrganismi – note come microbiomi – che colonizzano ogni nicchia ecologica sul pianeta, inclusi tutti gli esseri viventi.

Premiato dalla Commissione Europa con un ampio finanziamento – circa 10 milioni di euro – nell’ambito del programma Horizon 2020, CIRCLES è coordinato dall’Università di Bologna. L’Ateneo bolognese – che proprio in questi giorni ospita il kick-off meeting di avvio del progetto – sarà alla guida di un vasto consorzio di 30 partner provenienti da 14 paesi europei. Parteciperanno sia istituti di ricerca leader nel campo della microbiologia, della genetica e delle scienze ambientali che aziende di punta nel settore della produzione alimentare come Aia, Orogel, Eurovix, DSM Nutritional Products e Bolton Alimentari, oltre ad esperti di business planning e di comunicazione.

Uno sforzo collettivo che ha come obiettivo la creazione di Smart Microbiome Food Products: nuovi alimenti a base di ortaggi, carne e pesce nati da sistemi alimentari in cui i microbiomi di animali e piante saranno ottimizzati per realizzare in modo sostenibile prodotti di qualità superiore.

IL SEGRETO NEL MICROBIOMA
La produzione alimentare a livello globale sta mettendo a dura prova la conservazione e la disponibilità di risorse naturali. E i problemi sono destinati a crescere. Si stima che nel 2050 la popolazione mondiale arriverà a contare circa 9,7 miliardi di persone: produrre cibo sufficiente per tutti sarà una delle sfide più difficili per il genere umano. Per superarla, i sistemi di produzione alimentare dovranno diventare estremamente efficienti: filiere in grado di produrre cibo sicuro e nutriente, riducendo al tempo stesso in modo deciso l’impatto ambientale.

Una delle strade più promettenti per arrivare a questo risultato sta nel potenziale metabolico dei microbiomi, le vastissime comunità di microorganismi – batteri, virus, funghi – che colonizzano ambienti, piante e animali. “Viviamo in un mondo popolato, in termini numerici, principalmente da batteri”, spiega Marco Candela, docente dell’Università di Bologna che coordina il progetto. “Per questo è importante imparare a conoscerli e a convivere con loro, in modo da poter anche usare le loro abilità per migliorare la salute globale e promuovere un’economia sostenibile”.

Studi approfonditi su questi microorganismi hanno mostrato che la loro presenza è fondamentale per garantire lo sviluppo e la salute di tutti gli esseri viventi. “Oggi si guarda in modo integrato alla relazione tra un ambiente o un organismo e il microbioma che lo abita”, continua Marco Candela. “Per questo, i microbiomi rappresentano un potenziale probiotico per tutti gli attori principali nella filiera di produzione dell’alimento, from farm to fork: suolo, acqua, mangimi, piante e animali, prodotto finale, ambiente, prodotti di scarto, lavoratori e, infine, consumatori”.

CIRCLES (Controlling mIcRobiomes CircuLations for bEtter food Systems) parte proprio da qui: esplorare, traslare e diffondere applicazioni innovative basate sui microbiomi per migliorare la performance e la sostenibilità dei sistemi alimentari.

IL VIAGGIO DI CIRCLES
Nel corso del progetto, che durerà cinque anni, saranno studiate e migliorate filiere alimentari già esistenti, grazie alla collaborazione delle aziende partecipanti. Ci saranno dei veri e propri “laboratori sul campo” che permetteranno di sperimentare soluzioni innovative su sei sistemi alimentari strategici per il mercato europeo: gli ortaggi (pomodori e spinaci), l’allevamento intensivo (polli e suini), l’acquacoltura e la pesca (l’orata nel Mediterraneo e il salmone nell’Atlantico).

I ricercatori prepareranno strumenti specifici in grado di modulare e ottimizzare la composizione dei microbiomi (Smart Microbiome Modulators) da utilizzare in modo integrato e circolare. In questo modo sarà possibile ottimizzare tutta la filiera produttiva, migliorando qualità, produttività, sicurezza e sostenibilità dell’intero processo produttivo.

CIRCLES, insomma, arriverà a definire un nuovo paradigma di produzione sostenibile, basato sullo sfruttamento dei microbiomi: un vero e proprio Smart Microbiome Food System che permetterà di produrre alimenti di qualità superiore (Smart Microbiome Food Products) a base di ortaggi, carne e pesce. “Tutti i cibi saranno certificati, grazie anche ad un innovativo metodo di etichettatura che garantirà la trasparenza sulla qualità del processo produttivo”, dice il professor Candela. “Questi Smart Microbiome Food Systems saranno il risultato finale che CIRCLES offrirà all’Europa di domani. Una sfida importante che permetterà di fare un passo in avanti verso un’economia alimentare più sicura e sostenibile”.

Fonte: Università di Bologna




Food Sustainability Index, la Francia Paese più virtuoso

albero, proteggereLa Francia si riconferma il Paese più virtuoso al mondo. A decretarlo è la terza edizione del Food Sustainability Index (FSI) l’indice che analizza le performance di 67 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare e al reddito. I Paesi presi in esame dall’Index rappresentano oltre il 90% del PIL globale e i 4/5 della popolazione mondiale. Il Food Sustainability Index è stato sviluppato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) in collaborazione con The Economist Intelligence Unit. L’edizione 2018 si concentra principalmente sulle best practices nel campo della sostenibilità alimentare che contribuiscono a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed è stato presentato in occasione del nono Forum della Fondazione BCFN su Alimentazione e Nutrizione che si sta tenendo a Milano.

Maggiori informazioni




Fao, Oie e Oms rilanciano impegno su approccio One Health

Collaborazione Oie Fao OmsL’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) hanno concordato di rilanciare l’impegno comune per combattere le minacce alla salute legate alle interazioni tra esseri umani, animali ed ambiente.

In un Memorandum d’Intesa firmato il 30 maggio le tre agenzie hanno concordato di rafforzare la loro partnership di lungo periodo, con una particolare attenzione alle misure per affrontare il problema della resistenza antimicrobica (AMR).

L’AMR è un tema di assoluta priorità per le tre organizzazioni, che stanno collaborando per sviluppare dei sistemi mondiali di sorveglianza dell’AMR e dell’uso degli antimicrobici, un programma di gestione globale degli antimicrobici, e un quadro di monitoraggio e valutazione per il piano d’azione mondiale. Il quadro generale di standard internazionali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici viene aggiornato regolarmente per tenere il passo con gli sviluppi della ricerca scientifica.

Oltre a questo, il nuovo accordo si propone di migliorare le capacitá di previsione per avere risposte più rapide e fondate su malattie zoonotiche emergenti ed endemiche (tra cui quelle di origine alimentare); di aiutare i paesi a rafforzare i loro sistemi sanitari nazionali; di attuare misure congiunte per la riduzione delle minacce.

Oltre il 60% degli agenti patogeni esistenti o emergenti che colpiscono gli esseri umani hanno origine animale; il 75% di questi viene da animali selvatici. Per questo non possiamo affrontare i problemi della salute umana, animale e dell’ambiente in maniera isolata – dobbiamo considerarli e gestirli insieme. Questa alleanza unisce le competenze specialistiche e l’esperienza di ognuna delle tre organizzazioni per ottenere esattamente questo, attraverso un approccio “One Health” (Una salute), ha affermato il Direttore Generale della FAO, Jose Graziano da Silva.

Per quanto ogni settore abbia le sue specificità, gli Stati Membri delle nostre tre organizzazioni si trovano ad affrontare le stesse sfide. La nostra collaborazione è quindi fondamentale per aiutarli a rispondervi meglio, dimostrando che l’alleanza tra le organizzazioni internazionali è in grado di supportarli a livello regionale, nazionale ed anche locale. Questo dimostra che l’approccio “One Health” non è una semplice idea, ma è una realtà quotidiana che stiamo costruendo insieme attraverso lo sviluppo e l’attuazione di un ambizioso programma di lavoro incentrato sulle nostre priorità comuni.” ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIE, la Dottoressa Monique Eloit.

La minaccia della resistenza antimicrobica interessa sia gli uomini, che gli animali, che il nostro ambiente. Per questo motivo la Triplice Alleanza di OMS, FAO ed OIE è cosi importante,” ha affermato il Dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale del WHO. “Collaborare è l’unico modo per scongiurare gli enormi costi umani, sociali, economici ed ambientali della resistenza antimicrobica.

Rafforzare l’impegno per affrontare le nuove sfide

I miglioramenti nei trasporti, la crescita del commercio internazionale, l’incremento demografico e l’espansione del settore agricolo hanno drasticamente alterato il modo in cui le malattie emergono e si diffondono, rendendo un approccio “One Health” necessario come mai prima d’ora.

FAO, OMS ed OIE hanno cominciato a lavorare insieme sin dagli anni ’40 e, nel 2010, hanno formalizzato la loro collaborazione lavorativa sul tema della restistenza antimicrobica e della lotta a malattie come l’influenza e la rabbia. Nel 2017 hanno pubblicato il loro secondo documento strategico che confermava tale impegno.

Mettere insieme conoscenze, ricerca e competenze tecniche sui temi della salute umana e animale, dell’alimentazione e dell’agricoltura può generare forti sinergie, per delle soluzioni più efficaci, durature ed economicamente vantaggiose ai complessi problemi sanitari che ci troviamo ad affrontare oggi a livello mondiale.

Le attività comuni previste dal nuovo accordo includeranno:

• Sostenere il Gruppo di Coordinamento Inter-agenzie sull’ AMR, stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2016, nonché la continua attuazione del Piano d’Azione Globale sull’ AMR

• Lavorare con i paesi al fine di rafforzare la salute umana a livello nazionale e regionale, cosi come la salute animale e i servizi per la sicurezza alimentare.

• Migliorare la cooperazione inter-agenzie nelle attività di analisi previsionale, valutazione del rischio, rafforzamento della capacità di preparazione e delle risposte comuni alle malattie infettive – nuove, vecchie e trascurate – che minacciano la salute umana, animale e dell’ambiente.

• Affrontare le sfide della sicurezza alimentare che richiedono un approccio multi-settoriale nel contesto di un generale rafforzamento della sicurezza alimentare.

• Promuovere il coordinamento nel settore ricerca e sviluppo per raggiungere una visione comune sulle malattie zoonotiche di maggior priorità e sul tipo di ricerca necessaria a prevenirle, individuarle e controllarle.

• Sviluppare un Codice di Condotta Volontario per rafforzare l’applicazione degli standard internazonali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici.

Fonte: FAO




Accordo ISS e OIE per la promozione dell’approccio “One Health” alla ricerca

One HealthSiglato l’accordo tra l’OIE (World Organisation for Animal Health) e l’Istituto Superiore di Sanità per promuovere e condurre ricerche di alta qualità con un approccio One Health. Un approccio che allarga il concetto di salute a comprendere, oltre quella dell’uomo, anche la salute degli animali e dell’ambiente e che si propone come capace di cogliere e interpretare la complessità delle connessioni di salute esistenti tra questi tre “attori”.

L’accordo promuoverà la produzione, analisi e disseminazione di conoscenze, ad esempio, sulle complesse relazioni che governano l’emergere di nuove malattie infettive, sul ruolo dei fattori ambientali e dei cambiamenti climatici in termini di disponibilità e salubrità degli alimenti, sull’impatto della pressione antropica su biodiversità e salute degli ecosistemi, sulle ricadute dello sfruttamento delle risorse naturali sulla sostenibilità delle produzioni alimentari.

Gli scopi della collaborazione tra OIE e ISS

  • Accrescere e promuovere la collaborazione a livello internazionale sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute animale e migliorare la comprensione delle relazioni tra salute degli ecosistemi, perdita della biodiversità e diffusione delle malattie che impattano sulla salute e il benessere animale
  • Migliorare l’accesso e l’affidabilità dei dati sulla salute degli animali e gli andamenti epidemiologici collegati ai cambiamenti climatici, attraverso il sistema informativo OIE
  • Approfondire e integrare le conoscenze sull’impatto dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e della diffusione di specie animali aliene nella definizione degli standard, delle linee Guida e delle Pubblicazioni dell’OIE.

L’approccio One Health, è oggi quello più capace di fornire conoscenze che restituiscano la complessità dello scenario della prevenzione – afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – Il nostro lavoro accanto all’OIE è quello che già facciamo per molte delle nostre attività e che sottolinea come la salute sia in realtà il prodotto di tante variabili che interagiscono fra loro e si influenzano. Nessuna politica sanitaria oggi – conclude – può ignorare la complessa rete di relazioni che lega la salute dell’uomo a quella degli animali e dell’ambiente”.

Si tratta quindi di un accordo che va nella direzione di una visione interdisciplinare e che rappresenta, come sottolinea Romano Marabelli, consigliere e sostituto del Direttore Generale dell’OIE, “il primo riconoscimento dell’OIE di un Istituto di Sanità Pubblica in Europa affiancandosi all’unica collaborazione finora operativa con i CDC statunitensi”.

 




Piano d’azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica

Bandiera Unione EuropeaGli Europarlamentari hanno approvato, con 589 voti favorevoli, 12 contrari e 36 astensioni, il ‘Piano d’azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica’, sottoforma di risoluzione non vincolante.

Il concetto di “One Health”, ovvero di Salute Unica, comprendere nell’idea di salute, oltre quella dell’uomo, anche quella degli animali e dell’ambiente per coglierne e interpretare la complessità delle interconnessioni esistenti.

Per i deputati sono attraverso questo tipo di approccio è possibile affrontare la crescente minaccia rappresentata dai batteri resistenti agli antibiotici.

“Se non si fa nulla, la resistenza antimicrobica può causare entro il 2050 più morti del cancro. Dobbiamo iniziare a osservare l’intero ciclo, perché la salute delle persone e quella degli animali sono interconnesse. Le malattie vengono trasmesse dalle persone agli animali e viceversa, ed è per questo motivo che sosteniamo l’approccio olistico dell’iniziativa ‘One Health’. Gli Stati membri dell’UE gestiscono questo problema in modi diversi, per cui chiediamo alla Commissione di considerare la possibilità di richiedere ai Paesi UE di raccogliere e presentare regolarmente dei dati di monitoraggio, in modo da averli a disposizione a livello UE e di stabilire degli indicatori per misurare i progressi nella lotta contro la resistenza antimicrobica”

ha dichiarato la relatrice Karin Kadenbach (S&D, AT).

La risoluzione chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di limitare la vendita di antibiotici da parte degli operatori della salute umana e animale che li prescrivono e di eliminare qualsiasi incentivo finanziario. È necessario adottare misure concrete contro le vendite illegali e le vendite senza prescrizione di antimicrobici nell’UE.

La Commissione europea dovrebbe elaborare un elenco prioritario degli agenti patogeni dell’UE sia per l’uomo che per gli animali, definendo chiaramente le priorità future in materia di ricerca e sviluppo. Occorre creare incentivi per stimolare gli investimenti in nuove sostanze.

Il testo approvato (In italiano)

A cura della Segreteria SIMeVeP