EFSA: Sicurezza alimentare e nuovo approccio per semplificare le donazioni alimentari

donazione ciboL’EFSA ha sviluppato un nuovo approccio di gestione della sicurezza alimentare che rende più semplice per i piccoli dettaglianti donare prodotti alimentari.

Questo sistema semplificato implicherebbe che i rivenditori non sono tenuti ad avere una conoscenza dettagliata dei pericoli specifici. Comprende misure per verificare che il cibo donato sia sicuro, come ad esempio il controllo della durata di conservazione, il mantenimento della catena del freddo e la garanzia della comunicazione tra donatore e ricevente.

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Spreco alimentare, in Italia inversione di tendenza

Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermata: sei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese (17%), o addirittura più raramente (43%).

Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti – il 92% – si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare il cibo. Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa.

Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/ wg, monitorati per la 9^ edizione della campagna Spreco Zero presentata a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè, con il presidente Anci Antonio Decaro e con Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero che affiancherà fino al 2019 la campagna, con la partecipazione speciale di Giobbe Covatta, vincitore del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 nella categoria Testimonial.

«Ma i dati reali sullo spreco, misurati attraverso il progetto Reduce e I Diari delle famiglie italiane, parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura – spiega il docente e agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna – In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane questo si traduce in 8,5 miliardi € gettati ogni anno, lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo, e solo una capillare campagna di educazione alimentare puo’ favorire la svolta culturale».

Con la campagna Spreco Zero 2018/2019, che si concluderà il 5 febbraio 2019 a Roma in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 Sei Zero, e in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e il network di buone pratiche Sprecozero.net. Un circuito di sensibilizzazione rivolto a enti pubblici, aziende, scuole e cittadini, sostenuto da Camst, Conapi Mielizia, Alce Nero, Istituto Italiano Imballaggio e Giò Style, e dalla media partnership di Radio2 Rai.

Maggiori informazioni sul sito www.sprecozero.it

 

 




Url (EFSA): Il 30 per cento del cibo in Europa finisce nella spazzatura

logo-efsaIn Europa sprechiamo il 30 percento del cibo a nostra disposizione, a partire dal residuo in campo, passando dalla produzione e distribuzione, fino a giungere al consumo domestico di generi alimentari. Lo ha affermato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), in un’intervista rilasciata a El Paìs, alquanto preoccupato.

“Eticamente scandaloso”, afferma l’austriaco, ed annovera l’obiettivo di riduzione di tale spreco affiancandolo ad altri due ‘buoni propositi’ per il prossimo futuro. Presto, d’altronde, “dovremo essere in grado di nutrire 10 miliardi di persone” e in tal senso è necessario aiutare i paesi in via di sviluppo: gran parte della produzione agricola di queste aree si perde per la mancanza di infrastrutture adeguate. Il terzo obiettivo cruciale, per Url, consiste nel cambiare le nostre abitudini alimentari. Come? “Mangiando meno proteine animali, la cui produzione comporta il consumo di troppa energia, terra e acqua”. Stando al direttore generale, in altre parole, dovremmo mangiare meno carne e più vegetali.

Su eunews.it la sintesi in italiano dell’intervista




La Commissione Ue attua il piano d’azione per l’economia circolare

economia circolareTutte le 54 azioni previste dal piano varato nel 2015 sono state attuate o sono in fase di attuazione. Ciò contribuirà a rafforzare la competitività dell’Europa, a modernizzare la sua economia e la sua industria per creare posti di lavoro, a proteggere l’ambiente e a generare una crescita sostenibile.

La Commissione europea ha pubblicato oggi una relazione completa sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare adottato nel dicembre 2015. La relazione presenta i principali risultati dell’attuazione del piano d’azione e delinea le sfide aperte per spianare la strada verso un’economia circolare competitiva e a impatto climatico zero, in cui la pressione sulle risorse naturali e di acqua dolce e sugli ecosistemi sia ridotta al minimo. I risultati presentati nella relazione saranno discussi durante la conferenza annuale delle parti interessate dell’economia circolare, che si terrà a Bruxelles il 6 e il 7 marzo.

Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato: “L’economia circolare è fondamentale per immettere la nostra economia su un percorso sostenibile e per realizzare gli obiettivi mondiali di sviluppo sostenibile. Questa relazione mostra che l’Europa sta aprendo la strada al resto del mondo. Allo stesso tempo occorre fare di più per fare in modo che l’aumento della nostra prosperità avvenga entro i limiti del pianeta e per trovare l’anello mancante dell’economia circolare, in modo da evitare di sprecare le nostre preziose risorse.”

Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Questa relazione è molto incoraggiante Essa dimostra che l’Europa è sulla buona strada per generare investimenti e creare posti di lavoro e nuove imprese. Il futuro potenziale di crescita sostenibile è enorme e l’Europa è sicuramente il luogo migliore in cui un settore industriale rispettoso dell’ambiente possa crescere. Questo successo è il risultato della collaborazione tra portatori d’interessi e responsabili decisionali europei.”

Passaggio dall’economia lineare all’economia circolare

A distanza di tre anni dalla sua adozione, il piano d’azione per l’economia circolare può essere considerato pienamente completato. Le 54 azioni previste dal piano sono state attuate o sono in fase di attuazione. Secondo le conclusioni della relazione, l’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare ha accelerato la transizione verso un’economia circolare in Europa, che a sua volta ha contribuito a riportare l’UE su un percorso favorevole all’aumento dell’occupazione. Nel 2016 oltre quattro milioni di lavoratori hanno trovato impiego nei settori attinenti all’economia circolare, il 6 % in più rispetto al 2012.

La circolarità ha inoltre schiuso nuove opportunità commerciali, dato origine a nuovi modelli di impresa e sviluppato nuovi mercati, sia all’interno che all’esterno dell’UE. Nel 2016 le attività circolari come la riparazione, il riutilizzo o il riciclaggio hanno generato quasi 147 miliardi di euro di valore aggiunto, registrando investimenti pari a circa 17,5 miliardi di euro.

Strategia dell’UE per la plastica

La strategia dell’UE per la plastica nell’economia circolare è il primo quadro strategico a livello dell’UE che adotta un approccio basato sul ciclo di vita dei singoli materiali al fine di integrare le attività di progettazione circolare, utilizzo, riutilizzo e riciclaggio nelle catene del valore della plastica. La strategia delinea una visione chiara e comprensiva di obiettivi quantificati a livello dell’UE – che prevedono, tra l’altro, la riutilizzabilità o riciclabilità entro il 2030 di tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato dell’UE.

Per stimolare il mercato della plastica riciclata, la Commissione ha avviato una campagna di impegno volontario in materia di plastica riciclata. Settanta imprese hanno già assunto impegni, grazie ai quali il mercato della plastica riciclata crescerà almeno del 60 % entro il 2025. Tuttavia, vi è ancora uno scarto tra l’offerta e la domanda di plastica riciclata. Per colmarlo, la Commissione ha lanciato l’alleanza circolare sulle materie plastiche dei principali portatori d’interessi del settore che forniscono e utilizzano plastica riciclata.

Le norme relative agli articoli di plastica monouso riguardanti i 10 prodotti più frequentemente trovati sulle sue spiagge collocano l’UE in una posizione di primo piano nella lotta mondiale ai rifiuti marini. Le misure, tra le altre cose, vietano determinati prodotti in plastica monouso (per es. cannucce e posate) per i quali sono disponibili alternative e la plastica oxo-degradabile, proponendo azioni per altri prodotti – ad esempio obiettivi di riduzione del consumo, requisiti di progettazione e regimi di responsabilità estesa del produttore.

Innovazione e investimenti

Al fine di accelerare la transizione verso un’economia circolare è essenziale investire nell’innovazione e sostenere l’adattamento della base industriale europea. Nel periodo 2016-2020 la Commissione ha intensificato gli sforzi su entrambi i fronti, destinando alla transizione un totale di oltre 10 miliardi di euro di fondi pubblici.

Al fine di stimolare ulteriori investimenti la piattaforma per il sostegno finanziario all’economia circolare ha redatto raccomandazioni finalizzate a migliorare l’attrattiva finanziaria dei progetti riguardanti l’economia circolare, coordinare le attività di finanziamento e condividere buone pratiche. La piattaforma collaborerà con la Banca europea per gli investimenti al fine di fornire assistenza finanziaria e sfruttare le sinergie con il piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile.

Trasformare i rifiuti in risorse

Solidi ed efficienti sistemi di gestione dei rifiuti sono presupposti essenziali dell’economia circolare. Nel luglio 2018 è entrato in vigore un quadro legislativo rivisto sui rifiuti volto a modernizzare i sistemi di gestione dei rifiuti che comprende, tra l’altro, nuovi e ambiziosi tassi di riciclaggio, chiarimento della qualifica giuridica per materiali riciclati, misure rafforzate di prevenzione e gestione dei rifiuti anche per i rifiuti marini, gli scarti alimentari e i prodotti contenenti materie prime essenziali.

Progettazione circolare e processi di produzione

La progettazione intelligente all’inizio del ciclo di vita di un prodotto è essenziale per garantire la circolarità. Con l’attuazione del piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile 2016‑2019 la Commissione ha promosso ulteriormente la progettazione circolare dei prodotti, insieme agli obiettivi di efficienza energetica. Attualmente le misure sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica relative a molti prodotti includono norme riguardanti specifiche per l’efficienza dei materiali, come la disponibilità di parti di ricambio e la facilità di riparazione e di trattamento alla fine del ciclo di vita. In un apposito documento di lavoro dei suoi servizi la Commissione ha inoltre analizzato le sue politiche per i prodotti, con l’intenzione di sostenere i prodotti circolari e sostenibili.

Responsabilizzazione dei consumatori

Per passare a un’economia più circolare è necessario che i cittadini si impegnino attivamente a cambiare i propri modelli di consumo. Le metodologie per calcolare l’impronta ambientale dei prodotti e delle organizzazioni, sviluppate dalla Commissione, consentono alle imprese di rilasciare dichiarazioni ambientali affidabili e comparabili affinché i consumatori possano effettuare scelte consapevoli.

Forte coinvolgimento dei portatori d’interessi

Il coinvolgimento dei portatori d’interessi è fondamentale per la transizione. L’approccio sistemico contemplato dal piano d’azione ha fornito alle autorità pubbliche, agli attori economici e sociali e alla società civile un quadro da riprodurre per incentivare i partenariati tra diversi settori e lungo le catene del valore. Il ruolo della Commissione nell’accelerare la transizione e nel guidare gli sforzi internazionali volti a promuovere la circolarità è stato anche riconosciuto dal Forum economico mondiale 2019, in occasione del quale la Commissione ha ricevuto il premio The Circulars nella categoria Settore pubblico.

Sfide aperte

Oggi l’economia circolare è una tendenza mondiale e irreversibile. Ciononostante, molto deve essere ancora fatto per potenziare l’azione sia a livello dell’UE sia a livello mondiale, trovare l’anello mancante e ottenere il vantaggio competitivo che l’economia circolare porterà alle imprese dell’UE. Saranno necessari maggiori sforzi per attuare la legislazione riveduta sui rifiuti e sviluppare i mercati delle materie prime secondarie. Inoltre, il lavoro avviato a livello dell’UE su alcune questioni (come sostanze chimiche, ambiente non tossico, marchio di qualità ecologica ed ecoinnovazione, materie prime essenziali e fertilizzanti) deve subire un’accelerazione se l’Unione vuole trarre il massimo vantaggio dalla transizione verso l’economia circolare.

L’interazione con i portatori d’interessi suggerisce la possibilità di esaminare alcuni ambiti non ancora contemplati dal piano d’azione per completare l’agenda in materia di circolarità. Sulla base dell’esempio della strategia europea per la plastica nell’economia circolare, molti altri ambiti ad elevato impatto ambientale e alto potenziale per la circolarità, come il settore IT, l’elettronica, la mobilità, l’ambiente edificato, il settore minerario, dei mobili, degli alimenti e delle bevande o il settore tessile, potrebbero beneficiare di un analogo approccio olistico.

Contesto

Nel 2015 la Commissione ha adottato un nuovo e ambizioso piano d’azione per stimolare la transizione dell’Europa verso l’economia circolare inteso a rafforzare la competitività a livello mondiale, incentivare la crescita economica sostenibile e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Si prevedeva che le azioni proposte avrebbero contribuito a “trovare l’anello mancante” del ciclo di vita dei prodotti incrementando il riciclaggio e il riutilizzo, a vantaggio sia dell’ambiente che dell’economia. L’obiettivo era quello di contribuire a ricavare il valore e l’impiego massimi da tutte le materie prime, i prodotti e i rifiuti, favorendo il risparmio energetico e riducendo le emissioni di gas a effetto serra, beneficiando di un sostegno finanziario a titolo dei fondi SIE, di Orizzonte 2020 e dei fondi strutturali dell’UE e di investimenti nell’economia circolare a livello nazionale.

Un quadro completo dello stato di attuazione del piano d’azione è presentato nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la relazione.

Per ulteriori informazioni

MEMO: Domande e risposte

Relazione sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare

Documento di lavoro dei servizi della Commissione contenente informazioni dettagliate e riferimenti per le 54 azioni elencate nel piano d’azione

Documento di lavoro dei servizi della Commissione sui prodotti sostenibili in un’economia circolare

Documento di lavoro dei servizi della Commissione sulla valutazione degli impegni volontari di cui all’allegato III della strategia sulla plastica

Fonte: Commissione europea




FRESHDETECT, Test rapido della qualità microbiologica degli alimenti

Le malattie trasmesse tramite alimenti sono una grave fonte di preoccupazione per la salute pubblica in tutto il mondo. Secondo l’OMS ogni anno 600 milioni di persone, una ogni 10, si ammalano dopo aver mangiato alimenti contaminati e 420 000 muoiono.

Per contribuire alla sicurezza alimentare, il progetto FRESHDETECT, finanziato dall’UE, sta sviluppando uno strumento portatile che determinerà la qualità microbiologica dei prodotti a base di carne.

Un opuscolo del prodotto sul sito web del progetto evidenzia che l’apparecchio determina la «carica batterica totale (TVC, Total Viable Count) nella carne cruda senza estrarre campioni e senza incubazione». Il dispositivo utilizza un procedimento a spettroscopia di fluorescenza che dirige una luce blu intensa sulla superficie della carne e misura le firme fluorescenti caratteristiche e la flora batterica. «La TVC è quindi calcolata usando un affidabile algoritmo di analisi al fine di accertare la qualità microbiologica del prodotto. Le misurazioni non sono invasive e durano solo pochi secondi. I risultati sono visualizzati direttamente sul dispositivo subito dopo la misurazione».

Il dispositivo è in grado di memorizzare fino a 2000 misurazioni. I risultati possono essere trasferiti su un PC in qualsiasi momenti mediante una porta USB. Come dichiarato nello stesso opuscolo del prodotto: «I possibili campi di applicazione includono test rapidi per il controllo della carne all’interno dello stabilimento durante tutta la catena di trattamento e lavorazione della carne e il monitoraggio senza ritardi della qualità nelle aree di ricezione e spedizione».

In un articolo sul sito web di notizie «FoodNavigator», Oliver Dietrich, amministratore delegato dell’azienda che coordina il progetto FreshDetect GmbH, ha detto che questa innovazione «crea una nuova dimensione nella sicurezza alimentare».

Secondo CORDIS, il Servizio Comunitario in materia di ricerca e sviluppo che presenta i risultati della ricerca e dell’innovazione dell’UE, il «dispositivo rende possibile un controllo microbiologico non invasivo senza costi addizionali per il funzionamento o la manutenzione». Gli utenti a cui ci si rivolge includono mattatoi, impianti di sezionamento, aziende di lavorazione della carne, commercianti al dettaglio, grossisti e macellai.

In futuro l’applicazione saà ampliata a pesce, latticini, frutta e ortaggi. L’attenzione non si concentra esclusivamente sulla contaminazione batterica, ma anche sul rilevamento di pesticidi, erbicidi, origine, età (grado di maturità) e altri fattori.

Il progetto FRESHDETECT (FRESHDETECT – food safety – fast and reliable) in corso si occupa anche degli sprechi alimentari. CORDIS sottolinea che «la tecnologia di FreshDetect offre un livello finora senza uguali di controllo della lavorazione degli alimenti, consentendo un’ottimizzazione della produzione alimentare e la riduzione al minimo degli sprechi alimentari».

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Spreco alimentare: la prima ricerca dell’Osservatorio Nazionale

osservatorio spreco alimentareE’ stato presentato il Rapporto finale della prima annualità dell’O-ERSA “Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari”, voluto dal Tavolo di coordinamento per la lotta agli sprechi e l’assistenza alimentare che fa capo al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (le cui competenze sono state ampliata dalla cd. legge Gadda) e incardinato nel CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Il  report è frutto del lavoro di ricerca e sviluppo realizzato da Crea-Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione in collaborazione con Ref Ricerche nel corso del 2018 per avviare la costituzione in Italia di un Osservatorio che raccolga, diffonda e dissemini informazioni, statistiche, policy e buone pratiche sulle eccedenze che si formano lungo la filiera agroalimentare, sui recuperi a fine di consumo umano e sullo spreco alimentare

La ricerca ha evidenziato che nel nostro Paese si sprecano in media 370 grammi di cibo a famiglia, a settimana, meno rispetto ad altri Paesi europei, soprattutto alimenti freschi come frutta e verdura, pane, latte e yogurt.

Questi primi dati – ha commenta il Ministro Gian Marco Centinaio – dimostrano un’attenzione crescente da parte dei cittadini nei confronti della tematica. Un rispetto per il cibo e per il lavoro che c’è dietro. Avere dei dati attendibili contro gli sprechi è un importante passo in avanti nella lotta a questo fenomeno, anche dal punto di vista sociale. Per questo il nostro impegno prosegue attraverso campagne di comunicazione che sono in programma per sensibilizzare il maggior numero di persone.”

Il reporto contiene anche alcune considerazioni utili per le successive fasi di sviluppo dell’Osservatorio.

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A cura della segreteria SIMeVeP




Food Sustainability Index, la Francia Paese più virtuoso

albero, proteggereLa Francia si riconferma il Paese più virtuoso al mondo. A decretarlo è la terza edizione del Food Sustainability Index (FSI) l’indice che analizza le performance di 67 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare e al reddito. I Paesi presi in esame dall’Index rappresentano oltre il 90% del PIL globale e i 4/5 della popolazione mondiale. Il Food Sustainability Index è stato sviluppato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) in collaborazione con The Economist Intelligence Unit. L’edizione 2018 si concentra principalmente sulle best practices nel campo della sostenibilità alimentare che contribuiscono a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed è stato presentato in occasione del nono Forum della Fondazione BCFN su Alimentazione e Nutrizione che si sta tenendo a Milano.

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#Sprecozero, un decalogo per evitare cibo nella spazzatura

Sono 37 i chilogrammi di cibo a testa che ogni anno finiscono nella spazzatura e in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, martedì 16 ottobre, Andrea Segrè, fondatore di last minute market e della campagna spreco zero, rilancia un decalogo di gesti concreti per prevenire lo spreco di cibo, in linea con gli auspici Fao.

Sono 815 milioni nel mondo gli individui che soffrono la fame e 1 persona ogni 3 è malnutrita mentre 1 persona su 8 soffre di obesità, secondo i dati misurati attraverso “I Diari di Famiglia del progetto Reduce – Spreco Zero” del Ministero dell’Ambiente.

 

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Spreco alimentare: linee guida per i gestori di mense

Il Ministero della Salute ha pubblicato le “Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti”.

Secondo i dati forniti dal Banco Alimentare e dalla Caritas in Italia, nel settore della ristorazione organizzata (che gestisce 3 milioni di tonnellate di  alimenti), vengono generate ogni anno 210.000 tonnellate di eccedenze; di queste attualmente viene recuperato solo il 12% circa (pari a 25.000 tonnellate di alimenti).

La redazione delle linee di indirizzo scaturisce dal lavoro di ricerca ad approfondimento da parte di gruppi specifici per ogni tipologia di ristorazione, nonché dal confronto con i vari soggetti in esse coinvolti. Da ciò derivano le differenze tra i decaloghi, le raccomandazioni e gli indicatori.

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A cura della segreteria SIMeVeP




Il Parlamento Ue sostiene l’economia circolare

Il Parlamento sostiene obiettivi ambiziosi in materia di riciclaggio, grazie alle nuove norme sui rifiuti e sull’economia circolare adottate in via definitiva mercoledì.

Migliorare la gestione dei rifiuti può portare benefici all’ambiente, al clima e alla salute, ma non solo. Questo pacchetto legislativo, composto da quattro atti, mira a promuovere la cosiddetta economia circolare.

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno.

Sono 497 i chili di rifiuti pro capite prodotti dall’Italia nel 2016, di cui il 27,64% è messo in discariche, il 50,55% viene riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

Infografica sulla gestione dei rifiuti nell’UE

Smaltimento in discarica sarà un’eccezione

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti.

Raccolta differenziata di rifiuti tessili o pericolosi

I prodotti tessili e i rifiuti pericolosi provenienti dai nuclei domestici dovranno essere raccolti separatamente entro il 2025, così come i rifiuti biodegradabili che potranno essere riciclati anche direttamente nelle case attraverso il compostaggio.

Ridurre gli sprechi alimentari del 50%

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dovrebbero ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Al fine di prevenire lo spreco di alimenti, i Paesi UE dovrebbero incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per i deputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori circa il significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.

Citazione

Con questo pacchetto l’Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale. L’economia circolare, infatti, non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo”, ha detto la relatrice Simona Bonafè (S&D, IT).

Certo, il pacchetto che andremo ad approvare contiene anche importanti misure sulla gestione dei rifiuti e, allo stesso tempo però, va oltre a queste, definendo norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto e si pongono l’obiettivo di modificare il comportamento di aziende e consumatori. Per la prima volta gli Stati membri saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili”, ha aggiunto

Prossime tappe

Il testo ora tornerà al Consiglio per un’approvazione formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Pagina del Parlamento europeo sull’economia circolare

Fonte Parlamento Ue