L’IZS Abruzzo e Molise coordinerà l’analisi dei dati sulle zoonosi nella UE

Alla fine di questo difficile anno l’Istituto ha ottenuto un ulteriore successo internazionale, aggiudicandosi una gara d’appalto dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per l’analisi dei dati sulle zoonosi e la produzione del report annuale sulle zoonosi nell’Unione Europea, in conformità alla Direttiva CE 2003/99.

L’EFSA, in collaborazione con la sua agenzia consorella: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), e gli Stati membri della UE, raccoglie annualmente tutti i dati sul monitoraggio delle malattie zoonotiche, dei microrganismi zoonotici negli esseri umani e negli animali, negli alimenti e nei mangimi, nonché dei focolai di origine alimentare. A seguito di un’analisi approfondita dei dati raccolti, viene redatta la relazione annuale di sintesi dell’Unione Europea sulle zoonosi e sui focolai di origine alimentare.

Aggiudicandosi questa gara, per un valore di circa 2,2 milioni di euro, l’IZSAM coordinerà un consorzio di centri di ricerca composto dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’IZS delle Venezie, dall’IZS della Lombardia e dell’Emilia Romagna e dall’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare, l’ambiente e il lavoro (ANSES), che comprende più di 40 esperti nelle diverse zoonosi, in epidemiologia e in sanità pubblica.

Il Consorzio si occuperà di analizzare annualmente i dati raccolti da EFSA e ECDC, valutando i trend, la frequenza e la distribuzione geografica delle principali zoonosi nell’Unione Europea, preparando quindi il report annuale. Inoltre svilupperà sistemi innovativi su web per l’interrogazione e la disseminazione dei dati sulle zoonosi e dei risultati delle analisi epidemiologiche svolte.

Il coordinatore del progetto è il dott. Paolo Calistri, responsabile del reparto Epidemiologia e Analisi del Rischio del Centro di Referenza Nazionale per l’Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l’Informazione e l’Analisi del Rischio dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise.

Fonte IZS Abruzzo e Molise




La FAO lancia il nuovo Programma di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19

FAONella giornata odierna la FAO ha reso noto il suo nuovo Programma globale di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19, teso sia a prevenire una crisi alimentare di portata mondiale durante e dopo la pandemia di COVID-19 sia a tracciare una risposta in termini di sviluppo nel medio e lungo periodo per la sicurezza alimentare e la nutrizione.

L’agenzia chiede un investimento iniziale di 1,2 miliardi di dollari USA per rispondere alle esigenze della nuova iniziativa.

Il Programma è stato lanciato nella giornata di oggi durante un dialogo virtuale con il settore pubblico e privato sul tema “Azione comune sul COVID-19: rafforzare i nostri interventi di risposta in ambito alimentare e agricolo“. L’evento è stato organizzato dalla FAO per offrire una risposta globale rapida e coordinata, che garantisca l’accesso a un’alimentazione nutriente per tutta la popolazione mobilitando qualsiasi forma di risorsa e partenariato a livello nazionale, regionale e mondiale.

In linea con lo spirito adottato dalle Nazioni Unite di promuovere una “ricostruzione più efficace” all’indomani dell’emergenza COVID-19 e mantenendo il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) come bussola di orientamento, il nuovo programma si prefigge lo scopo di mitigare le conseguenze immediate della pandemia incrementando al tempo stesso la resilienza dei sistemi alimentari e dei mezzi di sussistenza nel più lungo termine.

Non possiamo più continuare a seguire un approccio di ordinaria amministrazione,” ha ammonito il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, nel suo discorso di apertura, aggiungendo che “dovremo invece impegnarci attivamente per limitare gli effetti dannosi della pandemia di COVID-19 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione. È necessario individuare soluzioni concertate con i singoli paesi, innovative e frutto di una stretta collaborazione. È su queste premesse che la FAO ha elaborato il suo Programma globale di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19. Oggi siamo a chiedervi di unirvi a noi in questa impresa”.

La FAO è pronta ad adattarsi alla situazione e ad abbracciare nuove realtà. Siamo intenzionati a mobilitare tutti i principali protagonisti per definire di comune intesa soluzioni innovative e sostenibili per creare un mondo libero dalla fame.”

Far fronte alle ripercussioni della pandemia di COVID-19 sui sistemi alimentari

Oltre a essere fonte di grave preoccupazione per l’opinione pubblica, la pandemia di COVID-19 rappresenta anche una seria minaccia per la sicurezza alimentare mondiale. Secondo stime della Banca mondiale, l’impatto economico dell’epidemia potrebbe far precipitare circa 100 milioni di persone sotto la soglia della povertà estrema. L’impennata dei tassi di disoccupazione, le perdite di reddito e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari stanno ostacolando l’accesso al cibo nei paesi in via di sviluppo così come nei paesi industrializzati, con effetti di lunga durata sulla sicurezza alimentare.

Nel suo ultimo rapporto sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo la FAO ha rilevato che, ancor prima che le ripercussioni della pandemia di COVID-19 si facessero sentire sui sistemi alimentari mondiali e sui mezzi di sussistenza di milioni di persone all’inizio dell’anno, 10 milioni di individui in più rispetto al 2018 si trovavano in uno stato di sottonutrizione (60 milioni in più rispetto al 2014). Il Rapporto globale sulle crisi alimentari 2020 calcola che 135 milioni di individui versavano in condizioni di insicurezza alimentare acuta e necessitavano di urgenti aiuti alimentari e nutrizionali di carattere umanitario.

La pandemia potrebbe inoltre far sprofondare le economie nazionali nel baratro di una recessione, per cui gli Stati dovrebbero adottare misure urgenti per attutire l’impatto di lungo termine di questo scenario sui sistemi alimentari e la sicurezza alimentare.

Altrettanto incalzante appare la minaccia posta dall’epidemia alle situazioni critiche preesistenti, tra cui conflitti, disastri naturali, cambiamenti climatici, infestazioni e malattie, che già stanno mettendo a dura prova i nostri sistemi alimentari creando sacche di insicurezza alimentare in tutto il pianeta.

I sette ambiti prioritari di intervento del programma

Al fine di ridurre al minimo i danni della pandemia di COVID-19 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, stimolando contemporaneamente una trasformazione dei sistemi alimentari mondiali per renderli più resilienti, equi e sostenibili, la FAO invoca un’azione immediata da attivare in sette ambiti prioritari fondamentali:

•          rafforzare un Piano di risposta umanitaria globale all’emergenza COVID-19

•          migliorare i dati su cui sono impostati i processi decisionali

•          garantire l’inclusione economica e la protezione sociale per ridurre la povertà

•          consolidare le norme commerciali e le norme in materia di sicurezza alimentare

•          aumentare la resilienza dei piccoli produttori per favorirne la ripresa

•          prevenire future pandemie zoonotiche potenziando l’approccio basato sul concetto di “un’unica salute”

•          innescare la trasformazione dei sistemi alimentari.

In risposta all’emergenza in corso, la FAO si sta adoperando per coinvolgere in un piano d’azione governi e svariate parti interessate, raccogliendo e analizzando dati per comprendere meglio le tendenze emergenti e individuare con precisione eventuali focolai critici, nonché fornendo consulenza tecnica tempestiva e servizi di sviluppo delle capacità in un ampio ventaglio di settori. Inoltre, l’Organizzazione offre un sostegno agli investimenti in modo da catalizzare varie forme di partenariato e finanziamento.

Il nuovo programma è sostenuto anche dalla “Coalizione per il cibo”, lanciata dal governo italiano e guidata dalla FAO allo scopo di reclutare assistenza politica, finanziaria e tecnica in favore dei paesi colpiti dall’emergenza COVID-19.

“Gli sforzi necessari per intervenire in maniera efficace in questi sette ambiti prioritari saranno enormi. La Coalizione per il cibo rappresenta un modello esemplare per attrarre capitali e volontà politiche ad alto livello allo scopo di evitare un’escalation della pandemia da crisi sanitaria a crisi alimentare”, ha spiegato Beth Bechdol, Direttore Generale aggiunto della FAO.

All’evento odierno hanno preso parte, tra gli altri, Carla Montesi, Direttrice di Pianeta e prosperità, Direzione generale della Cooperazione internazionale e dello sviluppo (DG DEVCO), Commissione europea; Joachim von Braun, Direttore del Centro di Ricerca per lo sviluppo dell’Università di Bonn (ZEF) e presidente del Gruppo scientifico per il Vertice del Segretariato Generale delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari; Josefa Leonel Correia Sacko, Commissario per l’Economia rurale e l’Agricoltura, Commissione dell’Unione africana; Kip Tom, Ambasciatore, Rappresentante Permanente degli Stati Uniti d’America presso l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura a Roma; Vincenza Lomonaco, Ambasciatrice, Rappresentante Permanente della Repubblica italiana presso la FAO; Peter Bakker, Presidente e Amministratore delegato, Consiglio Mondiale delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile; Najat Mokhtar, Direttore Generale aggiunto, Capo del Dipartimento di scienze e applicazioni nucleari, Agenzia internazionale per l’energia atomica.

I partecipanti al dibattito odierno hanno discusso i settori di intervento prioritari, preso in esame le opzioni disponibili per stimolare un’azione comune e individuato le modalità per collaborare con la FAO nella risposta all’emergenza COVID-19 nel settore agricolo.

Fonte: FAO




Presenza di Listeria nelle verdure surgelate: come ridurre i rischi

L’EFSA ha valutato i rischi per la salute pubblica connessi alla contaminazione da Listeria nelle verdure scottate in acqua bollente o passate brevemente al vapore prima di essere surgelate, concludendo che i rischi associati al consumo di questi prodotti sono inferiori rispetto a quelli da alimenti pronti come: il pesce affumicato, la carne cotta, le salsicce, il paté, i formaggi a pasta molle, che di solito vengono associati a contaminazione da Listeria.

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Rapporto Efsa-Ecdc Antibioticoresistenza: sempre più difficili da curare le infezioni da batteri trasmessi da alimenti

efsa ecdcSalmonella e Campylobacter stanno diventando sempre più resistenti alla ciprofloxacina, uno degli antibiotici di elezione per il trattamento delle infezioni causate dai suddetti batteri. È questa la conclusione dell’ultimo rapporto sull’antibiotico-resistenza nelle zoonosi pubblicato oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che presenta anche alcune tendenze positive nel settore animale.

I dati più recenti tratti dall’uomo, dagli animali e dagli alimenti evidenziano che una grande percentuale di batteri del genere Salmonella sono multifarmaco-resistenti (ovvero resistenti a tre o più antibiotici). Nell’uomo è comune la resistenza alla ciprofloxacina, soprattutto per alcuni tipi di Salmonella, e la resistenza alla coprofloxacina ad alte concentrazioni è aumentata complessivamente dall’1,7% (nel 2016) al 4,6% (nel 2018). Quanto al Campylobacter 16 Paesi su 19 riferiscono percentuali molto o estremamente alte di resistenza alla ciprofloxacina.

Elevate percentuali di resistenza alla ciprofloxacina sono riferite anche nei batteri Salmonella ed E. coli da pollame. La ciprofloxacina appartiene ai fluorochinoloni, una classe di antibiotici definiti di rilevanza essenziale per l’uso nell’uomo. Se i fluorochinoloni perdessero efficacia, l’impatto sulla salute umana potrebbe essere rilevante. Resta però bassa la resistenza congiunta (resistenza simultanea a due antibiotici di fondamentale importanza) ai fluorochinoloni associati alle cefalosporine di terza generazione in Salmonella, e ai fluorochinoloni associati ai macrolidi in Campylobacter.

Quanto al 2018 il rapporto elenca casi sporadici di infezioni da Salmonella nell’uomo resistenti ai carbapenemi, altra classe di antibiotici di ultima istanza.

Ha affermato Mike Catchpole, direttore scientifico dell’ECDC:

“E’ preoccupante trovare resistenza ai carbapenemi nei batteri veicolati da alimenti nell’UE. Il modo più efficace per prevenire la diffusione di ceppi batterici resistenti ai carbapenemi è quello di continuare a eseguire le procedure di screening e rispondere prontamente ai casi con positività accertata: l’ECDC sta lavorando con gli Stati membri dell’UE e con l’EFSA, applicando l’approccio “Salute unica globale”, per migliorare la diagnosi precoce e il monitoraggio, nel tentativo di combattere la minaccia persistente di infezioni zoonotiche resistenti agli antibiotici”.

Il rapporto comprende anche indicatori chiave dei risultati che aiutano gli Stati membri dell’UE a valutare i propri progressi nella riduzione dell’uso degli antibiotici e nella lotta all’antibiotico-resistenza.

Nel periodo 2014-2018 l’indicatore di sintesi della suscettibilità a tutti gli antibiotici negli animali destinati alla produzione alimentare è aumentato per l’E. coli in quasi un quarto degli Stati membri (6). Si tratta di uno sviluppo positivo in quanto significa che in questi Paesi, in caso di necessità, le terapie con antibiotici avrebbero maggiori probabilità di successo. Durante il periodo 2015-2018 è stata inoltre rilevata la tendenza a una riduzione della presenza di β-lattamasi a spettro esteso (ESBL) o di E. coli produttore di AmpC in circa il 40% degli Stati membri (11). Ciò è importante poiché l’ESBL-AmpC produttore di Escherichia coli è responsabile di infezioni severe nell’uomo.

Per quanto riguarda gli antibiotici di ultima istanza, la resistenza alla colistina non è risultata comune in Salmonella e in E. coli, mentre E. coli produttore di carbapenemasi non è stato rilevato né in polli da carne né in tacchini né nel pollame.

“I risultati positivi negli animali da produzione alimentare sono incoraggianti perché sono segno di miglioramento; dobbiamo tuttavia indagare ulteriormente sulle ragioni di questo cambiamento. La resistenza agli antibiotici è una grave minaccia per la salute pubblica e animale mondiale (“Salute unica globale”) che richiede un’azione mondiale”

ha affermato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA.

In molti Paesi la diminuita resistenza nell’uomo all’ampicillina e alle tetracicline per Salmonella Typhimurium è un’altra tendenza incoraggiante osservata nel periodo 2013-2018.

La relazione di sintesi dell’UE è una pubblicazione annuale dell’ECDC e dell’EFSA che esamina lo stato dell’antibiotico-resistenza nei batteri che interessano esseri umani, animali e alimenti.

The European Union Summary Report on Antimicrobial Resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2017/2018

Visualizzazione dati su antibiotico-resistenza in Europa

Fonte: EFSA




3° caso di Trichinella nel Lazio in carne di cinghiale

cinghialeE’ il terzo isolamento nel Lazio di larve di Trichinella nelle carni di cinghiali abbattuti a caccia nella stagione venatoria 2019 – 2020.
Il ritrovamento è stato effettuato presso il Laboratorio Alimenti dell’Unità Operativa Territoriale Lazio Sud diretto dalla Dott.ssa Tiziana Zottola.
Il soggetto riscontrato positivo è un esemplare adulto, femmina, non gravido, del peso di circa 80 kg, abbattuto il 20/01/2020 nel comune di Colle San Magno località Serrone in provincia di Frosinone.

In questa provincia è il secondo ritrovamento di soggetti parassitati.

Già nel mese di novembre 2019 è stata segnalata l’infestazione da Trichinella britovi in un giovane maschio del peso di circa 30 kg cacciato in data 10/11/2019 nel territorio del comune di Atina (FR) in località Monte.

I territori dei due comuni di Atina e Colle San Magno non sono distanti,  potrebbero pertanto, insistere nel territorio altri cinghiale positivi.
Trichinella britovi è stata riscontrata anche in un maschio adulto, età circa 7 anni, peso 95 kg, abbattuto il 20/11/2019 nel Comune di Monte San Biagio (LT) in località Pozzo Farignoli Chivi.(Trichinella britovi in carni di cinghiali. Due casi nel Sud del Lazio).

Le larve di Trichinella rinvenute, tutte vive e vitali, sono state conferite all’ European Union Reference Laboratory for Parasites presso l’Istituto Superiore di Sanità per l’identificazione di specie mediante Multiplex PCR.

Per diagnosticare l’infestazione, viene simulata, in laboratorio, l’ attività dello stomaco dei vertebrati, attraverso una digestione artificiale dei tessuti muscolari , in particolar modo del muscolo diaframmatico, muscolo elettivo per la ricerca delle Larve di Trichinella. Il metodo è descritto nel Reg. UE 2015/1375.

Raccomandazioni
Si raccomanda di cuocere a cuore la carne di cinghiale ed evitare il consumo di preparazioni di carne essiccate, affumicate, salate in quanto i trattamenti di macinatura, essiccatura, salagione, affumicamento, aggiunta di spezie, antiossidanti, conservanti, stagionatura non inattivano le larve.
Solo il freddo ed il calore ne assicurano la devitalità. SONO NECESSARI almeno 2 mesi di congelamento a temperatura di –20 °C ed una buona cottura delle carni a temperature non inferiori a +70°C.

Fonte: IZS Lazio e Toscana




Report zoonosi. La Salmonella è la causa più comune dei focolai di origine alimentare nell’Ue

efsa ecdcNel 2018 quasi un focolaio su tre di origine alimentare nell’UE è stato causato da Salmonella. È questa una delle principali risultanze del rapporto sulle tendenze e fonti di zoonosi pubblicato oggi congiuntamente dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Nel 2018 gli Stati membri dell’UE hanno segnalato 5 146 focolai di origine alimentare che hanno colpito 48 365 persone. Un focolaio di malattia di origine alimentare si verifica quando almeno due persone contraggono la stessa malattia consumando lo stesso alimento o bevanda contaminati.
La Slovacchia, la Spagna e la Polonia rappresentano il 67% dei 1 581 focolai di Salmonella. Tali focolai erano riconducibili principalmente al consumo di uova.

I risultati del nostro ultimo Eurobarometro mostrano che meno di un terzo dei cittadini europei classifica le intossicazioni alimentari da batteri tra le cinque principali preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare. Il numero di focolai segnalati suggerisce che ci sia spazio per sensibilizzare i consumatori in quanto molte malattie di origine alimentare possono essere prevenute migliorando le misure igieniche durante la manipolazione e preparazione degli alimenti” ha commentato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA.

La salmonellosi è stata la seconda infezione gastrointestinale più comunemente segnalata nell’uomo nell’UE (con 91 857 casi segnalati), dopo la campilobatteriosi (246 571 casi).

Il virus del Nilo occidentale e le infezioni da STEC a livelli insolitamente elevati
L’aumento di gran lunga maggiore nel 2018 ha riguardato il numero di infezioni da virus del Nilo occidentale.
I casi di questa malattia zoonotica, provocata da un virus trasmesso dalle zanzare, sono stati sette volte superiori a quelli del 2017 (1 605 contro 212) e hanno travalicato tutti i casi segnalati tra il 2011 e il 2017.

I motivi del picco del 2018 non sono ancora del tutto chiari. È stato evidenziato che fattori come la temperatura, l’umidità o le precipitazioni influenzano l’attività stagionale delle zanzare e possono aver avuto un ruolo. Pur non potendo prevedere l’intensità delle prossime stagioni di trasmissione, sappiamo che il virus del Nilo occidentale circola attivamente in molti Paesi dell’Unione europea, colpendo esseri umani, cavalli e uccelli. L’ECDC sta intensificando l’assistenza ai Paesi negli ambiti della sorveglianza, della preparazione, della comunicazione e del controllo dei vettori“, ha dichiarato Mike Catchpole, direttore scientifico ECDC.

La maggior parte delle infezioni da virus del Nilo occidentale contratte localmente sono state segnalate da Italia (610), Grecia (315) e Romania (277). La Cecenia e la Slovenia hanno segnalato i primi casi sin dal 2013.

Negli ultimi anni l’Italia e l’Ungheria hanno inoltre registrato un numero crescente di focolai di virus del Nilo occidentale in cavalli e altre specie equine.

L’ E. coli produttore di tossina Shiga (STEC) è diventata la terza causa più comune di zoonosi di origine alimentare con 8 161 casi segnalati, sostituendo la yersiniosi con un aumento del 37% rispetto al 2017. Ciò può essere in parte spiegato con il crescente utilizzo di nuove tecnologie di laboratorio, che facilitano l’individuazione di casi sporadici.

Il numero di persone affette da listeriosi nel 2018 è simile a quello del 2017 (2 549 nel 2018 contro i 2 480 dell’anno precedente). Ad ogni modo la tendenza nei dieci anni passati è stata al rialzo.
Tra le malattie zoonotiche oggetto della relazione i casi di listeriosi rappresentano la più alta percentuale di ricoveri ospedalieri (il 97%) e il più alto numero di decessi (229), il che la rende una delle più gravi malattie veicolate da alimenti.

La relazione contiene anche dati su Mycobacterium bovis, Brucella, Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma, rabbia, Coxiella burnetii (febbre Q) e tularemia.

The European Union One Health 2018 Zoonoses Report
Plain language summary: The European Union One Health 2018 Zoonoses Report

Fonte: EFSA




Conferenza INFOSAN: nuove tecnologie, tracciabilità e trasparenza per malattie di origine alimentare sempre più complesse

InfosanSi sta svolgendo ad Abu Dhabi il secondo incontro globale dell’International Food Safety Authorities Network (Infosan) organizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e ospitato dall’Autorità per l’agricoltura e la sicurezza alimentare di Abu Dhabi (Adafsa).

Infosan (International Food Safety Authorities Network)  è una rete globale di 190 autorità nazionali per la sicurezza alimentare, gestita congiuntamente dall’Oms e dalla Fao con lo scopo di garantire una rapida condivisione delle informazioni durante le emergenze in materia di sicurezza alimentare, migliorare la cooperazione tra paesi e reti e sviluppare le loro capacità nella gestione delle emergenze. Infosan ha inoltre il compito di verificare, valutare e indagare sugli incidenti leagati alla sicurezza alimentare in collaborazione con gli Stati membri, diramare allerte per fermare la diffusione di alimenti contaminati da un paese all’altro e fornire assistenza tecnica su richiesta per gestire le emergenze.

Durante i 4 giorni le autorità di sicurezza alimentare, 230 esperti e funzionari di 135 paesi, 35 rappresentanti dell’OMS, della FAO e della Banca mondiale parteciperanno ad un evento principale di carattere internazionale e a 8 incontri regionali per rafforzare la cooperazione e chiedere un’azione più incisiva per proteggere la salute delle persone e salvaguardare le economie nazionali e globali dagli effetti di epidemie di malattie di origine alimentare sempre più complesse .

Fra i temi affrontati la gestione delle frodi alimentari, la regolamentazione e la rintracciabilità dei prodotti dal commercio online (l’espansione di nuove piattaforme per l’acquisto e la consegna di alimenti pone nuove sfide per la sicurezza alimentare, con catene di distribuzione alimentare per lo più non regolamentate che complicano la tracciabilità), la valutazione e gestione del rischio, la prevenzione e la gestione dell’antibioticoresistenza.

Particolare attenzione sarà dedicata all’uso della genomica nelle indagini sulle epidemie grazie alla quale aumentano le possibilità di identificare i casi di malattia di origine alimentare correlati a focolai da casi sporadici e non connessi e di individuare le aree di contaminazione che richiedono un intervento

A fronte del grande aumento del numero e della portata delle emergenze di origine alimentare, legato alla globalizzazione degli scambi di alimenti e mangimi, “I paesi devono investire in tecnologie che tracciano le emergenze della sicurezza alimentare. Devono inoltre essere trasparenti nel condividere le informazioni sui focolai per impedire la loro diffusione transfrontaliera e il rischio per la salute che rappresentano” ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

Alcuni numeri per comprendere l’incidenza delle sicurezza alimentare:

  • a causa dell’epidemia di listeriosi in Spagna nel 2019, la più grande della storia nazionale, oltre 200 persone si sono ammalate, delle quali 3 sono morte;
  • l’epidemia di listeriosi più grande al mondo,  in Sudafrica nel 2017-2018, ha coinvolto oltre 1000 persone che hanno sofferto di intossicazione alimentare e più di 200 morti;
  • un focolaio di listeriosi in Europa legato a verdure surgelate prodotte in una fabbrica ungherese nel 2018 ha colpito sette paesi, 47 persone che si sono ammalate. La fabbrica produceva prodotti alimentari che venivano esportati in oltre 100 paesi

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Relazione annuale RASFF 2018

RASFFE’  stata pubblicata la relazione del Sistema di Allerta Rapido per gli Alimenti e i Mangimi (RASFF Rapid Alert System for Food and Feed) relativa all’attività del 2018.

Lo scorso anno gli Stati membri hanno trasmesso alla Commissione europea un totale di 3699 notifiche di rischi per l’alimentazione umana o animale.

1118 di queste notifiche sono state classificate come “allerta”, poiché rappresentavano un grave rischio per la salute per il quale era richiesto un rapido intervento degli operatori del settore alimentare o delle autorità competenti.

I fattori di rischio segnalati più frequentemente a seguito dei controlli eseguiti sugli alimenti alle frontiere e sul mercato dell’UE sono stati le aflatossine contenute nella frutta a guscio e il mercurio contenuto nel pesce spada. Come negli anni precedenti, solo una piccola percentuale delle notifiche del 2018 riguarda i mangimi (9%) e i materiali a contatto con gli alimenti (4%). Sempre nel 2018, un numero significativo di notifiche concerne un focolaio di tossinfezione di Listeria monocytogenes derivante da mais surgelato, che ha interessato vari paesi. Il sistema di allarme rapido è stato funzionale per rintracciare i prodotti colpiti e per rimuoverli dal mercato.

Il maggior numero di notifiche riguarda microorganismi (979), micotossine (655) e residui di pesticidi (276).

Il commissario Vytenis Andriukaitis responsabile per la Salute e la sicurezza alimentare ha dichiarato: “Nel 2019 ricorre il 40° anniversario del sistema di allarme rapido, riconosciuto sia all’interno che all’esterno dell’UE come strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari immessi sul mercato dell’UE. La tracciabilità degli alimenti e, se necessario, la rapida rimozione delle merci dal mercato costituiscono il nostro impegno nei confronti dei consumatori. L’intensificarsi dell’attività del sistema, emerso dalla relazione di quest’anno, conferma il rafforzamento della cooperazione tra gli operatori del settore alimentare e le autorità degli Stati membri: senz’altro un segnale positivo per i consumatori“.

Con 400 notifiche originali e oltre 750 notifiche di follow up, l’Italia si conferma uno dei Paesi più attivi nel network.

Rasff 2018

L’anno in corso è un anno molto importante per il RASFF, che è nato nel 1979 e festeggerà quindi il 40° anniversario della sua creazione. In quest’occasione, per dare maggiore spinta al sistema verrà implementato il Sistema di trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali (IMSOC) che, come previsto dal nuovo regolamento sui controlli ufficiali (Regolamento (UE) 2017/625), è dedicato al funzionamento integrato dei meccanismi e degli strumenti attraverso i quali sono elaborati, trattati e scambiati in modo automatico i dati, le informazioni e i documenti relativi ai controlli ufficiali e ad altre attività ufficiali.

Un primo passo sarà la fusione della rete di Assistenza Amministrativa e Cooperazione (AAC) – il sistema nato a seguito dello “scandalo carni equine”  del 2013 quando, pur in assenza di rischi sanitari si utilizzò il Rasff per la condivisione di informazioni sulle frodi permettendo di rintracciare e ritirare dal mercato i prodotti adulterati – con la rete RASFF.

Consulta il report (in inglese)

Country fact sheets relativo all’italia (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP




Francia: tossinfezione alimentare causata da Salmonella poona

Il Ministero della salute comunica che attraverso il sistema di allerta RASFF è stata comunicata una tossinfezione alimentare avvenuta in Francia causata da Salmonella poona probabilmente correlata dal consumo di latte di riso per la prima infanzia a marchio Modilac, prodotto in Spagna.

Sebbene non risulta allo stato attuale l’esistenza di lotti spediti verso il nostro Paese, il Ministero della Salute, a titolo precauzionale, ha comunque già avviato interlocuzioni con la Commissione europea e con le Autorità francesi, per sollecitare ulteriori informazioni su Paesi e lotti interessati.

Benché, allo stato attuale le Autorità francesi non abbiano indicato nelle note RASFF l’Italia tra i Paesi destinatari dei lotti contaminati, il Ministero comunica, per eventuali verifiche da parte delle autorità territoriali e per una completa informazione ai consumatori, anche in caso di eventuali acquisti online, gli elenchi di tutti i prodotti e i lotti ritirati dal mercato dall’azienda Modilac.

Gli elenchi dei prodotti richiamati in via precauzionale sono riportati anche nel sito del Ministero della Salute francese.




Sicurezza alimentare in europa: 23 milioni di persone si ammalano ogni anno. Il 7 giugno giornata mondiale

In Europa ogni minuto 44 persone – più di 23 milioni l’anno – si ammalano e  4700 persone l’anno perdono la vita per aver mangiato cibo non sicuro.

Sono i dati contenuti nel recente report “Il carico delle malattie di origine alimentare nella regione Europea” dell’OMS Europa, sulla base del rapporto dell’OMS di dicembre 2015 “Il carico globale delle malattie di origine alimentare” che vengono presentati in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti – proclamata da una risoluzione delle Nazioni Unite approvata il 20 dicembre 2018 – che si svolgerà il 7 giugno.

Si tratta di stime per difetto, avverte OMS Europa poichè, sebbene il problema abbia natura mondiale, a causa delle limitazioni dei sistemi di sorveglianza, viene riportata solo una piccola percentuale del numero effettivo di casi. Si presume quindi che le cifre ufficiali sull’incidenza delle malattie di origine alimentare rappresentino solo la “punta dell’iceberg”. Inoltre, poche informazioni sono disponibili sul “peso” delle malattie di origine alimentare, cioè sull’impatto di queste malattie sulla salute in termini di mortalità, morbilità e disabilità.

Il cibo non sicuro è responsabile infatti di milioni di giorni di malattia, malattie gravi o prolungate, ricoveri in ospedale e decessi. Il carico di una malattia è la misura dello scarto tra lo stato di salute osservato di una popolazione e lo stato di salute atteso, e’ valutato in termini di DALYs – Disability Adjusted Life Years, che combina in un unico indicatore morbilità e mortalità, considerando il numero di anni di vita persi a causa della malattia per disabilità o per morte prematura. Il carico generale delle malattie di origine alimentare nella Regione europea è stimato in 413 020 DALYs. Inoltre batteri, virus, parassiti e rischi chimici comportano potenzialmente serie conseguenze non solo per la salute umana, ma anche per l’economia e l’ambiente.

In ogni paese nel mondo, dal più piccolo al più grande, dal più povero al più ricco ci si ammala per assunzione di cibo insalubre” ha detto Zsuzsanna Jakab, Direttore regionale OMS per l’Europa. “Il cibo è una questione globale e la catena alimentare coinvolge il pianeta intero. Un semplice pasto può contenere ingredienti provenienti da più continenti e la salubrità degli alimenti dipende dalla collaborazione internazionale. La Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti è un’opportunità senza precedenti per richiamare i governi a rafforzare i sistemi di garanzia sulla sicurezza alimentare in tutti i settori, in Europa e nel mondo” ha affermato.

Secondo le stime, le cause più frequenti di malattia di origine alimentare sono gli agenti patogeni diarroici. I piu comuni sono i norovirus, con 15 millioni di casi stimati, seguiti da Campylobacter spp., che è responsabile di quasi 5 milioni di casi.

Salmonella spp. non-tifoidea causa la maggior parte dei decessi. Altre cause di decessi sono Campylobacter spp., norovirus, Listeria monocytogenes e Echinococcus multilocularis.

In generale, nella regione europea le malattie diarroiche sono responsabili del 94% della malattie di origine alimentare, del 63% dei decessi collegati e del 57% del carico delle malattie.

Il cibo è qualcosa a cui la gente non pensa fino a quando qualcosa non va storto, eppure un numero inaccettabile di persone viene colpito da malattie di origine alimentare, a volte con gravi conseguenze specialmente per i giovanissimi e anziani” spiega Dorit Nitzan, Direttore regionale di emergenza ad interim per OMS Europa. “Dal lavaggio delle mani, dalla cottura e conservazione corretta degli alimenti, dalla sorveglianza alle norme internazionali – ogni pezzo del puzzle “sicurezza alimentare” riguarda vite, economie e intere comunità. La Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti è un’opportunità per dire forte che è il lavoro di squadra che fa la differenza”.

Le malattie trasmesse dagli alimenti sono completamente prevenibili, afferma OMS Europa. Le cifre contenute nel rapporto evidenziano la necessità di rafforzare la prevenzione, la sorveglianza e la gestione delle malattie alimentari nella regione europea, compresa la comunicazione del rischio, la sensibilizzazione e l’educazione dei consumatori sulla sicurezza alimentare. È auspicabile che i dati contribuiscano a orientare le politiche di sicurezza alimentare e il processo decisionale, compresa la definizione delle priorità, a livello nazionale e regionale.

 

Per maggiori informazioni sulla Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti:

ONU – World Food Safety Day – 7 June
https://www.un.org/en/events/foodsafetyday/

FAO – 7 June 2019 – World Food Safety Day
http://www.fao.org/fao-who-codexalimentarius/WFSD/en/

OMS – World Food Safety Day – 7 June 2019
https://www.who.int/foodsafety/en/

A cura della segreteria SIMeVeP