Il 40% delle malattie di origine alimentare si verifica nella cucina di casa, dall’Iss un questionario per saperne di più

issSi chiama “Mangia sicuro!” ed è rivolto a tutti, per testare le conoscenze sulla sicurezza alimentare casalinga

Oltre il 40% delle malattie legate al consumo di alimenti nel mondo si verifica in ambito domestico, ma questo dato è fortemente sottostimato a causa della mancanza di segnalazioni di focolai domestici Un luogo che si tende a considerare sicuro ma che può nascondere delle sorprese. Conoscere in maniera approfondita le regole di conservazione e preparazione dei cibi aiuta a ridurre il rischio. Per questo l’istituto Superiore di Sanità lancia oggi un questionario diretto a tutti, “Mangia Sicuro!”, che consente di colmare i gap e consumare i cibi in sicurezza.

Entro l’8 ottobre in 15 minuti si potranno testare le proprie conoscenze e alla fine si riceveranno risposte corrette, consigli utili e spunti pratici che aiuteranno a confutare alcune abitudini e credenze ancora diffuse, ad esempio su come trattare la carne cruda o l’insalata in busta.

“Le risposte – sottolinea Antonella Maugliani, ricercatrice Iss e referente scientifica del progetto- ci aiuteranno a migliorare le informazioni rivolte ai cittadini su comportamenti alimentari sicuri: dalla spesa, alla conservazione, fino alla preparazione dei cibi. Il contributo delle persone che sceglieranno di compilarlo è importante per rendere la comunicazione più vicina ai reali bisogni e promuovere la salute di tutti”.

Il questionario fa parte del progetto Iss ‘SAC’ (acronimo di Sicurezza Alimentare Casalinga), partito ad aprile 2024 e che avrà una durata di due anni. È coordinato dal Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria (SANV) e coinvolge un gruppo multidisciplinare dell’Iss con esperti in vari settori.

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Fonte: ISS




Gli alimenti ultra-processati danneggiano la salute riproduttiva e metabolica degli uomini. Lo studio internazionale

Negli ultimi 50 anni, i tassi di obesità e diabete di tipo 2 sono aumentati vertiginosamente, mentre la qualità dello sperma è crollata. A guidare questi cambiamenti potrebbe essere la crescente popolarità degli alimenti ultra-processati, che sono stati collegati a una serie di effetti negativi sulla salute. Tuttavia, gli scienziati non sono ancora certi se sia la natura industriale degli ingredienti stessi, la lavorazione degli alimenti o se sia perché inducono le persone a mangiare più del dovuto.

Un team internazionale di scienziati ha scoperto che le persone aumentano di peso con una dieta ultra-processata rispetto a una dieta minimamente processata, anche a parità di calorie assunte. Lo studio sugli esseri umani ha anche rivelato che una dieta ricca di alimenti ultra-processati introduce livelli più elevati di inquinanti, noti per influenzare la qualità dello sperma. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.

“I nostri risultati dimostrano che gli alimenti ultra-processati danneggiano la nostra salute riproduttiva e metabolica, anche se non vengono consumati in eccesso. Ciò indica che è la natura processata di questi alimenti a renderli dannosi”, afferma Jessica Preston, autrice principale dello studio, e ricercatrice presso il Centro NNF per la Ricerca Metabolica di Base (CBMR) dell’Università di Copenaghen.

Stesse calorie, risultati diversi Per ottenere i dati più precisi possibili, gli scienziati hanno confrontato l’impatto sulla salute delle diete non elaborate e ultra-elaborate sulla stessa persona. Hanno reclutato 43 uomini di età compresa tra 20 e 35 anni, che hanno seguito ciascuna delle due diete per tre settimane, con tre mesi di “washout” tra una e l’altra. Metà dei soggetti ha iniziato con la dieta ultra-elaborata e l’altra con quella non elaborata. Metà degli uomini ha anche seguito una dieta ipercalorica con 500 calorie giornaliere in più, mentre l’altra metà ha ricevuto la quantità di calorie normale per la loro corporatura, età e livello di attività fisica. Non è stato detto loro quale dieta stessero seguendo. Sia la dieta non elaborata che quella ultra-elaborata contenevano la stessa quantità di calorie, proteine, carboidrati e grassi.

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Fonte: quotidianosanita.it




L’Animal Task Force sottolinea il ruolo multifunzionale della zootecnia

Un nuovo e significativo documento, chiamato “Policy Brief – Livestock are more than food” (Gli animali da allevamento sono molto più che cibo), elaborato dall’Animal Task Force (ATF) e reso noto da FEFAC (Federazione Europea dei Produttori di Mangimi), mette in luce l’ampio spettro di benefici che la zootecnia europea offre alla società, andando ben oltre la mera produzione alimentare. Questa pubblicazione mira a sensibilizzare i decisori politici e il pubblico sulla profonda multifunzionalità del settore.

Il documento della ATF sottolinea come gli allevamenti siano un pilastro non solo per la sicurezza alimentare, garantendo proteine di alta qualità e micronutrienti essenziali, ma anche per la circolarità dell’economia. Gli animali, infatti, trasformano sottoprodotti agricoli e scarti non commestibili dall’uomo in risorse preziose, contribuendo a ridurre gli sprechi e a valorizzare filiere che altrimenti sarebbero sottoutilizzate. Questa capacità di conversione è fondamentale per un sistema alimentare efficiente e sostenibile.

Oltre a ciò, la zootecnia riveste un ruolo cruciale nella gestione del territorio e nella preservazione della biodiversità. Attraverso il pascolamento e la gestione delle aree rurali, gli animali contribuiscono a mantenere paesaggi aperti, a prevenire incendi e a sostenere ecosistemi complessi. Le loro deiezioni, opportunamente gestite, sono una risorsa preziosa per la fertilizzazione dei suoli, riducendo la dipendenza da fertilizzanti chimici e migliorando la salute del terreno.

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Fonte: mangimiealimenti.it




Microplastiche nei molluschi: uno studio IZSAM sul loro accumulo e sulla depurazione

microplasticheUn esperimento condotto in condizioni controllate ha permesso di osservare come le ostriche accumulano le microplastiche presenti nel nostro mare e quanto riescono a eliminarle prima di arrivare al consumo umano.

 Le ostriche, molluschi bivalvi efficienti filtratori, possono ingerire microplastiche, frammenti inferiori a 5 millimetri che derivano dalla degradazione dei rifiuti plastici. Una volta accumulate nei tessuti, queste particelle possono finire anche sulle nostre tavole, diventando una possibile via di contaminazione per l’uomo. Uno studio pubblicato sulla rivista Water da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZSAM), in collaborazione con l’Istituto per lo Studio degli Impatti Antropici e Sostenibilità in Ambiente Marino (IAS-CNR), ha indagato in laboratorio cosa succede quando le ostriche vengono esposte a queste particelle, e come riescono a eliminarle.

Per riprodurre condizioni realistiche, sono state utilizzate microplastiche di forme e polimeri differenti (filamenti di polipropilene, sfere di polistirene, frammenti di polietilene tereftalato), invecchiate artificialmente al fine di creare un biofilm e renderle il più possibile simili a quelle presenti in natura. Le ostriche sono state mantenute per 28 giorni in vasche con acqua di mare sintetica contenente queste particelle, una procedura che in gergo scientifico viene chiamata “esposizione”: significa mettere gli animali in contatto diretto e continuativo con una determinata sostanza per studiarne gli effetti. Al termine di tale periodo, le ostriche contenevano in media oltre 5 particelle di microplastica per grammo di tessuto. La maggior parte erano filamenti (79%), seguiti da sfere (19%) e frammenti (2%).

Successivamente, gli animali sono stati trasferiti in acqua di mare sintetica pulita per simulare la fase di depurazione, un trattamento previsto presso appositi centri per tutti i molluschi prima di essere immessi sul mercato. Questo processo serve normalmente a eliminare batteri e altri agenti patogeni, ma può avere un effetto anche sulle microplastiche.

“Abbiamo osservato una riduzione significativa della presenza delle microplastiche, circa il 69%, già nelle prime 24 ore – dice Sara Recchi, biologa marina dell’IZSAM – e una diminuzione complessiva del 92% entro cinque giorni dall’inizio del periodo di depurazione. Le particelle che non venivano eliminate facilmente erano soprattutto quelle di dimensioni maggiori o con forme più complesse, come i filamenti più lunghi.”

Lo studio ha analizzato anche un altro aspetto: il possibile effetto delle microplastiche sulle ostriche a livello cellulare. Per farlo, i ricercatori hanno analizzato alcuni geni “di riferimento”, ovvero geni che mantengono livelli di attività stabili anche in condizioni difficili. Questi geni non sono coinvolti nella risposta allo stress, ma servono come base di confronto per studiare quelli che invece si attivano o si spengono in presenza di inquinanti.

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Fonte: IZS Teramo




Almanacco della sicurezza alimentare: normative e istituzioni di diversi paesi in un’unica piattaforma

datiUn’unica piattaforma con tutte le informazioni sulle normative e le istituzioni pubbliche responsabili per la sicurezza alimentare di numerosi Paesi? È l’Almanacco della Sicurezza Alimentare pubblicato dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR), uno strumento online che permette di identificare in modo rapido ed efficace le autorità e le istituzioni pertinenti di 38 Paesi (più l’Unione Europea) e i potenziali partner per la collaborazione internazionale. L’obiettivo del BfR è promuovere un maggiore allineamento delle norme e delle procedure esistenti, contribuendo a semplificare gli sforzi ed evitando così inutili duplicazioni del lavoro.

Dal 2009, il BfR ha pubblicato cinque edizioni stampate dell’Almanacco per la Sicurezza Alimentare dell’UE in diverse lingue, l’ultimo dei quali nell’agosto 2021. L’anno successivo l’Almanacco ha fatto il salto nel mondo digitale, e si è trasformato in una piattaforma online dinamica e costantemente aggiornata, allargando il suo database anche a Paesi extra UE (principalmente stati della regione europea, per ora).

Almanacco della Sicurezza Alimentare Italia
Il profilo dell’Italia sull’Almanacco della Sicurezza Alimentare

L’Almanacco, quindi, è uno strumento destinato a responsabili della sicurezza alimentare all’interno delle istituzioni nazionali ed europee, e ad altri addetti ai lavori. Il BfR invita i vari Paesi a mantenere aggiornato il loro profilo e di garantire l’accuratezza del contenuto almeno una volta all’anno: ogni paese, istituzione o organizzazione è infatti responsabile del contenuto del proprio profilo.

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Fonte: ilfattoalimentare.it




Aumentare la sicurezza alimentare in Europa con l’innovazione digitale

In un mondo di filiere alimentari sempre più complesse e globalizzate, garantire la sicurezza degli alimenti è un compito impegnativo. I rischi emergenti, dalle epidemie microbiche alle contaminazioni chimiche, mettono costantemente a dura prova i sistemi alimentari. In risposta, il progetto FoodSafeR(si apre in una nuova finestra), finanziato dall’UE, ha riunito 19 organizzazioni accademiche, di ricerca e industriali di tutta Europa per sviluppare strumenti digitali all’avanguardia in grado di affrontare questa sfida.

Sfruttare l’IA per i rischi emergenti

«FoodSafeR intendeva fornire un sistema proattivo per rilevare e gestire i rischi emergenti per la sicurezza alimentare», spiega Lauren Alteio, scienziata del Centro di competenze austriaco per la qualità, la sicurezza e l’innovazione del mangime e degli alimenti(si apre in una nuova finestra) (FFoQSI). «Non ci limitiamo però a monitorare i rischi, ma cerchiamo di prevenirli.» L’équipe ha applicato l’intelligenza artificiale (IA) ad alcuni casi di ricerca, tra cui l’uso di algoritmi di apprendimento automatico in approcci bioinformatici per casi d’uso microbiologici e l’analisi di dati derivati da immagini satellitari per indagare la contaminazione da micotossine nelle colture. Il progetto ha inoltre usato l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale per analizzare i dati multimediali e scientifici alla ricerca di segnali precoci di rischi emergenti, al fine di aiutare i professionisti a rispondere in modo rapido e sicuro. Grazie a questo lavoro, il progetto ha sviluppato un quadro di riferimento per rilevare il modo in cui le minacce alla sicurezza alimentare cambiano sotto pressione. «Abbiamo identificato degli indicatori che ci hanno permesso di seguire il comportamento di una minaccia nel tempo, essenziale per una risposta a breve termine e una prevenzione a lungo termine», spiega Alteio. Questi approfondimenti sono stati poi integrati in strumenti digitali(si apre in una nuova finestra) e raccomandazioni politiche(si apre in una nuova finestra) sia per gli operatori che per i legislatori. Finora sono stati indagati a fondo quattro scenari di minaccia microbica e quattro scenari di minaccia chimica, aiutando i ricercatori a capire come cambiano i rischi e come rispondere in modo efficace.

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Fonte: Commissione Europea




Designato il dott. Nikolaus Kriz come prossimo direttore esecutivo dell’EFSA

Sono molto lieto di annunciare che oggi il consiglio di amministrazione ha designato il dott. Nikolaus Kriz come prossimo direttore esecutivo dell’EFSA” ha dichiarato Aivars Bērziņš, presidente del consiglio di amministrazione EFSA.

Grazie alla sua notevole esperienza di leadership in ambito normativo e alle sue profonde competenze scientifiche, siamo certi che rafforzerà ulteriormente il ruolo dell’EFSA come punto di riferimento dell’UE per la valutazione indipendente dei rischi per la sicurezza alimentare“.

A nome del consiglio di amministrazione colgo inoltre l’occasione per estendere la nostra sincera gratitudine al dott. Bernhard Url per la sua straordinaria leadership come direttore esecutivo dell’EFSA negli ultimi undici anni“, ha concluso Aivars Bērziņš.

Kriz è entrato all’EFSA nel 2017 ed è attualmente capo del dipartimento “Servizi di valutazione del rischio” (ENABLE) dell’Autorità. Di formazione veterinaria, prima dell’EFSA ha ricoperto vari incarichi presso l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) nella valutazione del rischio veterinario e per la salute pubblica.

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Fonte: EFSA




Aflatossine: le nuove linee guida del Ministero della Salute per mangimifici e filiera lattiero-casearia

Il Ministero della Salute ha revisionato le linee guida per prevenire e gestire il rischio contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero-casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale (QUI). La prima versione del documento era stata divulgata durante l’emergenza del 2013, quando, a seguito delle condizioni climatiche estreme,  si era resa necessaria la definizione di procedure operative straordinarie.

La decisione di operare questo riesame è stata presa considerando che attualmente, a seguito dei cambiamenti climatici in atto, si assiste ad una maggiore variabilità annuale e regionale delle contaminazioni da micotossine sia a livello nazionale che europeo, e pertanto la contaminazione delle produzioni agricole non può più essere gestita come un evento eccezionale o emergenziale con procedure straordinarie, ma deve essere gestita in modo programmato attraverso il sistema di autocontrollo degli Operatori. Fin qui nessuna grande novità, dato che, con il Regolamento 178/2002 e 852/2004 dopo, già era stata attribuita agli operatori la responsabilità di implementare nel loro processo produttivo un sistema a garanzia della sicurezza degli alimenti immessi sul mercato.

La novità risiede, quindi, unicamente nella volontà di uniformare il comportamento degli operatori affinché dispongano di uno schema di intervento di riferimento da adattare alle diverse realtà produttive e territoriali, e contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare stabiliti a livello europeo.

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Fonte: Ruminantia




Rete UE di Allerta e Cooperazione: analisi del rapporto 2024

Il rapporto annuale 2024 della Commissione europea sulla Rete di Allerta e Cooperazione (Alert and Cooperation Network, ACN) fornisce approfondimenti completi sul monitoraggio della sicurezza alimentare in UE. Questo rapporto dettaglia sviluppi significativi nei modelli di notificarischi emergenti e sforzi collaborativi per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare durante il 2024.

Principali risultati e tendenze

Il rapporto indica un aumento dell’8% nelle notifiche totali ACN rispetto al 2023, raggiungendo 9.460 segnalazioni in tutte le reti. Il Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi (RASFF) ha registrato la crescita più sostanziale con un aumento del 12% a 5.250 notifiche. In particolare:

  • le notifiche relative alla Salute delle Piante (Plants Health, PH) sono quasi triplicate in numero, mentre
  • le notifiche di Frode Agroalimentare (Food Frauds, FF) sono diminuite di circa un terzo
  • Germania, Paesi Bassi e Italia sono emersi come i principali Paesi notificanti nel 2024
  • respingimenti alla frontiera sono rimasti costanti a circa un terzo di tutte le notifiche RASFF, riguardando principalmente residui di pesticidi in importazioni di frutta e verdura.

Innovazione nei sistemi di sicurezza alimentare

Sotto la guida del Direttore Generale Sandra Gallina, la Commissione ha lanciato due nuove reti attraverso il sistema iRASFF nel 2024: la Rete per il Benessere Animale e la Rete per gli Animali da Compagnia. Queste reti mirano a migliorare la comunicazione tra le autorità nel settore agroalimentare e garantire una migliore attuazione della legislazione UE.

Un significativo avanzamento tecnologico è stato lo sviluppo di TraceMap, uno strumento basato sull’IA integrato nel sistema di gestione delle informazioni per i controlli ufficiali. Questo sistema:

  • migliora l’elaborazione di grandi serie di dati, integrando oltre 10.000 notifiche ACN e 4 milioni di documenti TRACES annualmente
  • automatizza l’estrazione di informazioni da dati non strutturati e identifica connessioni tra allerte, operatori e modelli, facilitando indagini più efficienti su incidenti di sicurezza alimentare e frodi alimentari.

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Fonte: foddtimes.eu




Agenzia Africana per la Sicurezza Alimentare (AfFSA), il lancio

Sicurezza alimentareL’Agenzia africana per la sicurezza alimentare (AfFSA) è stata formalmente istituita, il 16 febbraio 2025, per affrontare le pervasive sfide della sicurezza alimentare. Questo promettente organismo, esaminato in un recente articolo di npj Science of Food (Ayalew et al., 2025), è il primo del suo genere nel continente e offre un modello per coordinare le politiche, rafforzare la valutazione del rischio. Per migliorare anche, in ultima analisi, la food security e lo sviluppo economico degli Stati Membri dell’Unione Africana.

L’Unione Africana: leadership continentale e integrazione

L’Unione Africana (African Union, AU) è un organismo continentale composto da 55 Stati membri, ufficialmente lanciato nel 2002 quale successore dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA). L’AU è l’istituzione principale dell’Africa e l’organizzazione primaria per la promozione dell’integrazione socio-economica accelerata del continente, nonché il forum centrale per promuovere interessi collettivi, cooperazione e coordinamento tra gli Stati africani.

La visione dell’AU è ‘un’Africa integrata, prospera e pacifica, guidata dai propri cittadini, che rappresenti una forza dinamica nell’arena internazionale‘.

Le sue iniziative abbracciano l’integrazione politica, lo sviluppo economico, la cooperazione in materia di sicurezza, il coordinamento delle politiche sanitarie e il progresso agricolo. L’organizzazione opera attraverso vari uffici tecnici specializzati, commissioni e agenzie che affrontano sfide specifiche di settore in tutto il continente. Quadri politici chiave come l’Agenda 2063 e l’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTAguidano la direzione strategica dell’AU verso l’integrazione continentale e lo sviluppo sostenibile.

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Fonte: foodtimes.eu