Position paper sul sistema di etichettatura nutrizionale volontaria NutrInform Battery

Diversi accademici e scienziati si sono pronunciati a favore del Nutrinform Battery realizzando un documento condiviso.

Il documento identifica il sistema di etichettatura nutrizionale FOP proposto dall’Italia come uno strumento utile per facilitare e migliorare la comprensione delle caratteristiche di composizione nutrizionale dell’alimento, consentendone il collocamento all’interno di una dieta varia ed equilibrata, scongiurando il rischio di semplificare l’educazione alimentare e di trascurare la complessità dei criteri e delle raccomandazioni nutrizionali ampiamente supportate dalle evidenze scientifiche.

Position paper sul sistema di etichettatura nutrizionale volontaria NutrInform Battery

Fonte: Ministero della salute




Locusta migratoria: il parere dell’Efsa per consumarla come ingrediente alimentare sotto forma di snack

InsettiA seguito di una richiesta della Commissione europea, è stato chiesto al gruppo di esperti scientifici dell’Aurità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sulla nutrizione, i nuovi alimenti e gli allergeni alimentari (NDA) di esprimere un parere sulla sicurezza delle formulazioni congelate ed essiccate della locusta migratoria (Locusta migratoria) come nuovo alimento ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283.

Il termine locusta migratoria si riferisce all’adulto della specie di insetti Locusta migratoria.

Il Novel Food (NF) ​​è proposto in tre formulazioni

  1. surgelato senza zampe e senza ali;
  2. essiccato senza zampe e ali;
  3. terra con zampe e ali.

I componenti principali del NF sono proteine, grassi e fibre (chitina) nella forma essiccata del NF e acqua, proteine, grassi e fibre (chitina) nella forma congelata del NF.

Il gruppo di esperti scientifici ha affermato che la concentrazione di contaminanti nel NF dipende dai livelli di presenza di queste sostanze nel mangime per insetti e non vi sono problemi di sicurezza per quanto riguarda la stabilità del NF se il NF è conforme ai limiti delle specifiche proposte durante l’intera durata di conservazione.

Il NF ​​ha un alto contenuto proteico, sebbene i veri livelli proteici nel NF siano sovrastimati quando si utilizza il fattore di conversione azoto-proteina di 6,25, a causa della presenza di azoto non proteico dalla chitina. Il richiedente ha proposto di utilizzare l’NF come congelato, essiccato e macinato sotto forma di snack e come ingrediente alimentare in una serie di prodotti alimentari. Il target di riferimento del richiedente è la popolazione generale.

I gruppo di esperti osserva che, considerando la composizione del NF e le condizioni d’uso proposte, il consumo del NF non è svantaggioso dal punto di vista nutrizionale. La storia dell’uso e gli studi sulla tossicità presentati dalla letteratura non hanno sollevato problemi di sicurezza. Il gruppo di esperti scientifici ritiene che il consumo di NF potrebbe innescare una sensibilizzazione primaria alle proteine ​​di L. migratoria e causare reazioni allergiche in soggetti con allergia a crostacei, acari e molluschi. Inoltre, gli allergeni del mangime possono finire nel NF. Il gruppo di esperti conclude che l’NF è sicuro in base agli usi e ai livelli d’uso proposti.




Appunti di scienza: medicina forense veterinaria

Nuova uscita per “Appunti di scienza”, la collana di materiali editoriali realizzata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) per la divulgazione di temi di sanità animale e sicurezza alimentare.

Il nuovo numero vuole informare i lettori sulla medicina forense veterinaria, ripercorrendo la storia e l’evoluzione di questa disciplina e introducendo ai principali riferimenti della legislazione italiana che tutela gli animali. L’opuscolo presenta inoltre gli obiettivi e le attività del Centro specialistico dipartimentale di medicina forense veterinaria dell’IZSVe.

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Fonte: IZS Venezie




Parere CNSA – Virus SARS-COV-2 e alimenti

Parere CNSA – Virus SARS-COV-2 e alimenti

A cura di Ministero della Salute, CNSA

Anno 2021

Abstract

In considerazione dell’importanza e attualità dell’argomento e di specifiche richieste di chiarimento avanzate dalla Sezione consultiva delle Associazioni dei consumatori e dei produttori e da altri portatori di interesse, la Sezione Sicurezza Alimentare ha ritenuto opportuno procedere ad un’analisi delle conoscenze attuali in merito al rapporto tra virus e alimenti.

Sulla base degli studi attualmente presenti a livello internazionale, in attesa di possibili modifiche e/o precisazioni successive, si può concludere che non sono presenti evidenze scientifiche che permettano di affermare che il virus SARS-CoV-2 si trasmetta per via alimentare, attraverso gli alimenti crudi o cotti. In condizioni normali, non ci sono ancora prove che gli imballaggi contaminati trasmettano l’infezione e il rischio di contagio del virus SARS-CoV-2 attraverso i materiali, il packaging e le superfici a contatto con gli alimenti appare trascurabile.

Le più importanti misure di prevenzione che i lavoratori dedicati alla distribuzione e vendita degli alimenti devono applicare sono il distanziamento fisico, la buona igiene personale con frequente lavaggio delle mani e l’applicazione delle generali regole per l’igiene degli alimenti.

Ai consumatori si ricorda che nel corso della spesa è bene mantenere la distanza di almeno 1 metro e mezzo tra le persone, sanitizzare il carrello o il cestino, sanitizzare le mani prima e dopo l’utilizzo del carrello o del cestino e/o proteggere le mani con guanti da eliminare in appositi contenitori finita la spesa, oltre che usare la mascherina correttamente indossata tutto il tempo di permanenza al supermercato. A casa, non è necessario disinfettare gli involucri che contengono gli alimenti, ma lavare le mani dopo aver manipolato le confezioni. Mentre le temperature utilizzate per la cottura sono sufficienti per inattivare il coronavirus, le temperature di refrigerazione e congelamento non sembrano causare una riduzione della vitalità del virus. Il lavaggio con solo acqua potabile sembra essere sufficiente per sanificare la frutta e la verdura.

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Fonte: Ministero della Salute




Efsa, Seminario internazionale sulla valutazione del rischio all’esposizione combinata a più sostanze chimiche

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Il Focal point italiano di EFSA informa che sono aperte le iscrizioni al seminario internazionale sulla valutazione del rischio dovuto all’esposizione combinata a più sostanze chimiche. Il seminario si terrà online dal 18 al 20 ottobre 2021 in tre sessioni pomeridiane.

La scadenza per la registrazione è il 30 agosto 2021 e può essere effettuata online. L’interessato riceverà una email di conferma.

Poiché la partecipazione è limitata a 120 partecipanti, le iscrizioni potrebbero chiudersi al raggiungimento del numero massimo.

Per maggiori informazioni sull’evento, è possibile consultare la pagina dedicata sul sito web di EFSA o contattare il comitato organizzatore all’indirizzo email events@efsa.europa.eu.

Leggi il programma.




Resistenza agli antimicrobici e ambienti di produzione degli alimenti: fonti e opzioni per il controllo

Antibioticoresistenza

La resistenza agli antimicrobici (AMR) negli alimenti di origine vegetale e/o nell’acquacoltura ha origine per lo più da fertilizzanti di origine fecale e acque (compresa quella usata per irrigare). Secondo l’EFSA in zootecnia le fonti potenziali di resistenza sono riconducibili a mangimi, esseri umani, acqua, aria o polvere, suolo, fauna selvatica, roditori, artropodi e attrezzature.

Per la prima volta gli esperti dell’EFSA hanno valutato il ruolo svolto dagli ambienti destinati alla produzione alimentare nell’insorgenza e diffusione dell’AMR, mappando le principali fonti dei relativi batteri e geni, anche se i dati attuali non consentono di quantificare il contributo specifico di ciascuna di esse a questo problema di portata mondiale.

L’EFSA ha individuato i batteri e i geni resistenti di massima priorità per la salute pubblica che possono essere trasmessi tramite la catena alimentare, vagliando la letteratura scientifica per documentarne la presenza nelle suddette fonti ambientali.

Tra le misure volte a limitare la comparsa e la diffusione di resistenza negli ambienti per la produzione alimentare vi sono la riduzione della contaminazione microbica di origine fecale nei fertilizzanti, nell’acqua e nei mangimi nonché l’adozione di buone pratiche igieniche in genere . Gli esperti hanno inoltre formulato raccomandazioni per proseguire la ricerca nei settori ritenuti prioritari onde contribuire a colmare le lacune nei dati, affiancando così i responsabili dell’UE in materia di gestione del rischio nell’attuare il piano d’azione europeo «One Health» contro la resistenza agli antimicrobici.

Per elaborare il parere, gli esperti hanno lavorato a stretto contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) e l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA).

Fonte: EFSA




Isolato ceppo appartenente ad un nuovo sierotipo di Salmonella

Il Centro di referenza nazionale e OIE per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha identificato un ceppo di salmonella riconducibile ad un sierotipo mai descritto prima. La new entry è stata battezzata come Salmonella Abeokuta ed è originaria della Nigeria.

Al momento dell’identificazione, il ceppo di Salmonella non corrispondeva a nessuno degli oltre 2.600 sierotipi finora conosciuti e codificati nello schema White-Kauffmann-Le Minor, utilizzato per attribuire i nomi ai ceppi di Salmonella. Il sierotipo è stato isolato da un campione di mangime per polli nel sud-ovest della Nigeria, ad Abeokuta, capitale dello stato di Ogun. È stato quindi inviato al Laboratorio di referenza europeo per la salmonella di Bilthoven (Paesi Bassi), e poi all’Istituto Pasteur di Parigi per ulteriori accertamenti. La conferma è arrivata poche settimane fa: il ceppo appartiene effettivamente a un sierotipo nuovo, non ancora codificato.

La storia di questa scoperta è cominciata otto anni fa, quando l’IZSVe ha ospitato un collega nigeriano per un periodo di formazione presso il Centro di referenza. Il dott. Idowu Oluwabunmi Fagbamila, in servizio al National Veterinary Research Institute di Vom (Nigeria), ha fornito i ceppi di Salmonella provenienti da quella zona per la tipizzazione. Il merito della scoperta, oltre al dott. Fagbamila, va anche a Claudio Minorello, tecnico di laboratorio oggi in pensione ma fino a pochi anni fa in forza al Centro di referenza, in cui ha dedicato gran parte della sua attività alla sierotipizzazione di Salmonella.

Abeokuta non è stata individuata in altri paesi al di fuori della Nigeria, né ad oggi sembra costituire motivo di preoccupazione per la salute di animali e uomo. Le azioni di monitoraggio e controllo da parte del Centro di referenza serviranno a comprendere la rilevanza sanitaria di questo ed eventuali nuovi ceppi di Salmonella.

L’attuale sistema di classificazione Kauffmann-White-Le Minor si basa sui determinanti antigenici dei vari sierotipi di Salmonella ed è stato costruito in oltre 80 anni di ricerca sulle interazioni fra anticorpi e antigeni di superficie del batterio: lo schema contiene le formule antigeniche di tutti i sierotipi noti di Salmonella. Il programma è mantenuto e aggiornato dal Centro di riferimento per la salmonella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), presso l’Istituto Pasteur di Parigi. Quando fu pubblicato per la prima volta nel 1934 lo schema includeva solo 44 sierotipi, mentre oggi sono 2.659, secondo l’ultimo aggiornamento al 2010.

Fonte: IZS Venezie




Glifosato: le autorità di regolamentazione dell’UE avviano le valutazioni del rinnovo

All’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) è pervenuto un progetto di valutazione del rischio relativo al glifosato, effettuata da quattro Stati membri dell’UE. Le due Agenzie si accingono ora a esaminarne le risultanze. L’uso del glifosato, l’erbicida più utilizzato a livello mondiale, è attualmente autorizzato nell’UE fino a dicembre 2022.

Le autorità nazionali di Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria (il gruppo di valutazione del glifosato, AGG) hanno esaminato l’insieme delle evidenze trasmesse dalle imprese che hanno presentato domanda di rinnovo dell’approvazione al fine di commercializzare la sostanza nell’UE. Il progetto di relazione dell’AGG conta circa 11 000 pagine.

In merito al suddetto progetto di relazione l’EFSA e l’ECHA organizzeranno ora consultazioni pubbliche parallele, che saranno avviate nella prima settimana di settembre di quest’anno.

Le consultazioni costituiscono la prima fase delle valutazioni. Il comitato dell’ECHA per la valutazione dei rischi (RAC) procederà a un riesame della classificazione del glifosato nell’ambito del regolamento dell’UE relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio (CLP). La classificazione delle sostanze chimiche si basa esclusivamente sulle proprietà pericolose e non tiene conto della probabilità di esposizione a tali sostanze. L’esposizione è considerata parte del processo di valutazione del rischio condotto dall’EFSA.

Il glifosato è stato classificato ufficialmente come causa di gravi danni agli occhi e come tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, sia prima che dopo la valutazione dell’ECHA nel 2017. Non vi è stata alcuna classificazione in termini di mutagenicità delle cellule germinali, carcinogenicità o tossicità riproduttiva. Nella proposta dei quattro Stati membri non è prevista alcuna modifica della classificazione attuale.

Dopo l’adozione di un parere da parte dell’ECHA, l’EFSA porterà a termine la propria revisione paritaria e ne pubblicherà le conclusioni, attese per la fine del 2022. Sulla base di tale valutazione del rischio la Commissione europea renderà una decisione in merito al rinnovo dell’approvazione per il glifosato.

Contesto

Il glifosato è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nei prodotti fitosanitari. Quelli a base di glifosato, ossia i formulati contenenti glifosato, coformulanti e altre sostanze chimiche, sono utilizzati principalmente nell’agricoltura e nell’orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono con le colture.

Nel 2017 la Commissione europea ha concesso un’approvazione quinquennale per il glifosato: attualmente il periodo di approvazione dell’uso del glifosato nell’UE si estende fino al 15 dicembre 2022. Ciò significa che fino a tale data il glifosato può essere utilizzato come sostanza attiva nei prodotti fitosanitari, a condizione che ciascuno di essi sia autorizzato dalle autorità nazionali a seguito di una valutazione della loro sicurezza.

Informazioni dettagliate sono disponibili sul sito web della Commissione europea.

Fonte: EFSA




Valutazione del rischio microbiologico, linee guida Fao Oms

Fao e Oms hanno redatto il documento “Microbiological risk assessment: guidance for food” per fornire un quadro strutturato sulla valutazione dei rischi microbiologici negli alimenti, aggiornando e riunendo in un unico volume i 3 precedenti documenti di orientamento  (MRA 3, MRA 7 e MRA 17)

Le linee guida sono state sviluppate per la comunità globale di scienziati e valutatori del rischio, gestori del rischio o altri responsabili del processo decisionale e/o della comunicazione del rischio in modo che possano:

1) identificare i problemi e le caratteristiche chiave di un rischio microbiologico;

2) riconoscere le proprietà di una valutazione del rischio basata sulle migliori pratiche;

3) evitare alcuni errori comuni nella valutazione del rischio;

4) eseguire valutazioni del rischio che rispondano alle esigenze dei gestori del rischio.

 




Pesticidi negli alimenti: presentati gli ultimi dati

Pubblicato l’ultimo rapporto sui residui di pesticidi negli alimenti nell’Unione europea, uno spaccato dei tenori di residui riscontrati nell’intero territorio in un paniere di prodotti di largo consumo. 

Nel 2019 sono stati analizzati complessivamente 96 302 campioni di alimenti, dei quali il 96,1% è risultato nei limiti di legge. Quanto al sottoinsieme di 12 579 campioni analizzato in base al programma di controllo coordinato dall’UE (EUCP) si è riscontrato che era nei limiti di legge il 98% di essi.

L’EUCP ha analizzato campioni presi a caso in 12 prodotti alimentari: mele, cavoli cappuccio, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, avena in chicchi, orzo in chicchi, vino (rosso e bianco), latte vaccino e grasso di maiale. Di questi campioni:

  • 6 674, ovvero il 53%, sono risultati privi di residui quantificabili;
  • 5 664, ovvero il 45%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi;
  • il 2% infine, cioè 241 campioni, conteneva residui eccedenti il massimo di legge, dei quali l’1% è stato sottoposto a misure legali.

Il programma coordinato utilizza a rotazione triennale panieri di prodotti analoghi, in modo da poter individuare per prodotti specifici tendenze in aumento o diminuzione. Rispetto al 2016 il tasso di sforamento risulta diminuito per pesche (da 1,9% a 1,5%), lattuga (da 2,4% a 1,8%), mele (da 2,7% a 2,1%) e pomodori (da 2,6% a 1,7%); aumentato invece per fragole (da 1,8% a 3,3%), cavoli cappuccio (da 1,1% a 1,9%), uva da vino (da 0,4% a 0,9%) e grasso di maiale (da 0,1% a 0,3%). Come nel 2016 non risultano sforamenti nel latte vaccino.

L’EFSA ha tradotto le risultanze del programma coordinato in grafici e diagrammi disponibili sul proprio sito web, rendendo i dati più accessibili ai non specialisti.

Oltre ai dati armonizzati e confrontabili raccolti nell’ambito del programma coordinato UE, il rapporto annuale dell’EFSA utilizza anche i dati provenienti dalle attività di controllo nazionali dei singoli Stati membri dell’UE, della Norvegia e dell’Islanda.

Questi programmi nazionali di controllo sono mirati sul rischio, quindi su prodotti con presenza probabile di residui di pesticidi o nei quali siano state individuate violazioni delle norme negli anni precedenti. Essi forniscono  informazioni importanti ai gestori del rischio ma, a differenza dei dati provenienti dal programma coordinato dall’UE, non forniscono un quadro statisticamente rappresentativo dei livelli di residui che ci si aspetterebbe di trovare negli alimenti in vendita in Europa.

Nell’ambito dell’analisi dei risultati l’EFSA ha effettuato anche una valutazione dei rischi alimentari. Tale analisi suggerisce che i prodotti alimentari analizzati nel 2019 abbiano poca probabilità di rappresentare un problema per la salute dei consumatori. Vengono tuttavia avanzate alcune raccomandazioni per aumentare l’efficienza dei sistemi di controllo europei, al fine di garantire come sempre un elevato livello di tutela dei consumatori.

Fonte:  EFSA