Microplastiche scoperte anche nella catena alimentare antartica
Le microplastiche non risparmiano nemmeno gli ambienti più isolati del pianeta. Una ricerca condotta dall’Università del Kentucky e dall’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilevato per la prima volta frammenti di plastica nel tratto digestivo del Belgica antarctica, unico insetto endemico dell’Antartide e specie fondamentale per il ciclo dei nutrienti del suolo. Secondo Elisa Bergami, ecologista dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “l’ingestione di microplastica, pur limitata al 7% degli esemplari, dimostra che la plastica raggiunge i suoli antartici”.
Esperimenti sulle larve
Per comprendere gli effetti delle microplastiche, i ricercatori hanno esposto le larve di B. antarctica a microsfere di polietilene per dieci giorni. Le larve hanno ingerito particelle solo a concentrazioni elevate, senza variazioni significative nella sopravvivenza o nel metabolismo. Carboidrati e proteine sono rimasti stabili, mentre i lipidi hanno mostrato una leggera diminuzione con maggior presenza di plastica. Gli effetti a lungo termine restano però incerti e richiedono ulteriori studi.
Fonte: ambienteinsalute.it
Per anni si è pensato che le profondità oceaniche potessero offrire una protezione naturale dall’inquinamento generato dall’uomo. Una nuova ricerca pubblicata su Science of the Total Environment, però, dimostra che non è così. I mammiferi marini non sono immuni dai cosiddetti forever chemicals, sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) note per la loro resistenza alla degradazione e per la loro presenza crescente negli ecosistemi terrestri e marini.
Diossine e PCB
Le microplastiche hanno raggiunto anche gli ecosistemi più remoti. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Università di Pretoria ha individuato frammenti di nylon e altri polimeri sintetici nei polmoni e nel sangue di animali selvatici prelevati in riserve naturali del Sudafrica, zone finora considerate incontaminate. Lo studio è stato presentato al Sardinia Symposium 2025, il convegno mondiale sulla gestione dei rifiuti e sull’economia circolare, e ha sollevato un forte allarme sulla diffusione globale di questi inquinanti invisibili e sui rischi per la salute degli animali e dell’uomo.
Lo studio, primo in Italia a impiegare su larga scala la tecnica del metabarcoding su campioni raccolti nell’ambito dei controlli ufficiali, ha analizzato 62 alimenti venduti tra Lazio e Toscana, individuando anche la presenza di specie allergeniche non dichiarate, come pesci e molluschi, con potenziali rischi per la salute dei consumatori.
Le api da miele (Apis mellifera) svolgono un ruolo cruciale nell’impollinazione delle colture agricole e nella conservazione degli ecosistemi naturali. Tuttavia, la sopravvivenza delle colonie è sempre più minacciata da numerosi fattori, tra cui l’infestazione da Varroa destructor, un acaro parassita considerato tra le principali cause di perdita delle colonie.
Il rischio per la salute umana da residui di pesticidi rimane basso, in linea con i dati degli anni precedenti, ha dichiarato l’EFSA nel suo nuovo rapporto annuale. L’EFSA ha analizzato migliaia di campioni da prodotti di consumo comune raccolti nel 2023.