Diversità genetica dei virus influenzali suini nel Nord Est e identificazione di due nuovi genotipi
Ricercatori dell’IZSVe hanno identificato due genotipi di virus influenzali finora sconosciuti in Italia, denominati Novel 1 e Novel 2, in popolazioni di suini. La scoperta è avvenuta nell’ambito di uno studio di sorveglianza in allevamenti suini del Nord-Est, pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology. Il genotipo Novel 1, appartenente al sottotipo H1avN2, è stato isolato in Friuli Venezia Giulia, mentre il genotipo Novel 2, riconducibile al sottotipo H1pdmN2, è stato identificato in Veneto. Lo studio prosegue una linea di ricerca che già nel 2018 aveva permesso di identificare altri genotipi virali.
L’influenza suina è una malattia respiratoria dei suini diffusa in tutto il mondo, con importanti implicazioni per la salute animale e umana.
“Il suino è una specie estremamente interessante per lo studio dei ceppi influenzali, dal momento che è suscettibile all’infezione di ceppi influenzali di diversa origine, suina, umana e aviare” spiega Lara Cavicchio, biotecnologa ricercatrice del Laboratorio di genomica e trascrittomica virale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), prima autrice dell’articolo. “Per questa ragione il suino rappresenta un mixing vessel, una sorta di ‘miscelatore’ dove i virus influenzali di diversa origine possono andare incontro ad eventi di riassortimento, cioè si scambiano pezzi di materiale genetico, creando nuove varianti, potenzialmente pericolose per l’uomo.”
Un esempio tangibile delle conseguenze negative di questo meccanismo si è avuto con la prima pandemia del XXI secolo. Era il 2009 e a scatenarla fu un virus influenzale H1N1 originato dal riassortimento fra ceppi virali suini, umani e aviari. La sorveglianza è dunque fondamentale per monitorare la circolazione e l’evoluzione di questi virus, al fine di studiare il loro potenziale zoonosico ed eventualmente pandemico.
L’analisi genetica evidenzia la circolazione inter aziendale del virus
Grazie alla collaborazione tra veterinari aziendali e ricercatori, sono stati raccolti tra il 2013 e il 2022 oltre 3.000 campioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige da animali sintomatici: circa il 19% è risultato positivo a influenza suina. La maggior parte dei campioni positivi proviene dalle aree a più alta densità suinicola, nelle province di Padova, Verona, Treviso, Pordenone e Udine.
Con la caratterizzazione genetica dei due nuovi genotipi “italiani” Novel 1 e Novel 2, ad oggi i genotipi noti nel Nord est sono dodici, di cui dieci già descritti precedentemente (A, B, D, F, M, P, T, U, AH e Novel2013).
L’analisi filogenetica, effettuata per tracciare la storia evolutiva dei virus e le loro “parentele”, ha evidenziato la presenza di distinti cluster genetici, costituiti da virus strettamente correlati in allevamenti diversi, e ha rilevato una positività ricorrente a virus influenzali suini in numerose aziende nel corso del periodo di sorveglianza. Questi dati suggeriscono sia la persistenza intra-aziendale di specifici ceppi, sia reintroduzioni ricorrenti legate alle dinamiche di filiera.
La presenza di cluster genetici condivisi tra allevamenti, spesso localizzati in aree geografiche contigue o appartenenti alla stessa rete produttiva, indica fenomeni di diffusione inter-aziendale. In alcuni casi, le sequenze virali mostravano elevata similarità con ceppi umani, coerente con possibili eventi di trasmissione interspecifica.
Fonte: IZS Venezie
Nemmeno i gatti sfuggono all’influenza aviaria. I nostri animali domestici possono essere contagiati esattamente come gli essere umani e in provincia di Bologna per un micio è stato anche causa di morte. Per questo il servizio di Anatomia patologica del Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna si è fatto carico di indagare il fenomeno e ha avviato un un progetto di monitoraggio dell’influenza aviaria nei gatti finanziato dalla Fondazione Carisbo denominato «Influcat-Inbo».
La febbre catarrale degli ovini o Bluetongue (BT) è una malattia infettiva non contagiosa che colpisce alcune famiglie dell’ordine degli Artiodattili ed è trasmessa da vettori ematofagi appartenenti al genere Culicoides. Attualmente sono noti 36 sierotipi di BT, di cui solo alcuni sono considerati “atipici” vista la loro capacità di diffondersi tramite contatto diretto e non per mezzo dei Culicoides (Ries et al., 2020, 2021; The Pirbright Institute, 2015; WOAH, b).
I soldati di Napoleone che affrontarono la campagna russa nel 1812 vennero decimati a causa della diffusione di due agenti patogeni, responsabili della febbre enterica e della febbre ricorrente. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati dell’Institut Pasteur in Francia. Il team, guidato da Nicolás Rascovan, ha estratto e sequenziato il materiale genetico dai denti di 13 soldati sepolti in una fossa comune di Vilnius, in Lituania, e riesumati nel 2002. Dopo aver rimosso la contaminazione ambientale, gli autori hanno identificato frammenti di DNA e agenti patogeni batterici.
Zanzare Culex pipiens e virus West Nile: nuovo studio riscrive la storia evolutiva
La leishmaniosi è una malattia parassitaria che minaccia la salute sia degli animali che degli esseri umani in Europa, Africa, Asia e Sud America. Trasmessa dalla puntura di mosche infette, si manifesta come leishmaniosi cutanea, che causa gravi ulcerazioni cutanee, o come leishmaniosi viscerale, una forma potenzialmente letale che colpisce organi vitali come milza, fegato e midollo osseo. I cani sono il principale serbatoio del parassita, perciò la diagnosi rapida e precisa delle infezioni canine è essenziale per proteggere la nostra salute e quella degli animali. Tuttavia, i metodi diagnostici convenzionali sono spesso invasivi e costosi o producono risultati ambigui.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il National Health Emergency Alert and Response Framework, una guida operativa pensata per aiutare i Paesi a rafforzare i propri sistemi di allerta e risposta alle emergenze sanitarie. Il documento – frutto di due anni di lavoro e di un’ampia consultazione con esperti e governi – rappresenta il nuovo punto di riferimento per la gestione delle crisi, dalle epidemie ai disastri naturali, fino alle emergenze climatiche.
È stato individuato il primo caso della stagione venatoria 2025-2026 di Trichinella spp. in un cinghiale abbattuto nel corso di una battuta a squadra nella Foresta San Marco di Campodimele (LT), su un gruppo di sei capi sottoposti ai controlli di routine.