Influenza aviaria, la prossima pandemia dietro l’angolo?
La crescente diffusione del clade 2.3.4.4b del virus dell’influenza aviaria A(H5N1) a numerose specie di volatili e di mammiferi domestici e selvatici desta fondati motivi di allarme. Preoccupa particolarmente, in un siffatto contesto, la documentata acquisizione dell’infezione da parte di specie la cui conservazione in natura appare già seriamente minacciata, quali l’orso polare in Alaska, i leoni e gli elefanti marini sudamericani, nonché delfini e focene lungo le coste nordamericane e scandinave (Di Guardo, 2025). Ulteriore preoccupazione la giustificano, altresì, i reiterati casi di malattia umana in allevatori statunitensi, conseguenti ad esposizione/consumo di latte non pastorizzato proveniente dai numerosi allevamenti bovini colpiti dal virus in USA (Garg et al., 2025).. In un caso di malattia recentemente diagnosticato in un paziente cileno, l’agente responsabile possedeva inoltre il medesimo profilo genetico del virus isolato da leoni marini deceduti lungo le coste di quel Paese (Pardo-Roa et al., 2025). Fortunatamente, il virus dell’influenza aviaria A(H5N1) non avrebbe ancora acquisito, nonostante i continui eventi mutazionali a carico del proprio genoma, la capacità di trasmettersi efficacemente da uomo a uomo (Di Guardo, 2025).
Alla luce di quanto sopra, concludo questo mio contributo sottolineando ancora una volta l’ineludibile esigenza di un approccio “One Health” – la salute unica di uomo, animali ed ambiente – ai fini di un’adeguata gestione del rischio zoonosico e pandemico associato al virus dell’influenza aviaria A(H5N1) (Di Guardo, 2025)..
Bibliografia citata
Di Guardo G. (2025). Highly Pathogenic Avian Influenza A(H5N1) Virus: How Far Are We from a New Pandemic? Veterinary Sciences 12(6):566.
Garg S, Reinhart K, Couture A, Kniss K, Davis CT, Kirby MK, Murray EL, Zhu S, Kraushaar V, Wadford DA, et al. (2025). Highly Pathogenic Avian Influenza A(H5N1) Virus Infections in Humans. New England Journal of Medicine 392:843-854.
Pardo-Roa C, Nelson MI, Ariyama N, Aguayo C, Almonacid LI, Gonzalez-Reiche AS, Muñoz G, Ulloa M, Ávila C, Navarro C, et al. (2025). Cross-species and mammal-to-mammal transmission of clade 2.3.4.4b highly pathogenic avian influenza A/H5N1 with PB2 adaptations. Nature Communications 16(1):2232.
Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP, Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo
Un uomo anziano con condizioni cliniche pregresse, residente nella contea di Grays Harbor, nello Stato di Washington, è risultato positivo all’influenza aviaria in un test preliminare. Lo ha comunicato il Washington State Department of Health, che riferisce l’avvio delle cure e indica un rischio considerato basso per la popolazione.
A seguito della epidemia di Dermatite nodulare contagiosa (Lumpy skin disease – LSD) in regione Sardegna e dell’avvio della campagna di vaccinazione, negli ultimi mesi il Ministero della Salute ha fornito chiarimenti, documenti detenuti e le ulteriori informazioni a ciascuno degli operatori proprietari di stabilimenti di bovini nei territori interessati che ne abbia fatto richiesta.
Il laboratorio di biologia molecolare della sezione di Putignano dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata ha recentemente sequenziato e depositato nel database NCBI la sequenza genomica (Identificativo NCBI: GCA_052601115.1) di un ceppo di Photobacterium damselae subsp. piscicida isolato presso il laboratorio di Diagnostica della sezione di Taranto dell’IZSPB.
Ricercatori dell’IZSVe hanno identificato due genotipi di virus influenzali finora sconosciuti in Italia, denominati Novel 1 e Novel 2, in popolazioni di suini. La scoperta è avvenuta nell’ambito di uno studio di sorveglianza in allevamenti suini del Nord-Est, pubblicato sulla rivista
Nemmeno i gatti sfuggono all’influenza aviaria. I nostri animali domestici possono essere contagiati esattamente come gli essere umani e in provincia di Bologna per un micio è stato anche causa di morte. Per questo il servizio di Anatomia patologica del Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna si è fatto carico di indagare il fenomeno e ha avviato un un progetto di monitoraggio dell’influenza aviaria nei gatti finanziato dalla Fondazione Carisbo denominato «Influcat-Inbo».
La febbre catarrale degli ovini o Bluetongue (BT) è una malattia infettiva non contagiosa che colpisce alcune famiglie dell’ordine degli Artiodattili ed è trasmessa da vettori ematofagi appartenenti al genere Culicoides. Attualmente sono noti 36 sierotipi di BT, di cui solo alcuni sono considerati “atipici” vista la loro capacità di diffondersi tramite contatto diretto e non per mezzo dei Culicoides (Ries et al., 2020, 2021; The Pirbright Institute, 2015; WOAH, b).
I soldati di Napoleone che affrontarono la campagna russa nel 1812 vennero decimati a causa della diffusione di due agenti patogeni, responsabili della febbre enterica e della febbre ricorrente. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati dell’Institut Pasteur in Francia. Il team, guidato da Nicolás Rascovan, ha estratto e sequenziato il materiale genetico dai denti di 13 soldati sepolti in una fossa comune di Vilnius, in Lituania, e riesumati nel 2002. Dopo aver rimosso la contaminazione ambientale, gli autori hanno identificato frammenti di DNA e agenti patogeni batterici.
Zanzare Culex pipiens e virus West Nile: nuovo studio riscrive la storia evolutiva