Oms lancia il nuovo quadro globale per la gestione delle emergenze sanitarie: “Prepararsi meglio per rispondere più rapidamente”
L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il National Health Emergency Alert and Response Framework, una guida operativa pensata per aiutare i Paesi a rafforzare i propri sistemi di allerta e risposta alle emergenze sanitarie. Il documento – frutto di due anni di lavoro e di un’ampia consultazione con esperti e governi – rappresenta il nuovo punto di riferimento per la gestione delle crisi, dalle epidemie ai disastri naturali, fino alle emergenze climatiche.
La pandemia di Covid, sottolinea l’Oms, ha messo in luce “le vulnerabilità del sistema sanitario globale” e la necessità di un approccio “multisettoriale e integrato”, che coinvolga non solo le autorità sanitarie, ma anche i settori sociali, economici e ambientali. Da questa esperienza nasce una cornice che unisce in modo coerente i diversi strumenti sviluppati in questi anni: dal Health Emergency Preparedness, Resilience and Response (HEPR) alle linee guida sui centri operativi di emergenza sanitaria (Pheoc), fino al nuovo Global Health Emergency Corps (Ghec) – una rete mondiale di professionisti pronti a intervenire rapidamente in caso di crisi.
Il quadro dell’Oms individua cinque pilastri fondamentali per un sistema efficace di gestione delle emergenze:
– sorveglianza collaborativa, per individuare rapidamente nuovi focolai e condividerne i dati;
– protezione delle comunità, basata su comunicazione trasparente e coinvolgimento locale;
– assistenza sicura e scalabile, capace di mantenere i servizi essenziali anche sotto pressione;
– accesso tempestivo ai contromisure mediche, come vaccini, test e dispositivi;
– coordinamento delle emergenze, che garantisca risposte coerenti tra livelli locali, nazionali e internazionali.
Ogni fase della crisi – dal rilevamento alla valutazione del rischio, fino all’attivazione delle risposte – è accompagnata da strumenti pratici: checklist operative, diagrammi di flusso e linee guida su come istituire strutture di comando e controllo efficienti. Il documento prevede inoltre l’uso sistematico del modello 7-1-7, che stabilisce obiettivi precisi di performance: 7 giorni per rilevare un focolaio, 1 giorno per notificarlo alle autorità e 7 giorni per completare le azioni iniziali di risposta.
Una rete globale interoperabile
Uno degli elementi innovativi del framework è l’enfasi sull’interoperabilità: ogni sistema nazionale deve potersi connettere con i livelli regionali e globali. I Centri Operativi per le Emergenze Sanitarie (Public Health Emergency Operations Centres) diventano così il fulcro del coordinamento, collegando istituzioni, ministeri, agenzie umanitarie e partner internazionali.
“Solo un approccio integrato, basato su una leadership condivisa e una catena di comando chiara, può assicurare una risposta tempestiva ed efficace”, ha dichiarato Chikwe Ihekweazu, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie dell’OMS, nel suo messaggio di prefazione al documento.
Il nuovo quadro è pensato non solo per reagire alle crisi, ma per prevenirle e rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari. Include raccomandazioni per l’analisi dei rischi, la pianificazione di risposte multi-pericolo (all-hazard), la formazione del personale e la valutazione delle prestazioni tramite revisioni intra-action e after-action.
Fonte: quotidianosanita.it
Il 9 settembre, il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo a nuove misure per prevenire e ridurre i rifiuti alimentari tutta l’UE.
Per il quinto anno consecutivo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Ministero della Salute hanno lanciato la campagna di comunicazione Safe2Eat con l’obiettivo di far crescere la fiducia dei consumatori nella sicurezza alimentare nell’ambito dell’UE, informando e sensibilizzando i cittadini italiani, per promuovere la capacità di prendere decisioni informate relative alle scelte alimentari di ogni giorno aumentando la consapevolezza su ciò che avviene nelle fasi di preparazione e conservazione dei cibi e al tempo stesso evidenziando il ruolo fondamentale della scienza e delle direttive formulate dagli esperti dell’EFSA, grazie alle quali il cibo sulle nostre tavole è controllato e sicuro.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e la Commissione europea hanno collaborato per pubblicare un nuovo pacchetto di strumenti di comunicazione, concepito per aiutare gli agricoltori e tutti coloro che entrano in contatto con le aziende agricole a proteggere il pollame, gli altri animali e le persone dall’influenza aviaria.
Vegezio Renato, uno scrittore militare romano che visse fra il IV e il V secolo d.C. Coerentemente con tale premessa, Donald Trump di recente ha chiesto e ottenuto dai Paesi della Nato l’impegno ad investire, entro il 2035, il 5% del PIL in spese militari. Stiamo parlando di colui che, a sole 24 ore di distanza dall’avvio del secondo mandato presidenziale lo scorso 20 Gennaio, avrebbe fatto cessare, a suo dire, i sanguinosi conflitti in atto nel mondo! Sono passati ben 6 mesi da allora, senza che le armi degli eserciti russo e israeliano abbiano taciuto sia nella martoriata Ucraina sia nell’altrettanto martoriata Gaza! E questo signore, che nel frattempo ha ritirato gli USA dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, azzoppando al contempo il virtuoso sistema della ricerca di prestigiosi atenei come Harvard, continua imperterrito a strizzare l’occhio a Benjamin Netanyahu, legittimandone le disumane e folli azioni di guerra, che parimenti si svolgono nella pressoché totale inerzia da parte dell’ONU e dell’Europa intera! Come si sdebita il Presidente israeliano? Candidando Donald Trump al Premio Nobel per la Pace, uno scandalo senza precedenti!
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica finalizzata alla valutazione delle prestazioni dell’EFSA per il periodo 2017-2024.
Le strutture di ricovero per cani e gatti rappresentano una realtà di grande importanza sanitaria e sociale, che hanno l’obiettivo di garantire la
Fece giustamente molta impressione lo studio pubblicato nel 2009 dall’Istituto Mario Negri di Milano sull’importanza di sorvegliare le acque fognarie per stimare il consumo di droghe nella popolazione (1). Lo studio descriveva un nuovo metodo per stimare il consumo di droghe nella popolazione basato sulla misura dei residui delle droghe eliminati con le urine dai consumatori e veicolati tramite le acque fognarie ai depuratori cittadini. Il metodo è stato utilizzato per stimare i quantitativi di cannabis, cocaina, eroina e amfetamine consumati giornalmente nelle città di Milano, Lugano e Londra.