All’Iss una struttura interdisciplinare sulle nanotecnologie

L’Istituto Superiore di Sanità ha istituito delle “Strutture di missione temporanea” (Smt) ovvero delle strutture interdipartimentali che utilizzano le diverse professionalità presenti in Istituto per la risoluzione di obiettivi di salute a medio termine, attraverso la complementarietà, l’integrazione e l’interdisciplinarietà.

Le strutture temporanee si prefiggono di raggiungere gli obiettivi entro un minimo di tre anni, rinnovabile al massimo in altri tre.

Fra i primi quattro progetti avviati, una Smt è dedicata alle Nanotecnologie, coordinata da Flavia Barone, del Dipartimento Ambiente e Salute  e composta da 60 ricercatori appartenenti a 6 differenti strutture interne con l’intento di consolidare e incrementare il patrimonio di conoscenze presenti in ISS sulla tematica, sia attraverso il proseguimento delle attività in corso sia attraverso la finalizzazione di nuove proposte progettuali.

Obiettivo l’identificazione dei possibili rischi e benefici per la salute umana e per l’ambiente derivanti dall’utilizzo in differenti ambiti (chimico, farmaceutico, biomedicale) dei nanomateriali, e delle strategie da adottare per la mitigazione di eventuali rischi.

E’ prevista la partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali; lo sviluppo di strategie innovative per una corretta valutazione del pericolo, per dare a breve termine il supporto richiesto dagli organismi regolatori; la creazione di un network nazionale, coordinato dall’ISS in collaborazione con il Ministero della Salute, con la partecipazione di differenti attori provenienti dagli organismi regolatori, dalla comunità scientifica e dall’industria, per una incisiva presenza in contesti internazionali e per la definizione di un Action Plan nazionale sulla sicurezza dei nanomateriali.

Le nanotecnologie sono state definite dalla Commissione Europea come una delle sei tecnologie abilitanti fondamentali per la società e per l’economia (Key Enabling Technologies, KETs) e sono state inserite dai governi europei tra i temi prioritari per la salute dell’uomo e dell’ambiente (Parma Declaration on Environment and Health, Oms 2010).

Le altre Strutture di missione temporanea sono dedicate alle demenze, alle malattie rare senza diagnosi e all’inquinamento ambientale e salute dei più piccoli.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Andriukaitis al festival del giornalismo alimentare

AndriukaitisAl Festival del Giornalismo Alimentare è attesa una delle massime autorità europee nel campo della salute. È il lituano Vytenis Andriukaitis, membro della Commissione Europea con delega alla salute e sicurezza alimentare.

Il commissario parteciperà a un panel nella mattinata di giovedì 21 febbraio dal titolo “Ci possiamo fidare? La tutela della salute alimentare dei cittadini in Italia e in Europa”. Sarà l’occasione per fare il punto sugli strumenti che le istituzioni hanno per favorire la creazione di strumenti legislativi utili a tutelare i consumatori.

La sicurezza alimentare e la qualità degli alimenti hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana degli europei ed è quindi positivo notare il loro impegno crescente in questi ambiti – ha dichiarato Andriukaitis – Nell’era della disinformazione e delle notizie false è essenziale disporre di un giornalismo di elevata qualità che garantisca che le informazioni trasmesse al pubblico siano sempre veritiere e accurate“.
Andriukaitis, già ministro della salute della Lituania, nel 2014 è entrato a far parte della Commissione guidata dal lussemburghese Jean Claude Juncker.

Fonte: Festival giornalismo alimentare




Sicurezza sanitaria degli alimenti: 420.000 morti all’anno

Sicurezza sanitariaArriva direttamente dalla prima Conferenza internazionale sulla sicurezza degli alimenti, che si è aperta stamattina ad Addis Abeba, la richiesta di una maggiore cooperazione a livello globale per migliorare la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti ed evitare che quelli non sicuri causino problemi di salute e ostacolino i progressi verso uno sviluppo sostenibile.

Sono la FAO, OMS, l’Unione Africana e Organizzazione mondiale del commercio a lanciare l’allarme: gli alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine o sostanze chimiche fanno si’ che oltre 600 milioni di persone si ammalino e 420.000 muoiano in tutto il mondo ogni anno.

L’impatto di alimenti non sicuri costa ogni anno alle economie a reddito medio-basso circa 95 miliardi di dollari in perdita di produttivita’.

A causa di queste minacce, la sicurezza degli alimenti deve essere un obiettivo fondamentale in ogni fase della catena alimentare, dalla produzione, alla raccolta, alla lavorazione, allo stoccaggio, alla distribuzione, alla preparazione e al consumo, hanno sottolineato i partecipanti alla conferenza.

“Non c’e’ sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti senza sicurezza alimentare”

ha avvertito il direttore generale della Fao, Jose’ Graziano da Silva, nel suo intervento.

Questa conferenza e’ una grande opportunita’ per la comunita’ internazionale di rafforzare gli impegni politici e concordare azioni chiave. Salvaguardare il nostro cibo e’ una responsabilita’ condivisa. Dobbiamo tutti fare la nostra parte. Dobbiamo lavorare insieme per aumentare la sicurezza degli alimenti nelle agende politiche nazionali e internazionali“.

Il cibo dovrebbe essere una fonte di nutrimento e divertimento, non causa di malattie e di morte“, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanita’.

Il cibo non sicuro e’ responsabile di centinaia di migliaia di morti ogni anno, ma non ha ricevuto l’attenzione politica che meritava. Garantire alle persone l’accesso a cibo sicuro richiede maggiori investimenti in regole piu’ rigorose, in laboratori, nella sorveglianza e nel monitoraggio.

Nel nostro mondo globalizzato, la sicurezza degli alimenti e’ un problema che ci riguarda tutti

ha concluso il Direttore Generale OMS.

Uno dei temi centrali affrontati nella conferenza è che i sistemi di sicurezza degli alimenti devono tenere il passo con il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato. Ciò richiede investimenti e approcci multisettoriali coordinati per l’apparato normativo, adeguate capacità di ricerca e sorveglianza delle malattie e programmi di monitoraggio alimentare, che devono essere supportati da tecnologie dell’informazione, informazioni condivise, formazione e istruzione.

Il  Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, è stato intervistato dal Giornale Radio di Radio Rai 1 per commentare i dati drammatici emersi dalla Conferenza

Il 7 giugno 2019 si celebrerà per la prima volta, la Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti, anticipata da un altro importante incontro mondiale sul tema, il Forum internazionale sulla sicurezza alimentare e il commercio, organizzato dalla Fao, dall’Oms e dall’Omc a Ginevra il 23-24 aprile 2019 per mettere al centro della discussione le interconnessioni tra sicurezza degli alimenti e commercio.

 

A cura della segreteria SIMeVeP




Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2018 – Le nostre azioni sono il nostro futuro

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, evento clou della Settimana Mondiale dell’Alimentazione 2018.

Dopo un periodo di declino, la fame nel mondo è di nuovo in aumento. Secondo l’ultimo rapporto FAO, ‘Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura‘ (SOFA) al giorno d’oggi oltre 815 milioni di persone soffrono di denutrizione cronica.

Guerre, eventi meteorologici estremi collegati ai cambiamenti climatici, crisi economica e rapido aumento dei livelli di sovrappeso e obesità stanno invertendo la tendenza dei progressi fatti per combattere la fame e la malnutrizione.

È giunto il momento di rimettersi al lavoro, sostiene la Fao. Il mondo può raggiungere l’obiettivo Fame Zero se uniamo le forze tra Paesi, continenti, settori e professioni per perseguirlo fattivamente. Un mondo #FameZero entro il 2030 è possibile.




Scienze Omiche: Ministero salute istituisce coordinamento inter-istituzionale

scienze omicheL’11 luglio 2018 si è insediato, presso la Direzione generale della prevenzione sanitaria, il Coordinamento Inter-Istituzionale che ha il compito di attuare il “Piano per l’innovazione del sistema sanitario basata sulle scienze omiche”, approvato con Intesa Stato Regioni del 26 ottobre 2017. Ciò costituisce un punto di svolta nella pianificazione riguardante l’utilizzo della genomica (scienze omiche in generale) nel sistema sanitario nazionale.

Dopo il sequenziamento del genoma umano, la genetica molecolare e l’analisi genomica hanno acquisito un ruolo specifico per il progresso della medicina e dell’assistenza sanitaria e sono diventate una forza trainante nella ricerca e nella pratica medica. Il progresso in genomica ha assunto implicazioni cruciali per la salute pubblica perché offre l’opportunità di differenziare individui e gruppi con maggiori probabilità di sviluppare determinate condizioni patologiche.

Le iniziative di pianificazione sulla genomica si sono sviluppate a partire dal Piano nazionale della prevenzione 2010-2012 che ha identificato al punto 2.4 la “medicina predittiva” come una delle macroaree di intervento, fornendo indicazioni per realizzare un nuovo approccio alla prevenzione attraverso l’utilizzo appropriato, etico ed efficace dei test genetici in prevenzione. Inoltre nell’Intesa del 29 aprile 2010 (allegato 2) è stata identificata, tra le azioni da realizzare, la predisposizione di un Protocollo di utilizzo della Public health genomics predisposto dal Ministero della salute e rispetto al quale è stata sancita l‘intesa del 13 marzo 2013 su “Linee di indirizzo sulla genomica in sanità pubblica“.

Piano per l’innovazione del sistema sanitario basata sulle scienze omiche

Fonte: Ministero della salute

Su scienza omiche e sicurezza alimentare leggi anche: La Sicurezza Alimentare nell’Era “Omica” e della Bioinformatica, a cura di Maurizio Ferri




Il Dossier formativo ECM per triennio 2017/2019

EcmIl Dossier Formativo ECM è uno strumento di programmazione e valutazione a disposizione del professionista e del Sistema Sanitario per una pianificazione del percorso formativo che risponda sia alle esigenze del singolo in termini di aggiornamento professionale che a quelle derivanti dai Piani sanitari nazionali, regionali e dell’organizzazione nella quale presta la propria opera lo stesso professionista.

Consente al professionista sanitario di programmare e verificare il proprio percorso formativo personalizzandolo  in base al proprio fabbisogno, alla disciplina, alla specializzazione e al profilo di competenze nell’esercizio professionale quotidiano, e di essere parte di un percorso di gruppo che aiuti la crescita professionale in una logica di lavoro di squadra, coniugando bisogni professionali dell’individuo, esigenze del gruppo e necessità dell’organizzazione.

Il Dossier Formativo si propone anche come strumento idoneo a rilevare i bisogni formativi dei professionisti e contribuisce a indirizzare e qualificare l’offerta formativa anche da parte dei provider.

Per costruire e visualizzare il dossier formativo  attraverso la piattaforma del portale del Co.Ge.APS  sono disponibili, sul sito Agenas   la Guida per l’Utente del Dossier formativo individuale  e la Guida per l’Utente del Dossier formativo di gruppo per il triennio formativo 2017/2019.

La realizzazione, secondo i requisiti richiesti, del Dossier formativo dà diritto a un bonus sull’obbligo formativo individuale triennale.

Per promuoverne la più ampia diffusione tra i professionisti sanitari, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua  – Cnfc e Agenas hanno realizzato un breve video divulgativo:

A cura della segreteria SIMeVeP




In calo le vendite in Italia di medicinali veterinari contenenti antimicrobici

rapporo vendite medicinali veterinari 2016Il Ministero della salute ha pubblicato il primo report italiano sui dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici.

In base alle rilevazioni, nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali, pari all’8,4% rispetto al 2015; una riduzione ancor più significativa se si considera il calo del 30% rispetto ai dati del 2010.

Si riscontra una contrazione dell’8% anche per le forme farmaceutiche autorizzate, come premiscele, polvere e soluzioni orali, impiegate principalmente per i trattamenti di gruppo.

Il trend positivo dimostra l’efficacia delle azioni pianificate e attuate nel settore veterinario per il contrasto all’antimicrobico-resistenza, in particolare della promozione di un uso prudente degli antimicrobici.

Dal 2019, con l’utilizzo del sistema informatizzato per la tracciabilità del farmaco e l’entrata in vigore nel nostro Paese della ricetta veterinaria elettronica sarà possibile rendere più efficace il monitoraggio non solo sulla vendita, ma sull’effettivo consumo di medicinali veterinari, rinforzando in questo modo le azioni di contrasto all’AMR

I dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici sono raccolti come parte del progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (ESVAC), coordinato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), a cui l’Italia partecipa dal 2010. Tutti i dati, oltre a essere elaborati e pubblicati annualmente in report europei, sono anche consultabili nel database interattivo dell’EMA

Consulta il report: Dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici. Trend in Italia – Anno 2016

Fonte: Ministero della salute




Veneto. Piano regionale di sorveglianza per la West Nile Disease 2018

Si riporta la Nota Regione Veneto prot. n. 224016 del 13 Giugno 2018 a trasmissione del Piano di sorveglianza Regione Veneto West Nile Disease – anno 2018

Di seguito, la scheda di prelievo campioni al macello 2018, scaricabile in due diversi formati:

In riferimento al suddetto Piano, nonostante in esso sia indicato (come ogni anno) l’inizio dei controlli nel mese di luglio, in considerazione del fatto che in data 15 giugno u.s. è già stata confermata una positività entomologica in provincia di Verona (Comune di Villa Bartolomea), si evidenzia la necessità che i prelievi negli equidi – di cui al Piano allegato- comincino fin da subito.

Infine, come ogni anno, si chiarisce che gli allevamenti di equidi sentinella da testare mensilmente PREFERIILMENTE non devono essere sempre gli stessi; lo stesso dicasi per gli animali da testare/allevamento.

Fonte: SIVeMP Veneto




Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi

È stata pubblicata l’8 giugno 2018 la nuova circolare del Ministero della Salute sul Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi.

La malattia

L’encefalite virale da zecche (tick-borne encephalitis – TBE) è una malattia infettiva virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare sintomi neurologici prolungati e, in alcuni casi, la morte. Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus e Ixodes persulcatus, possono trasmettere l’infezione. Anche le zecche del genere Dermacentor ed Haemaphysalis possono trasmetterla.

Le zecche vivono in habitat forestali, soprattutto nei boschi decidui, nel sottobosco, nelle radure e nelle zone di transizione fra foresta e prati, ed attendono l’arrivo dell’ospite sui fili d’erba o sui cespugli. Quando una zecca è infetta, può trasmettere il virus durante tutta la vita. Il virus trasmesso dalle zecche infetta diversi animali, selvatici o domestici, fra cui roditori, caprioli, ovini, caprini, che contribuiscono al mantenimento del ciclo di trasmissione dell’infezione. I cani sono considerati altamente suscettibili all’infezione, anche se le manifestazioni cliniche sono rare.

La situazione in Italia e in Europa

Gli ultimi dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) indicano che le aree endemiche sono in via di espansione. Con l’aumento della mobilità e dei viaggi. Nel 2014 i paesi che riportano il maggior numero di casi di TBE comprendono: Austria, Croazia, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Sono stati segnalati in totale nel 2014 2.057 casi di TBE, di cui 1.986 confermati. Si tratta generalmente di casi autocnoni, infatti solo l’1,3% è d’importazioneIn Italia questa infezione è stata identificati per la prima volta nel 1978 in Toscana. Dal 2000 al 2016 in Italia sono state raccolte le segnalazioni relative a 456 casi di TBE confermati in laboratorio.

Obiettivi del Piano

Gli obiettivi del piano di sorveglianza e risposta sono:

  1. individuare precocemente i casi umani per adeguare le misure di sanità pubblica (attività di prevenzione e risposta)
  2. garantire il trattamento corretto dei casi
  3. prevenire e controllare eventuali focolai epidemici precocemente.

Consulta la Circolare 8 giugno 2018 Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi e hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta e allegati:

Per approfondire

Fonte: Ministero della Salute




Ue: orientamenti per l’utilizzo come mangimi di alimenti non più destinati al consumo umano

Nell’ambito della azioni Ue contro lo spreco alimentare, la Commissione europea ha pubblicato le linee guida per facilitare la valorizzazione del cibo (contenente o meno prodotti di origine animale) che – per motivi commerciali, problemi di lavorazione o per la presenza di determinati difetti – non è più destinato al consumo umano e può invece essere utilizzato come mangime senza compromettere la salute pubblica e degli animali, evitando in questo modo che sia compostato, trasformato in biogas o smaltito mediante incenerimento o in discarica.

In tal senso è molto importante la distinzione tra alimenti, sottoprodotti di origine animale, mangimi e rifiuti.

Le linee guida vanno a far parte integrante del Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare,  hanno lo scopo di aiutare le autorità competenti e gli operatori del settore alimentare nella comprensione e applicazione della legislazione Ue e si applicano ai prodotti derivati dal processo di lavorazione degli alimenti (forniti da produttori del settore alimentare) agli alimenti immessi sul mercato, confezionati o sfusi (forniti da grossisti e rivenditori al dettaglio di alimenti).

Vengono presentati alcuni esempi di pratiche migliori, conformi al quadro normativo, che permettono anche di evitare inutili oneri amministrativi, come richiesto dagli operatori del settore alimentare.

Il documento è stato elaborato in cooperazione con la piattaforma UE sulle perdite e gli sprechi alimentari

Consulta le linee guida

A cura della segreteria SIMeVeP