Dermatite nodulare contagiosa – Lumpy skin disease (LSD): Pubblicate le FAQ

A seguito della epidemia di Dermatite nodulare contagiosa (Lumpy skin disease – LSD) in regione Sardegna e dell’avvio della campagna di vaccinazione, negli ultimi mesi il Ministero della Salute ha fornito chiarimenti, documenti detenuti e le ulteriori informazioni a ciascuno degli operatori proprietari di stabilimenti di bovini nei territori interessati che ne abbia fatto richiesta.

Per garantire il più ampio accesso possibile da parte dei cittadini a tutte le informazioni e ai provvedimenti adottati e, nel contempo, per assicurare riscontro alle numerose ulteriori richieste pervenute dagli operatori, il Ministero ha aggiornato ed implementato sul sito istituzionale la sezione “Prevenzione e controllo delle malattie animali” relativa alla Dermatite nodulare contagiosa con apposite FAQ esplicative relative alle misure adottate previste dalla normativa vigente e agli aspetti inerenti alla vaccinazione.

Chiunque abbia interesse potrà pertanto consultare la scheda dedicata alla malattia e le relative FAQ per acquisire le informazioni di interesse.

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Fonte: Ministero della Salute




Carne coltivata meno costosa con le cellule che sfidano il tempo

Produrre carne coltivata a prezzi accessibili diventa possibile, grazie alla scoperta di un meccanismo del tutto naturale che consente alle cellule di bovino di diventare immortali continuando a dividersi indefinitamente senza dover ricorrere a modifiche genetiche.

La scoperta, che rimuove uno dei maggiori ostacoli alla produzione su larga scala di carne bovina coltivata, è pubblicata sulla rivista Nature Food dai ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme.




OMS: la crisi climatica è una crisi sanitaria

“La crisi climatica è una crisi sanitaria.” Con queste parole, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ribadito l’urgenza di integrare la salute pubblica nei negoziati internazionali sul clima.

Durante una conferenza stampa a Ginevra, Tedros ha sottolineato che gli effetti del cambiamento climatico non si limitano agli ecosistemi, ma hanno conseguenze dirette e gravi sulla salute delle persone in tutto il mondo.

La salute assente dai negoziati in Brasile

Nonostante la crescente consapevolezza del legame tra ambiente e salute, la questione sanitaria non è ancora parte dei negoziati formali nelle conferenze sul clima delle Nazioni Unite.

Rudiger Krech, direttore del Dipartimento ambiente, cambiamenti climatici e salute dell’OMS, ha espresso rammarico per questa mancanza, auspicando che la situazione cambi durante la prossima conferenza, la COP31. “È giunto il momento che la salute diventi oggetto di negoziati formali”, ha dichiarato Krech, ricordando che il tema è stato discusso a lungo durante la COP30 di Belém, in Brasile, ma senza ancora risultati concreti.

La salute come leva per l’azione climatica

Secondo Tedros, la salute è l’area più convincente per promuovere l’azione contro la crisi climatica. Proteggere la salute delle persone e delle nuove generazioni può diventare una motivazione diretta e immediata per affrontare il cambiamento climatico.

“È molto più facile convincere le persone dell’urgenza di proteggere la propria salute o quella dei propri figli che di proteggere i ghiacciai o gli ecosistemi”, ha osservato il direttore generale dell’OMS, invitando i leader mondiali a porre la salute umana al centro delle politiche climatiche.

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Fonte: ambienteinsalute.it




Nutrizione. Arriva il nuovo Glossario: 200 termini aggiornati per parlare la stessa lingua

Duecento termini aggiornati e condivisi, accessibili gratuitamente, per garantire un uso corretto e uniforme del linguaggio nutrizionale, per addetti ai lavori e non.

Dopo quindici anni dalla sua prima pubblicazione, oltre due anni di lavoro da parte di un gruppo di esperti e 200 parole aggiornate e condivise, il nuovo Glossario FeSIN, Federazione delle Società Italiane di Nutrizione, dal titolo “Alimentazione e Nutrizione in parole”, è stato presentato ufficialmente all’Istituto Superiore di Sanità

“La riedizione del Glossario FeSIN attualizza l’esigenza di condividere un linguaggio comune, aggiornato, scientificamente corretto e chiaro, per permettere un dialogo privo di fraintendimenti tra tutte le Società Scientifiche che operano nell’ambito dell’Alimentazione e della Nutrizione, ma anche di facile utilizzo, per la popolazione, le industrie alimentari, gli editori scolastici, i giornalisti, i social, ecc. – afferma la Prof.ssa Alessandra Bordoni, Segretario Generale della FeSIN – la terminologia scientifica, così come il linguaggio comune, evolve nel tempo e questi cambiamenti hanno reso necessario un aggiornamento del Glossario”.

La nuova edizione ha visto impegnate le quattro Società Scientifiche Federate FeSIN, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE), la Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione (SISA) e l’Associazione Scientifica Alimentazione, Nutrizione e Dietetica (ASAND), ed il contributo dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e della Società Italiana di Nutrizione Artificiale e metabolismo (SINPE), che avevano partecipato alla prima edizione.

Il nuovo Glossario definisce 200 termini, fondamentali nell’ambito della nutrizione di base, applicata e clinica. È stata applicata una metodologia oggettiva di consenso per avere certezza del complessivo accordo sui termini e sulle definizioni incluse nel nuovo Glossario. Laddove disponibili, le definizioni provengono o derivano da documenti di riferimento nazionali e sovranazionali (DRV, EFSA, OMS, ESPEN); in altri casi si è fatto riferimento a fonti specifiche, riportate nella bibliografia del Glossario.

Glossario

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Fonte: quotidianosanita.it




Caratterizzazione di Photobacterium damselae subsp. piscicida isolato da un episodio di mortalità di massa nel cefalo comune (Mugil cephalus) nel mar Ionio

Il laboratorio di biologia molecolare della sezione di Putignano dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata ha recentemente sequenziato e depositato nel database NCBI la sequenza genomica (Identificativo NCBI: GCA_052601115.1) di un ceppo di Photobacterium damselae subsp. piscicida isolato presso il laboratorio di Diagnostica della sezione di Taranto dell’IZSPB.

Il Photobacterium damselae subsp. piscicida è un batterio Gram-negativo appartenente alla famiglia delle Vibrionaceae, noto per essere l’agente eziologico della fotobatteriosi o pseudotubercolosi, una malattia infettiva altamente diffusiva che colpisce diverse specie ittiche marine, causando elevata mortalità soprattutto in contesti di acquacoltura intensiva.
L’isolamento è avvenuto a seguito di un episodio di mortalità che, i primi di maggio dell’anno corrente, ha colpito numerosi esemplari di Mugil cephalus (Cefalo comune) nei pressi dell’estuario del fiume Agri, nel Mar Ionio, in località Scanzano Jonico (MT). Grazie all’azione coordinata tra i Servizi Veterinari locali e la sezione territoriale di Matera dell’IZSPB, alcuni esemplari deceduti sono stati prelevati e rapidamente trasferiti presso la sezione di Taranto dell’IZSPB e qui sottoposti ad esame autoptico e ad approfondite analisi microbiologiche.
I soggetti esaminati presentavano lesioni compatibili con setticemia da Photobacterium damselae subsp. piscicida. Il batterio è stato isolato da tutti gli organi sottoposti ad esame batteriologico.  L’analisi genomica ha rilevato la presenza di importanti fattori di patogenicità e l’assenza di geni associati a resistenza agli antibiotici.

Il risultato conseguito è il frutto di un’azione sinergica e tempestiva realizzata sul territorio dai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (IZSPB), la cui missione comprende il monitoraggio della salute delle specie ittiche autoctone, la loro tutela e conservazione. L’intervento attuato si configura inoltre come un esempio concreto di come sia possibile sviluppare strategie di indagine scientifica basate su un approccio multidisciplinare, capaci di integrare in modo efficace le tecniche consolidate della microbiologia tradizionale con le più recenti e sofisticate metodologie della biologia molecolare. In ultima analisi, si tratta della prima sequenza genomica di Photobacterium damselae subsp. piscicida condivisa da un laboratorio italiano con la comunità scientifica. Il lavoro è stato presentato al XXIX Convegno annuale della Società Italiana di Patologia Ittica (SIPI), tenutosi a Sassari il 23-24 ottobre 2025.
Tale condivisione contribuirà alla miglior comprensione dei meccanismi di diffusione del patogeno e delle strategie di controllo della malattia.

Fonte: IZS Puglia e Basilicata




Diversità genetica dei virus influenzali suini nel Nord Est e identificazione di due nuovi genotipi

Ricercatori dell’IZSVe hanno identificato due genotipi di virus influenzali finora sconosciuti in Italia, denominati Novel 1 e Novel 2, in popolazioni di suini. La scoperta è avvenuta nell’ambito di uno studio di sorveglianza in allevamenti suini del Nord-Est, pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology. Il genotipo Novel 1, appartenente al sottotipo H1avN2, è stato isolato in Friuli Venezia Giulia, mentre il genotipo Novel 2, riconducibile al sottotipo H1pdmN2, è stato identificato in Veneto. Lo studio prosegue una linea di ricerca che già nel 2018 aveva permesso di identificare altri genotipi virali.

L’influenza suina è una malattia respiratoria dei suini diffusa in tutto il mondo, con importanti implicazioni per la salute animale e umana.

“Il suino è una specie estremamente interessante per lo studio dei ceppi influenzali, dal momento che è suscettibile all’infezione di ceppi influenzali di diversa origine, suina, umana e aviare” spiega Lara Cavicchio, biotecnologa ricercatrice del Laboratorio di genomica e trascrittomica virale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), prima autrice dell’articolo“Per questa ragione il suino rappresenta un mixing vessel, una sorta di ‘miscelatore’ dove i virus influenzali di diversa origine possono andare incontro ad eventi di riassortimento, cioè si scambiano pezzi di materiale genetico, creando nuove varianti, potenzialmente pericolose per l’uomo.”

Un esempio tangibile delle conseguenze negative di questo meccanismo si è avuto con la prima pandemia del XXI secolo. Era il 2009 e a scatenarla fu un virus influenzale H1N1 originato dal riassortimento fra ceppi virali suini, umani e aviari. La sorveglianza è dunque fondamentale per monitorare la circolazione e l’evoluzione di questi virus, al fine di studiare il loro potenziale zoonosico ed eventualmente pandemico.

L’analisi genetica evidenzia la circolazione inter aziendale del virus

Grazie alla collaborazione tra veterinari aziendali e ricercatori, sono stati raccolti tra il 2013 e il 2022 oltre 3.000 campioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige da animali sintomatici: circa il 19% è risultato positivo a influenza suina. La maggior parte dei campioni positivi proviene dalle aree a più alta densità suinicola, nelle province di Padova, Verona, Treviso, Pordenone e Udine.

Con la caratterizzazione genetica dei due nuovi genotipi “italiani” Novel 1 e Novel 2, ad oggi i genotipi noti nel Nord est sono dodici, di cui dieci già descritti precedentemente (A, B, D, F, M, P, T, U, AH e Novel2013).

L’analisi filogenetica, effettuata per tracciare la storia evolutiva dei virus e le loro “parentele”, ha evidenziato la presenza di distinti cluster genetici, costituiti da virus strettamente correlati in allevamenti diversi, e ha rilevato una positività ricorrente a virus influenzali suini in numerose aziende nel corso del periodo di sorveglianza. Questi dati suggeriscono sia la persistenza intra-aziendale di specifici ceppi, sia reintroduzioni ricorrenti legate alle dinamiche di filiera.

La presenza di cluster genetici condivisi tra allevamenti, spesso localizzati in aree geografiche contigue o appartenenti alla stessa rete produttiva, indica fenomeni di diffusione inter-aziendale. In alcuni casi, le sequenze virali mostravano elevata similarità con ceppi umani, coerente con possibili eventi di trasmissione interspecifica.

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Fonte: IZS Venezie




Parassita della leishmaniosi è vettore per inibire Alzheimer

ambiente, animale e uomoIl parassita della leishmaniosi diventa un vettore per inibire l’Alzheimer. Lo rivela uno studio dell’Università Statale di Milano, pubblicato sul Journal of Neuroinflammation, che dimostra come questo parassita può influenzare il funzionamento delle cellule della microglia, le cellule del cervello coinvolte nella risposta immunitaria: quando queste cellule vengono stimolate con il peptide β-amiloide (una sostanza associata alla malattia di Alzheimer), il parassita riesce a bloccare un importante meccanismo infiammatorio chiamato inflammasoma NLRP3.

Inoltre, per la prima volta, sono stati identificati i meccanismi molecolari messi in atto dal parassita per sopprimere l’attivazione dell’inflammasoma NLRP3 nella microglia.
In sintesi, il lavoro rivela un nuovo meccanismo di immunosoppressione esercitato da Leishmania infantum sulla microglia e propone il parassita come modello biologico naturale per lo sviluppo di strategie innovative contro la neuroinfiammazione associata alla malattia di Alzheimer.

“I nostri risultati mostrano che il parassita è in grado di silenziare selettivamente le vie infiammatorie, aprendo la strada a strategie terapeutiche ispirate ai suoi meccanismi naturali di regolazione immunitaria”, commenta Estefanía Calvo Alvarez, ricercatrice del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Rodolfo Paoletti dell’Ateneo e prima autrice dello studio.

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Fonte: ANSA




A Bologna gatti malati di influenza aviaria. E l’Università avvia uno studio

Nemmeno i gatti sfuggono all’influenza aviaria. I  nostri animali domestici possono essere contagiati esattamente come gli essere umani e in provincia di Bologna per un micio è stato anche causa di morte. Per questo  il servizio di Anatomia patologica del Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna si è fatto carico di indagare il fenomeno e  ha avviato un un progetto di monitoraggio dell’influenza aviaria nei gatti finanziato dalla Fondazione Carisbo denominato «Influcat-Inbo».

Lo studio scientifico avviene attraverso autopsie su gatti deceduti nel territorio ma indipendentemente dalla presunta causa di morte. In Italia la malattia è ripetutamente osservata in specie aviarie, ma a gennaio 2025 si sono contati due casi di H5N1 in gatti (di cui uno letale) in provincia e sono, finora, gli  unici in Italia».  Lo fa sapere il professore  Giuliano Bettini, del Dipartimento di Scienze Mediche veterinarie, responsabile del progetto, che puntualizza: «Il potenziale ruolo dei felini domestici come ospiti intermedi e possibili vettori e amplificatori della diffusione del virus genera comprensibili preoccupazioni, in considerazione della stretta convivenza con l’uomo»
Lo studio è stato segnalato ai veterinari dall’Ordine di categoria per raccogliere le disponibilità ad eseguire le autopsie necessarie. Il percorso dell’indagine viene spiegato con un documento diffuso dall’Ordine in cui Bettini dettaglia: «Nell’epidemiologia dell’influenza aviaria desta preoccupazione la diffusione di sottotipi ad elevata patogenicità (H5N1) che hanno mostrato capacità di mutare rapidamente acquisendo geni da virus influenzali che infettano altre specie e contagiare così anche suini, bovini, gatti, cani, topi e uomo, rappresentando quindi un potenziale problema di sanità pubblica. Al momento la malattia ha diffusione mondiale, e in base al numero di focolai registrati i mammiferi domestici più sensibili all’infezione sono bovini e gatti».

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Fonte: corrieredibologna.it




Bluetongue in Europa e in Italia: vecchie conoscenze e nuovi scenari

La febbre catarrale degli ovini o Bluetongue (BT) è una malattia infettiva non contagiosa che colpisce alcune famiglie dell’ordine degli Artiodattili ed è trasmessa da vettori ematofagi appartenenti al genere Culicoides. Attualmente sono noti 36 sierotipi di BT, di cui solo alcuni sono considerati “atipici” vista la loro capacità di diffondersi tramite contatto diretto e non per mezzo dei Culicoides (Ries et al., 2020, 2021; The Pirbright Institute, 2015; WOAH, b).

Per comprendere al meglio l’evoluzione della malattia è stata elaborata la classificazione dei sierotipi di BTV in ceppi analizzandone le proprietà come il genotipo, la morbilità, la mortalità, la velocità di diffusione, il periodo e l’area geografica di diffusione (More et al., 2017). Oltretutto, i diversi ceppi dello stesso sierotipo di BT possono differire per topo-tipi, che si distinguono generalmente in ceppi orientali, di provenienza Australiana e dal Medio-Estremo Oriente, e in ceppi occidentali, di origine Africana o Americana. In Europa, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, entrambi i ceppi sono stati responsabili di focolai di malattia nelle popolazioni suscettibili (Kundlacz et al., 2019).

Storicamente endemica nei paesi tropicali e subtropicali, il cambiamento climatico e gli scambi di bestiame, nell’era della globalizzazione, hanno reso possibile, grazie alla presenza del vettore, la diffusione della BT nel Mediterraneo e in Europa a partire dalla fine degli anni ’90 (Maclachlan et al., 2015; WOAH, b).

L’Italia, al centro del Mediterraneo, è stata interessata a partire dal 2000 da molteplici ondate epidemiche ascrivibili di volta in volta a ceppi differenti provenienti dai paesi confinanti, nord africani (Lorusso et al., 2013a, 2014, 2017) o dai limitrofi Balcani (Calistri et al., 2004; Lorusso et al., 2013a, 2014, 2017; Mellor, 2004; Niedbalski, Wiesław, 2022; WOAH, b).

Le nazioni quali Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Germania sono state colpite inaspettatamente per la prima volta nel 2006 dall’epidemia da sierotipo 8 (BTV-8), dimostrando lo slancio della malattia dal centro verso il nord Europa (Faes et al., 2013; Niedbalski, Wiesław, 2022; WOAH, b). A questa è conseguita, solo nel periodo compreso tra il 2007 e il 2010, la diffusione del BTV-8 in 28 paesi europei, i quali hanno riportato più di 58.000 focolai ed ingenti perdite economiche (Nicolas et al., 2018; WOAH, b).

Questo articolo si propone di fornire aggiornamenti sulla legislazione europea e italiana vigente e sulla recente situazione epidemiologica, con un focus particolare sugli anni 2023-2024.

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Fonte: IZS Teramo




Rapporto Unep: il mondo sulla rotta dei 2,5 gradi di riscaldamento globale

La prossima settimana, a Belém in Brasile, si aprirà la trentesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30. Delegazioni governative, organizzazioni della società civile, scienziati ed esperti si riuniranno per cercare di rilanciare l’azione climatica globale in un contesto geopolitico sempre più complesso. A pochi giorni dall’inizio dei lavori, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) ha pubblicato il rapporto annuale Emissions Gap, che analizza la distanza tra gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni e le reali promesse dei governi.

L’allarme del rapporto Emissions Gap

Il nuovo documento dell’Unep mostra che, con gli impegni attuali, la temperatura media globale continuerà a crescere ben oltre i limiti fissati dall’Accordo di Parigi. Anche se tutti i Paesi rispettassero pienamente le loro promesse, il riscaldamento globale si attesterebbe tra 2,3 e 2,5 gradi. In assenza di ulteriori azioni, potrebbe raggiungere i 2,8 gradi.

Secondo il rapporto, solo 60 Stati, responsabili del 63% delle emissioni globali, hanno presentato o annunciato le nuove Nationally Determined Contributions (Ndc), documenti in cui ciascun Paese illustra le proprie strategie per ridurre le emissioni di gas serra. Tali piani avrebbero dovuto essere aggiornati da tutti i governi entro il 30 settembre, ma la maggior parte non ha ancora adempiuto a questo obbligo.

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Fonte: ambienteinsalute.it