Lista dei medicinali veterinari autorizzati al commercio sul territorio nazionale

Farmaci veterinariIl Ministero della salute pubblica la Lista dei medicinali veterinari generici autorizzati all’immissione in commercio sul territorio nazionale e dei relativi medicinali veterinari di riferimento.
La lista è stata presentata alla presenza del Sottosegretario on.le Marcello Gemmato a completamento dell’Infoday sui medicinali veterinari tenutosi lo scorso 4 e 5 dicembre presso l’auditorium Biagio d’Alba del Ministero della salute.

L’obiettivo è stato quello di:

  • creare una lista di farmaci veterinari generici collegati al relativo medicinale veterinario di riferimento, nell’ottica di agevolare tutti gli attori coinvolti nella ricettazione e dispensazione dei medicinali veterinari, in caso di carenze temporanee o di quesiti con finalità regolatorie
  • promuovere un mercato più equo economicamente tra medicinali veterinari generici e medicinali veterinari di riferimento

Per agevolare la consultazione, la tabella è stata suddivisa per principio attivo, denominazione del medicinale veterinario generico, confezioni (A.I.C. a 9 cifre), dosaggio e forma farmaceutica. Viene poi riportato il medicinale veterinario di riferimento, con il numero di A.I.C. a 9 cifre. Qualora il medicinale veterinario di riferimento non sia commercializzato in Italia, viene indicato il Paese in cui è autorizzato e il N° identificativo in UPD.

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Fonte: Ministero della Salute




Quinta relazione sulle vendite di medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche in Italia

valutare_antibioticiÈ online la Quinta relazione nazionale contenente l’analisi e i trend delle vendite di antibiotici in Italia, riferita all’anno 2022, che segue la pubblicazione del Thirteenth ESVAC report relativo al progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, coordinato dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMA).

In base alle rilevazioni, anche per il 2022 l’Italia conferma il trend pluriennale in diminuzione delle vendite degli antibiotici nel settore veterinario, e in particolare nel settore degli animali da produzione di alimenti. I livelli di riduzione si attestano su valori di – 46,6%, se si confronta il dato attuale con quello del 2016 (di – 62,7% in riferimento all’anno 2010). Tale riduzione si traduce in una minore pressione selettiva associata all’emergenza e alla selezione di batteri resistenti agli antibiotici negli animali e negli esseri umani.

Nel dettaglio, la riduzione interessa tutte le classi di antimicrobici, comprese quelle incluse nella categoria B “Limitare” della categorizzazione AMEG, vale a dire cefalosporine 3ͣ e ͣ4 generazione, fuorochinoloni e altri chinoloni, polimixine, che rappresentano soltanto una piccola proporzione delle vendite totali (circa l’1,2%). Anche le vendite di antibiotici autorizzati in forme farmaceutiche impiegate per il trattamento non individuale, attraverso cioè la somministrazione come mangimi medicati, soluzioni (acqua di abbeverata, siero di latte, broda, ecc.) o polveri (top dressing) si sono ridotte del 48,5% rispetto al 2016.

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Fonte: Ministero della Salute




EFSA: Campylobacter e Salmonella i principali agenti zoonotici nel 2022

La campilobatteriosi e la salmonellosi sono state le malattie zoonotiche più frequentemente riferite nell’UE nel 2022. Tuttavia il numero di casi è rimasto inferiore a quello degli anni pre-pandemici 2018-2019.

Per il virus del Nilo occidentale è stato osservato un aumento del numero di infezioni. Queste e altre informazioni sulle malattie zoonotiche sono state pubblicate oggi dall’EFSA e dall’ECDC nel loro ultimo rapporto annuale a dimensione UE sulle zoonosi secondo l’approccio “One Health”.

Il numero dei casi riferiti per la campilobatteriosi , che è la malattia zoonotica più frequentemente segnalata, è rimasto stabile nel 2022 rispetto all’anno precedente, con 137 107 casi. La carne di pollo è stata la fonte più comune di infezioni.

La salmonellosi è stata la seconda malattia zoonotica più segnalata, con 65208 casi nel 2022 rispetto ai 60 169 del 2021. Tuttavia 19 Stati membri e il Regno Unito (Irlanda del Nord) hanno raggiunto tutti gli obiettivi prefissati per la riduzione di Salmonella nel pollame. Si tratta del numero più alto dal 2018, quando 14 Stati membri avevano raggiunto tutti gli obiettivi, una pietra miliare negli sforzi collettivi per combattere le malattie zoonotiche e proteggere la salute pubblica.

“Il numero di casi segnalati nell’uomo per le due più comuni malattie veicolate da alimenti rimane a livelli inferiori rispetto a quelli pre-pandemici”, ha dichiarato Ole Heuer, responsabile della sezione Malattie a tendenza epidemica dell’ECDC. “Tuttavia, dato l’impatto di queste infezioni sulla salute umana, occorrono ulteriore vigilanza e misure per ridurre il numero di casi”.

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Fonte: EFSA

 




Progetto Europeo B-THENET

L’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana sta coordinando il progetto europeo B-THENET che rappresenta la prima piattaforma per l’apicoltura europea. L’obiettivo è raccogliere buone pratiche apistiche ed innovazioni e discuterle tra apicoltori, veterinari, esperti ed altre parti interessate al mondo apistico, in diverse lingue, attraverso le piattaforme digitali dell’Istituto.

Ogni anno vengono affrontati diversi temi apistici. Durante il 2024 verranno analizzati dal progetto: l’allestimento e la gestione/manutenzione quotidiana della colonia e la peste americana.

Si richiede un aiuto ad identificare le pratiche di maggiore rilevanza per l’apicoltura italiana accedendo al sondaggio da questo link. Potrete così valutare le pratiche, secondo la vostra opinione, dalla più rilevante (5 stelle) alla meno rilevante (1 stella).

 




Intelligenza artificiale: un metodo innovativo nella lotta contro le patologie infettive alimentari

datiUna ricerca innovativa proviene dall’IZS di Teramo, mirata a perfezionare e armonizzare i metodi più avanzati di analisi del DNA dei patogeni batterici attraverso l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale tramite tecniche di Machine Learning. L’obiettivo è sviluppare strumenti rapidi per combattere tempestivamente le patologie infettive di origine alimentare

Come tutte le forme viventi, anche i batteri sono in costante adattamento all’ambiente in cui vivono, in modo da aumentare le probabilità di sopravvivenza e riproduzione. Questo processo evolutivo vede lo sviluppo di caratteristiche specifiche che permettono loro di rispondere efficacemente alle varie condizioni ambientali. Il patrimonio genetico racchiude informazioni vitali che possono così svelare aspetti significativi della vita e della storia di quel microrganismo, a partire dal suo habitat originario.

Le informazioni contenute nel genoma sono fondamentali soprattutto per studiare patogeni batterici di origine alimentare, come Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, una patologia che rappresenta un grave rischio per chi ha un sistema immunitario compromesso, come anziani, donne in gravidanza o persone affette da malattie croniche e degenerative. Con migliaia di morti a livello mondiale, la listeriosi è considerata una delle più gravi zoonosi di origine animale.

È per questo che la comparsa di casi di listeriosi implica la necessità di individuare nel più breve tempo possibile la fonte alimentare contaminata che ha causato l’infezione, risalendo la catena di produzione in modo da intervenire tempestivamente per limitare il numero dei casi. In termini tecnici, questa operazione è chiamata “source attribution”. In questo ambito, un nuovo studio scientifico condotto dall’Unità di Bioinformatica dell’IZS di Teramo ha messo a confronto diversi modelli predittivi di Machine Learning che permettono di predire l’origine alimentare del batterio partendo dal suo genoma. I frutti di questa ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica BMC Genomics.

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Fonte: IZS Teramo




COP 28: anche i sistemi sanitari possono contribuire agli obiettivi della Conferenza

Cambiamenti climaticiAll’apertura della COP 28, Conferenza delle parti sul clima (Conference Of Parties, Dubai, 30 novembre-12 dicembre 2023), può essere interessante guardare un po’ all’indietro e capire quali sono stati i principali step che hanno portato la comunità scientifica, i governi e la popolazione in generale a capire la stretta connessione che esiste tra ambiente (in questo caso cambiamenti climatici) e salute.

Già con la COP 21, nel 2015, si arriva al primo accordo giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale: l’Accordo di Parigi. L’intesa viene firmata l’anno seguente e vede il coinvolgimento di 177 Paesi, tra cui l’Italia, in azioni di finanziamento e innovazione tecnologica volte alla mitigazione e all’adattamento alle mutazioni climatiche al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

Un ulteriore rinforzo verso il raggiungimento di questi obiettivi è avvenuto durante la COP 26 del 2021 al vertice di Glasgow: oltre 200 Paesi aderiscono al Patto sul Clima (Glasgow Climate Pact, GCP) che mira a mantenere viva la speranza di limitare la crescita della temperatura globale puntando a 1,5 gradi Celsius e che esplicita 10 raccomandazioni utili per i governi al fine di dare priorità alla salute e all’equità nel focus internazionale per il clima.

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Fonte: ISS




Resistenza agli antimicrobici, nasce il gruppo di lavoro focalizzato sulle nuove generazioni

antibioticoresistenzaIl cosiddetto Quadripartito (Food and Agriculture Organization of the United Nations, United Nations Environment Programme, World Health Organization e World Organisation for Animal Health) ha annunciato la creazione di un nuovo gruppo di lavoro sull’Impegno giovanile per la resistenza agli antimicrobici (AMR): i membri del gruppo forniranno informazioni e guideranno gli sforzi del Quadripartito per sensibilizzare e coinvolgere i giovani nell’azione globale contro l’AMR.

Come ricorda la WOAH, l’Organizzazione mondiale per la salute animale, la resistenza agli antimicrobici si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più agli agenti antimicrobici: di conseguenza, gli antibiotici e altri agenti antimicrobici diventano inefficaci e le infezioni diventano difficili o impossibili da trattare, aumentando il rischio di diffusione delle malattie, gravi patologie e decessi.

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Fonte: mangimiealimenti.it




Malattia emorragica epizootica (EHD): dall’EFSA una panoramica delle conoscenze attuali

muccaL’EFSA ha pubblicato una revisione sistematica della letteratura che fa una panoramica completa delle attuali conoscenze relative alla Malattia Emorragica Epizootica (EHD), inclusa la disponibilità di vaccini e test diagnostici.

La malattia emorragica epizootica (EHD) è una malattia virale che colpisce varie specie, con potenziali implicazioni per la salute degli animali, il benessere e la produttività agricola.

Recentemente sono stati rilevati focolai negli allevamenti di molti paesi dell’UE, tra cui Italia (Sardegna), Spagna e, più recentemente, la Francia, dove il numero elevato di casi ha portato a restrizioni nella movimentazione degli animali e a misure specifiche per controllarne la diffusione.

La EHD è una delle malattie elencate nel regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle malattie animali trasmissibili (“legislazione sulla salute animale”). L’EFSA ha quindi il compito di fornire pareri scientifici su cui poi la Commissione possa basare le sue decisioni.

L’Agenzia ha pubblicato quindi in questi giorni una revisione sistematica della letteratura (SLR) per raccogliere in modo completo le conoscenze scientifiche sulle infezioni naturali, quelle sperimentali e sulle valutazioni dei test diagnostici negli animali affetti da EHD. Inoltre, è stata studiata la disponibilità di vaccini per la prevenzione dell’EHD negli ospiti, nonché la disponibilità di test diagnostici volti a rilevare la malattia.

I dati degli articoli idonei per essere inclusi nella revisione della letteratura sono stati analizzati per fornire una panoramica completa delle attuali conoscenze sull’EHD.

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Fonte: ruminantia.it




Carne coltivata, una petizione per abrogare la nuova legge italiana

Dopo il Regno Unito e la Spagna ora anche il Governo tedesco nel suo budget 2024 promuove alternative alla carne con latticini fermentati con tecnologie di precisione, prodotti a base vegetale e carne coltivata.

L’investimento verrà utilizzato per creare un centro di competenza sulle proteine future (con esperti che forniranno la loro consulenza) e un forum di stakeholder sulle fonti proteiche per la nutrizione umana.

Il nostro Paese invece va in direzione opposta: il Parlamento ha approvato una legge che vieta la produzione e commercializzazione della carne coltivata, ma anche l’uso di termini come burger o bistecca per prodotti a base vegetali.

Con una logica distorta che non ha precedenti nel diritto, questa legge dice agli italiani cosa devono mangiare e cosa non devono mangiare, soffoca l’innovazione e viola la normativa comunitaria.

E’ davvero scoraggiante che l’Italia venga esclusa da progetti industriali che creeranno più lavoro e dalla vendita di prodotti più eco-climate friendly.

Una volta famosi per il loro pionierismo in innovazioni che hanno cambiato il mondo come radio, microchip, batterie, automobili e fashion innovativo, i politici italiani ora scelgono di tornare indietro mentre il resto del mondo va avanti

Petizione per abrogare la legge S.651:

Fonte: Alleanza Italiana per le proteine alternative

Il testo della Legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”

 




Il mondo e’ Donna!

Mentre non sussistono dubbi in merito al fatto che la tragica morte di una brillante Studentessa in Ingegneria Biomedica qual’era perlappunto Giulia Cecchettin, così come i tanti, troppi femminicidi (2 a settimana in media!) che da tanti, troppi anni si registrano nel nostro Paese richiedano un radicale e non più procrastinanabile cambio di paradigma, soprattutto culturale, la cui fondamentale premessa appare costituita da una capillare quanto permanente e diffusa opera di educazione sessuale, affettiva e sentimentale a partire dai fanciulli e dalle fanciulle in tenera età scolare, ritengo doveroso esternare e condividere alcune riflessioni.

La prima, da cittadino di un Paese la cui popolazione generale d’età compresa fra 18 e 65 anni risulterebbe affetta da una condizione di analfabetismo totale (5%), di semi-analfabetismo (33%) o di analfabetismo “di ritorno” (alias “funzionale”), per un totale di circa 30 milioni di nostri connazionali (la metà degli abitanti complessivi!) interessati da una delle tre succitate fattispecie.

La seconda, da professore universitario in pensione, che per quasi 20 anni ha valutato le prove d’esame di tante ragazze e ragazzi frequentanti il Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria, riscontrando performance ben più soddisfacenti nella popolazione studentesca femminile rispetto a quella maschile.

La terza, riguardante la sperequazione salariale esistente fra uomini e donne che si trovino a svolgere analoghe attività lavorative e/o che abbiano identiche responsabilità professionali, criticità quest’ultima che a onor del vero caratterizza non soltanto la vita sociale del nostro Paese, ma anche quella di molte altre Nazioni, europee e non, a fronte di talenti, competenze e capacità professionali che in molti casi ed in molti settori vedono le donne sopravanzare i loro colleghi maschi.

Da ciò deriverebbe, peraltro, il senso di frustrazione permeante l’esistenza di certi nostri connazionali di sesso maschile, stanti gli atavici retaggi culturali in nome dei quali podestà e potere sarebbero sempre e comunque esercitati dai maschi.

Il mondo e’ Donna, diceva a ragione e non a caso il grande Federico Fellini!

Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo