L’IZS Abruzzo e Molise Centro di Referenza FAO per One Health

A seguito della nostra attenta valutazione del mandato, delle principali attività e delle competenze, il raggiungimento del prestigio scientifico, tecnico e politico e l’impegno profuso per rafforzare lo sviluppo delle capacità nelle aree rilevanti per la FAO, nonché per l’esperienza di collaborazione pregressa con la FAO, ho il piacere di comunicarvi che l’IZS di Teramo è stato designato FAO Reference Center for One Health”. Inizia con queste righe firmate dal Deputy Director-General della FAO, Maria Helena Semedo, il documento di nomina inviato al Direttore Generale dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise Nicola D’Alterio.

Questa prestigiosa designazione premia ancora una volta l’expertise scientifica del nostro Istituto, mi preme innanzitutto ringraziare i ricercatori e tutto il personale dell’Ente” – commenta il DG D’Alterio  “Dopo i Centri di Referenza per l’Epidemiologia Veterinaria, i Coronavirus Zoonotici e l’expertise nei settori della sanità animale e dei sistemi informativi, la FAO ci riconosce anche come polo di eccellenza internazionale per la ricerca e la tutela della salute in termini olistici Da sempre lavoriamo seguendo l’approccio One Health con l’obiettivo di raggiungere la salute globale e una attenzione particolare alle popolazioni più vulnerabili che vivono nei Paesi in via di sviluppo dove è strettissima la relazione tra la salute delle persone, la salute dei loro animali e l’ambiente in cui vivono, con tutto ciò che ne consegue”.

Sono diversi i compiti del nuovo Centro di Referenza che, in primo luogo, è chiamato a fornire “consulenza tecnico-scientifica, specifica e indipendente” alla FAO nelle attività di sostegno allo sviluppo dei Paesi membri dell’Organizzazione. L’IZS di Teramo dovrà fornire servizi diagnostici su focolai sospetti e confermati di agenti patogeni di zoonosi emergenti; formazione e consulenza per lo sviluppo delle capacità dei laboratori nazionali veterinari dei Paesi membri della FAO; sviluppare e rafforzare il sistema di sorveglianza per monitorare l’antimicrobico resistenza in relazione all’interfaccia umana, animale e ambientale; eseguire la caratterizzazione molecolare dei patogeni nelle acque reflue; rafforzare l’individuazione precoce e la caratterizzazione dei patogeni emergenti, utilizzando tecnologie come la Next Generation Sequencing. E ancora, sostenere la FAO promuovendo la ricerca per lo sviluppo di vaccini veterinari di nuova generazione e la produzione di kit diagnostici e reagenti biologici; fornire supporto tecnico per lo sviluppo di modelli epidemiologici predittivi per il controllo di malattie come Rift Valley Fever, West Nile Disease, Dengue, Zika, ecc.

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Fonte: IZS Lazio e Toscana




Il legame tra scimmie e pipistrelli che fa temere lo spillover di un virus

 Sono 27 i virus precedentemente sconosciuti, incluso un nuovo tipo di coronavirus, trovati nelle feci di pipistrello di cui da qualche anno a questa parte alcune scimmie della foresta di Budongo (Uganda) hanno iniziato a cibarsi. Li hanno identificati gli autori di uno studio appena pubblicato su Communications Biology. La nuova abitudine alimentare, ipotizzano i ricercatori, potrebbe essere legata alla quasi scomparsa della palma Raphia farinifera, un’importante fonte di nutrimento per molti animali selvatici che vivono in questa foresta. La massiccia estirpazione della pianta sarebbe legata alla sua utilità per la realizzazione di corde su cui essiccare le foglie di tabacco. Il rischio è che il nuovo comportamento delle scimmie, indotto da attività antropiche, possa dare origine a eventi di spillover.

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Fonte: wired.it




Aviaria in Usa, tracce virus nel latte pastorizzato delle mucche

latteTracce di virus A H5N1 dell’influenza aviaria rilevate in alcuni campioni di latte pastorizzato di mucche provenienti da allevamenti negli Stati Uniti interessati dall’epidemia.

 La comunicazione è arrivata dalla Food and Drug Administration (Fda), che ha sottolineato come non ci siano elementi al momento per considerare il latte non sicuro e che ulteriori studi e analisi verranno effettuati nei prossimi giorni. Tuttavia, secondo virologi ed infettivologi, si tratta di un fatto da non sottovalutare e che indica come il virus si stia comunque muovendo tra specie diverse.

Al momento, precisa la Fda, non è possibile dire se si tratti di frammenti di materiale genetico inattivo o di virus vivo: “Ad oggi, non abbiamo visto nulla che possa cambiare la nostra valutazione che l’approvvigionamento commerciale di latte è sicuro”, afferma l’Agenzia. Alcuni dei campioni raccolti hanno indicato la presenza di virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità utilizzando il test quantitativo della reazione a catena della polimerasi (qPCR). Tuttavia, precisa ancora l’Fda, un risultato positivo a questo esame “significa che nel campione è stato rilevato il materiale genetico dell’agente patogeno, ma ciò non significa che il campione contenga un agente patogeno intatto e infettivo. Questo perché i test qPCR rilevano anche il materiale genetico residuo di agenti patogeni uccisi dal calore, come la pastorizzazione o altri trattamenti per la sicurezza alimentare”.

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Fonte: ansa.it




Schillaci presenta la Rete degli IIZZSS: “Componente fondamentale del Ssn per la salvaguardia della salute pubblica”

Una Rete di sicurezza sanitaria trasversale che, condividendo competenze e professionalità, parte dalla medicina veterinaria per arrivare a tutelare la salute dell’uomo, in un’ottica di prevenzione e con un approccio One Health lungo tutta la filiera. È la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani (IIZZSS), presentata oggi dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Una rete che, per come è strutturata e per come opera, rappresenta un unicum in Europa. “Nessun altro nel Vecchio Continente, infatti – spiega il ministero della Salute in una nota -, ha numeri e presenza capillare sul territorio, come quelli che annovera la principale postazione italiana di controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica veterinaria”.

Ne fanno parte gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, delle Venezie, della Sardegna, di Lazio e Toscana, del Mezzogiorno, della Puglia e Basilicata, dell’Abruzzo e del Molise, della Sicilia, e dell’Umbria e delle Marche. Le attività sono distribuite in 10 sedi centrali, 90 sezioni diagnostiche periferiche. La Rete IIZZSS mette a disposizione della collettività oltre 4 mila persone, tra medici veterinari, chimici, biologi, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e molte altre figure professionali, che sono quotidianamente impegnate con l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.

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Fonte: quotidianosanità.it




Residui di pesticidi negli alimenti: rese note le ultime cifre

Analizzato un ampio numero di campioni

Nel 2022 è stato raccolto nell’Unione europea (UE) un numero senza precedenti di 110 829 campioni di prodotti alimentari, un quarto in più rispetto al 2021. Il 96,3% di essi è risultato nei limiti di legge. Quanto al sottoinsieme di 11 727 campioni analizzati in base allo specifico programma di controllo coordinato dall’UE (EU MACP) si è riscontrato che rientrava nei limiti di legge il 98,4% di essi.

Risultati del programma coordinato dall’UE

Il programma EU MACP analizza campioni prelevati a caso da 12 prodotti alimentari. Per il 2022 si è trattato di mele, fragole, pesche, vino (rosso e bianco), lattughe, cavoli cappucci, pomodori, spinaci, avena in grani, orzo in grani, latte di mucca e grasso di maiale.

Dei campioni analizzati all’interno del programma coordinato:

  • 6 023, ovvero il 51,4%, sono risultati privi di residui quantificabili;
  • 5 512, ovvero il 47%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi (noti come livelli massimi di residui o LMR );
  • 192 ovvero il 1,6% conteneva residui superiori ai limiti consentiti.

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Fonte: EFSA




Le principali agenzie sanitarie delineano una terminologia aggiornata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria

A seguito della consultazione con agenzie ed esperti di sanità pubblica, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato un rapporto di consultazione tecnica globale che introduce una terminologia aggiornata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria. Gli agenti patogeni coperti includono quelli che causano infezioni respiratorie, ad esempio Covid-19, influenza, morbillo, sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers), sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e tubercolosi, tra gli altri.

La pubblicazione, intitolata “Rapporto di consultazione tecnica globale sulla terminologia proposta per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria”, è il risultato di un ampio sforzo di collaborazione pluriennale e riflette l’accordo condiviso sulla terminologia tra l’Oms, gli esperti e quattro importanti agenzie di sanità pubblica: Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie; Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie; Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie; e Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Questo accordo sottolinea l’impegno collettivo delle agenzie sanitarie pubbliche ad andare avanti insieme su questo tema.

L’ampia consultazione è stata condotta in più fasi nel 2021-2023 e ha affrontato la mancanza di una terminologia comune per descrivere la trasmissione di agenti patogeni attraverso l’aria tra le discipline scientifiche. La sfida è diventata particolarmente evidente durante la pandemia di Covid-19 poiché è stato richiesto a esperti di vari settori di fornire orientamenti scientifici e politici. Le diverse terminologie hanno evidenziato lacune nella comprensione comune e hanno contribuito a creare sfide nella comunicazione pubblica e negli sforzi volti a frenare la trasmissione dell’agente patogeno.

“Insieme a una gamma molto diversificata di importanti agenzie di sanità pubblica ed esperti in molteplici discipline, siamo lieti di essere stati in grado di affrontare questo problema complesso e tempestivo e di raggiungere un consenso – ha affermato Jeremy Farrar, capo scienziato dell’Oms -. La terminologia concordata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria aiuterà a stabilire un nuovo percorso per i programmi di ricerca e l’attuazione di interventi di sanità pubblica per identificare, comunicare e rispondere agli agenti patogeni esistenti e nuovi”.

 

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Fonte: quotidianosanità.it




Parassiti nei pesci d’allevamento, le specie indenni secondo l’Efsa

Un nuovo parere pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dimostra che non vi sono prove di infezione da parassiti zoonotici nella maggior parte dei pesci allevati in sistemi di acquacoltura a ricircolo (Sar). Il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa comune e il pesce gatto europeo possono essere consumati senza alcuna preoccupazione.

Lo studio
Un parere scientifico pubblicato dall’Efsa ha valutato i dati provenienti dall’area Ue/Efta e i nuovi metodi per individuare ed eliminare i parassiti dai pesci. Sebbene limitati, i dati indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinate al mercato – il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo – sono indenni da infezioni da parassiti.
Tuttavia, il ritrovamento di parassiti come l’Anisakis in spigole europee, tonno rosso dell’Atlantico, merluzzo e tinca, allevati in gabbie aperte in mare aperto o in bacini a flusso continuo, rende necessarie ulteriori analisi.
Lo studio riporta che i pesci allevati in sistemi chiusi di acquacoltura a ricircolo di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi sicuramente indenni.
Gli esperti dell’Efsa necessitano di ulteriori dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici nelle specie ittiche selezionate, nei vari sistemi di allevamento e nelle zone di produzione dell’area studiata, e per poter fornire un quadro completo delle varie combinazioni tra le principali specie ittiche d’allevamento e i loro parassiti.

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Fonte:vet33




Influenza aviaria, c’è rischio di trasmissione su larga scala solo se il virus muta

 

Il dipartimento dell’Agricoltura americano ha confermato anche ieri la presenza di bovini da latte infettati dal virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in un allevamento in Idaho. È il quinto Stato americano a essere interessato dall’epidemia dopo che l’allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte, che ha infettato anche due persone che hanno avuto contatti con gli animali, era scattato lo scorso 25 marzo, in due allevamenti in Kansas e uno in Texas e da tamponi effettuati in un quarto allevamento in Texas. Il 29 sono state poi riscontrate nuove positività in un allevamento in Michigan e New Mexico.

Le indagini preliminari hanno concluso che il ceppo di virus rilevato nell’ultimo caso è simile a quello riscontrato in precedenza in Texas e Kansas e che sembra essere stato introdotto dagli uccelli selvatici. Al momento, sottolineano le autorità, il livello di rischio per la salute umana resta basso; tuttavia, le persone con esposizioni strette o prolungate e non protette ad animali infetti o ambienti contaminati sono a maggior rischio di infezione. Nessuna preoccupazione per quel che riguarda il latte commerciale «perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare sul mercato», precisa il dipartimento dell’Agricoltura.

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Fonte: ilsole24ore.com




Allo studio un vaccino contro le malattie trasmesse da vettori

vaccinoIlaria Puglia, Marialuigia Caporale e il responsabile delle attività Alessio Lorusso, dell’IZS di Teramo, hanno preso parte al kick-off meeting del progetto europeo HORIZON Yellow4FLAVI “Deconstructing the Protective Immunity of Yellow Fever Virus 17D to inform flavivirus vaccine design”, che si è svolto il 21 e 22 marzo presso il campus dell’Istituto Pasteur di Parigi.

Al progetto, coordinato da Giovanna Barba-Spaeth del Pasteur di Parigi, lavorano gli esperti di un consorzio interdisciplinare costituito da 13 partner, di cui uno non europeo (Colombia), provenienti da 7 Paesi diversi. L’obiettivo è comprendere al meglio i meccanismi d’azione del vaccino più efficace contro i flavivirus: il vaccino per la febbre gialla 17D (YF17D). Yellow4FLAVI impiegherà questo vaccino per comprendere le basi molecolari della protezione immunitaria contro i flavivirus a lungo termine al fine di svelare gli aspetti critici dell’immunogenicità del vaccino, analizzando il ruolo strutturale delle particelle virali nella presentazione degli epitopi protettivi e studiando la risposta dell’ospite dalla sede di inoculo fino allo sviluppo della risposta immunitaria a lungo termine. Utilizzando la manipolazione genetica (reverse genetics) e il Cryo-EM (microscopia crioelettronica), oltre ad una pletora di approcci immunologici, verrà sviluppato un modello per la progettazione e il disegno di vaccini innovatici contro i flavivirus.

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Fonte: IZS Teramo




ECDC: in caso di future pandemie si dovrebbero applicare misure restrittive per contenere i contagi.

 In un rapporto pubblicato oggi, l’Ecdc delinea le principali considerazioni strategiche e operative per informare la pianificazione della preparazione alla progettazione e all’attuazione di misure sanitarie e sociali pubbliche (PHSM) nell’UE/SEE per le emergenze sanitarie e le pandemie.

I PHSM si riferiscono a misure non farmacologiche attuate in contesti comunitari per ridurre la diffusione di malattie infettive. Hanno costituito la risposta primaria della sanità pubblica durante le fasi iniziali della pandemia Covid, in particolare prima che le contromisure mediche, compresi i vaccini, diventassero ampiamente disponibili. Nelle future pandemie i PHSM potrebbero essere nuovamente utilizzati per ridurre la trasmissione delle malattie e attenuare gli impatti negativi sulla salute.

L’obiettivo di sanità pubblica di ridurre i danni complessivi alla salute della popolazione dovrebbe continuare ad applicarsi in situazioni di crisi. Un principio generale dovrebbe essere che le misure con il più alto livello di accettabilità/fattibilità e con le minori conseguenze negative potrebbero essere introdotte per prime e rimosse per ultime, notando anche che l’attuazione tempestiva di alcune misure produrrà la massima efficacia.

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Fonte: quoridianosanita.it