Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia – Aggiornamento

issL’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato l’aggiornamento bisettimanale del rapporto sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19.

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARSCoV-2 è 79 anni.
Al 20 aprile sono 238 dei 21.551 (1,1%) pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 54 di questi avevano meno di 40 anni (34 uomini e 20 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 38 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 10 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

 




Covid-19, i dossier di La Settimana Veterinaria

Dall’inizio dell’emergenza COVID-19 la rivista “La Settimana Veterinaria” sta dedicando dei dossier al tema.

Proponiamo la lettura di:

  • Medico Veterinario ai tempi del COVID-19 – pubblicato sul n°1136 del 1 aprile 2020
    Qual è il valore aggiunto di essere medico veterinario durante questa pandemia di Covid-1g? La formazione ricevuta, finalizzata a individuare e gestire un’epidemia di mandria, è stata utile in questo frangente? Quale il contraccolpo a livello professionale? Ecco il parere di alcuni medici veterinari, di zone diverse del territorio nazionale, alle prese con questa emergenza sanitaria 
  • Coronavirus: l’impatto sulla libera professione a livello internazionale –  pubblicato sul n°1337 del
    Il contraccolpo dell’emergenza sanitaria da coronavirus Sars-CoV-2 sulla libera professione medico veterinaria c’è stato, c’è e ci sarà. Qual è la situazione a livello dei vari Paesi? Ecco alcuni dati emersi da un sondaggio internazionale

ricordando che per questo periodo la casa editrice “Le Point Veterinaire Italie” ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione di tutti coloro che vorranno richiederli, anche ai non abbonati, i propri periodici in versione PDF.




Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della popolazione residente primo trimestre 2020

È online il rapporto “Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della popolazione residente primo trimestre 2020” realizzato da ISS e ISTAT per fornire una lettura integrata dei dati epidemiologici di diffusione dell’epidemia di COVID-19 e dei dati di mortalità totale acquisiti e validati da ISTAT.

Si tratta della prima volta che l’Istat diffonde questa informazione riferita a un numero così consistente di comuni.

L’ampia base dati, relativa all’86% della popolazione residente in Italia, consente di valutare gli effetti dell’impatto della diffusione di Covid-19 sulla mortalità totale per genere ed età nel periodo iniziale e di più rapida diffusione del contagio: marzo 2020.

Fonte: ISS




ISS: i bollettini della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia e l’analisi sui pazienti deceduti

issL’Istituo Superiore di Sanità ha pubblicato il documento “Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 6 aprile 2020”,  con l’appendice al bollettino con il dettaglio regionale  e l’infografica sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.

E inoltre disponibile l’Indagine sul contagio da COVID-19 nelle RSA: on line il secondo rapporto




Giovanni Di Guardo: Quello che so sul Coronavirus cinese

Proponiamo la lettura della lettera del Prof. Giovanni Di Guardo, docente della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, pubblicata sulla rubrica “italians” del Corriere della Sera il 27 gennaio 2020

Caro BSev, sono professore di patologia generale e fisiopatologia veterinaria all’Università di Teramo e, poiché nutro uno sconfinato interesse nei confronti delle malattie infettive, soprattutto nei riguardi di quelle causate da agenti “zoonosici” – cioè in grado di effettuare il “salto di specie da animale a uomo” -, mi fa piacere e ritengo opportuno condividere insieme a voi alcune riflessioni sul coronavirus recentemente identificato in Cina, che sta generando preoccupazione e allarme non soltanto in quel Paese, ma un pò ovunque. Qual’è l’origine di questo nuovo patogeno, imparentato col virus della SARS e provvisoriamente denominato “2019-nCoV”? Un recentissimo lavoro avrebbe ascritto la fonte primaria dell’infezione umana ai serpenti (abitualmente consumati in Cina a scopo alimentare), nel cui organismo un coronavirus proveniente dai pipistrelli si sarebbe “ricombinato” con quello già presente negli stessi, dando in tal modo origine al “2019-nCoV”; altri autorevoli studiosi avrebbero tuttavia espresso dubbi in merito alla sopra citata “dinamica” di trasferimento del coronavirus in questione dagli animali all’uomo. Infatti, sebbene i due temibili predecessori del “2019-nCoV”, rappresentati dai coronavirus della SARS e della MERS, avrebbero compiuto il famigerato “salto di specie” passando rispettivamente all’uomo dai pipistrelli e dai dromedari, i rettili non rientrerebbero, a differenza di mammiferi e volatili, fra gli ospiti suscettibili ai coronavirus. In un Paese come la Cina, che ha peraltro adottato una serie di misure “draconiane” per il contenimento del nuovo coronavirus, l’eccessiva densità demografica umana e animale, l’elevata promiscuità uomini-animali e certe abitudini alimentari rappresenterebbero poi condizioni “ideali” per l’insorgenza e la diffusione di epidemie quali SARS, influenza aviaria e quella emergente da “2019-nCoV”, agendo come fattori letteralmente capaci di “metter le ali” a tali virus.

 




ACE-inibitori e sartani (ARBs) in pazienti affetti da CoViD-19: un Giano bifronte?

E’ stata pubblicata sul BMJ – British Medical Journal – la rapid reponse a firma di Adriana Albini  – Polo scientifico e tecnologico dell’IRCCS Multimedica di Milano-, Giovanni Di Guardo – Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo –  e Michele Lombardo – Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale San Giuseppe – MultiMedica di Milano “Inhibitors of the renin-angiotensin-aldosterone system and CoViD-19-affected patients: A two-faced Janus?”, in risposta all’articolo “Clinical characteristics of 113 deceased patients with coronavirus disease 2019: Retrospective study“.

Secondo gli scienziati italiani sono assolutamente necessari e urgenti studi  adeguatamente finanziati che forniscano dati solidi, basati su evidenze scientifiche, finalizzati a valutare l’eventuale impatto degli ACE-inibitori e dei sartani (farmaci bloccanti il recettore dell’angiotensina II; ARBs) – considerati i farmaci di prima scelta per la cura dell’ipertensione-  sull’evoluzione in ambito clinico-patologico dell’infezione da SARS-CoV-2. Ciò al fine di fornire una risposta “non equivoca” alla domanda cruciale secondo cui le due  sopracitate classi di farmaci possano essere utilizzate in sicurezza oppure debbano, in alternativa, sostituite da altri farmaci antipertensivi nella gestione terapeutica di pazienti SARS-CoV-2-infetti  e contestualmente affetti da comorbidità quali ipertensione, malattie cardiovascolari e/o diabete.

Non meno importanti, al fine di poter fornire risposte adeguate ed “evidence based” alle numerose questioni aperte riguardanti  la patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2, saranno le indagini post mortem che andranno eseguite sui pazienti con CoViD-19 deceduti.

A cura della segreteria SIMeVeP




Coronavirus in Cina. L’ISS dedicata una sezione per rispondere alle domande

Cosa sono i coronavirus e come si diffondono? Come fare a prevenire l’infezione? Per rispondere a queste domande e venire incontro a cittadini e operatori EpiCentro pubblica una nuova sezione dedicata ai coronavirus e fa il punto della situazione sul focolaio di infezione da un nuovo coronavirus (2019-nCoV). Al 20 gennaio 2020, secondo il risk assessment pubblicato il 22 gennaio dall’ECDC, sono stati notificati complessivamente 295 casi confermati di infezione da 2019-nCoV e 4 decessi.

 

 




Nuovo coronavirus, dagli animali all’uomo, dall’uomo agli animali e……..

Come emerge da vari studi pubblicati su autorevoli riviste scientifiche, gatto, criceto, furetto, visone, tigre e leone rappresentano, unitamente al macaco e ad altri primati non umani, specie animali suscettibili nei confronti dell’infezione naturale e/o sperimentale da SARS-CoV-2, il famigerato coronavirus responsabile della CoViD-19.

I gatti SARS-CoV-2-infetti sarebbero altresì in grado, analogamente a quanto accertato nella nostra specie, di trasmettere per via respiratoria il virus ad altri gatti posti a stretto contatto con essi.

In Olanda, ove l’infezione da SARS-CoV-2 e’ stata recentemente segnalata in diversi allevamenti di visoni, sarebbero stati parimenti osservati casi di CoViD-19 fra il personale dedito al mantenimento di questi animali. Visto e considerato che gli isolati virali identificati nei suddetti pazienti mostravano analogie di sequenza, in rapporto a quelli ottenuti dai visoni, ben più spiccate rispetto a quelle presenti negli isolati virali caratterizzati da altri individui CoViD-19-affetti residenti nella medesima area, appare plausibile che i primi abbiano potuto acquisire l’infezione dai visoni.

Tutto ciò ci rimanda inevitabilmente al complesso ciclo naturale di un’infezione pandemica, quella da SARS-CoV-2 per l’appunto, che nei pipistrelli avrebbe trovato la propria culla d’origine, per poi trasferirsi (presumibilmente) ad un secondo “serbatoio” animale – a tutt’ oggi non ancora identificato con certezza – e di lì all’uomo, con ulteriori “passaggi” del virus dalla nostra specie a quelle citate in premessa.

Il nuovo coronavirus si trova “in buona compagnia” da questo punto di vista, e non soltanto perché i suoi due “illustri” predecessori responsabili della SARS e della MERS hanno avuto una pressoché analoga origine (pipistrelli), ma anche e soprattutto perché il 70% e più delle “malattie infettive emergenti” riconoscono un’origine animale.

Questioni complesse, da affrontare in un’ottica multidisciplinare e di “One Health”.

Prof. Giovanni DI GUARDO
Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria
Facolta’ di Medicina Veterinaria – Universita’ degli Studi di Teramo




SARS-CoV-2. Dagli animali alcune possibili risposte, perchè la “salute è unica”

ambiente, animale e uomoIn un articolo pubblicato sul quotidiano “La Città” di Teramo, il Prof. Giuseppe Borzacchiello (Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Universita’ di Napoli “Federico II”) e  il Prof. Giovanni Di Guardo (Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Teramo) affrontano, nell’ottica One Health,  il progressivo ampliarsi dello spettro di  ospiti suscettibili al virus SARS-CoV-2 e le domande nonchè le riflessioni che ne scaturiscono.

In particolare Borzacchiello e Di Guardo si soffermano sulla suscettibilità dei gatti all’infezione, che nel caso di SARS-CoV-2 potrebbe fornire (analogamente a quanto già avviene per il  virus dell’immunodeficienza felina in rapporto al virus dell’AIDS) un valido e prezioso modello animale di patologia spontanea  e sperimentale per approfondire una serie di aspetti non ancora sufficientemente chiariti in merito alle complesse dinamiche d’interazione virus-ospite, che non sempre possono essere adeguatamente approfondite nei pazienti umani.

“Se è vero, come è vero, che dal mondo animale sarebbe originato un virus tanto temibile quanto letale, è altrettanto vero che una serie di risposte “evidence-based” alle tante importanti domande che i ricercatori si pongono potranno venire proprio da quel mondo, in una prospettiva “One Health”, ovvero di una “sola salute” per uomo, animali e ambiente”.

Concludono gli autori

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Covid19: dalla suola delle scarpe alle zampe degli animali. Le indicazioni dell’ISS

issL’Istituto superiore di sanità fa chiarezza su alcune domande frequenti legate al Sars Cov 2:

Il pane fresco o le verdure crude possono essere contaminate da nuovo coronavirus e trasmettere l’infezione a chi li mangia?

Allo stato attuale non vi sono informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie degli alimenti, ma la possibilità di trasmissione del virus attraverso il pane fresco, o altri tipi di alimenti è poco probabile, visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto, purché manipolando il pane, come altri alimenti, sia rispettata l’igiene delle mani, che consiste nel lavaggio accurato con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e in caso di tosse o starnuti si usi un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie e poi si lavino subito le mani prima di toccare il pane o le verdure.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa contaminando le superfici e esponendo al contagio?

Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto. Teoricamente se si passa con la suola delle scarpe su una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come catarro, ecc. è possibile che il virus sia presente sulla suola e possa essere portato in casa. Tuttavia, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile. In presenza di bambini si può mantenere un atteggiamento prudente nel rispetto delle normali norme igieniche, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita)

Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?

La sopravvivenza del nuovo Coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani)

Se si è dovuti uscire per lavoro o emergenze, al rientro in casa bisogna lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti?

Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.