La radio-telemetria per individuare i nidi delle vespe velutine

L’individuazione e la  distruzione dei nidi delle vespe velutine sono importantissimi per frenare la diffusione di questo pericoloso insetto alieno, finora però l’utilizzo di droni e radar non aveva dato esiti soddisfacenti poichè i nidi si nascondono su alberi alti e frondosi oppure su cornicioni posizionati anche a 20 metri di altezza, e sono quindi estremamente difficili da vedere.

Recentemente un team di scienziati franco-inglese ha testato la radio telemetria e la tecnica si è rivelata molto promettente: tramite l’istallazione di un trasponder sul corpo dell’insetto, l’animale diventa tracciabile.

I risultati, pubblicati su Communications biology, una rivista di Nature, riaccendono le speranze di poter trovare i nidi in maniera facile ed efficiente.

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FAO: le api devono essere protette per il futuro della nostra alimentazione

In occasione della prima Giornata mondiale delle api, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha esortato paesi e singoli individui a fare di più per proteggere le api e gli altri impollinatori per non rischiare un brusco calo della diversità alimentare.

Le api sono gravemente minacciate dagli effetti combinati del cambiamento climatico, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento.

In Slovenia, per la cerimonia ufficiale, il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, ha affermato che i paesi devono passare a politiche e sistemi alimentari più favorevoli agli impollinatori e più sostenibili.

Non possiamo continuare a concentrarci sull’aumento della produzione e della produttività basandoci sull’uso diffuso di pesticidi e di sostanze chimiche che minacciano le colture e gli impollinatori“, ha affermato Graziano da Silva. “Ora dobbiamo trasformare le nostre parole in azioni e intraprendere misure specifiche per tutelare le api e gli altri impollinatori. Prenderci cura della loro sopravvivenza significa tutelare la nostra stessa sopravvivenza” ha sottolineato Dejan Židan Ministro dell’Agricoltura, delle Foreste e dell’Alimentazione della Slovenia.

Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono in una certa misura dall’impollinazione per resa e qualità. L’assenza di api e di altri impollinatori eliminerebbe la produzione di caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao, per citare solo alcune delle colture che si basano sull’impollinazione.

Ognuno di noi ha una responsabilità individuale nei confronti della protezione delle api e dovremmo tutti fare scelte rispettose degli insetti impollinatori“, ha aggiunto Graziano da Silva. “Anche la crescita dei fiori a casa per nutrire le api contribuisce a questo sforzo“.

Impollinatori, come api, api selvatiche, uccelli, pipistrelli, farfalle e coleotteri volando, saltano e strisciano sui fiori aiutando le piante a fertilizzarsi. Il numero e la diversità degli impollinatori sono diminuiti negli ultimi decenni e le prove indicano che il declino è principalmente conseguenza delle attività umane, compreso il cambiamento climatico, che possono interrompere le stagioni di fioritura.

Le pratiche agricole sostenibili, in particolare l’agro-ecologia, possono aiutare a proteggere le api riducendo l’esposizione ai pesticidi e contribuendo a diversificare il paesaggio agricolo.

Attraverso l’agro-ecologia, la FAO cerca di ottimizzare le interazioni tra piante, animali, esseri umani e ambiente. Le innovazioni sono necessarie e devono basarsi sulla creazione di conoscenza, dove la scienza si combini con le conoscenze e le esperienze locali, come un processo sociale “, ha affermato Graziano da Silva.

Con l’Organizzazione mondiale della sanità, la FAO ha anche sviluppato il Codice di condotta internazionale sulla gestione dei pesticidi. Ciò fornisce un quadro delle migliori pratiche che possono aiutare a ridurre l’esposizione degli impollinatori ai pesticidi.

La cerimonia ufficiale per la prima Giornata mondiale delle Api si è tenuta nel villaggio sloveno di Breznica, 50 chilometri a nord-ovest della capitale, con il patrocinio del presidente sloveno Borut Pahor. Breznica è il luogo di nascita nel 1734 di Anton Janša, un apicoltore e un pioniere dell’apicoltura moderna. Il suo compleanno, il 20 maggio, è stato scelto per essere segnato ogni anno come la Giornata Mondiale delle Api

La Slovenia, con la FAO, è stata determinante nello stabilire la giornata internazionale attraverso una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvata lo scorso anno all’unanimità, con il sostegno di Apimondia, la Federazione internazionale delle associazioni di apicoltori, dell’Associazione degli apicoltori sloveni e del Ministero sloveno dell’Agricoltura, delle Foreste e dell’Alimentazione.

Fonte: FAO




Scoiattolo rosso: nessuna traccia di squirrelpox virus in Italia

scoiattolo rossoLe principali popolazioni italiane di scoiattolo grigio non invasivo di origine nordamericana non sono portatrici di squirrelpox virus, patogeno all’origine della pericolosa infezione che minaccia l’intera popolazione continentale di scoiattolo rosso.

A rivelarlo uno studio, guidato dall’Università Statale di Milano e pubblicato su Animal Conservation, nato da una vasta indagine per verificare la presenza dello squirrelpox virus nella popolazione di scoiattoli grigi nordamericani introdotti in Italia nel 1948.

Il patogeno, che non è dannoso per la specie americana, è invece letale nella maggior parte dei casi per il nativo scoiattolo rosso, già a rischio di estinzione per la dura competizione in atto con lo scoiattolo grigio per le risorse alimentari. La comparsa dell’infezione virale in Gran Bretagna e successivamente in Irlanda ha provocato in questi territori il rapido declino dello scoiattolo rosso, e una sua eventuale presenza in Italia metterebbe a rischio la sopravvivenza della specie anche in tutta l’Europa continentale.

L’indagine volta a verificare la presenza dello squirrelpox virus in Italia è stata condotta grazie al supporto delle organizzazioni National Trust, European Squirrel Initiative e Red Squirrel Trust Wales e ha fatto uso di metodiche diagnostiche all’avanguardia per l’individuazione del virus e dell’esperienza dei colleghi britannici, partner dello studio, nell’affrontare questa pericolosa infezione.

Grazie all’impegno di molti colleghi d’oltremanica, il ruolo determinante giocato dallo squirrelpox virus nel rapido declino dello scoiattolo rosso in Gran Bretagna e Irlanda era noto da tempo” – spiegano Claudia Romeo e Nicola Ferrari, ricercatori del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano. “Tuttavia, l’eventuale presenza del virus nelle popolazioni di scoiattolo grigio introdotte in Italia fino ad oggi non era mai stata indagata“.

Il risultato della ricerca è positivo per lo scoiattolo rosso. “Dimostrare l’assenza di qualcosa non è mai un’impresa semplice” – dichiara la dottoressa Romeo – “ma oggi abbiamo finalmente delle buone notizie per gli scoiattoli rossi italiani e per tutta la popolazione continentale: sembra, infatti, che siano stati risparmiati da questa minaccia aggiuntiva che uccide ogni anno centinaia di animali nelle Isole Britanniche“.

I ricercatori sottolineano, però, come questo non significhi certo che gli scoiattoli rossi in Italia siano al sicuro dallo scoiattolo grigio: le due specie competono comunque per le risorse alimentari, e la presenza del grigio porta inevitabilmente all’estinzione locale del rosso. L’assenza dello squirrelpox virus concede, però, più tempo alle attuali attività di controllo e conservazione, perché, in assenza della malattia, la sola competizione alimentare è un processo molto più lento.

Non dobbiamo comunque abbassare la guardia” – spiega infine il dottor Ferrari – “perché nuovi nuclei di scoiattolo grigio di origine non ben documentata sono stati individuati lungo la penisola, e questo non ci permette di escludere una futura comparsa del virus nel nostro paese”.

L’attività di sorveglianza per lo squirrelpox virus deve quindi continuare, in modo da proteggere lo scoiattolo rosso da questa pericolosa infezione.

Fonte: Università degli Studi di Milano




Giornata mondiale delle api: al via la condivisione di dati Ue

E’ pronto a decollare il partenariato dell’UE sulle api. Tutti i portatori di interesse coinvolti nel progetto hanno infatti messo a punto un quadro di azione che potrebbe rivoluzionare la raccolta e la condivisione di dati sulla salute delle api nell’UE.

La proposta di avviare il partenariato è l’esito più importante di un simposio organizzato nel 2017 dall’EFSA nell’ambito della Settimana delle api e dell’impollinazione del Parlamento europeo. Da allora un gruppo di portatori d’interesse ha lavorato per concordare i termini del mandato che guiderà il lavoro del partenariato.

Il gruppo, composto da rappresentanti di associazioni di apicoltori, organizzazioni ambientaliste, associazioni di agricoltori, industrie fitosanitarie e veterinarie, nonché valutatori del rischio, scienziati e veterinari, è stato coordinato dall’EFSA.

Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA, ha commentato: “Quale modo migliore per celebrare la prima Giornata mondiale internazionale delle api se non condividere l’entusiasmante notizia che il partenariato UE sulle api è diventato realtà? La salute delle api è una questione che all’EFSA sta molto a cuore. Sin dal 2015 la nostra equipe MUST-B ha lavorato per sviluppare un approccio alla valutazione dei rischi per le api che tenga conto di tutti i principali fattori di stress. Una raccolta armonizzata dei dati è assolutamente fondamentale per il successo di questo progetto“.

Obiettivo del partenariato UE sulle api è migliorare la raccolta, la gestione e la condivisione dei dati e contribuire così allo sviluppo di un approccio olistico alla valutazione della salute delle api in Europa e fuori. Inizialmente si concentrerà sui seguenti punti:

•sviluppo di un repertorio di dati sulla salute di api mellifere, bombi e api solitarie;
•individuazione di modalità per armonizzare la raccolta e la gestione dei dati;
•sviluppo di strumenti per la valutazione della salute delle api, per assistere gli apicoltori, gli agricoltori e altri soggetti.

I membri del gruppo di portatori d’interesse presenteranno il mandato del partenariato UE sulle api alla Settimana europea delle api e dell’impollinazione di quest’anno.

•Rapporto: Terms of reference for an EU Bee Partnership

Fonte: Efsa




Lo scoiattolo rosso torna nei boschi di Perugia

Scoiattolo rossoSi conclude a ottobre 2018 il Progetto LIFE U-SAVEREDS (LIFE13 BIO/IT/000204) avviato nel 2014 e finanziato dal programma LIFE+ Biodiversità al fine di conservare lo scoiattolo comune europeo (o rosso, Sciurus vulgaris) in Umbria, minacciato in particolare dalla presenza dello scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis), e di tutelare in generale tutta la biodiversità forestale dell’Appennino.

Il progetto è stato promosso e realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione con la Regione Umbria, il Comune di Perugia, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, la Regione Lazio, Legambiente Umbria e l’Istituto OIKOS.

Lo scoiattolo grigio è una specie esotica proveniente dal nordamerica che è stata introdotta ed è divenuta invasiva in Europa, dove è presente in Inghilterra, Irlanda e Italia (prima introduzione nel 1948 in Piemonte, ma è presente anche in Lombardia, in Veneto, in Liguria dal 1966 e dai primi anni 2000 in Umbria).

Lo scoiattolo alloctono (cioè che è giunto in una determinata area geografica per l’intervento diretto, intenzionale o accidentale, dell’uomo) e’ incluso nell’elenco di 100 delle specie aliene invasive (IAS, Invasive Alien Species) più pericolose a livello europeo e mondiale e più recentemente è stato inserito nell’elenco di specie invasive di rilevanza unionale, ai sensi del Regolamento Europeo n. 1143 del 2014.

La specie alloctona e la specie autoctona (cioè naturalmente presente in una determinata area geografica nella quale si è originata o è giunta senza l’intervento diretto dell’uomo), sono in un processo di “esclusione competitiva” che vede vincente lo scoiattolo proveniente dal nuovo mondo. Il “grigio” saccheggia le riserve invernali del “rosso”,  che risulta svantaggiato e si estingue localmente nel giro di pochi anni,  e diffondendosi sempre più velocemente, come è successo in Gran Bretagna e Irlanda, provoca danni al patrimonio forestale e ad alcuni tipi di coltivazioni costituendo una forte minaccia alla biodiversità di tutto il paese.

 Le Azioni di Conservazione attiva sono consistite in:
  • eradicazione, tramite soppressione eutanasica e sterilizzazione, della popolazione di scoiattolo grigio;
  • supporto diretto (tramite restocking) e indiretto (riqualificazione ambientale tramite la piantumazioni di specie appetibili e apposizione di mangiatoie) alle popolazioni di scoiattolo rosso, al fine di favorire la ricolonizzazione delle aree dopo la rimozione dello scoiattolo grigio.

Queste attività hanno permesso di ottenere risultati molto rilevanti in termini di conservazione: il numero totale di rimozioni di scoiattoli grigi ha mostrato un chiaro trend di decremento e si è passati da una densità iniziale media di 3.37 individui/ha ad una di 0.31 individui/ha, così come si è ridotta significativamente l’area di presenza della specie aliena passando da circa 35 km2 ad appena 3 km2.;  alla diminuzione degli scoiattoli grigi ha fatto seguito un aumento delle occasioni di avvistamento e/o cattura di scoiattoli rossi. Le osservazioni si stanno susseguendo anche in aree da dove lo scoiattolo rosso mancava da più 10 anni.

Il risultato finale è che ora lo scoiattolo rosso è presente in un territorio di circa 57 km2, più di 3
volte rispetto all’area di presenza conosciuta ad inizio Progetto (circa 18 km2), mentre l’area di
presenza del grigio si è sostanzialmente contratta e la sua presenza oggi è sporadica e legata a
pochissime aree relitte. Dopo 4 anni il livello di biodiversità è tornato ad essere quello di 15 anni fa. Un risultato importante che potrà fare da apri pista rispetto al altre situazioni analoghe
Il comunicato stampa LIFE U-SAVEREDS

Leggi anche:Biodiversità. LIFE+U-SAVEREDS: l’esperienza umbra nella tutela dello scoiattolo rosso di Silvia Crotti, Daniele Paoloni – Argomenti n°2/2017

A cura della segreteria SIMeVeP




Click, alieni tra noi. Fotografa le specie aliene per tutelare la biodiversità

Concorso fotograficoIl progetto Life ASAP lancia un contest fotografico di merito aperto a tutti e gratuito per diffondere una corretta informazione sulle specie aliene e creare consapevolezza e conoscenza nel pubblico.

I partecipanti sono invitati a documentare e raccontare attraverso le fotografie la presenza delle specie aliene (sia animali che piante) nel nostro territorio evidenziando l’elemento di “estraneità” di questi organismi rispetto all’ambiente, sia esso naturale, semi-naturale o urbano, nel quale si sono insediati e in molti casi stabilizzati.

Fino al 31 ottobre si può partecipare con un numero massimo di tre fotografie inedite, da inviare unitamente al modulo di partecipazione e secondo il regolamento pubblicati sul sito del progetto.

La proclamazione dei vincitori avverrà il 31 dicembre 2018, dopo la selezione svolta da una giuria composta da fotografi e giornalisti professionisti e da un rappresentante di ogni partner del progetto Life ASAP, ovvero Ispra, Regione Lazio, Federparchi, i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, dell’Aspromonte, Gran Paradiso e dell’Appenino Lucano, Nemo srl, Tic Media e Università di Cagliari.

Oltre ai premi per i primi 3 classificati, le migliori venti fotografie faranno parte di una mostra dedicata all’argomento e verranno pubblicate sia sul sito web che sulla relativa pagina Facebook.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Vespa orientalis ritrovata a Genova

Un apicoltore hobbista associato ALPA Miele (Associazione Ligure Produttori Apistici Miele), sig. Andrea Valle, impiegato come rimorchiatore nel porto di Genova, ha segnalato nella mattinata di domenica 13 maggio il ritrovamento di un esemplare di Vespa orientalis. Le fotografie sono state immediatamente inviate ai ricercatori ed entomologi impegnati nei progetti LIFE STOPVESPA e Stopvelutina che hanno confermato il primo riconoscimento effettuato da parte dei tecnici apistici di ALPA Miele.

La Vespa orientalis non deve essere confusa con il noto calabrone asiatico Vespa velutina, una specie esotica invasiva che si sta diffondendo in Europa dal 2004 e in Italia dal 2012, predatrice di api e in grado di provocare ingenti danni all’apicoltura e alla biodiversità.

Vespa orientalis infatti, diffusa in Asia, Medio Oriente, Nord Africa e Sud Est Europeo, è una specie presente in modo naturale nell’Italia meridionale, come in Sicilia, dove è in grado di provocare molti danni a carico dell’apicoltura, in particolare nel palermitano e nel trapanese. Come per gli altri calabroni, la Vespa orientalis è in grado di essere trasportata in modo passivo dall’uomo, grazie alla movimentazione di merci e di materiale di vario genere, e questo sistema è probabilmente alla base della segnalazione di Genova e di alcune precedenti segnalazioni nel Lazio e a Valencia (Spagna).

Porti e aree di transito merci sono infatti dei punti d’ingresso preferenziali per le specie esotiche, e l’istituzione di sistemi di sorveglianza e di rapido intervento è fondamentale per prevenirne e controllarne la diffusione. Il sistema sviluppato in Liguria contro la Vespa velutina, che prevede lo sviluppo di campagne informative e sistemi di monitoraggio e controllo con la collaborazione anche della Regione Liguria nella figura dell’assessore Mai, ha quindi permesso di intercettare ed identificare rapidamente l’arrivo di Vespa orientalis.

La speranza è che si tratti di un individuo isolato e che non sia avvenuta nidificazione, ma si consiglia e richiede alle persone di installare bottiglie trappola come effettuato per la Vespa velutina, per monitorarne l’eventuale presenza, prestando particolarmente attenzione ad individui sospetti.

A un occhio poco allenato i calabroni e le vespe possono sembrare tutte uguali, ma hanno caratteristiche precise che le distinguono; per aiutare l’identificazione, è necessario fotografare gli esemplari ed eventualmente conservarli in freezer per successive verifiche da parte degli studiosi.

Riferimenti per le segnalazioni in Liguria:

800 445445 (Numero Verde Regione Liguria) – 335 6673358 (LIFE STOPVESPA)

Contatti e fonti:

AlpaMiele Associazione Ligure Produttori Apistici Miele

Progetto Europeo LIFE STOPVESPA

Stopvelutina Rete di ricercatori e apicoltori per il controllo di Vespa velutina




Zanzare aliene, le migliori strategie di controllo

All’interno del progetto LEXEM (Laboratory of Excellence for Epidemiology and Modelling), finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento e coordinato dalla Fondazione Edmund Mach, uno studio appena pubblicato su Scientific Reports, condotto dai ricercatori del Centro Dondena dell’Università Bocconi di Milano in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler di Trento, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, ha confermato scientificamente le migliori strategie per il controllo delle zanzare aliene ovvero la combinazione di larvicidi, adulticidi e rimozione dei siti di riproduzione delle zanzare.

I larvicidi hanno dimostrato di essere più vantaggiosi all’inizio dell’estate e nelle stagioni più calde, mentre gli adulticidi dovrebbero essere preferiti in autunno e nelle stagioni più fredde. I risultati di questo lavoro forniscono indicazioni utili a sostegno di decisioni urgenti da parte delle autorità sanitarie pubbliche in risposta alle emergenti epidemie di zanzare.

Il rischio di trasmissione autoctona di malattie da vettore (trasmesse dalle zanzare), come Zika, Dengue e Chikungunya in Europa è dovuto principalmente a casi importati che vengono registrati sporadicamente in viaggiatori internazionali di ritorno da paesi dove la malattia è endemica. Dal momento che spesso non esistono né trattamenti specifici, né vaccini, nella maggior parte dei casi il contenimento di potenziali epidemie poggia soprattutto sull’interruzione del processo di trasmissione, attraverso la riduzione della densità delle zanzare.

Una recente ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach e dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie nell’ambito del progetto LEXEM, basata sull’esperienza italiana di due epidemie di Chikungunya nel 2007 e 2017, evidenzia che servono diverse strategie di controllo del vettore, a seconda del momento in cui vengono notificati i primi casi. In questo modo lo studio fornisce utili indicazioni alle autorità che si occupano di stilare politiche volte al controllo di epidemie di malattie da vettore emergenti.

In particolare, i risultati suggeriscono che, se un caso di Chikungunya viene notificato in tarda primavera o in estate, la risposta ottimale è quella di combinare l’applicazione di adulticidi e larvicidi e la rimozione di siti di riproduzione della zanzara tigre. Inoltre, le applicazioni di larvicidi risultano essere maggiormente costo-efficaci a inizio estate e in stagioni più calde, mentre le applicazioni di adulticidi in autunno e in stagioni più fredde.

Leggi  l’articolo originale: Trentini F, Poletti P, Baldacchino F, Drago A, Montarsi F, Capelli G, Rizzoli A, Rosà R, Rizzo C, Merler S & Melegaro A (2018). The containment of potential outbreaks triggered by imported Chikungunya cases in Italy: a cost utility epidemiological assessment of vector control measures. Scientific reports, 8(1), 9034.




L’Ue verso il divieto per tre neonicotinoidi killer delle api

Il Comitato permanente dell’Ue su piante, animali, cibi e mangimi (Paff) ha approvato il 27 aprile la proposta della Commissione europea di estendere il campo d’applicazione del divieto parziale di tre pesticidi della classe dei “neonicotinoidi” (Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam) dannosi per le api, proibendone ogni uso esterno nel territorio dell’Unione.

I tre pesticidi, indicati in molte ricerche scientifiche come i principali responsabili del fenomeno della moria delle api e degli altri insetti impollinatori, erano già stati proibiti nel 2013 per gli usi esterni su determinate colture e in determinati periodi dell’anno. Ora sarà possibile continuare a usarli solo nelle serre.

A favore della proposta della Commissione hanno votato 16 Stati membri: Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Svezia, Slovenia, Portogallo e Regno Unito. Solo quattro i paesi contrari: Repubblica ceca, Danimarca, Ungheria e Romania, mentre si sono astenuti i restanti otti Stati membri: Bulgaria, Belgio, Croazia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacca, Finlandia.

Da anni l’uso massiccio in agricoltura dei pesticidi, e in particolare di quelli “sistemici” come i neonicotinoidi, che penetrano all’interno dell’organismo delle piante, è sotto accusa per il fenomeno della morìa delle api, che ha assunto dimensioni estremamente preoccupanti in tutti i continenti. Con questa misura, l’Ue si pone all’avanguardia nel mondo nella protezione delle api e degli altri insetti impollinatori, che è essenziale, oltre che per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche per la produzione alimentare, visto il ruolo nell’impollinazione delle piante coltivate dall’uomo, oltre che nella maggior parte delle piante selvatiche.

Il regolamento che vieta i tre neonicotinoidi, basato su una rigorosa valutazione dei rischi dell’Efsa, l’Autorità europea di sicurezza alimentare di Parma, sarà ora adottato formalmente dalla Commissione nelle prossime settimane, per entrare in vigore entro la fine dell’anno.




Ue: individuato fungo delle salamandre

Un fungo patogeno emergente, il Batrachochytrium salamandrivorans (Bsal in breve), è stato rilevato in diverse specie di salamandre di tutta l’UE, sia in quelle tenute come animali da compagnia sia in quelle selvatiche.

Casi sono stati segnalati in Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. In alcune specie di salamandre il Bsal può provocare un’elevata mortalità.

Nel parere scientifico pubblicato quest’oggi gli esperti dell’EFSA hanno valutato il rischio di insediamento e diffusione di questo fungo.

Risk of survival, establishment and spread of Batrachochytrium salamandrivorans (Bsal) in the EU

Fonte: Efsa