L’empasse della Strategia Farm to Fork e l’autosufficienza dell’Ue nelle produzioni agro-alimentari

pesticidiUn recente studio condotto dalla Commissione AGRI del Parlamento Europeo (2023) dal titolo “The dependency of the EU’s food system on input and their sources” (La dipendenza del sistema alimentare dell’UE dai fattori di produzione e dalle loro fonti) cita la necessità di rivedere diversi traguardi/obiettivi della F2F sulla base del feedback generale dei portatori di interessi (https://lnkd.in/dt8kJxUr).

I fatti a sostegno sono:

– la strategia F2F sancita dalla politica più ampia Green Deal è stata oggetto di critiche in quanto non accompagnata da una valutazione d’impatto globale;
– vari studi hanno segnalato che alcuni degli obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra rischiano di esercitare un effetto negativo sulla produzione agricola;
– all’indomani della pandemia e della guerra della Russia contro l’Ucraina è emerso un dibattito riguardo ai potenziali effetti negativi degli obiettivi di sostenibilità sui livelli di approvvigionamento e disponibilità alimentare.

Quest’ultima posizione è stata corroborata nel gennaio 2024 dalle critiche emerse dalla relazione del Comitato Consultivo Scientifico Europeo sui cambiamenti climatici in merito alla mancata realizzazione da parte della Commissione europea di alcune delle iniziative presentate nell’ambito della sua politica faro del Green Deal e dalla richiesta di incentivi finanziari più adeguati per gli agricoltori al fine di ridurre le emissioni agricole – al contempo di porre fine alle sovvenzioni ai combustibili fossili ed affrontare le emissioni legate all’agricoltura e all’uso del suolo-  ed una un’attuazione solida ed efficace della serie di atti legislativi sulle energie rinnovabili, efficienza energetica e uso del suolo (https://lnkd.in/drsn8w3C); – sono ben noti i ripetuti ritardi delle iniziative F2F e le proteste degli agricoltori che hanno aggiunto una ulteriore incertezza alla strategia:  su 31 interventi promessi,  15 sono in stallo e la contestatissima proposta sui pesticidi è stata ritirata dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Cosa possiamo ricavare dagli elementi di cui sopra?

Per essere cauti e realistici,  le misure F2F devono essere ulteriormente valutate e attuate con attenzione per evitare il rischio di appesantire la dipendenza della UE dai principali paesi esportatori di materie prime (es. mais e fertilizzanti) necessari per la produzione di proteine animali,  di ridurre la capacità produttiva dell’agricoltura dell’UE e di indebolirne la sua autosufficienza nelle pratiche ed approvvigionamenti di alimenti e mangimi.

Maurizio Ferri
Responsabile scientifico SIMeVeP e Membro di EFSCM (European Food Security Crisis Preparedness and Response Mechanism)




SIMeVeP patrocina l’evento organizzato da Eurofishmarket insieme ad AquaFarm, insieme per una corretta comunicazione nel settore ittico

Parlare di acquacoltura: come comunicare correttamente al consumatore” è il titolo del convegno organizzato da Eurofishmarket che, per festeggiare i suoi 20 anni di attività, realizza insieme ad AquaFarm un evento formativo sulla corretta informazione nel settore ittico.

L’acquacoltura rappresenta un patrimonio unico di conoscenze, esperienze e cultura che resta ancora un’incognita per la maggior parte dei consumatori, troppo spesso ostaggio di allarmismi, false credenze e di una effettiva difficoltà nel reperire le corrette informazioni.

I professionisti della comunicazione hanno quindi un ruolo chiave nel diffondere in modo chiaro questa eccellenza italiana e contribuire a creare un’accettazione sociale del settore. L’appuntamento sarà anche un’occasione importante per narrare il valore aggiunto dei prodotti dell’acquacoltura e raggiungere il consumatore finale in modo puntuale ed efficace.

“La corretta comunicazione in acquacoltura è una battaglia che portiamo avanti da tempo” afferma Valentina Tepedino fondatrice di Eurofishmarket. “Non c’è modo migliore per noi per festeggiare questi 20 anni di attività.” L’evento si terrà a partire dalle 14.30 presso la sala Arena della fiera e sarà preceduto da un momento di festa per tutti gli amici e clienti ospiti di Eurofishmarket.

Il convegno sarà introdotto da Giulio Tepedino, Amministratore di Eurofishmarket e moderato da Valentina Tepedino, Direttrice del periodico Eurofishmarket e referente scientifica per la società omonima. Tra i relatori dell’evento: Andrea Fabris, Direttore dell’Associazione Piscicoltori Italiani e Alejandro Guelfo, direttore di misPeces portale di informazione spagnolo specializzato nel settore dell’acquacoltura. Seguirà una tavola rotonda di confronto che vedrà anche la partecipazione di Giuseppe Arcangeli ed Andrea Cereser dell’IZS delle Venezie, Claudia Balzaretti dell’Università di Milano e Marta Castrica dell’università di Padova.

Il convegno è accreditato come corso di formazione per i giornalisti professionisti e ai medici veterinari saranno rilasciati *SPC grazie alla collaborazione con l’Associazione Donne Medico Veterinario che sarà anche patrocinante dell’evento insieme con la Società Scientifica di Medicina Veterinaria Preventiva.

La partecipazione all’evento sarà esclusivamente su prenotazione presso la segreteria di fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni scrivere ad info@eurofishmarket.it

Info e dettagli




ECM Api e Ambiente Cortona

apicolturaSi terrà il 14 dicembre a Cortona (AR) il corso ECM organizzato dalla SIMeVeP dal titolo “Api e Ambiente”. Il corso è aperto a 60 partecipanti ed è gratuito per gli iscritti della Regione Toscana.

Il corso vuole fornire un quadro organico delle problematiche legate all’allevamento apistico nel contesto ambientale attuale; fornire strumenti di valutazione dello stato di salute dell’ambiente, dell’uomo e degli animali attraverso le api e i prodotti dell’alveare.

Programma

Scheda di iscrizione




Intervista a Ferri -Vespa Orientalis: «No agli allarmismi, sì alla prudenza»

Il dott. Maurizio Ferri, responsabile scientifico SIMeVeP, intervistato da Sanità Informazione sulla diffusione della Vespa orientalis.

Se fino a qualche anno avremmo dovuto trovarci in Sicilia o nelle regioni del sud Italia, al massimo fino alla Campania meridionale, per imbatterci in un esemplare di Vespa orientalis, oggi il Calabrone orientale è stato avvistato più volte anche nella Capitale e in molte regioni settentrionali.

«Colonie sono state scovate in città come Roma, Firenze, Genova, Torino e Trieste. E, sebbene non ci siano ancora studi scientifici a riguardo, le ipotesi più plausibili del verificarsi di questa situazione anomala sono da associarsi sia al cambiamento climatico, che alla presenza di rifiuti», spiega  Maurizio Ferri.

Leggi l’articolo

Fonte: sanitainformazione.it

 




I veterinari ufficiali e gli animali selvatici, il secondo episodio di FRAMES/

E’ disponibile la seconda puntata di “FRAMES/“, la docuserie di ATS Bergamo e ideata per conoscere le storie del mondo della Tutela della Salute, direttamente dalle voci e i volti dei professionisti che ogni giorno si occupano della cura del nostro bene più prezioso.

Il secondo episodio, introdotto da Antonio Sorice, Direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di origine Animale di ATS Bergamo e Presidente SIMeVeP ci porta sulle prealpi Orobie dove l’attività del Dipartimento Veterinario ATS si rivolge alla tutela della salute e alla salvaguardia della fauna selvatica e del delicato equilibrio uomo animale ambiente

Clicca qui per rivedere il primo episodio dedicato al tema dell’igiene e della sicurezza alimentare lungo la filiera ittica.




Sorice: il legame fra cambiamenti climatici, malattie infettive e crisi alimentari

Qual è il legame tra cambiamenti climatici, malattie infettive e crisi alimentari? Cosa correla tre delle principali problematiche che stiamo vivendo ormai da diversi anni e mai così pressanti in questo momento? L’occasione per parlarne è stata rappresentata dal 51° Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica, chiusosi da poco a Roma.

Sanitainformazione.it lo ha hiesto ad Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP di fare il punto della situazione.

 




1° Webinar FVE su ruolo del veterinario per la sostenibilità dell’allevamento e agricoltura

Il 23 Maggio 2022 si è tenuto il primo webinar FVE (Federazione dei Veterinari europei)  sull’innovazione e la tecnologia applicata in allevamento per una produzione sostenibile.  Moderato da Francesco Proscia (FVE) e Anna Cieckiewicz (presidente dell’International Veterinary Students Association) con il supporto di Wiebke Jansen (FVE), ha raccolto circa 75 partecipanti.

Dopo il discorso di benvenuto del Presidente FVE Rens van Dobbenburgh, Maurizio Ferri, delegato SIVeMP  presso la sezione UEVH,  ha presentato il position paper di FVE e la relativa campagna sulla sostenibilità.

Gloria Luzzani, specialista in sistemi ed economia agro alimentari, ha fatto una panoramica delle tre dimensioni dell’approccio sostenibile al cibo.

David Black, veterinario aziendale ha approfondito le nuove tecniche di allevamento e le pratiche di agricoltura rigenerativa che consentono al veterinario il migliore utilizzo delle tecniche genetiche per il miglioramento degli standard  di allevamento e per un produzione efficiente.

Nils Gabrowski ha fornito un breve contributo sul settore dell’allevamento degli insetti e sulla catena del valore delle proteine.

Carlos Pineiro, specialista in suini, ha illustrato i vantaggi ottenibili con la digitalizzazione, la gestione integrata dei dati e le nuove tecnologie che potrebbero aiutare la professione veterinaria a garantire la qualità e sicurezza degli alimenti e migliorare la produttività e il reddito di almeno il 20/30%.




Apicoltura e ambiente, ultimo mese per accedere al corso Fad

E’ disponibile fino al 9 maggio 2022 sulla piattaforma e-learning di PVI il corso di Formazione a Distanza “Apicoltura e ambiente” organizzato da SIMeVeP e SVETAP in collaborazione con PVI e il patrocinio SIVeMP, accreditato per medici veterinari per 13,5 crediti Ecm.

Il corso affronta i principali aspetti metodologici per l’impiego delle api e dei prodotti dell’alveare nel monitoraggio ambientale. Le api infatti sono in grado con molta prontezza di percepire dinamiche di trasformazione in atto negli ambienti da loro frequentati e con altrettanta prontezza sono in grado di segnalarle. Diventa perciò di fondamentale importanza, e rappresenta la condizione essenziale al  fine di attuare
azioni atte a ridurre o eliminare l’impatto di “stressori di un ecosistema”, la capacità di osservare, organizzare e interpretare questi segnali. I programmi di biomonitoraggio a lungo termine oltre ad aumentare le conoscenze scientifiche danno informazioni cruciali per le politiche ambientali e dovrebbero essere considerati componenti fondamentali delle politiche economiche.

Responsabile Scientifico del corso è il Prof. Carlo D’Ascenzi, Professore associato presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie, settore scientifico disciplinare Ispezione degli Alimenti di Origine Animale”, dell’Università di Pisa

Il corso ha una durata indicativa di 9 ore e ha un costo riservato agli iscritti SIVeMP/SIMeVeP e di SVETAP di € 48,80 (IVA 22% inclusa)




Il Parlamento italiano approva una legge che mira a salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversità nell’interesse delle generazioni future – Prime riflessioni

L’8 febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge costituzionale che modificando degli articoli 9 e 41 della Carta inserisce come princìpi fondamentali della Costituzione la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità che devono essere protette dall’economia. (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AC0504c.pdf?_1645276627675)

Vediamoli.  L’articolo 9 modificato aggiunge alla tutela del patrimonio paesaggistico, storico e artistico del nostro paese la tutela dell’ambiente,  biodiversità ed ecosistemi.  Con l’art. 3,  la proposta di legge costituzionale reca  anche una  clausola  di  salvaguardia per  l’applicazione  del  principio  di  tutela  degli  animali. La modifica all’articolo 41 in  materia di esercizio dell’iniziativa economica,  stabilisce che la stessa non possa svolgersi in danno alla  salute  e  all’ambiente,  al pari di limiti  già  vigenti,  ovvero  la  sicurezza,  la  libertà  e  la  dignità  umana.  Lo stesso articolo modificato sancisce anche come le istituzioni,  attraverso leggi, programmi e  controlli,  possono indirizzare e coordinare l’attività economica,  pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.

Due elementi innovativi dunque per le future politiche ambientali e per la tutela della biodiversità:

– l’ambiente,  come  valore  costituzionalmente  protetto,  fuoriesce  da  una  visuale esclusivamente antropocentrica e assume una significato più ampio di ecosistema,  costituito da habitat umano e  interventi di conservazione della natura come valore in sé;

– per la prima volta è introdotto nella Costituzione il riferimento agli animali,  prevedendo una legge che ne definisca le forme e i modi di tutela.

E negli altri paesi?  Diversi sono gli Stati europei la cui Costituzione menziona – nel testo attualmente vigente – la tutela dell’ambiente.   Il testo  di  Costituzioni  più  recenti,  come  quella spagnola del 1978,  reca specifiche disposizioni.   Disposizioni sull’ambiente sono state  inserite sebbene con formulazione  e secondo  modalità  diverse, anche  nell’ambito della Carta  costituzionale  dei  Paesi Bassi e  Germania e, con particolare ampiezza,  in Francia nel 2005.

Si ricorda come in tema di ambiente, questo sia presente nella Carta di Nizza del 2000,  che è la carta  dei  diritti  fondamentali  dell’UE,  il cui articolo  37  (Tutela dell’ambiente) dispone che “un  livello  elevato  di  tutela  dell’ambiente  e  il  miglioramento  della  sua  qualità  devono  essere  integrati  nelle  politiche  dell’Unione  e  garantiti  conformemente  al  principio dello sviluppo sostenibile’.  Similmente gli stessi principi compaiono nell’art. 191  del  Trattato  sul  funzionamento  dell’UE (TFUE).  In questo contesto si inserisce l’accordo di  Parigi  sui  cambiamenti climatici del 2016,  in virtù del quale l’UE si impegna  a  perseguire  il  programma  d’azione  dell’Agenda  2030  per  lo  sviluppo sostenibile,  con  17  Obiettivi  per  lo  Sviluppo  Sostenibile  (SDGs),  adottata nel 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite.

Affinchè i nuovi principi costituzionali appena approvati abbiano la piena applicabilità,  occorre assicurare una concertazione normativa ampia e trasversale – così come traversale è l’ambiente –  tra i diversi ministeri interessati e soddisfare due condizioni sine qua non:

–  la stabilità politica per salvaguardare la corretta tempistica del processo di armonizzazione del sistema giuridico italiano con i principi ambientali sviluppati a livello europeo e internazionale;

–  il rafforzamento dell’attuale struttura di governance per la transizione verso la sostenibilità,  in primis del settore alimentare profondamento connesso con l’ambiente e gli ecosistemi, e per il conseguimento degli obiettivi delle strategie Green Deal e Farm to  Fork della Commissione europea,  che attendono di essere definiti nel quadro normativo comunitario.

I temi ambiente,  biodiversità,  cambiamenti climatici, sostenibilità  e transizione ecologica,  incardinati nella missione 3 del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)  sono fortemente interconnessi e per garantire il successo delle relative politiche,  occorre sviluppare un piano strategico nazionale che punti alla co-creazione di processi multi-livello ed inclusivi e al superamento delle logiche di silos che caratterizzano i settori tradizionali.  Si tratta di sviluppare relazioni multi-sistemiche,  che sono alla base del modello sanitario ispirato alla cultura One Health  e di allineare i diversi programmi di implementazione degli interventi sui cambiamenti climatici, energetici, di biodiversità e di sostenibilità dei sistemi di produzione alimentare.

Come fa notare Sara Roversi fondatrice di Food Future Institute  nell’articolo ‘La costituzione italiana per l’ecologia integrale’,  (https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/02/10/news/la_costituzione_italiana_per_l_ecologia_integrale-8710345/) ‘si tratta di riportare nel nostro paese che ospita un patrimonio naturale tra i più vasti, ricchi e unici in Europa,  un equilibrio eco-sistemico tra economia, società, individuo e natura,  è ciò costituisce un obbligo improrogabile se vogliamo realmente uscire dall’attuale stato di emergenza climatica e ambientale’.

Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP




Crisi climatiche, malattie e crisi alimentari

Gli eventi che si sono materializzati in ogni parte del mondo negli ultimi anni sono la testimonianza che la Terra è un sistema in crisi.

I cambiamenti climatici, la diffusione di malattie contagiose, l’inquinamento della terra, dell’aria e del mare con i nostri rifiuti, sono gli effetti palesi di un modello di sviluppo davvero non più sostenibile.

Le popolazioni di alcuni continenti, dopo aver sfruttato il lavoro degli schiavi provenienti da altri continenti, stanno dissipando le risorse globali in modo esponenziale, impoverendo ancora una volta, soprattutto, le aree del pianeta della perenne schiavitù.

Questo processo di crescita, indispensabile per realizzare il “benessere” immediato di una parte della popolazione, ha però i suoi effetti negativi che si distendono su tutto l’ambiente e su tutta l’umanità, soprattutto a danno  delle generazioni future.

La crescita per la crescita, lo sviluppo senza progresso, come già indicava P. P. Pasolini in un famoso articolo pubblicato il 1 febbraio del 1975 sul Corriere della sera, “La scomparsa delle lucciole”, saranno irreversibili e fatali se non ci sarà, prima ancora di una soluzione tecnologica, una presa di coscienza e una rivoluzione culturale.

Pasolini scriveva: “Dopo la scomparsa delle lucciole si ha la falsificazione e labbandono dei valori nazionalizzati… del vecchio universo agricolo e paleocapitalistico… Chiesa, patria, famiglia, obbedienza, ordine, risparmio, moralità non contano più. E non servono neanche più in quanto falsi… A sostituirli sono i valori’ di un nuovo tipo di civiltà, totalmente altra’ rispetto alla civiltà contadina e paleoindustriale”. Il nostro paese viene sottoposto alla prima unificazione reale”. Lindustrializzazione degli anni Settanta e il comportamento coatto del potere dei consumi ha realizzato una mutazione’ profonda, decisiva ricreando e deformando la coscienza’ del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione. Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a tempi nuovi, ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche”.

Prima di lui Jorge Luis Borges in “Finzioni”, nel 1944, scriveva Un uomo può essere nemico di altri uomini, di altri momenti di altri uomini, ma non dun paese: non di lucciole, di parole, di giardini, di corsi dacqua, di tramonti”.

Certamente è così, ma solo se ne siamo consapevoli.

In realtà il nostro modo di vivere ci porta ad essere una massa di consumatori-dissipatori-inquinatori paragonabili ad una specie parassitaria che sta alterando progressivamente i parametri vitali di un organismo vivente ospite, morto il quale soccomberà anch’essa.

La scomparsa delle lucciole” era una provocazione politica ben chiara e intenzionale. Pasolini lamentava poeticamente che non ci fossero più le lucciole, ma insieme accusava la classe dirigente di aver promosso un certo modello di sviluppo, di aver organizzato in un certo modo la nostra vita, di avere inquinato le nostre campagne e le nostre città. E insieme vedeva la sparizione di tanti altre strutture sociali, popolari: certe culture, certe possibilità di intervento democratico, la vita dei paesi e delle province brutalmente invasa dai modelli di consumo e “la distruzione è ancora più grave, perché non ci troviamo tra macerie, sia pur strazianti, di case e monumenti, ma tra macerie di valori”.

Oggi a lanciare il grido di allarme sono i ragazzi dei “Friday for Future”.  Un movimento ambientalista internazionale composto da studenti che hanno deciso di non frequentare le lezioni scolastiche per partecipare a manifestazioni in cui chiedono azioni efficaci per prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.

Manca ancora, però, una riflessione generale sulla crisi ambientale che, settore per settore, metta in luce i rischi e i costi – immediati e storici – del nostro modello di sviluppo rispetto ai benefici e alle opportunità di un cambio di paradigma.

Lo stesso motto “One Health”, se disgiunto da una riflessione sulle cause dei problemi di cui la prevenzione si occupa, non sarà prevenzione primaria ma prevenzione reattiva, come quella che sta devastando il Servizio sanitario nazionale, tutto immerso nella vaccinazione di massa e nel contenimento di una pandemia attesa prima con inerzia e poi con rassegnazione.

Il punto di svolta della prevenzione primaria non è attendere preparati le pandemie. Il punto di svolta sta nell’incidere nelle politiche socio economiche che generano le condizioni perfette per le pandemie, per le carestie, per lo spreco, per lo sfruttamento delle risorse e dell’ambiente.

L’intelligenza professionale deve agire sul fronte One Health pensando ed elaborando strategie sulla dimensione One World, deve creare nuove condizioni che riducono le pandemie, rendendo l’ambiente capace di autoregolarsi come in passato.

La crescita, l’incremento del PIL, la possibilità di consumare a dismisura, sono antidolorifici che non ci fanno comprendere la gravità del danno.

La crescita è in definitiva una fede, la fede cieca nel progresso infinito, nel consumo sproporzionato di risorse non rinnovabili e nell’accumulazione senza limiti.

Non esiste più un margine di “sviluppo sostenibile”, anche questo ormai è un ossimoro, un “greenwashing”, un ecologismo di facciata che ci porta ancora più velocemente fuori strada.

La società della crescita non è sostenibile, e la teoria economica contemporanea maschera dietro la sua eleganza matematica la sua indifferenza per le leggi fondamentali della biologia, della chimica, della fisica, in particolare della termodinamica.

Nessuno ha pronti i tutorial per il nuovo mondo, ma se si vogliono trovare soluzioni bisogna cominciare a porsi le domande giuste. Ciascuno per il proprio ruolo.

Tina Anselmi, il Ministro della salute che ci ha regalato il Servizio Sanitario Nazionale,  aveva un tempo dichiarato: “Capii allora che per cambiare il mondo bisognava esserci”. Resta un insegnamento che ci coinvolge tutti.

Aldo Grasselli