Principali aspetti innovativi e criticità del nuovo Reg. (UE) sui medicinali veterinari

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E’ pubblicato sul n° 1/2019 di Argomenti l’articolo Principali aspetti innovativi e criticità del nuovo Reg. (UE) sui medicinali veterinari” di Marco Cecchetto

Semplificare e ridurre gli adempimenti amministrativi per medici veterinari e industria del farmaco; ridurre il consumo di antibiotici negli allevamenti; contrastare e mitigare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza (AMR) negli animali e negli esseri umani; incentivare la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci ad azione antimicrobica da parte dell’industria farmaceutica. Questi, in estrema sintesi, i principali obiettivi della Risoluzione legislativa approvata dal Parlamento europeo lo scorso 25 ottobre, dopo un iter durato quattro anni, che regolamenterà le modalità di fabbricazione, distribuzione, utilizzo e controllo ufficiale del farmaco veterinario e che entrerà in vigore a partire dal 2022

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La fauna selvatica nel difficile confronto tra antiche esigenze e nuove realtà

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E’ pubblicato sul n° 1/2019 di Argomenti l’articolo “La fauna selvatica nel difficile confronto tra antiche esigenze e nuove realtà” di Roberto Zuccarini

La fauna selvatica, che fino a un ventennio fa era argomento sconosciuto alla maggioranza della popolazione nonché motivo di preoccupazione per le istituzioni e associazioni naturalistiche del settore, vista l’assenza e/o scarsa presenza o rischio di estinzione di diverse specie, oggi si propone in modo sempre più preoccupante e addirittura problematico nella condivisione ambientale con l’uomo e gli animali domestici. Con l’istituzione delle aree protette (parchi nazionali, regiona-li etc.), ormai più che ventennale, si è giustamente tutelata la riproduzione delle specie selvatiche presenti e/o reintrodotte e lodevolmente consentita la crescita numerica delle popolazioni animali; purtroppo questo importante programma di rivalutazione faunistica non è stato affiancato da una relativa politica demografica e questa crescita, decisamente eccessiva per le aree di origine, si è – per ovvie esigenze territoriali – trasformata in una continua e crescente migrazione di animali selvatici dalle aree di attribuzione verso spazi sempre più vasti e lontani.

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Consumo consapevole dei prodotti ittici, campagna informativa Assoittica

Per diffondere il consumo consapevole di prodotti ittici,  Assoittica Italia – l’Associazione Nazionale delle Aziende Ittiche che riunisce Aziende operanti, in tutto o in parte, nel settore ittico – ha lanciato in questi giorni una campagna d’informazione rivolta ai consumatori sui numerosi effetti positivi per la salute apportati da una dieta ricca di prodotti ittici.

Le informazioni inerenti la filiera ittica divulgate dai media spesso lasciano il consumatore in balia di allarmismi che disorientano e destabilizzano; sono state quindi predisposte  una serie di locandine semplici, fruibili e immediate che vengono pubblicate in momenti diversi in concomitanta con le festività natalizie con l’intento di raggiungere e informare il più possibile un consumatore sempre più attento ai prodotti, alla loro origine, alla biodiversità, alle caratteristiche nutrizionali e agli aspetti di sostenibilità.

La prima locandina pubblicata è dedicata al consumo di pesce e prodotti ittici in età scolare:

La seconda è sull’importanza del consumo di pesceper lo sviluppo del bambino, sia durante la gravidanza che nei primi anni di vita:

 

Le successive sono dedicate al contributo che il consumo regolare di prodotti ittici apporta all’invecchiamento sano, alla pratica sportiva, all’attività della serotonina, al contrasto dell’osteoporosi, allo sviluppo della vista nel bambino.

La campagna rientra nel progetto europeo SEAFOOD TOMORROW  acui Assoittica Italia, insieme a 35 partner europei, partecipa.

A cura della segreteria SIMeVeP




Ogni anno muoiono 33.000 persone in europa a causa dell’antibioticoresistenza

valutare_antibioticiUno studio dell’ECDC Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie stima l’onere di cinque tipi di infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici di interesse per la salute pubblica nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (Ue/See).

Lo studio pubblicato su lancet  stima che circa 33.000 persone muoiono ogni anno come conseguenza diretta di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici e che il peso di queste infezioni sia paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e Hiv/Aids messi insieme.

“Si tratta – dice l’Ecdc – di un aumento rispetto al 2007 ed è preoccupante perché gli antibiotici sono le ultime opzioni di trattamento disponibili. Quando questi non saranno più efficaci, sarà estremamente difficile o, in molti casi, impossibile curare le infezioni”.

La notizia sul sito ECDC (in inglese)

Il rapporto (in inglese)




Novel food: scenari e nuove prospettive alla luce del Reg. (UE) 2283/2015

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E’ pubblicato sul n° 1/2019 di Argomenti l’articolo “Novel food: scenari e nuove prospettive alla luce del Reg. (UE) 2283/2015” di Massimo Meazza.

Il primo gennaio 2018 è entrato in applicazione il Regolamento (UE) n. 2283/2015 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015, relativo ai nuovi alimenti (compreso il con-sumo di insetti), che modifica il Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il Regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione. L’aspetto innovativo è che il nuovo Regolamento introduce il consumo degli insetti per uso umano (food) ed estende l’utilizzo degli insetti come fonte proteica nell’alimentazione animale (feed). La Commissione europea ha rivisto la legislazione sui nuovi prodotti alimentari in quanto il Regolamento 285/97 risale a quasi 20 anni fa e da allora gli sviluppi tecnologici e i pareri scientifici hanno subito una notevole evoluzione. Pertanto al fine di ridurre la durata (3 anni e mezzo in media) della procedura di autorizzazione, si è resto necessario aggiornare le norme della UE.

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Spreco alimentare, in Italia inversione di tendenza

Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermata: sei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese (17%), o addirittura più raramente (43%).

Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti – il 92% – si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare il cibo. Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa.

Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/ wg, monitorati per la 9^ edizione della campagna Spreco Zero presentata a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè, con il presidente Anci Antonio Decaro e con Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero che affiancherà fino al 2019 la campagna, con la partecipazione speciale di Giobbe Covatta, vincitore del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 nella categoria Testimonial.

«Ma i dati reali sullo spreco, misurati attraverso il progetto Reduce e I Diari delle famiglie italiane, parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura – spiega il docente e agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna – In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane questo si traduce in 8,5 miliardi € gettati ogni anno, lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo, e solo una capillare campagna di educazione alimentare puo’ favorire la svolta culturale».

Con la campagna Spreco Zero 2018/2019, che si concluderà il 5 febbraio 2019 a Roma in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 Sei Zero, e in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e il network di buone pratiche Sprecozero.net. Un circuito di sensibilizzazione rivolto a enti pubblici, aziende, scuole e cittadini, sostenuto da Camst, Conapi Mielizia, Alce Nero, Istituto Italiano Imballaggio e Giò Style, e dalla media partnership di Radio2 Rai.

Maggiori informazioni sul sito www.sprecozero.it

 

 




Zoonosi. Rischio occupazionale su base infettiva in suinicoltura: epidemiologia interspecifica, controllo e prevenzione

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E’ pubblicato sul n° 1/2019 di Argomenti l’articolo “Zoonosi occupazionali in suinicultura. Rischio su base infettiva: epidemiologia interspecifica, controllo e prevenzione” di Federica Guadagno e Vittorio Sala

Il rischio biologico occupazionale di origine zoonosica nell’ambito zootecnico non gode ancora dell’attenzione che meriterebbe, nonostante la percezione di tale rischio sia indubbiamente aumentata con l’intensivizzazione delle produzioni zootecniche che, richiedendo un numero crescente
di addetti, hanno adeguato le forme di tutela socio-sanitaria a
quelle degli ambiti industriali; inoltre, la responsabilità veterinaria nella salubrità degli alimenti di OA e la presenza più
incisiva della medicina del lavoro hanno decisamente migliorato
la situazione sanitaria generale.

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Efsa pubblica il primo di due pareri sui PFAS negli alimenti

L’EFSA ha proposto di riesaminare i livelli di assunzione tollerabile per due contaminanti chimici a cui l’uomo è esposto tramite la catena alimentare in ragione dell’inquinamento ambientale. Si tratta della prima di due valutazioni di sostanze note collettivamente come sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Le conclusioni sono dunque provvisorie e verranno riviste durante il completamento della seconda parte.

Il primo parere scientifico riguarda i principali PFAS, noti come perfluorottano sulfonato (PFOS) e acido perfluoroottanoico (PFOA), due sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate in ambito industriale e nei beni di consumo a partire dalla metà del XX secolo che persistono nell’ambiente a causa del loro lento degrado. Possono inoltre accumularsi nell’organismo umano, il che comporta che possono passare molti anni prima di poterli eliminare.

Lavori in corso e prossimi passi

La Commissione europea ha chiesto all’EFSA di valutare nuovamente i rischi che tali sostanze comportano per la salute umana, avvalendosi di nuovi dati emersi dopo la sua iniziale valutazione del 2008.

Il lavoro del gruppo CONTAM sulla seconda valutazione dei rimanenti PFAS è in corso e si concentrerà sui possibili rischi per la salute umana dai PFAS diversi da PFOS e PFOA. L’EFSA indirà inoltre una pubblica consultazione sulla bozza di parere. Inoltre, poiché queste sostanze sono spesso presenti come miscele nella catena alimentare, lo sviluppo da parte dell’Autorità di quadri metodologi per valutare l’esposizione congiunta a più sostanze chimiche, il cui completamento è previsto per la primavera del 2019, confluirà in tale lavoro.

La produzione, l’immissione sul mercato e l’uso dei PFOS sono disciplinati dalla legislazione UE sugli inquinanti organici persistenti (Regolamento (CE) 850/2004). Il 4 luglio 2020 entreranno in vigore restrizioni alla fabbricazione e all’immissione sul mercato dei PFOA, dopo le valutazioni scientifiche effettuate dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

Dibattito sulle divergenze scientifiche

L’EFSA ha incontrato esperti dell’ECHA e degli Stati membri che hanno recentemente esaminato la sicurezza di tali sostanze, per discutere delle principali differenze rispetto a precedenti valutazioni dei PFOS/PFOA. Tra queste l’approccio scientifico del gruppo di esperti EFSA, nuove importanti fonti di dati e le incertezze scientifiche residue. Una relazione della riunione è disponibile in basso.

Scientific opinion: Risk to human health related to the presence of perfluorooctane sulfonic acid and perfluorooctanoic acid in food

Minutes of the expert meeting on perfluooroctane sulfonic acid and perfluorooctanoic acid in food assessment

Fonte: EFSA




Url (EFSA): Il 30 per cento del cibo in Europa finisce nella spazzatura

logo-efsaIn Europa sprechiamo il 30 percento del cibo a nostra disposizione, a partire dal residuo in campo, passando dalla produzione e distribuzione, fino a giungere al consumo domestico di generi alimentari. Lo ha affermato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), in un’intervista rilasciata a El Paìs, alquanto preoccupato.

“Eticamente scandaloso”, afferma l’austriaco, ed annovera l’obiettivo di riduzione di tale spreco affiancandolo ad altri due ‘buoni propositi’ per il prossimo futuro. Presto, d’altronde, “dovremo essere in grado di nutrire 10 miliardi di persone” e in tal senso è necessario aiutare i paesi in via di sviluppo: gran parte della produzione agricola di queste aree si perde per la mancanza di infrastrutture adeguate. Il terzo obiettivo cruciale, per Url, consiste nel cambiare le nostre abitudini alimentari. Come? “Mangiando meno proteine animali, la cui produzione comporta il consumo di troppa energia, terra e acqua”. Stando al direttore generale, in altre parole, dovremmo mangiare meno carne e più vegetali.

Su eunews.it la sintesi in italiano dell’intervista




Focolaio epidemico plurinazionale di Salmonella Poona legato al consumo di un alimento per lattanti

salmonella poonaUn focolaio epidemico plurinazionale di Salmonella Poona che ha colpito alcuni bambini piccoli in Francia, Belgio e Lussemburgo sembra avere, in base alle valutazioni effettuate, una comune fonte alimentare.

Funzionari sanitari di Francia, Belgio e Lussemburgo hanno segnalato casi di Salmonella Poona in alcuni bambini piccoli. I casi sono tutti geneticamente legati al medesimo focolaio. Complessivamente sono stati riferiti nell’UE 32 casi confermati: 30 in Francia, 1 in Belgio, 1 in Lussemburgo. Tutti i pazienti hanno manifestato i sintomi tra l’agosto del 2018 e il febbraio del 2019.

Una valutazione dell’EFSA e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) indica che la fonte comune del focolaio è costituita da tre alimenti per lattanti a base di riso prodotti da una fabbrica in Spagna tra l’agosto e l’ottobre del 2018 e commercializzati da una società francese.

Tutti i soggetti interessati per i quali sono disponibili informazioni hanno consumato tali prodotti (30 su 32).

I prodotti sono stati venduti anche in altri Paesi (dell’UE, dell’EFTA e altro) tramite vendite online e grossisti. La società francese ha venduto i prodotti anche in quattro Paesi extraeuropei.

Finora tutti i test eseguiti presso lo stabilimento spagnolo e su campioni dei lotti coinvolti sono risultati negativi per Salmonella Poona. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che Salmonella è in genere difficile da rilevare nei prodotti secchi e richiede metodiche di campionamento e di laboratorio caratterizzate da un alto grado di sensibilità.

Nei Paesi in cui i prodotti sono stati distribuiti sono stati emanati avvisi per il pubblico ed effettuati richiami del prodotto, il che dovrebbe, secondo gli esperti dell’EFSA e dell’ECDC, ridurre il rischio di nuove infezioni.

•Rapporto: Multi-country outbreak of Salmonella Poona infections linked to consumption of infant formula

Fonte: EFSA