I casi di malattie da vettore nel 2018 in Italia

malattie da vettoreLe arbovirosi sono un gruppo di malattie virali trasmesse dalla puntura di vettori artropodi, come le zanzare e le zecche.

Queste malattie rappresentano un grave problema di sanità pubblica.

Per garantire che vengano individuati precocemente i casi e adottate tutte le misure per ridurne la diffusione, il ministero della Salute emana periodicamente Piani di sorveglianza e risposta alle varie arbovirosi.

L’Istituto Superiore di Sanità coordina le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia, in collaborazione e con il supporto finanziario del ministero.

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2018 in Italia sono stati notificati in totale 243 casi confermati di arbovirosi (escluse West Nile e Usutu).

In particolare:

Arbovirosi importate

  • 5 casi confermati di chikungunya
  • 108 casi confermati di dengue
  • 1 caso confermato di Zika

Si tratta di casi in associati a viaggi all’estero in residenti in Italia.

Arbovirosi autoctone

  • 90 casi confermati di virus Toscana
  • 39 casi confermati di encefalite virale da zecche (TBE)

I casi di infezione da virus Toscana sono stati notificati prevalentemente in Italia centrale (Emilia-Romagna, Toscana, Marche) con casi sporadici in Abruzzo, Lazio e Piemonte, mentre l’encefalite virale da zecche è stata segnalata nell’Italia nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trento e Bolzano).




Nuova vita agli scarti di macellazione in sardegna

ScartiGrazie al Progetto PRISMA (PRodotti Innovativi ad alto valore agronomico dal recupero degli Scarti di Macellazione) gli scarti della macellazione dei bovini prodotti presso lo stabilimento di macellazione della Cooperativa Produttori Arborea verranno recuperati e trasformati, dando vita a nuovi prodotti agronomici impiegati per il miglioramento della produttività di suolo e piante.

Nell’ambito del progetto l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna si occuperà della valutazione igienico-sanitaria dei sottoprodotti della macellazione bovina che verranno impiegati, e del fertilizzante organico ottenuto dopo il compostaggio tramite l’attività dei lombrichi, in collaborazione con il servizio veterinario di Igiene degli Alimenti della ASSL di Oristano.

Maggiori informazioni sul sito dell’IZS Sardegna




Stati Generali dei Servizi Veterinari della ATS-Sardegna. Grasselli: attenzione alla sicurezza a protezione dei medici veterinari

Si sono svolti stamattina a Cagliari gli Stati Generali dei Servizi Veterinari della ATS-Sardegna, alla presenza del nuovo Assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, del Coordinatore Unico ATS-Sardegna per la Peste Suina Africana Franco Sgarangella, i rappresentanti dei 3 Servizi Veterinari di tutta l’ATS-Sardegna e il Presidente Onorario SIMeVeP  Aldo Grasselli.

Durante l’incontro, cui hanno partecipato i dirigenti veterinari e gli specialisti ambulatoriali del territorio,  si è parlato dello stato di avanzamento delle azioni nell’ambito del Piano Peste Suina Africana 2019 , in vista della prossima visita dell’DG Sanco prevista dal 24 Giugno p.v. e sono stati illustrati i dati al 31 maggio 2019 sui controlli ufficiali sulle aziende suine, sui selvatici, su tutta la filiera suinicola, e  nei porti e aereoporti.

Grazie soprattutto al difficile lavoro dei Servizi Veterinari la situazione epidemiologica è notevolmente migliorata e sono stati compiuti rilevanti passi verso l’eradicazione definitiva del virus dall’Isola, nonostante le difficili condizioni in cui spesso operano come dimostra l’ultimo episodio di intimidazione avvenuto proprio in Sardegna ai danni di una veterinaria vittima di una aggressione a mano armata durante lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali.

Proprio sul tema della sicurezza operativa e protezione personale dei medici veterinari il Presidente Onorario SIMeVeP  ha avuto un confronto con l’assessore Nieddu.

Avete potuto raggiungere risultati molto soddisfacenti contro la PSA grazie alla vostra professionalità e all’integrazione delle istituzioni veterinarie. Ma gli obiettivi raggiunti, e se non si presidiano con le necessarie energie e col personale indispensabile,  sfuggono di mano. Dopo la PSA potrebbero arrivare altre crisi; l’afta epizootica serpeggia in tutti i paesi della costa sud del mediteranno. Per fronteggiare eventuali epidemie occorre ripianare tempestivamente le carenze di personale. Una nota particolare poi riguarda la sicurezza degli operatori: non si possono più lasciare soli i veterinari – in particolare le colleghe veterinarie- che devono effettuare controlli e repressione delle frodi sanitarie. I datori di lavoro (Regione o Ats) non possono mettere a rischio l’incolumità personale dei medici veterinari” ha dichiarato Aldo Grasselli.




La crisi della scienza e l’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene

Crisi della scienzaCon il documento; “La crisi della scienza (e valutazione del rischio) tra incertezza scientifica, democratizzazione della conoscenza e interazioni innovative con la policy e la società. L’ipotesi della scienza Post-normale nell’Antropocene” Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, affronta il tema della crisi della scienza, la sua qualità, credibilità e integrità nell’affrontare fenomeni sempre più complessi e incerti in un’epoca caratterizzata da un progresso scientifico e sviluppo tecnologico senza precedenti e da emergenze ambientali e sanitarie multi-dimensionali.

La crisi della scienza nell’Antropocene investe sia l’aspetto tecnico-metodologico che epistemico del processo scientifico. La natura olistica dei sistemi terrestri e la complessità e incertezza nella relazioni tra le diverse noxae che minacciano gli ecosistemi ambientali e la salute umana, rendono sempre più inadatto il modello scientifico riduzionista che esclude i valori, le ideologie e la politica riproponendo una relazione lineare con la policy. Superando la pretesa razionale che le conoscenze scientifiche e i modelli possano fornire una vera rappresentazione della realtà, e che le questioni pratiche siano risolvibili solo se ridotte a una sfera meramente tecnico-scientifica, si rende necessario promuovere un modello innovativo di partecipazione estesa per la produzione scientifica, che punti all’interazione e collaborazione tra tutti i soggetti sia interni che esterni alle istituzioni scientifiche. La scienza post-normale soddisfa questi criteri, inserendosi idealmente nei contesti attuali dominati dalla complessità dei fenomeni, incertezza e forti interessi in gioco e proponendo un salto metodologico ed epistemico del processo scientifico funzionale a risposte normative efficaci e socialmente condivise

scrive Ferri nell’introduzione al lavoro.

Queste problematiche coinvolgono direttamente la SIMeVeP che, nel suo piccolo, nel rappresentare le istanze della veterinaria pubblica interagisce con la società, con le istituzioni e con i consumatori intervenendo su vari tematiche specifiche e più in generale, su alcune decisioni politiche” afferma Maria Rita Siddi, del Consiglio Direttivo SIMeVeP.

Nella sua analisi Ferri afferma che la scienza oggi è da ritenersi un processo “intimamente sociale”. E’ così e così deve essere per le tematiche della sicurezza alimentare e della valutazione del rischio, che implicano il coinvolgimento di più componenti della Società civile in un processo complesso che non può più essere demandato alla “Scienza”“.

La scienza come ricerca (iniziale), parte da assunti e opera attraverso alcuni meccanismi, non ultimi anche le fonti di finanziamento. Ciò può condurre a scelte di “parte”. Però nel momento in cui certe ricerche rispondono alle necessità di decisioni decisive e importanti, occorre che il numero di informazioni raccolte sia il più alto possibile, provenienti anche da scienziati portatori di “posizioni minoritarie” o provenienti da diversi settori.

Tanto maggiore sarà il peso di questo fenomeno di interazione, come fa osservare Ferri, tanto maggiore sarà l’autorevolezza e il consenso che i provvedimenti incontreranno. E’ importante dunque l’esame di una pluralità di punti di vista legittimi e pertinenti e in questo senso deve essere intesa la democraticità dell’esperienza scientifica.

La SIMeVeP può svolgere un ruolo di raccolta dei diversi punti di vista e comunicarli alle istituzioni nell’ambito di un progetto di ampliamento dell’interazione con il livello decisionale per la sanità pubblica veterinaria” conclude Siddi.




Rete nazionale sulle emergenze non epidemiche, incontro in FNOVI

logo emervetSi è svolto ieri presso la FNOVI un incontro dal titolo “Rete nazionale sulle emergenze non epidemiche: creazione e sviluppo” organizzato dalla Federazione per promuovere una rete di colleghi impegnati nelle varie associazioni/fondazioni/società scientifiche sulle emergenze non epidemiche a supporto al Sistema complesso di Protezione civile (in attuazione articolo 1 comma 1 del codice P.C.) al quale hanno partecipato rappresentanti delle varie componenti della medicina veterinaria pubblica e privata, accademica e militare, coinvolte. Per Emervet era presente il Presidente Antonio Sorice.

Nessuna pretesa di sostituirsi ad enti o strutture esistenti, solo auspici e proposte (accolte e rafforzate dai presenti) per essere soggetto aggregante, perché Fnovi raccoglie tutti i medici veterinari che esercitano la professione

Dopo una breve presentazione del presidente Fnovi Gaetano Penocchio che ha anche letto alcuni contributi di colleghi non presenti in sala è stata data la parola ai colleghi che hanno accolto l’invito all’incontro e hanno avuto la possibilità di descrivere le attività svolte. L’incontro è stato occasione per sottolineare alcuni punti importanti: la gestione delle emergenze per essere efficace va pianificata, vanno attivate le strutture organizzative e le risorse locali. Si è convenuto sulla necessità di formazione (e sono state messe a disposizione risorse) e di aggiornamento dei medici veterinari e sulla creazione di un tavolo permanente di Fnovi che sarà luogo di consultazione, condivisione di buone pratiche ma anche veicolo di istanze” si legge nella nota della Fnovi al termine dell’incontro.




Spreco alimentare, le iniziative del ministero della salute

Spreco alimentareSecondo i dati presentati presso la FAO in occasione della Giornata 2019,  lo spreco alimentare in Italia vale lo 0,88% del Pil: la stima è di oltre 15 miliardi €, per l’esattezza 15.034.347.348 € che sono la somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi € (3.176.032.413 €), ovvero il 21,1%  del totale, a fronte dello spreco alimentare domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, che rappresenta quindi i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia e vale 11.858.314.935 €.

Nel nostro Paese la legge 19 agosto 2016 n.166, ha la finalità di ridurre gli sprechi alimentari durante tutto il ciclo del “food system”, dalla fase di produzione, a quella di trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, attraverso la realizzazione di specifici obiettivi: contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni con particolare riferimento alle giovani generazioni. Ecco alcune delle azioni intraprese dal ministero della Salute per la prevenzione degli sprechi.

Linee di indirizzo per la ristorazione

Come recentemente sottolineato dal ministro della Salute Giulia Grillo, alla presentazione del Rapporto sulla Ristorazione 2018 della Fipe, “c’è ancora molto da fare per la prevenzione degli sprechi alimentari, anche nel settore della ristorazione: sarebbe infatti auspicabile che i pubblici esercizi fossero ancora più attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari in quanto, ad oggi, solo il 20% degli italiani, ad esempio, riporta a casa il cibo non consumato al ristorante, ma è anche vero che non tutti gli esercizi commerciali lo permettono, così come non sempre forniscono su richiesta le mezze porzioni”

Questo ministero ha prodotto nell’aprile 2018 le prime Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti, affrontando l’argomento con approccio globale e multistakeholder, in linea con l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile.

Sviluppo sostenibile e salute nel Piano OPEN GOV

Il ministero della Salute, ha scelto opportunamente di svolgere un’azione di advocacy, verso il cittadino ma anche verso le altre PA, programmando una specifica azione nel prossimo Piano OPEN GOV, la costituzione di una Piattaforma Sustainability in Health: knowledge junction” all’interno dello spazio web Decade Onu per rendere possibile a tutte le amministrazioni coinvolte nella realizzazione di iniziative in ambito “sviluppo sostenibile e salute” di trasmettere, in tempo reale,  dati ed informazioni su azioni/atti di programmazione/lessons learned/tool kits/linee di indirizzo/linee guida/brochure divulgative e/o iniziative locali o nazionali che riguardino lo sviluppo sostenibile, in base a quanto previsto dall’Agenda 2030 ONU e i suoi relativi sustainable development Goals, a partire da azioni concrete volte alla prevenzione ed al contrasto degli sprechi alimentari. 

Il progetto SPAIC

L’Agenda 2030, sullo sviluppo sostenibile, ha anche guidato il Ministero della salute nella realizzazione di un importante progetto di ricerca, in partnership con INAIL – DT e MIUR, denominato SPAIC(Cause dello spreco alimentare ed interventi correttivi), che ha scelto il “consumatore” (singolo individuo o intera famiglia) come elemento focale su cui intervenire, al fine di individuare e correggere i comportamenti scorretti che causano lo spreco alimentare, attraverso la promozione di un’adeguata campagna di informazione, formazione e sensibilizzazione per stili di vita corretti. L’ambito scolastico è stata una realtà concreta dove poter attuare il Progetto: il coinvolgimento attivo degli studenti ha offerto loro l’opportunità di realizzare un’esperienza all’interno di un luogo a loro familiare e punto di riferimento connesso alle specificità del territorio da essi vissuto (metodologia del lifelong learning):

Guarda il video

Per approfondire:

Fonte: Ministero della salute




Zampa a Zampa, l’app di Regione Lombardia per combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione

zampa a zampaRegione Lombardia ha lanciato da tempo l’app “Zampa a Zampa” finalizzata a combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione, con la quale è possibile entrare nel mondo dell’Anagrafe degli Animali d’Affezione direttamente dal proprio dispositivo mobile.

L’app consente di cercare sul territorio lombardo i cani e i gatti adottabili gratuitamente, cercare il proprio  animale tra i cani e gatti smarriti e accalappiati, consultare l’elenco di tutte le strutture di ricovero degli animali e dei veterinari accreditati all’Anagrafe Animale d’Affezione e visualizzare la loro posizione su mappa.

Tutte le info su Zampa a Zampa




Combattere spreco e perdite alimentari per tutelare l’ambiente

Spreco alimentareIn occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”.

Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento.

La prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti sono considerate dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le principali strade da percorrere per la tutela dell’ambiente e il benessere sociale. Lo spreco alimentare è infatti tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

Il rapporto propone una definizione sistemica dello spreco alimentare fornendo dati e informazioni sulla dimensione e sugli effetti ambientali, a scala nazionale, europea e sovranazionale.

Sono indagate le cause che lo producono ed emergono differenti quantità in base alla struttura dei sistemi alimentari. Oltre alle azioni di recupero e riciclo delle eccedenze, lo studio evidenzia la necessità di dedicare maggiore attenzione alla prevenzione strutturale per ridurre a monte la formazione delle eccedenze e i conseguenti sprechi.

Molte proposte sono estesamente trattate e finalizzate a una strategia complessa di trasformazione dei sistemi alimentari per favorire la resilienza ecologica.

Questo l’indice del volume:

PREFAZIONE
PREMESSA
PRESENTAZIONE
RISULTATI E MESSAGGI CHIAVE
KEY MESSAGES AND OUTCOMES
RIASSUNTO
SYNTHESIS REPORT
INTRODUZIONE

I PARTE: INQUADRAMENTO
1. DEFINIZIONI DELLO SPRECO ALIMENTARE
2. ORIGINI E CAUSE
3. DIMENSIONI DELLO SPRECO
3.1. Dimensioni dello spreco nel mondo
3.1.1. Dati relativi al 2007
3.1.2. Dati relativi al 2011
3.1.3. Aumenti degli sprechi sistemici tra il 2007 e il 2015
3.1.4. Ulteriori aspetti
3.2. Dimensioni dello spreco in Europa
3.3. Dimensioni dello spreco in Italia

II PARTE : CONNESSIONI SISTEMICHE
4. CONNESSIONI AMBIENTALI ED ECOLOGICHE
4.1. Consumi energetici
4.2. Emissioni di gas serra e cambiamenti climatici
4.3. Uso agricolo del suolo e biodiversità
4.4. Uso di acqua
4.5. Ciclo dell’azoto
4.6. Estrazione e immissione di fosforo
5. EFFETTI AMBIENTALI NEL MONDO
5.1. Impronta di carbonio
5.2. Impronta idrica
5.3. Occupazione di suolo
5.4. Effetti sulla biodiversità
6. EFFETTI AMBIENTALI IN EUROPA
7. EFFETTI AMBIENTALI IN ITALIA
7.1. Consumi energetici
7.2. Impronta di carbonio
7.3. Impronta idrica
7.4. Impronta di azoto reattivo
8. TEMATICHE CONNESSE
8.1. Sicurezza e sovranità alimentare
8.2. Consumo di suolo agricolo
8.3. Bioeconomia ed economia circolare

III PARTE : RISPOSTE E PROPOSTE
9. QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE
9.1. Livello globale
9.2. Europa
9.3. Italia
9.4. Livello regionale e locale
10. BUONE PRATICHE FINORA IDENTIFICATE
10.1. Prevenzione strutturale di eccedenze e sprechi alimentari
10.1.1. Filiere alimentari corte
10.1.2. Acquisti pubblici verdi (GPP)
10.1.3. Il tema dello spreco nelle attuali politiche alimentari locali
10.1.4. Sensibilizzazione alimentare
10.2. Prevenzione non strutturale dei rifiuti alimentari
10.3. Riduzione dei rifiuti alimentari mediante recupero alimentare
10.3.1. Recupero alimentare per scambio tra cittadini
10.3.2. Recupero alimentare per attività di beneficienza
10.3.3. Recupero alimentare nella ristorazione collettiva
10.3.4. Recupero alimentare per la vendita
10.4. Riduzione dei rifiuti mediante riciclo di alimenti non più edibili
10.4.1. Riciclo per l’alimentazione animale
10.4.2. Riciclo come compost
10.4.3. Riciclo di componenti e di sostanze
11. PROPOSTE PER LA PREVENZIONE STRUTTURALE
11.1. Definizioni e quantificazione
11.2.Iniziative istituzionali
11.3. Pianificazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo
11.4. Sviluppo di politiche alimentari locali sistemiche e partecipate
11.5. Educazione alimentare e nutrizionale
11.6. Sviluppo di reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali
11.7. Agricoltura contadina e accesso alla terra
11.8. Agricoltura biologica, agroecologia, tutela dell’agrobiodiversità, agricoltura sociale
11.8.1. Agricoltura biologica e agroecologia
11.8.2. Tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità
11.8.3. Agricoltura sociale
11.9.Riterritorializzazione agroalimentare
11.9.1. Agricoltura urbana e periurbana
11.9.2. Sviluppo agroalimentare delle aree interne
11.10. Contrasto agli illeciti nell’agroalimentare
11.11. Interventi sulle filiere alimentari industriali
11.12. Ruolo attivo dei cittadini e dei consumatori
12. CONCLUSIONI
13. BIBLIOGRAFIA
14. SITI INTERNET

A cura della segreteria SIMeVeP




ECM. Grillo: superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo

EcmIeri si è insediata la nuova Commissione nazionale per la formazione, ricostituita con il D.M. 17 aprile 2019  presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) per il triennio 2019-2021.

Il Ministro della salute, Giulia Grillo ha presieduto la prima riunione. “Immagino un sistema per l’aggiornamento professionale caratterizzato da incentivi e premialità per le aziende sanitarie. Dobbiamo superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo, che non invoglia una categoria professionale già sottoposta a gravosi impegni di lavoro. Da oggi cambino rotta per il bene del nostro SSN” ha detto alla  Commissione.

La Commissione dura in carica 3 anni a partire dalla data di insediamento e ha il compito, ai sensi dell’art. 16-ter, comma 2, Dlgs 502/1992 e s.m. e sentita la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nonche’ gli Ordini ed i Collegi professionali interessati, di definire:

  • gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento alla elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostico-terapeutici.
  • i crediti formativi che devono essere complessivamente maturati dagli operatori in un determinato arco di tempo
  • gli indirizzi per la organizzazione dei programmi di formazione predisposti a livello regionale nonche’ i criteri e gli strumenti per il riconoscimento e la valutazione delle
    esperienze formative.
  • i requisiti per l’accreditamento delle societa’ scientifiche, nonche’ dei soggetti pubblici e privati che svolgono attivita’ formative e procede alla verifica della sussistenza dei requisiti stessi.

La SIMeVeP, accreditata dal Ministero della salute nel sistema sperimentale dal 2001 e riconosciuta dal 2011 nel sistema di accreditamento provvisorio, è accreditata come “provider nazionale standard” dal 4 marzo 2015.

A cura della segreteria SIMeVeP




VI giornata nazionale della prevenzione dello spreco alimentare

Spreco alimentareSi celebra oggi, 5 febbraio, la VI Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, ideata ed istituita dal Ministero dell’ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal, dal progetto 60 Sei ZERO.

Quando il cibo viene perso o sprecato, vengono sprecate anche le risorse naturali utilizzate per la catena di approvvigionamento: terreni, nutrienti, fertilizzanti, energia e acqua. Ogni successivo passaggio della catena aggiunge risorse ed emissioni, per cui il cibo sprecato a livello di somministrazione e consumo produce il più elevato impatto ambientale. Lo spreco alimentare grava, inoltre, sul clima a causa dell’emissione di anidride carbonica (se è vero che per produrre 1 kg di cibo se ne immettono nell’atmosfera 4,5 kg), ma anche per la decomposizione dei rifiuti alimentari e la produzione di metano, gas ad effetto serra (responsabile del riscaldamento globale), 21 volte più potente dell’anidride carbonica. Sono ormai tutti concordi sul fatto che non si può utilizzare una sola leva per aggredire il nodo degli sprechi alimentari, piuttosto c’è bisogno di un lavoro di filiera, che interseca il ruolo delle aziende e delle istituzioni e i comportamenti dei consumatori.

Lanciato nel corso del convegno Nazionale del 28 ottobre 2016 a Bergamo “Il cibo che non nutre nessuno. Le tante facce dello Spreco Alimentare tra Etica, Salute, Economia ed Ambiente”, il progetto SIMeVeP “Spreco alimentare”, attraverso eventi formativi e collaborazioni con tutti gli attori della catena alimentare (fra cui si ricorda in particolare il protocollo d’intesa con Banco Alimentare), – mira a superare il concetto di “spreco”  sostituendolo con quello di “eccedenze”, ricco di possibilità e potenzialità, puntando sempre alla sinergia con i diversi soggetti istituzionali e privati coinvolti.

Per raggiungere l’obiettivo la SIMeVeP:

  • intende promuovere un ruolo attivo dei Veterinari dei Servizi Veterinari delle ASL come facilitatori e garanti a livello locale nel sostenere e favorire la donazione degli alimenti invenduti attraverso la formazione e sensibilizzazione in tema di sicurezza igienico-sanitaria degli operatori delle associazioni beneficiarie che li acquisiscono e li ridistribuiscono.
  • intende fornire e garantire il supporto informativo e tecnico ai fini dell’interpretazione delle norme in materia di sicurezza alimentare, e la loro acquisizione e ridistribuzione gratuita dai soggetti beneficiari, equiparati all’ambito domestico dalla Legge del Buon Samaritano (Legge 155/2003) ed essere partecipe nella diffusione/condivisione di buone pratiche di gestione degli alimenti.
  •  si rende parte attiva, anche attraverso i Medici Veterinari delle ASL, a intraprendere campagne di comunicazione locali volte alla riduzione dello spreco alimentare lungo tutta la filiera agroalimentare.
  • promuove e sostiene programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere i soggetti della filiera agroalimentare e i consumatori consapevoli degli sprechi alimentari e dei conseguenti impatti ambientali, economici e sociali, nonché per fornire indicazioni per un acquisto consapevole, per la conservazione, la preparazione e per uno smaltimento corretto degli alimenti.
  • intende promuovere un progetto di educazione alimentare nelle scuole e una capillare campagna di sensibilizzazione ai cittadini.

Sin dall’approvazione della Legge 166/2016 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” (cd Legge Gadda), la SIMeVeP è fortemente impegnata nell’applicazione della norma e nella collaborazione e sinergia con tutti gli attori coinvolti, anche attraverso una serie di eventi formativi che hanno toccato varie città, da Milano a Salerno, da Brescia a Oristano, da Palermo a Trento, coinvolgendo complessivamente circa 400 Veterinari di tutta Italia.

In particolare si ricordano i “corsi per formatori”, organizzati congiuntamente con il Ministero della salute e Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, che hanno permesso di formare più di 100 fra veterinari e medici del Servizio Sanitario Nazionale, che ora possono preparare a loro volta gli operatori alimentari degli enti caritatevoli o altre associazioni affini che, secondo la Legge Gadda, devono essere adeguatamente formati per la corretta manipolazione e utilizzo degli alimenti da acquisire e ridistribuire.

Il ruolo dei veterinari nel campo del contrasto allo spreco alimentare è dunque quello di favorire l’incontro fra domanda e offerta di alimenti in eccedenza, assicurando la salubrità degli alimenti recuperati e donati. I Veterinari di Sanità Pubblica sono quindi dei facilitatori che in questa veste contribuiscono a trasformare gli sprechi in risorse, grazie al paradosso illuminato dell’economia circolare, che rappresenta l’unica strada sostenibile dal punto di vista etico, ambientale, economico e sociale per affrontare il tema della disponibilità alimentare.

A cura della segreteria SIMeVeP